Chiesa di Santa Bibiana (Roma)

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Chiesa di Santa Bibiana
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Roma Ch.S.Bibiana 1624-26.jpg
Roma, Chiesa di Santa Bibiana
Altre denominazioni Basilica di Santa Bibiana[1]
Stato bandiera Italia
Regione bandiera Lazio


Regione ecclesiastica Lazio

Provincia Roma
Comune Stemma Roma
Località
Diocesi Roma
Vicariatus Urbis
Religione Cattolica
Indirizzo Via Giovanni Giolitti, 154
00185 Roma (RM)
Telefono +39 06 4461021
Fax +39 06 4461021
Posta elettronica santabibiana@tiscali.it
manyanetsolidale@tiscali.it
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà
Oggetto tipo Chiesa
Oggetto qualificazione rettoria
Dedicazione Santa Bibiana
Vescovo
Sigla Ordine qualificante S.F.
Sigla Ordine reggente S.F.
Fondatore Olimpia Flaviana
Data fondazione IV secolo, metà
Architetto

Gian Lorenzo Bernini (ricostruzione del XVII secolo)

Stile architettonico Barocco
Inizio della costruzione IV secolo, metà
Completamento XX secolo, inizio
Distruzione
Soppressione
Ripristino
Scomparsa {{{Scomparsa}}}
Data di inaugurazione {{{AnnoInaugur}}}
Inaugurato da {{{InauguratoDa}}}
Data di consacrazione
Consacrato da
Data di sconsacrazione {{{Sconsacrazione}}}
Sconsacrato da {{{SconsacratoDa}}}
Titolo
Strutture preesistenti Horti Liciniani
Pianta
Tecnica costruttiva
Materiali
Data della scoperta {{{Data scoperta}}}
Nome scopritore {{{Nome scopritore}}}
Datazione scavi {{{Datazione scavi}}}
Scavi condotti da {{{Scavi condotti da}}}
Altezza Massima
Larghezza Massima
Lunghezza Massima {{{LunghezzaMassima}}}
Profondità Massima
Diametro Massimo {{{DiametroMassimo}}}
Altezza Navata
Larghezza Navata
Superficie massima {{{Superficie}}}
Altitudine {{{Altitudine}}}
Iscrizioni URBANUS PAPA VIII AN. AL MDCXXIV
Marcatura
Utilizzazione
Note
Coordinate geografiche
41°53′44″N 12°30′33″E / 41.895539, 12.509239 Stemma Roma
Mappa di localizzazione New: Roma
Chiesa di S. Bibiana
Chiesa di S. Bibiana
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Pietro
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Basilica di S. Giovanni in Laterano
Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Pericolo Bene non in pericolo
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Questo tempio, modesto nelle dimensioni ma ricco di storia e spiritualità, parla eloquentemente di Dio: verso di Lui conduce ogni sua parte. Le opere d'arte, tra le quali spicca l'edicola marmorea sovrastante l'altare maggiore, con la statua di Santa Bibiana, ci fanno comprendere quanto siano importanti le testimonianze storiche ed artistiche, per tramandare attraverso i secoli i sentimenti di fede, di adorazione e di lode a Dio, somma Bellezza e Bontà. (Giovanni Paolo II)
Virgolette chiuse.png

La Chiesa di Santa Bibiana è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Esquilino.

Storia

Dalle origini al Cinquecento

La chiesa sorge nell’area che dei cosiddetti Horti Liciniani, ossia i giardini appartenenti all'imperatore Licinio Ignazio Gallieno (260-268). Si trattava di un grandioso complesso, detto il palatium Licinii, con parchi, terme, sale per banchetti e costruzioni di vario genere.

Nel 468, papa Simplicio intitolò una chiesa a santa Bibiana, che fu sicuramente eretta sui resti di un edifico nelle pertinenze del palatium Licinii. Mentre, secondo un'antica tradizione, la chiesa sarebbe stata costruita nel 363, dalla matrona romana Olimpina Flaviana, proprio sulla casa paterna della Santa, dove questa e la sorella Demetria con la madre Dacorsa furono uccise durante la persecuzione avvenuta sotto l'imperatore Giuliano l'Apostata (360-363). L'ipotesi è suffragata anche da alcuni reperti archeologici, rinvenuti nell'area della chiesa stessa. D'altra parte è da tenere presente che il padre di santa Bibiana, Flaviano, anch'egli poi martirizzato, ricopriva l'incarico di prefetto di Roma e, pertanto, con ogni probabilità, occupava una casa in questa zona, nella quale si trasferivano periodicamente gli amministratori dello Stato; per cui, papa Simplicio probabilmente ha fatto ampliare e decorare l'abitazione divenuta ormai ecclesia.

Papa Anastasio I (399-401) eresse qui vicino un cimitero detto ad ursum pileatum, una singolare denominazione questa, derivata probabilmente dalla statua marmorea, qui esistente, di un orso con in testa un elmo, forse un'insegna di una bottega artigiana. Nell'area funeraria furono sepolti molti martiri e Leone II (682-683), vi fece trasportare, dalle catacombe di Generosa, le spoglie dei santi Simplicio, Faustino e Beatrice. E in tale occasione, come è menzionato nel Liber pontificalis, a ridosso di quella di Santa Bibiana, venne innalzato un oratorio ai dedicato a questi martiri, ma del quale non esistono testimonianze certe.

