Basilica di Santa Maria Maggiore (Roma)
Basilica di Santa Maria Maggiore | |
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Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via Liberiana 27 - 00185 Roma |
Telefono | +39 06 69886800 |
Posta elettronica | sagrestiasmm@org.va |
Sito web | |
Proprietà | Santa Sede |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Maria Vergine |
Fondatore | papa Sisto III |
Data fondazione | 432 ca. |
Stile architettonico | Paleocristiano |
Inizio della costruzione | 432 ca. |
Completamento | XVIII secolo |
Strutture preesistenti | resti romani del macellum e delle terme |
Note | Zone extraterritoriali della Santa Sede in Italia |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di Santa Maria Maggiore, conosciuta anche come Basilica liberiana (dal nome del tradizionale fondatore, Papa Liberio) o come Santa Maria della neve, è una delle quattro basiliche papali di Roma. Collocata sulla sommità del colle Esquilino, è la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da successive aggiunte romaniche, rinascimentali e tardobarocche.
Storia
Fu fatta erigere da papa Sisto III tra il 432 e il 440 e da lui dedicata al culto di Maria Madre di Dio, dogma che era stato appena stato sancito dal Concilio di Efeso nel 431.
La costruzione avvenne su una chiesa precedente, che una diffusa tradizione vuole sia stata la Madonna stessa ad ispirare apparendo in sogno a papa Liberio e al patrizio Giovanni e suggerendo che il luogo adatto sarebbe stato indicato in forma straordinaria. Così quando la mattina del 5 agosto un'insolita nevicata imbiancò l'Esquilino, il papa Liberio avrebbe tracciato nella neve il perimetro della nuova basilica, costruita poi grazie al finanziamento di Giovanni. Di questo antico edificio rimane solo un passo del Liber Pontificalis che afferma che Liberio fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae.
Il 5 agosto di ogni anno, in ricordo dell'evento prodigioso, avviene la rievocazione della "nevicata": durante una suggestiva celebrazione viene fatta scendere dal soffitto una cascata di petali bianchi.
Descrizione
Già prima dell'anno 1000 la Chiesa di Santa Maria Maggiore aveva una copertura a cassettoni. Caratterizzano questa tipologia di copertura le travi oblique che si incontrano in un punto d'intersezione, sulle quali venivano poste delle coperture di tegole. La copertura attuale fu fatta, sembra, con il primo oro portato dalle Americhe all'epoca di Papa Alessandro VI.
All'interno una delle opere principali è lo splendido ciclo a mosaico con storie del Vecchio e Nuovo Testamento, risalente al V secolo, subito dopo il Concilio di Efeso, che mostra ancora i caratteri stilistici dell'arte tardoantica come, tra l'altro, l'ombreggiatura, le sfumature con passaggi di colore graduali, la realistica raffigurazione dello spazio e dei volumi. Più ieratici, e già più vicini all'arte bizantina sono i mosaici dell'arco trionfale, con scene dellInfanzia di Cristo tratte dai Vangeli Apocrifi.
Il transetto fu aggiunto nel Medioevo; il pavimento cosmatesco risale al XII secolo. Nel XIV secolo, durante il pontificato di Papa Niccolò IV (fine del XIII secolo) fu rifatto anche il mosaico dell'abside, con l'Incoronazione di Maria, opera di Jacopo Torriti. Alla stessa epoca risalgono i mosaici della facciata, opera di Filippo Rusuti.
Tra le opere aggiunte nei secoli si segnalano la trecentesca Cappella del Presepe di Arnolfo di Cambio (distrutta) e la Cappella Sforza eseguita su disegno di Michelangelo. Nel tardo XVI secolo Papa Sisto V fece eseguire un ciclo di affreschi sulle murature che tamponarono alcune delle finestre paleocristiane.
L'abside esterna, rivolta verso piazza dell'Esquilino, è opera di Carlo Rainaldi, che presentò a Papa Clemente IX un progetto meno dispendioso di quello del contemporaneo Gian Lorenzo Bernini che avrebbe fra l'altro comportato la distruzione dei mosaici dell'abside, opera del XIV secolo di Jacopo Torriti e sarebbe arrivata quasi all'altezza dell'obelisco retrostante.
La facciata principale, caratterizzata da un portico e da una loggia per le benedizioni, fu eseguita tra il 1741 e il 1743, durante il pontificato di Benedetto XIV, da Ferdinando Fuga.
L'edificio della Basilica, comprese le scalinate esterne, gode dello stato di extraterritorialità, pur essendo in territorio italiano.
