Beato Giovanni Cacciafronte de Sordi
Beato Giovanni Cacciafronte de Sordi, O.S.B. Vescovo · Martire | |
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Beato | |
Età alla morte | 56 anni |
Nascita | Cremona 1125 |
Morte | Vicenza 16 marzo 1181 |
Professione religiosa | XII secolo |
Ordinazione presbiterale | XII secolo |
Consacrazione vescovile | 1174 |
Incarichi ricoperti | Vescovo di Mantova Vescovo di Vicenza |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerato da | Chiesa cattolica |
Beatificazione | 30 marzo 1824, da Gregorio XVI |
Ricorrenza | 16 marzo |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it |
Nel Martirologio Romano, 16 marzo, n. 6:
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Beato Giovanni Cacciafronte de Sordi (Cremona, 1125; † Vicenza, 16 marzo 1181) è stato un vescovo, abate e martire italiano.
Biografia
Era figlio di Evangelista Sordi e di Berta Persico, ambedue di nobilissime origini; ancora in tenera età perse il padre, e la madre si risposò con il nobile Adamo Cacciafronte, il quale lo amò come un figlio proprio, dandogli il suo nome.
A sedici anni entrò come monaco benedettino nell'abbazia di san Lorenzo a Cremona; negli anni con le sue qualità e virtù conquistò le simpatie dei superiori e dei confratelli. Fu nominato dapprima priore del piccolo monastero di san Vittore, dipendente dall'abbazia di san Lorenzo e poi abate della stessa grande abbazia di Cremona, carica che ricoprì dal 1155 al 1159.
In quegli anni nella Chiesa scoppiò lo scisma, con l'elezione dell'antipapa Vittore IV, sostenuto dall'imperatore Federico Barbarossa, contro il legittimo Papa Alessandro III, che si opponeva allo strapotere imperiale, appoggiando la Lega Lombarda dei Comuni. L'abate Cacciafronte con la sua influenza, riuscì a mantenere Cremona nell'obbedienza al papa Alessandro III, ma l'imperatore lo fece esiliare; in seguito il Papa lo incaricò del governo della diocesi di Mantova, non è precisato se come Amministratore Apostolico oppure come vescovo, rimpiazzando il scismatico Graziadoro.
Nel 1179 nella sede episcopale di Mantova ritornò il pentito vescovo Garziadoro e mons. Giovanni Cacciafronte de Sordi, fu trasferito alla sede vescovile di Vicenza, in quel periodo senza vescovo.
Il suo episcopato fu caratterizzato da un costante impegno nella riorganizzazione del patrimonio ecclesiastico disperso e sconvolto per le lotte politiche, e da un'assidua attività pastorale. Cercò di incrementare il culto e la devozione popolare anche con opere eseguite a sue spese come la strada che conduce alla basilica dei santi Fortunato e Felice, fuori porta Castello. Svolse opera di predicazione contro gli eretici, e forse nell'ambito di questa sua attività va vista la fondazione di una scuola di teologia per la formazione del clero, alla quale chiamò un teologo dalla Lombardia.
Appena due anni dopo, il 16 marzo 1181 fu ucciso da un certo Pietro, feudatario in concessione dei beni delle Chiesa vicentina, il quale volle vendicarsi perché il vescovo l'aveva scomunicato e privato dei beni, a causa delle sue frequenti violazioni dei diritti delle Chiesa.
Predecessore: | Vescovo di Mantova | Successore: | |
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Garsendonio | 1168 - 1177 | Garsendonio |
Predecessore: | Vescovo di Vicenza | Successore: | |
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Ariberto | 1179 - 1183 | Pistore |
Fonti | |
- Benedettini italiani
- Italiani del XII secolo
- Vescovi di Mantova
- Vescovi di Vicenza
- Santi particolari e locali del martirologio del 16 marzo
- Presbiteri ordinati nel XII secolo
- Italiani
- Presbiteri per nome
- Presbiteri italiani
- Presbiteri del XII secolo
- Vescovi consacrati nel XII secolo
- Vescovi italiani del XII secolo
- Vescovi del XII secolo
- Vescovi per nome
- Martiri italiani
- Martiri per nome
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