Arcidiocesi di Strasburgo
Arcidiocesi di Strasburgo Archidioecesis Argentoratensis o Argentinensis Chiesa latina | |
Arcivescovo | Pascal Delannoy |
---|---|
Sede | Strasburgo |
Suffraganea | |
Sede immediatamente soggetta alla Santa Sede | |
Regione ecclesiastica Est | |
Stemma Mappa della diocesi | |
Provincia ecclesiastica | |
Nazione | Francia |
Ausiliari | Christian George Nicolas Kratz |
Parrocchie | 767 |
Sacerdoti |
830 di cui 572 secolari e 258 regolari 1.638 battezzati per sacerdote |
341 religiosi 1.257 religiose 73 diaconi | |
1.900.000 abitanti in 8.280 km² 1.360.000 battezzati (71,6%% del totale) | |
Eretta | IV secolo |
Rito | romano |
Indirizzo | |
16 rue Brulee, F-67081 Strasbourg CEDEX, Francia | |
Collegamenti esterni | |
Sito ufficiale Dati online 2010 (gc ch) | |
Collegamenti interni | |
Chiesa cattolica in Francia Tutte le diocesi della Chiesa cattolica |
L' arcidiocesi di Strasburgo (Strasbourg, in latino: Archidioecesis Argentoratensis o Argentinensis) è una sede della Chiesa cattolica immediatamente soggetta alla Santa Sede e appartenente alla regione ecclesiastica Est.
Territorio
L'arcidiocesi comprende l'intera Alsazia (composta dai due dipartimenti francesi del Basso Reno e dell'Alto Reno).
Sede arcivescovile è la città di Strasburgo, dove si trova la cattedrale di Notre-Dame de Strasbourg. Costruito fra il 1015 e il 1439 in stile tardo gotico, quest'edificio di 142 metri di altezza fu il più alto del mondo fra il 1625 e il 1847 e rimase la chiesa più alta fino al 1880, quando fu sorpassata dal Duomo di Colonia[1]. Oggi è la quarta chiesa cattolica più alta del mondo.
Il territorio si estende su 8.280 km².
Storia
Argentoratum, l'odierna Strasburgo, era un'antica città romana che faceva parte della provincia della Germania prima, come testimoniato dalla Notitia Galliarum dell'inizio del V secolo.[2]
Il cristianesimo è attestato ad Argentoratum già nella prima metà del IV secolo. Il primo vescovo conosciuto è sant'Amando, il cui nome è indicato negli atti dello pseudo concilio di Colonia del 346. Nel V secolo la città è distrutta dall'invasione degli Alemanni. A partire dal VI secolo, con l'annessione della regione dapprima nel regno merovingio dell'Austrasia e poi in quello carolingio, il cristianesimo poté diffondersi e consolidarsi grazie all'opera di due santi vescovi, Arbogasto e Fiorenzo, e dei monaci missionari irlandesi, tra i quali si devono menzionare san Colombano e san Gallo. Al Concilio di Parigi (614) prese parte il vescovo Ansoaldo.
Con l'affermarsi dell'organizzazione ecclesiastica, Strasburgo entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Magonza, rispecchiando l'antica suddivisione amministrativa romana, che prevedeva che facessero parte della medesima provincia anche le diocesi di Worms e di Spira. Questa struttura organizzativa ecclesiastica rimase invariata, malgrado tutti i cambiamenti politici della regione, fino alla rivoluzione francese.
Nel IX secolo la diocesi comprendeva l'odierno Basso Reno (ad eccezione della regione di Wissembourg-Lauterbourg e del distretto di Marmoutier-Neuwiller), l'Ortenau sulla riva destra del Reno, e i distretti di Rouffach, Soultz e Lautenbach nell'Alto Reno. Confinava a nord con la diocesi di Spira, ad est e a sud-est con quella di Costanza, a sud-ovest con la diocesi di Basilea, e ad ovest con le diocesi di Metz e di Saint-Dié.
Sempre nel corso del IX secolo l'Alsazia entrò a far parte del Sacro Romano Impero e il vescovo di Strasburgo iniziò ad acquisire poteri comitali con possedimenti su entrambe le rive del Reno. Il vescovato divenne uno stato cliente dell'impero dal XIII secolo al 1803, ad eccezione di Strasburgo, che ebbe lo statuto di città libera dell'Impero fin dal 1262.
Verso la fine dell'epoca medievale, Strasburgo fu la culla di un movimento spirituale conosciuto con il nome di "mistica renana", che ebbe tra i suoi principali esponenti maestro Eckhart, Taulero, Nicola di Strasburgo e Enrico Suso.
