Beato Timoteo Giuseppe Giaccardo

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Beato Timoteo Giaccardo, S.S.P.
Presbitero
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al secolo Giuseppe Domenico Vincenzo
battezzato
Beato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 39 anni
Nascita Narzole
13 giugno 1908
Morte Roma
24 gennaio 1948
Sepoltura Roma, Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli alla Montagnola
Appartenenza
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Vestizione [[{{{aVest}}}]]
Professione religiosa 30 giugno 1920
Ordinato diacono
Ordinazione presbiterale
Ordinazione presbiterale Alba, 19 ottobre 1919
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 24 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
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Incoronazione
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
Religione {{{religione}}}
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
Firma autografa
[[File:{{{FirmaAutografa}}}|250px]]
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 24 gennaio, n. 10:
« A Roma, beato Timoteo (Giuseppe) Giaccardo, sacerdote, che nella Pia Società di San Paolo formò molti discepoli per annunciare al mondo il Vangelo con un appropriato uso dei mezzi di comunicazione sociale. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Timoteo Giaccardo, al secolo Giuseppe Domenico Vincenzo (Narzole, 13 giugno 1908; † Roma, 24 gennaio 1948) è stato un presbitero italiano.

Biografia

Nacque a Narzole diocesi di Alba, il 13 giugno 1896, primogenito di Stefano Giaccardo e Maria Gagna, entrambi di Narzole, agricoltori e credenti. Al battesimo, amministrato lo stesso giorno, ricevette i nomi di Giuseppe, Domenico e Vincenzo. A sei mesi dalla nascita, una grave malattia fece temere per la vita del piccolo Giuseppe, ma, al termine di una novena alla Vergine Maria, i genitori ebbero la gioia di vederlo guarito.

Dal 1903 al 1907 frequentò la scuola elementare e in questo periodo fu anche ammesso alla Prima Comunione. Da quel giorno Giuseppe fu sempre assiduo ai sacramenti e diligente chierichetto. A scuola ottenne ottimi risultati e fu incoraggiato a continuare gli studi.

Nel maggio 1908 Giuseppe incontrò don Giacomo Alberione, fatto questo che decise la sua vita. Alberione scrive:

« Mandato dal vescovo ad aiutare, per la domenica, il parroco di Narzole, malfermo in salute, notai subito tra i fanciulli che frequentavano la chiesa il piccolo Giuseppe per la sua pietà, serietà quasi superiore agli anni, amore allo studio, vivacità sempre contenuta nei limiti di una lieta innocenza. Al mattino con un suo amico, poi missionario in Africa, arrivava alla chiesa ancora chiusa per servire la Messa e per comunicarsi »

L'incontro con don Alberione avvenne alla fine di maggio, dopo i vespri, per la chiusura del mese di Maria. Conosciuta la volontà di Giuseppe di farsi sacerdote, don Alberione, che portava già in sé il grande disegno della Famiglia Paolina, ne conquistò l'amicizia e si adoperò anche finanziariamente per aiutarlo a entrare nel seminario di Alba, dove egli era direttore spirituale.

II 12 settembre 1908, festa del Santissimo Nome di Maria, a dodici anni, Giuseppe ricevette il sacramento della Cresima. Il 17 ottobre dello stesso anno entrò in seminario ad Alba e don Alberione divenne la sua guida spirituale. Nel 1909 emise il voto di castità con il permesso del suo padre spirituale. Il suo soggiorno nel seminario fu improntato a grande impegno nella vita cristiana e negli studi. Ma, pur essendo il primo negli studi, non ostentava mai questa sua superiorità, anzi cercava di passare inosservato. All'età di sedici anni, l'8 dicembre 1912, festa dell'Immacolata, Giuseppe vestì l'abito clericale offrendosi quale esempio di vita umana e cristiana a tutti i seminaristi.

Il 19 ottobre 1919 Giaccardo venne ordinato sacerdote dal vescovo di Alba, otto giorni prima della data fissata, perché si temeva che la mamma venisse a mancare in quei giorni. Subito dopo corse al letto della mamma morente, a portarle il conforto degli ultimi sacramenti. Il giorno seguente celebrò la prima Messa nel suo paese. Portò anche la Santa Comunione alla madre morente, che morì qualche giorno dopo.

Don Giaccardo fu il primo sacerdote paolino ordinato espressamente per un ministero nuovo nella Chiesa. Continuò poi gli studi e si iscrisse alla facoltà di San Tommaso in Genova. Il 30 giugno di 1920 emise i voti religiosi semplici e ricevette dal fondatore il nome Timoteo (che fu il discepolo prediletto di san Paolo). Il 12 novembre 1920 si laureò a pieni voti in Teologia, nella facoltà di San Tommaso.