Nel 1224, Onorio III (1216-1227) fece ampliare la chiesa ed erigere, di fronte ad essa, un monastero che accolse una comunità di monache benedettine, le quali vi rimasero fino al 1440, quando Eugenio IV (1431-1447) soppresse il cenobio per la cattiva condotta di alcune religiose.

Dal Seicento ad oggi

Nel 1624 Urbano VIII (1623 -1644), poiché la chiesa versava in stato di grave degrado, ne affidò la ricostruzione a Gianlorenzo Bernini (1598-1680) a condizione, poi rispettata, che in due anni completasse i lavori. Il progetto, pur conservando l'impianto onoriano, previde la chiusura delle finestre della navata centrale, il rifacimento della parte absidale e l'aggiunta delle due cappelle ai lati del presbiterio, mentre le altre due aperte al centro delle due navate minori furono costruite successivamente.

Durante il pontificato di Pio X (1903-1914) ebbero luogo alcuni lavori di ristrutturazione che comportarono in particolare il rifacimento del pavimento e di parte del soffitto.

Nel 1920 la chiesa, che fino a quell'anno era curata come rettoria dal Capitolo di Santa Maria Maggiore, venne affidata alla Congregazione dei Figli della Sacra Famiglia.

La chiesa divenne sede parrocchiale, eretta il 30 maggio 1953 da Pio XII (1939-1958), ma è stata soppressa il 10 ottobre 2020. Attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di

Descrizione

Chiesa di Santa Bibiana (interno)

Esterno

La facciata, che fu la prima opera architettonica di Gianlorenzo Bernini, è suddivisa in due ordini e tripartita in ognuno dei due livelli con un copro centrale aggettante. Al livello inferiore il portico a tre archi si imposta su pilastri e paraste ioniche, queste ultime in corrispondenza dell'arco centrale diventano tre. Sopra la trabeazione che separa i due livelli si trova la loggia con al centro un motivo ad edicola sporgente. La balaustra collega le due ali in cui si trovano le finestre e si ripete nel coronamento a timpano triangolare.

Sotto il portico si aprono tre portali d'ingresso alla chiesa, quello centrale architravato è fiancheggiato da paraste modanate sormontate da conchiglie e mensole con triglifi e mascheroni a bassorilievo e balaustre laterali.

Il portale reca l'iscrizione commemorativa:

« URBANUS PAPA VIII AN. AL MDCXXIV »

Interno

L'interno è suddiviso in tre navate da una doppia fila con otto colonne di spoglio in granito rosso-grigio e in marmo bianco, sormontate da capitelli di stile composito e corinzio.

Navata centrale

Le pareti della navata centrale sono decorate da uno splendido ciclo di dipinti murali con Storie della vita di santa Bibiana alternate con Quattro santi, eseguiti nel 1624-1626 da Pietro da Cortona (a sinistra) e da Agostino Ciampanelli (a destra), raffiguranti:

Navata sinistra

Al centro della navata si apre la cappella, dedicata a santa Gertrude di Helfta, detta anche Cappella Pacetti, costruita alla fine del XVII secolo, dove si custodisce:

In fondo alla navata, accanto al presbiterio, è posta la cappella, dedicata a santa Demetria, si nota:

Presbiterio

Sul presbiterio, rialzato di alcuni gradini, è collocato l'altare maggiore, su disegno del Bernini, dove si possono ammirare:

Navata destra

Al centro della navata si apre la cappella, dedicata a Maria Vergine e san Flaviano, detta anche Cappella Patroni, eretta nel 1702, dove si conserva:

In fondo alla navata, accanto al presbiterio, è posta la cappella, dedicata a santa Dafrosa, nella quale si nota:

Controfacciata

Nella controfacciata sono ubicati:

  • sopra al portale centrale, Angeli musicanti (1624-1626), affreschi di Agostino Ciampanelli.
  • a sinistra del portale centrale, Colonna della flagellazione, in marmo rosso, tradizionalmente ritenuta lo strumento del martirio di santa Bibiana: l'elemento devozionale è protetto da una grata a forma di funi annodate, disegnata da Bernini.
Note
  1. La chiesa in alcuni testi è indicata come basilica anche se non è mai stata ufficialmente elevata a tale dignità. Cfr. Elenco delle Basiliche nella Diocesi di Roma.
  2. Scheda dell'opera nel Catalogo della Fondazione "Federico Zeri" . URL consultato il 04.08.2021
  3. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  4. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  5. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  6. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  7. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  8. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  9. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  10. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  11. Ibidem . URL consultato il 04.08.2021
  12. Ibidem . URL consultato il 05.08.2021
Bibliografia
  • Mariano Armellini, Le chiese di Roma dal IV secolo al XIX, Roma, 1891, pp. 804-806
  • Margherita Criscuolo, Il preludio del barocco romano nella Chiesa di Santa Bibiana, in "Lazio ieri e oggi: rivista mensile di cultura regionale", nº 3, 2009, pp. 88-89
  • Ferruccio Lombardi, Roma. Chiese conventi chiostri. Progetto per un inventario, 313-1925, Edil Stampa, Roma, 1993, p. 316
  • Claudio Rendina, Le Chiese di Roma. Storia e segreti, col. "Tradizioni italiane", Newton & Compton, Roma, 2017, pp. 52-54, ISBN 9788854188358
  • Touring Club Italiano (a cura di), Roma, col. "Guide Rosse", Touring, Milano, 2005, pp. 540-541, ISBN 9770390107016
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 8 agosto 2021 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.