Durante l'epoca della riforma (XVI secolo) l'Alzasia e Strasburgo furono contese fra i protestanti ed i cattolici, lotta che si accendeva ogni volta che la sede episcopale restava vacante. Entrambe le fazioni lottavano per imporre un proprio candidato. La spuntò sempre il partito cattolico, che in questo modo riuscì a conservare al cattolicesimo Strasburgo e la regione. Tuttavia oltre 200 parrocchie e la stessa cattedrale passarono al culto protestante.
Con la pace di Vestfalia del 1648 l'Alsazia diventa territorio del regno di Francia. In questo modo la diocesi si trovò divisa fra due Stati: i territori sulla riva sinistra del Reno furono annessi dalla Francia, mentre quelli sulla riva destra rimasero parte dell'Impero. Anche i poteri comitali del vescovo vennero ridotti ai soli territori imperiali (le aree di Oberkirch, Ettenheim e Oppenau), essendo quelli alsaziani[3] annessi a pieno titoli al regno francese (riconosciuto dal Sacro Romano Impero con il trattato di Ryswick del 1697). Dal punto di vista strettamente religioso, l'annessione alla Francia permise la piena restaurazione del cattolicesimo. Tuttavia solo nel 1681 la cattedrale cittadina, per volontà espressa di Luigi XIV, ritornò al culto cattolico.
La rivoluzione francese ed il congresso di Vienna modificarono completamente la geografia politica ed ecclesiastica di tutta la regione. Inizialmente, nel 1789, il vescovo dovette darsi alla fuga nei suoi domini tedeschi. I due dipartimenti alsaziani ebbero ognuno, con la costituzione civile del clero, un proprio vescovo con sede rispettivamente a Strasburgo e Colmar (dove la locale collegiata di San Martino fu dichiarata cattedrale), nessuno dei quali fu riconosciuto come tale da Roma.[4]
In seguito al concordato, con la bolla Qui Christi Domini del 29 novembre 1801 fu de facto eretta una nuova diocesi di Strasburgo, affidata a Jean-Baptiste Saurine, un ex vescovo costituzionale, che corrispondeva ai territori francesi dei dipartimenti dell'Alto e del Basso Reno: essa comprendeva gli antichi territori diocesani sulla riva sinistra del Reno, più porzioni di territorio sottratte alle diocesi di Spira, di Metz e soprattutto di Basilea.[5] Contestualmente entrò a far parte della provincia ecclesiastica di Besançon.
Nel 1803 il territorio sulla riva destra del Reno, in cui si era trincerato fino alla morte il vescovo Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée, fu secolarizzato ed annesso all'Elettorato di Baden (dal 1806 granducato di Baden). Con la riforma delle diocesi tedesche nella prima metà dell'Ottocento, questa parte dell'antica diocesi di Strasburgo fu suddivisa fra le nuove sedi di Friburgo in Brisgovia e in misura minore di Rottenburg.
In seguito agli avvenimenti del 1871 e al passaggio dell'Alsazia alla Germania, il 14 giugno 1874 con il decreto Rem in ecclesiastica della Congregazione concistoriale la diocesi divenne immediatamente soggetta alla Santa Sede. Il 10 luglio dello stesso anno acquisì i territori che erano appartenuti alla diocesi di Saint-Dié e che dopo la guerra franco-prussiana erano divenuti tedeschi. Contestualmente però perse i territori meridionali, che rimasero francesi, e che oggi costituiscono la diocesi di Belfort-Montbéliard.
La diocesi è stata elevata al rango di arcidiocesi, non metropolitana, il 1º giugno 1988 con la bolla Antiquissima ipsa di papa Giovanni Paolo II.
Per la sua particolare evoluzione storica, a differenza del resto del territorio nazionale, ove vige il regime di separazione fra Stato e Chiesa, nell'arcidiocesi di Strasburgo è ancora in vigore il concordato del 1801. Ciò comporta, per esempio che:
- gli arcivescovi di questa sede vengono nominati dal Presidente della Repubblica francese e ricevono l'istituzione canonica da parte della Santa Sede; la data ufficiale di nomina è quella della pubblicazione congiunta nel Giornale Ufficiale della Repubblica Francese e sull'Osservatore Romano;
- l'insegnamento della religione è obbligatorio nelle scuole primarie e secondarie;
- i preti dell'arcidiocesi ricevono dallo Stato lo stipendio paragonabile a quello dei dipendenti pubblici di categoria A;
- nell'Università statale di Strasburgo esiste una Facoltà di Teologia cattolica dipendente direttamente dalla Santa Sede.