Dal 1921 fino al 1926 ricoprì la carica di vice-superiore e di economo della casa di Alba, unendo tali incarichi con l'apostolato attivo dentro l'Istituto e fuori di esso. Don Alberione stabilì una nuova sede dell'Istituto a Roma e scelse don Giaccardo, il fedele ed esatto interprete di ogni sua direttiva:

« Ti mando a Roma per il tuo amore e per la tua fedeltà al Papa »

Con queste parole congedò il suo Timoteo con alcuni altri giovani la sera del 14 gennaio 1926. La mattina del 15 gennaio giunsero a Roma, ove alloggiarono temporaneamente in una catapecchia in via Ostiense. La piccola comunità, che via via cresceva, conquistò ben presto la stima delle autorità ecclesiastiche. Il 16 marzo 1927, don Giaccardo emise i voti perpetui.

Acquistato il terreno « Vigna San Paolo » dai monaci benedettini della Basilica di San Paolo fuori le mura, si cominciò a costruire la prima casa, nella quale, nel 1929, venne installata la nuova tipografia.

Nel 1936 don Alberione decise di stabilirsi a Roma e allora inviò don Timoteo ad Alba come superiore della Casa Madre. Qui lo attendeva una nuova responsabilità, perché nelle fondazioni di don Alberione stavano crescendo le congregazioni e ormai si imponeva una chiarificazione giuridica. Don Alberione affidò esplicitamente a Giaccardo la cura spirituale, morale e intellettuale delle Pie Discepole del Divin Maestro, fondate il 10 febbraio 1924. Don Timoteo svolse con dedizione questo incarico e collaborò alla stesura del testo delle Costituzioni con la bontà necessaria per definire la posizione giuridica delle Pie Discepole e risolvere le gravi difficoltà che si incontrarono. La Santa Sede sembrava non gradire la separazione delle « Pie Discepole » dalle « Figlie di San Paolo », presentate nel 1921 ed erette canonicamente nel 1928, nelle quali nel 1924 le aveva inserite. Intimamente convinto che le Pie Discepole avevano nella Famiglia Paolina una missione fondamentale, don Giaccardo confidò al visitatore apostolico, padre Angelico D'Alessandria cappuccino, un segreto:

« Padre, io offro la mia vita al Signore, perché questa congregazione abbia vita nella Chiesa; sono sicuro che Dio mi esaudirà »
Papa Giovanni Paolo II presso le tombe del beato Giacomo Alberione e del beato Timoteo Giaccardo, il 9 dicembre 1984

Padre Angelico riferì la cosa al Segretario della Congregazione dei Religiosi il quale, sorpreso e ammirato da tanta virtù, ordinò un più approfondito studio della situazione, insistendo poi egli stesso per ottenere il sospirato decreto di approvazione.

Nel 1946 don Alberione, avvertendo che era giunta l'ora di avviare la Famiglia Paolina su nuove vie, chiamò a Roma don Giaccardo con queste parole:

« Carissimo, grazie di cuore per il lavoro compiuto; meriti veramente l'invito »

Don Timoteo, obbediente, il 4 ottobre 1946 lasciò in pianto la casa madre, tanto amata, per trasferirsi a Roma, nella casa generalizia come vicario generale della congregazione.

Quando il padre visitatore, nel 1947, annunziò a don Giaccardo che il decreto dell'erezione dell'Istituto era stato firmato, egli, raggiante di gioia, disse:

« Ora posso cantare il mio "Nunc dimittis" Dio mi ha esaudito e in paradiso mi attende. Occorre che mi prepari »

Ormai don Giaccardo cominciava ad accusare i primi sintomi dei disturbi che lo avrebbero portato alla morte. Nel 1947 venne diagnosticata una leucemia fulminante. La mattina del 12 gennaio 1948, mentre Pio XII firmava il decreto di lode per la congregazione delle Pie Discepole e ne approvava le Costituzioni, don Giaccardo celebrò la sua ultima Messa.

Morì a Roma il 24 gennaio, giorno del suo onomastico e vigilia della festa della Conversione di San Paolo, ed è stato sepolto nella Basilica di Santa Maria Regina degli Apostoli alla Montagnola.

Il 22 ottobre 1989, durante il pontificato di Giovanni Paolo II, venne elevato all'onore degli altari e fu il primo paolino a essere beatificato.

Voci correlate
Collegamenti esterni