Chiesa di Santa Bibiana (Roma)
Chiesa di Santa Bibiana | |||||||||||||||||||
Roma, Chiesa di Santa Bibiana | |||||||||||||||||||
Altre denominazioni | Basilica di Santa Bibiana[1] | ||||||||||||||||||
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Stato | Italia | ||||||||||||||||||
Regione | Lazio | ||||||||||||||||||
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio | ||||||||||||||||||
Provincia | Roma | ||||||||||||||||||
Comune | Roma | ||||||||||||||||||
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis | ||||||||||||||||||
Religione | Cattolica | ||||||||||||||||||
Indirizzo |
Via Giovanni Giolitti, 154 00185 Roma (RM) | ||||||||||||||||||
Telefono | +39 06 4461021 | ||||||||||||||||||
Fax | +39 06 4461021 | ||||||||||||||||||
Posta elettronica |
santabibiana@tiscali.it manyanetsolidale@tiscali.it | ||||||||||||||||||
Sito web | Sito ufficiale | ||||||||||||||||||
Oggetto tipo | Chiesa | ||||||||||||||||||
Oggetto qualificazione | rettoria | ||||||||||||||||||
Dedicazione | Santa Bibiana | ||||||||||||||||||
Sigla Ordine qualificante | S.F. | ||||||||||||||||||
Sigla Ordine reggente | S.F. | ||||||||||||||||||
Fondatore | Olimpia Flaviana | ||||||||||||||||||
Data fondazione | IV secolo, metà | ||||||||||||||||||
Architetto | Gian Lorenzo Bernini (ricostruzione del XVII secolo) | ||||||||||||||||||
Stile architettonico | Barocco | ||||||||||||||||||
Inizio della costruzione | IV secolo, metà | ||||||||||||||||||
Completamento | XX secolo, inizio | ||||||||||||||||||
Strutture preesistenti | Horti Liciniani | ||||||||||||||||||
Iscrizioni | URBANUS PAPA VIII AN. AL MDCXXIV | ||||||||||||||||||
Coordinate geografiche | |||||||||||||||||||
Roma | |||||||||||||||||||
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La Chiesa di Santa Bibiana è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Esquilino.
Storia
Dalle origini al Cinquecento
La chiesa sorge nell’area che dei cosiddetti Horti Liciniani, ossia i giardini appartenenti all'imperatore Licinio Ignazio Gallieno (260-268). Si trattava di un grandioso complesso, detto il palatium Licinii, con parchi, terme, sale per banchetti e costruzioni di vario genere.
Nel 468, papa Simplicio intitolò una chiesa a santa Bibiana, che fu sicuramente eretta sui resti di un edifico nelle pertinenze del palatium Licinii. Mentre, secondo un'antica tradizione, la chiesa sarebbe stata costruita nel 363, dalla matrona romana Olimpina Flaviana, proprio sulla casa paterna della Santa, dove questa e la sorella Demetria con la madre Dacorsa furono uccise durante la persecuzione avvenuta sotto l'imperatore Giuliano l'Apostata (360-363). L'ipotesi è suffragata anche da alcuni reperti archeologici, rinvenuti nell'area della chiesa stessa. D'altra parte è da tenere presente che il padre di santa Bibiana, Flaviano, anch'egli poi martirizzato, ricopriva l'incarico di prefetto di Roma e, pertanto, con ogni probabilità, occupava una casa in questa zona, nella quale si trasferivano periodicamente gli amministratori dello Stato; per cui, papa Simplicio probabilmente ha fatto ampliare e decorare l'abitazione divenuta ormai ecclesia.
Papa Anastasio I (399-401) eresse qui vicino un cimitero detto ad ursum pileatum, una singolare denominazione questa, derivata probabilmente dalla statua marmorea, qui esistente, di un orso con in testa un elmo, forse un'insegna di una bottega artigiana. Nell'area funeraria furono sepolti molti martiri e Leone II (682-683), vi fece trasportare, dalle catacombe di Generosa, le spoglie dei santi Simplicio, Faustino e Beatrice. E in tale occasione, come è menzionato nel Liber pontificalis, a ridosso di quella di Santa Bibiana, venne innalzato un oratorio ai dedicato a questi martiri, ma del quale non esistono testimonianze certe.
Nel 1224, Onorio III (1216-1227) fece ampliare la chiesa ed erigere, di fronte ad essa, un monastero che accolse una comunità di monache benedettine, le quali vi rimasero fino al 1440, quando Eugenio IV (1431-1447) soppresse il cenobio per la cattiva condotta di alcune religiose.
Dal Seicento ad oggi
Nel 1624 Urbano VIII (1623 -1644), poiché la chiesa versava in stato di grave degrado, ne affidò la ricostruzione a Gianlorenzo Bernini (1598-1680) a condizione, poi rispettata, che in due anni completasse i lavori. Il progetto, pur conservando l'impianto onoriano, previde la chiusura delle finestre della navata centrale, il rifacimento della parte absidale e l'aggiunta delle due cappelle ai lati del presbiterio, mentre le altre due aperte al centro delle due navate minori furono costruite successivamente.