Cronotassi dei vescovi
- Amando † (IV secolo)
- Giustino di Strasburgo †
- Massimino di Strasburgo †
- Valentino †
- Solario †
- Sant'Arbogasto † (? - 618)
- San Fiorenzo † (618 - 624)
- Ansaldo †
- Biolfo †
- Magnus di Strasburgo †
- Aldo †
- Garoino †
- Lamberto †
- Rotari †
- Rodobaldo †
- Magneberto †
- Lobiolo †
- Gundoaldo †
- Udo I † (circa 700)
- Witgern † (728 - ?)
- Wandalfrido † (? - 735 ?)
- Heddo † (739 - 765)
- Ailidolfo † (765 ?)
- Remigio di Strasburgo † (765 - 20 marzo 783)
- Ratho † (783 - 815)
- Udo II † (815)
- Erleardo † (815 ? - 822 ?)
- Adalogo † (817 - 17 aprile 840)
- Bernaldo † (840 - 21 novembre 875)
- Udo III † (840)
- Ratoldo † (875 - 10 maggio 888)
- Reginardo † (876 - 888)
- Walramio † (888 - 906)
- Otberto † (906 - 30 agosto 913)
- Gozfrido † (13 settembre 913 - 6 novembre 913)
- Richwin † (914 - 30 agosto 933)
- Rutardo † (933 - 15 aprile 950)
- Udo IV † (950 - 26 agosto 965)
- Erkanbaldo † (965 - 11 ottobre 991)
- Wilderoldo † (991 - 4 luglio 999)
- Alavico II † (999 - 3 febbraio 1001)
- Werner I d'Asburgo † (1001 - 28 ottobre 1028)
- Guglielmo I † (1028/1029 - 7 novembre 1047)
- Wizelin (Hezilo) † (1048 - 15 gennaio 1065)
- Werner II von Achalm † (1065 - 1079)
- Teobaldo † (1079 - 1084)
- Otto von Büren † (1085 - 3 agosto 1100)
- Baldovino † (1100)
- Kuno † (1100 - 1123)
- Bruno von Hochberg † (1123 - 1126)
- Eberardo † (1126 - 1127)
- Bruno von Hochberg † (1129 - 22 marzo 1131)
- Gebeardo von Urach † (1131 - 1141)
- Burcardo I † (1141 - 10 luglio 1162)
- Rodolfo † (1162 - 1179)
- Corrado I † (1179 - 21 dicembre 1180)
- Enrico di Hasenburg † (1181 - 25 marzo 1190)
- Corrado di Hühnenburg † (1190 - 3 novembre 1202)
- Enrico di Veringen † (1202 - 11 marzo 1223)
- Bertoldo di Teck † (1223 - 1244)
- Enrico di Stahleck † (1243 - 4 marzo 1260)
- Walter di Geroldseck † (1260 - 12 febbraio 1263)
- Enrico di Geroldseck † (1263 - 1273)
- Corrado di Lichtenberg † (1273 - 1º agosto 1299)
- Federico di Lichtenberg † (1299 - 20 dicembre 1306)
- Giovanni di Dürbheim (Diepenheim) † (1307 - 6 novembre 1328)
- Bertoldo di Bucheck † (1328 - 25 novembre 1353)
- Giovanni di Lichtenberg † (1353 - 14 settembre 1365)
- Giovanni di Lussemburgo-Ligny † (1366 - 4 aprile 1371)
- Lamprecht di Brunn † (1371 - 20 aprile 1374)
- Friedrich di Blankenheim † (1375 - 7 luglio 1393 nominato vescovo di Utrecht)
- Ludovico di Thierstein † (1393)
- Burcardo di Lützelstein † (1393 - 1394)
- Guglielmo di Diest † (1394 - 6 ottobre 1439)
- Corrado di Busnang † (1439 - 11 novembre 1440 dimesso)
- Roberto del Palatinato-Simmern † (1440 - 18 ottobre 1478)
- Calberto del Palatinato-Mosbach † (1478 - 20 agosto 1506)
- Guglielmo di Hohnstein † (1506 - 29 giugno 1541)
- Erasmus Schenk von Limburg † (1541 - 27 novembre 1568)
- Giovanni di Manderscheid † (1568 - 1602)
- Giovanni Giorgio di Brandeburgo † (1592 - 1604) (amministratore apostolico)
- Carlo III di Lorena-Vaudémont † (1604 - 24 novembre 1607)
- Leopoldo V d'Austria † (24 novembre 1607 - 19 aprile 1626 dimesso)
- Leopoldo Guglielmo d'Austria † (10 ottobre 1626 - 2 novembre 1662 deceduto)