Cappella Sistina
Papa Sisto V scelse la basilica come luogo di sepoltura per sé e per il suo grande protettore Papa Pio V (Antonio Michele Ghislieri). A questo scopo incaricò il suo architetto Domenico Fontana, nel 1585, di erigere una nuova cappella monumentale, dedicata al Santissimo Sacramento, memorabile - oltre che per gli arredi e i materiali impiegati - perché integrava in sé l'antico oratorio del Presepe, con le sculture di Arnolfo e le connesse reliquie della mangiatoia. L'intero piccolo ambiente venne così spostato dalla sua posizione originaria (annesso della navata destra) al centro della nuova cappella sotto l'altare, in una nuova cripta dotata di deambulatorio, come una vera e propria confessione. Per l'ornamentazione della cappella furono fra l'altro utilizzati marmi policromi e colonne provenienti dal "Septizonium" (palazzo dell'imperatore Settimio Severo), mentre la decorazione cosmatesca dell'antica cappella venne trasferita a rivestire l'altare della nuova confessione sotto l'altare principale sormontato dal prezioso ciborio, dove gli angeli in bronzo dorato sostengono il modello della cappella medesima.
Il primo presepe
È tuttora conservato nella basilica il presepe fatto con statue a grandezza naturale. È dovuto a Papa Niccolò IV che nel 1288 commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione della "Natività". La tradizione di questa rappresentazione sacra ha origini sin dal 432 quando papa Sisto III (432 - 440) creò nella primitiva Basilica una "grotta della Natività" simile a quella di Betlemme. Per questo la basilica prese anche la denominazione di Santa Maria ad praesepem (dal latino: praesepium = mangiatoia) [1].
I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla Terra Santa, portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla (cunabulum) oggi custoditi nella teca dorata della Confessione.[2]
Cappella Paolina
Nel giugno 1605 il Papa Paolo V decise l'edificazione della Cappella Paolina, a croce greca e delle dimensioni di una piccola chiesa. La parte architettonica venne affidata a Flaminio Ponzio, vincolato nella pianta dalla speculare cappella di Papa Sisto V. Completata la struttura nel 1611, la parte decorativa, con marmi colorati, ori e pietre preziose, venne terminata alla fine del 1616. Alle Pareti laterali sono poste le due tombe di Papa Clemente VIII e di Papa Paolo V, racchiuse in un'architettura ad arco trionfale con al centro la loro statua e bassorilievi pittorici.
La parte scultorea venne realizzata tra il 1608 e il 1615 da un eterogeneo gruppo di artisti: Silla Longhi da Viggiù, che ebbe la parte maggiore del lavoro realizzando le due statue papali, Bonvicino, Vasoldo, Cristoforo Stati, Nicolò Cordieri, Ippolito Buzio, Camillo Mariani, Pietro Bernini, Stefano Maderno e Francesco Mochi.
La direzione del lavoro pittorico venne affidata al Cavalier D'Arpino che realizzò i pennacchi della cupola e la lunetta sopra l'altare. Ludovico Cigoli realizzò la cupola mentre Guido Reni fu l'autore principale delle singole figure di santi alle quali posero mano anche il Passignano, Giovanni Baglione e Baldassare Croce; successivamente Giovanni Lanfranco (secondo Pietro Bellori), intervenne trasformando un angelo nella Vergine.
Gli scavi sotto la basilica
Tra il 1966 e il 1971, per risolvere problemi di umidità, venne effettuata una campagna di scavi sotto il pavimento della basilica, condotta esclusivamente lungo le navate laterali. Rimosso l'interro che li colmava, vennero rinvenuti numerosi ambienti del II e III secolo, attualmente musealizzati ed accessibili dal museo della basilica.
Il complesso, sulla cui destinazione originaria sono state fatte varie ipotesi, ma nulla che avesse attinenza con la basilica liberiana, si presume privato e quindi non da identificare con il Macellum Liviae, nelle cui prossimità le fonti attestano la primitiva basilica liberiana. Esso si compone di molti ambienti articolati attorno ad un vasto cortile, a vari livelli e di non facile interpretazione, anche perché ascrivibili a diversi periodi e variamente obliterati da successive murature realizzate in tempi diversi. Lungo il percorso si incontrano: tracce di un piccolo stabilimento termale, con mosaici e intercapedini per il riscaldamento; l'esposizione delle tegole antiche; tracce ben conservate di affreschi geometrici decorativi; tracce di affreschi relativi ad un calendario agricolo (che costituiscono forse il reperto più noto del sito); un piccolo ambiente semicircolare con nicchie, resti di affreschi e di un pavimento in opus sectile su suspensurae, presumibilmente pertinente all'impianto termale.
Cardinali Arcipreti della Basilica
- Pietro Sasso (1212 - 1219)
- Romano Bonaventura (1220 - 1243)
- Pietro Capocci † (1245 ? - ?)
- Ottobono Fieschi † (1259 - 11 luglio 1276 eletto papa)
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- Giacomo Colonna † (1278 - 10 maggio 1297 dimesso)
- Francesco Napoleone Orsini † (1297 - 1312 deceduto)
- Giacomo Colonna (per la seconda volta) † (1312 - 14 agosto 1318 deceduto)
- Pietro Colonna † (1318 - 14 agosto 1326 deceduto)
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- Niccolò Capocci † (1351 ? - ?)