Durante il pontificato di Pio X (1903-1914) ebbero luogo alcuni lavori di ristrutturazione che comportarono in particolare il rifacimento del pavimento e di parte del soffitto.
Nel 1920 la chiesa, che fino a quell'anno era curata come rettoria dal Capitolo di Santa Maria Maggiore, venne affidata alla Congregazione dei Figli della Sacra Famiglia.
La chiesa divenne sede parrocchiale, eretta il 30 maggio 1953 da Pio XII (1939-1958), ma è stata soppressa il 10 ottobre 2020. Attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di
Descrizione
Esterno
La facciata, che fu la prima opera architettonica di Gianlorenzo Bernini, è suddivisa in due ordini e tripartita in ognuno dei due livelli con un copro centrale aggettante. Al livello inferiore il portico a tre archi si imposta su pilastri e paraste ioniche, queste ultime in corrispondenza dell'arco centrale diventano tre. Sopra la trabeazione che separa i due livelli si trova la loggia con al centro un motivo ad edicola sporgente. La balaustra collega le due ali in cui si trovano le finestre e si ripete nel coronamento a timpano triangolare.
Sotto il portico si aprono tre portali d'ingresso alla chiesa, quello centrale architravato è fiancheggiato da paraste modanate sormontate da conchiglie e mensole con triglifi e mascheroni a bassorilievo e balaustre laterali.
Il portale reca l'iscrizione commemorativa:
« | URBANUS PAPA VIII AN. AL MDCXXIV » |
Interno
L'interno è suddiviso in tre navate da una doppia fila con otto colonne di spoglio in granito rosso-grigio e in marmo bianco, sormontate da capitelli di stile composito e corinzio.
Le pareti della navata centrale sono decorate da uno splendido ciclo di dipinti murali con Storie della vita di santa Bibiana alternate con Quattro santi, eseguiti nel 1624-1626 da Pietro da Cortona (a sinistra) e da Agostino Ciampanelli (a destra), raffiguranti:
- alla parete sinistra,
- Santa Bibiana compare davanti ad Aproniano e morte di santa Demetria;[2]
- Ruffina cerca di persuadere santa Bibiana ad adorare gli idoli;[3]
- Flagellazione di santa Bibiana;[4]
- San Flaviano e Santa Demetria.[5][6]
- alla parete destra,
- Corpo di santa Bibiana abbandonato nel Forum Tauri;[7]
- Presbitero Giovanni seppellisce santa Bibiana vicino alla madre Dafrosa e alla sorella Demetria;[8]
- Santa Olimpina Flaviana fa edificare la Chiesa di Santa Bibiana;[9]
- Santa Olimpina Flaviana e Santa Dafrosa'.[10][11]
Al centro della navata si apre la cappella, dedicata a santa Gertrude di Helfta, detta anche Cappella Pacetti, costruita alla fine del XVII secolo, dove si custodisce:
- all'altare, pala con Santa Gertrude di Helfta in estasi (fine del XVII secolo), olio su tela di Giacomo Verona.
In fondo alla navata, accanto al presbiterio, è posta la cappella, dedicata a santa Demetria, si nota:
- all'altare, pala con Santa Demetria in gloria (1624-1626), olio su tela di Agostino Ciampanelli.
Presbiterio
Sul presbiterio, rialzato di alcuni gradini, è collocato l'altare maggiore, su disegno del Bernini, dove si possono ammirare:
- entro mostra, Statua di santa Bibiana (1624 - 1626), in marmo di Gianlorenzo Bernini.[12]
- sotto la mensa, Vasca (IV secolo), in alabastro, nella quale sono custodite le spoglie di santa Bibiana, santa Demetria e santa Dafrosa.
Al centro della navata si apre la cappella, dedicata a Maria Vergine e san Flaviano, detta anche Cappella Patroni, eretta nel 1702, dove si conserva:
- all'altare, pala con San Flaviano, san Fausto e il presbitero Giovanni venerano l'icona della "Madonna con Gesù Bambino" (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, attribuita a Girolamo Troppa.
In fondo alla navata, accanto al presbiterio, è posta la cappella, dedicata a santa Dafrosa, nella quale si nota:
- all'altare, pala con Santa Dafrosa (1624-1626), olio su tela di Pietro da Cortona.
Controfacciata
Nella controfacciata sono ubicati:
- sopra al portale centrale, Angeli musicanti (1624-1626), affreschi di Agostino Ciampanelli.
- a sinistra del portale centrale, Colonna della flagellazione, in marmo rosso, tradizionalmente ritenuta lo strumento del martirio di santa Bibiana: l'elemento devozionale è protetto da una grata a forma di funi annodate, disegnata da Bernini.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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