- Franz Egon von Fürstenberg † (19 gennaio 1663 - 1º aprile 1682 deceduto)
- Wilhelm Egon von Fürstenberg † (8 giugno 1682 - 10 aprile 1704 deceduto)
- Armand I de Rohan-Soubise † (10 aprile 1704 - 19 luglio 1749 deceduto)
- Armand II de Rohan-Soubise † (19 luglio 1749 succeduto - 28 giugno 1756 deceduto)
- Louis-César-Constantin de Rohan-Guémené-Montbazon † (23 settembre 1756 - 11 marzo 1779 deceduto)
- Louis-René-Édouard de Rohan-Guéménée † (11 marzo 1779 succeduto - 29 novembre 1801 dimesso)
- Johann Peter Saurine † (9 aprile 1802 - 7 maggio 1813 deceduto)
- Sede vacante (1813-1817)
- Gustav Maximilian von Croy † (8 agosto 1817 - 4 luglio 1823 nominato arcivescovo di Rouen)
- Claudius Maria Paul Tharin † (23 agosto 1823 - 16 novembre 1826 deceduto)
- Johann Franz Lepape von Trevern † (13 dicembre 1826 - 27 agosto 1842 deceduto)
- Andreas Räß † (27 agosto 1842 succeduto - 17 novembre 1887 deceduto)
- Peter Paul Stumpf † (17 novembre 1887 succeduto - 10 agosto 1890 deceduto)
- Adolf Fritzen † (24 gennaio 1891 - 31 luglio 1919 ritirato)
- Charles Joseph Eugène Ruch † (1º agosto 1919 - 29 agosto 1945 deceduto)
- Jean Julien Weber, P.S.S. † (29 agosto 1945 succeduto - 30 dicembre 1966 ritirato)
- Léon Arthur Elchinger † (30 dicembre 1966 succeduto - 16 luglio 1984 ritirato)
- Charles Amarin Brand † (16 luglio 1984 - 23 ottobre 1997 ritirato)
- Joseph Doré, P.S.S. † (23 ottobre 1997 - 25 agosto 2006 dimesso)
- Jean-Pierre Grallet, O.F.M. (21 aprile 2007 - 18 febbraio 2017 ritirato)
- Luc Ravel, C.R.S.V. (18 febbraio 2017 - 27 maggio 2023 dimesso)
- Pascal Delannoy, dal 28 febbraio 2024
Statistiche
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote |
uomini | donne | |||
1950 | 893.899 | 1.216.490 | 73,5 | 1.325 | 1.155 | 170 | 674 | 300 | 1.200 | 725 | |
1970 | 1.100.000 | 1.412.385 | 77,9 | 1.205 | 1.205 | 912 | 767 | ||||
1980 | 1.170.000 | 1.543.000 | 75,8 | 1.427 | 993 | 434 | 819 | 625 | 3.616 | 773 | |
1990 | 1.290.000 | 1.620.000 | 79,6 | 1.167 | 848 | 319 | 1.105 | 23 | 461 | 2.649 | 767 |
1999 | 1.368.000 | 1.713.416 | 79,8 | 1.009 | 697 | 312 | 1.355 | 45 | 444 | 2.006 | 767 |
2000 | 1.300.000 | 1.708.025 | 76,1 | 995 | 682 | 313 | 1.306 | 45 | 453 | 1.970 | 767 |
2001 | 1.300.000 | 1.713.416 | 75,9 | 971 | 658 | 313 | 1.338 | 45 | 436 | 1.866 | 750 |
2002 | 1.300.000 | 1.713.416 | 75,9 | 957 | 644 | 313 | 1.358 | 45 | 417 | 1.793 | 767 |
2003 | 1.300.000 | 1.713.416 | 75,9 | 907 | 619 | 288 | 1.433 | 50 | 418 | 1.728 | 762 |
2004 | 1.350.000 | 1.800.000 | 75,0 | 920 | 649 | 271 | 1.467 | 51 | 367 | 1.686 | 767 |
2010 | 1.360.000 | 1.900.000 | 71,6 | 830 | 572 | 258 | 1.638 | 73 | 341 | 1.257 | 767 |
2014 | 1.380.000 | 1.843.000 | 74,9 | 722 | 517 | 205 | 1.911 | 80 | 282 | 1.050 | 767 |
2017 | 1.400.000 | 1.860.000 | 75,3 | 697 | 484 | 213 | 2.008 | 87 | 275 | 942 | 767 |
2020 | 1.385.000 | 1.900.000 | 72,9 | 630 | 459 | 171 | 2.198 | 85 | 225 | 805 | 767 |
Note | |
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Fonti | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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