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- Pierre Roger de Beaufort † (1368 - 30 dicembre 1370 eletto papa)
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- Marino del Giudice † (1383 - 11 gennaio 1386 deceduto)
- Marino Vulcano † (1385 - 8 agosto 1394 deceduto)
- Stefano Palosti de Verayneris † (1390 – 24 aprile 1396 deceduto)
- Enrico Minutolo † (1396 - 17 giugno 1412 deceduto)
- Rinaldo Brancaccio † (1412 – 27 marzo 1427 deceduto)
- Francesco Lando † (ottobre 1427 – 26 dicembre 1427 deceduto)
- Jean de la Rochetaillée (1428 - 24 marzo 1437)
- Antonio Casini (marzo 1437 – 2 aprile 1439)
- Giovanni Vitelleschi (1439 – 2 aprile 1440)
- Giuliano della Rovere (agosto 1477 - 11 agosto 1483)
- Rodrigo de Borja y Borja (1483 - 11 agosto 1492)
- Giovanni Battista Savelli (settembre 1492 - 19 settembre 1498)
- Giovanni Battista Orsini (settembre 1498 - 22 febbraio 1502)
- Giuliano Cesarini (5 marzo 1503 - 1 maggio 1510)
- Pietro Isvalies (4 maggio 1510 - 22 settembre 1511)
- Francesco de Remolins (1511 - 5 febbraio 1518)
- Leonardo Grosso della Rovere (febbraio 1518 - 17 settembre 1520)
- Andrea Della Valle (1520 - 1535)
- Alessandro Farnese (1535 - 1549)
- Giovanni Domenico De Cupis (1549 - 10 dicembre 1553)
- Sede Vacante (1553-1564)
- Carlo Borromeo (ottobre 1564 - 3 novembre 1584)
- Filippo Boncompagni (novembre 1584 - 9 giugno 1586)
- Decio Azzolini (giugno 1586 - 9 ottobre 1587)
- Domenico Pinelli (ottobre 1587 - 9 agosto 1611)
- Michelangelo Tonti (agosto 1611 - 21 aprile 1622)
- Giambattista Leni (aprile 1622 - 3 novembre 1627)
- Giovanni Garzia Millini (novembre 1627 - 2 ottobre 1629)
- Francesco Barberini (ottobre 1629 - 1630)
- Antonio Barberini (1630 - 3 agosto 1671)
- Giacomo Rospigliosi (agosto 1671 - 2 febbraio 1684)
- Sede Vacante (1684-1686)
- Felice Rospigliosi (1686-1688)
- Philip Thomas Howard of Norfolk O.P. (1689 - 17 giugno 1694)
- Benedetto Pamphilj Ordine San Giovanni di Gerusalemme (1º novembre 1694 - 20 aprile 1699)
- Jacopo Antonio Morigia (20 aprile - 28 ottobre 1699)
- Pietro Ottoboni (1702 - 1730)
- Ludovico Pico della Mirandola (1º luglio 1730 - 1743)
- Girolamo Colonna di Sciarra (9 settembre 1743 - 18 gennaio 1763)
- Marcantonio Colonna juniore (18 gennaio 1763 - 4 dicembre 1793)
- Andrea Corsini (8 dicembre 1793 - 18 gennaio 1795)
- Gian Francesco Albani (1795 - 15 settembre 1803)
- Antonio Despuig y Dameto (28 dicembre 1803 - 2 maggio 1813)
- Giovanni Filippo Gallarati Scotti (1814 - 6 ottobre 1819)
- Antonio Maria Doria Pamphilj (10 ottobre 1819 - 31 gennaio 1821)
- Annibale Francesco Clemente Melchiorre Girolamo Nicola della Genga (10 febbraio 1821 - 28 settembre 1823), Papa col nome di Leone XII
- Benedetto Naro (1º gennaio 1824 - 6 ottobre 1832)
- Carlo Odescalchi (1832 - 21 novembre 1834)
- Giuseppe Antonio Sala (11 dicembre 1838 - 23 giugno 1839)
- Luigi Del Drago (29 agosto 1839 - 18 aprile 1845)
- Costantino Patrizi Naro (24 aprile 1845 - 21 settembre 1867)
- Gustav Adolf von Hohenlohe-Schillingsfürst (15 luglio 1878 - 30 ottobre 1896)
- Vincenzo Vannutelli (16 dicembre 1896 - 9 luglio 1930)
- Bonaventura Cerretti (16 luglio 1930 - 8 maggio 1933)
- Angelo Maria Dolci (22 maggio 1933 - 13 settembre 1939)
- Alessandro Verde (11 ottobre 1939 - 29 marzo 1958)
- Carlo Confalonieri (16 novembre 1959 - 25 febbraio 1973)
- Luigi Dadaglio (15 dicembre 1986 - 22 agosto 1990)
- Ugo Poletti (17 gennaio 1991 - 25 febbraio 1997)
- Carlo Furno (29 settembre 1997 - 27 maggio 2004)
- Bernard Francis Law (27 maggio 2004 - 21 novembre 2011)
- Santos Abril y Castelló (21 novembre 2011 - 28 dicembre 2016)
- Stanisław Ryłko dal 28 dicembre 2016
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