Agostino Pantò
Agostino Pantò Presbitero | |
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Agostino Pantò | |
Età alla morte | 59 anni |
Nascita | Alcamo 11 settembre 1675 |
Morte | Palermo 11 giugno 1735 |
Ordinazione presbiterale | diocesi di Mazara del Vallo, 1698 |
Agostino Pantò (Alcamo, 11 settembre 1675; † Palermo, 11 giugno 1735) è stato un presbitero, insegnante, oratore italiano.
Biografia
Nato ad Alcamo, nella provincia di Trapani, discendeva dai Conti di Pierras in Catalogna; fin da ragazzo manifestò ottime capacità intellettive. A solo sedici anni prese l'abito talare e si trasferì a Palermo, dove si laureò in teologia. A seguito del suo ritorno ad Alcamo, ebbe la cattedra in filosofia all’età di 20 anni; a ventitré anni predicò durante la Quaresima nella Chiesa Madre, mostrando particolare attitudine per l'eloquenza. Lo stesso anno Monsignor Bartolomeo Castelli(ch), Vescovo di Diocesi di Mazara del Vallo, lo nominò assessore e vicario generale, ma Pantò non accettò l'incarico per fare ritorno a Palermo.
Nel 1700 Pantò si recò a Roma per accompagnare l'abate Monsignor Riggio (poi vescovo) dove questi era stato trasferito, ma anche per perfezionare i suoi studi di filosofia, teologia dommatica e storia della Chiesa; conseguì, inoltre, la laurea dottorale in giurisprudenza, presso l'Università la Sapienza.
Scrisse un nuovo Quaresimale, che poi predicò nelle chiese di Roma e in quasi tutta l'Italia, dimostrando le sue capacità oratorie; fu molto stimato da noti letterati italiani, come Ludovico Antonio Muratori, e da Monsignor Marco Battista Battaglini(ch), vescovo di Nocera. Il cardinale Marcello Durazzo, vescovo della Diocesi di Faenza, lo scelse come Esaminatore sinodale, e Monsignor Martinelli, vescovo di Diocesi di Rieti, lo elesse Vicario Generale di visita. Fu poi eletto pubblico lettore di teologia dogmatica presso il Collegio missionario di Propaganda Fide di Roma.
Il nome di Pantò fu proposto a Papa Clemente XI come vescovo di Castellammare di Stabia dal cardinale Gaspare Carpegna; con molta modestia, lui non si ritenne adatto a tale incarico, poichè sua intenzione era dedicarsi alla cura delle anime. A seguito della morte di Mons. Riggio, fu nominato direttore di Teologia Dommatica presso il Collegio de Propaganda Fide, ma dopo 2 anni pose fine alla sua carriera romana e ritornò a Palermo per motivi di salute.
In Sicilia contribuì in maniera significativa al progresso dell'istruzione e alla riforma dello studio della giurisprudenza, disciplina che veniva appresa più con la pratica che per teorie e princìpi. Nel 1727 Pantò istituì l'Accademia Giustinianea, e ispirandosi a giuristi come Jacques Cujas e Hugo Donellus, diede vita a quella rivoluzione già attuata in Francia e Germania, con cui si passava dallo studio pratico a quello teorico.
Il 18 gennaio 1722, nella Cattedrale di Palermo, fece una magnifica orazione a favore della redenzione degli schiavi a Tunisi; fu poi scelto come teologo canonista nella commissione per l'osservanza dei sacri canoni. Durante la sua permanenza a Palermo, ebbe anche la stima dei viceré di Sicilia, di Francesco I di Borbone e del re di Spagna. Nel 1729 divenne canonico della Cappella Palatina e docente di diritto civile e canonico nel Collegio dei Nobili, che era retto dai Padri Teatini. Morì a Palermo l'11 giugno 1735 e venne sepolto nella Cappella Palatina.
Opere
- Orazione del dottor d. Agostino Pantò canonico della regia, ed imperial Cappella di S. Pietro nel sagro palazzo di Palermo detta nella metropolitana chiesa della medesima felice, e fedelissima città in occasione del riscatto de'cristiani schiavi in Tunisi, e solenne processione fatta dalla redenzion de'cattivi di Sicilia nell'anno 17"; Palermo, tip. Angelo Felicella, 1729
- Ragionamento del Canonico dottor Agostino Pantò intorno alle lodi Del Gius Civile, Canonico e delle Genti, e retta maniera d’appararsi della Nobile Gioventù nel Collegio de’ R.R. P.P. Teatini; Palermo, Per Gramignani nella Stamperia del sopradetto Collegio de’Nobili; 1734
- Quaresimale, raccolta di prediche
- Dissertazione intorno alle lodi del diritto civile, canonico, e delle genti
- Le istituzioni maggiori e minori del diritto romano
- Le istituzioni del diritto ecclesiastico
- Il codice delle leggi siciliane
- Le istituzioni del diritto di natura e delle genti
- Il diritto pubblico siciliano
- Il criterio dell'onestà naturale contro il falso sistema di Obbes
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