Cattedrale dei SS. Giusto e Mauro (Susa)
Cattedrale dei SS. Giusto e Mauro o Duomo di Susa | |
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Susa, Cattedrale dei SS. Giusto e Mauro (XI secolo) | |
Stato | Italia |
Regione | Piemonte |
Provincia | Torino |
Comune | Susa |
Diocesi | Susa |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Piazza San Giusto, 6 10059 Susa (TO) |
Telefono | +39 0122 622053; +39 0122 622640 |
Posta elettronica | museo@centroculturalediocesano.it |
Sito web | |
Proprietà | Diocesi di Susa |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | Cattedrale |
Dedicazione | San Giusto di Novalesa San Mauro |
Vescovo | Alfonso Badini Confalonieri |
Fondatore | Olderico Manfredi |
Stile architettonico | Romanico |
Inizio della costruzione | XI secolo |
Data di consacrazione | 1027 |
Pianta | croce latina a tre navate |
Coordinate geografiche | |
Italia |
La Cattedrale dei SS. Giusto e Mauro, detta anche Duomo di Susa, è la chiesa episcopale, dove ha sede la cattedra dell'vescovo di Susa, situata in Piazza San Giusto.
Storia
Origini
La primitiva chiesa fu costruita per volontà del marchese Olderico Manfredi per custodire le reliquie di san Giusto di Novalesa, e venne consacrata il 18 ottobre 1027.
Da Chiesa abbaziale alla Collegiata
Nel 1029 il marchese, sua moglie Berta e suo fratello Alrico (1008 - 1034), vescovo di Asti, fondarono il monastero benedettino di San Giusto e donarono ai monaci un terzo della città di Susa, un terzo della valle dal Monginevro a Vaie e concessero loro l'edificio sacro, che divenne chiesa abbaziale.
Nel XII secolo, la chiesa fu sottoposta ad un primo intervento di ampliamento, nel corso del quale venne prolungata di una campata, addossando così la facciata alla cinta muraria cittadina, e voltata la parte anteriore della navata maggiore.
Nel XIII e XIV secolo, il monastero attraversò un periodo di decadenza economica e spirituale, ma nel 1244 papa Innocenzo IV, in sosta a Susa, durante la sua fuga verso Lione a causa del conflitto con l'imperatore Federico II, concesse al monastero numerosi privilegi. Nei decenni successivi furono promosse grandi collette per il restauro della chiesa, definita ex nimia vetustate conquassata; nel 1321, inoltre, ad opera dell'arcivescovo di Milano, Aicardo Antimiani (1317 - 1339), venne avviata la ristrutturazione dell'area absidale, che portò all'inserimento di forme gotiche sull'originale impianto romanico.
Nell'ultimo quarto del XV secolo furono affrontati nuovi restauri, che condussero alla realizzazione delle guglie gotiche, del coronamento in cotto del campanile e dei pinnacoli della facciata, voluti dal cardinale Guglielmo d'Estouteville, abate commendatario di San Giusto, il cui stemma è ancora visibile nel dipinto murale che fiancheggia l'entrata laterale della cattedrale, presso Porta Savoia.
All'epoca tardobarocca è da assegnare la costruzione di buona parte delle attuali cappelle laterali.
Il XVIII secolo fu un periodo molto intenso per la vita religiosa della Valle di Susa: gli abati riformarono radicalmente non soltanto la liturgia e gli arredi del monastero, ma anche i costumi nell'intero territorio, dando nuovo impulso alla vita cristiana. Nel 1749 alla chiesa abbaziale furono associati i canonici precedentemente presenti nella chiesa di Santa Maria Maggiore e la nuova istituzione prese il nome di Collegiata di San Giusto e Santa Maria. Nello stesso anno fu costruito un corridoio semicircolare retrostante l'abside per l'accesso dei Canonici nel coro.
Sede vescovile
Il 3 agosto 1772, papa Clemente XIV con un decreto erigeva la Diocesi di Susa, la chiesa così divenne sede vescovile e dunque cattedrale.
In occasione del passaggio a Susa di Carlo Emanuele IV di Savoia (1751 – 1819) e della consorte Maria Clotilde di Francia (1759 – 1802) vennero organizzati fuochi d'artificio dalla sommità del campanile con la conseguente fusione del piombo di copertura.
All'inizio del XIX secolo si promosse una colletta per la realizzazione dell'organo, per dar posto al quale si demolì il muro interno di facciata. Nel 1814 venne trasportato nella cappella delle reliquie il trittico raffigurante Madonna con Gesù Bambino in trono tra sant'Ugo di Lincoln, sant'Ugo di Grenoble e angeli musicanti (fine XV secolo), proveniente dalla Certosa di Banda. Nel 1850 fu rifatto il pavimento in pietra e nel 1863 l'architetto Edoardo Arborio Mella progettò l'attuale decorazione interna, eseguita in forme neogotiche dal pittore Giuseppe Guglielmino.
Tra il 1985 ed il 2000, è stato effettuato un radicale restauro dell'edificio, voluto dal vescovo Vittorio Bernardetto (1978 - 2000), che ha condotto all'adeguamento degli spazi liturgici e ha permesso di riconoscerne la varie fasi costruttive.
Descrizione
Esterno
La facciata a capanna è caratterizzata da un portale lapideo di semplice fattura,[1] da pinnacoli ed archetti pensili in laterizio sulla sommità, ed è addossata sul lato destro all'antica Porta Savoia (IV secolo).
Nel fronte meridionale della cattedrale si apre il porta laterale (l'attuale ingresso), ad arco carenato, sormontato da un dipinto murale raffigurante:
- Entrata di Gesù Cristo in Gerusalemme (XV secolo), affresco.
Inoltre, il lato sud è connotato dalla presenza dell'imponente campanile romanico (h. 51 m), innalzato su alto zoccolo quadrato, a sei livelli aperti da monofore, bifore, trifore e quadrifore.
Interno
L'interno, assimetrico, è a croce latina divisa in tre navate da pilastri cui sono addossate colonne che sorreggono archi ciechi. Le navate laterali hanno le volte a tutto sesto e si concludono in due cappelle, mentre quella centrale è a sesto acuto e termina con un'abside semicircolare.
Presbiterio
L'area presbiteriale risulta sopraelevata di alcuni gradini ed al di sotto di essa vi è la piccola cripta dei vescovi.
Nell'abside è collocato:
- Coro (XIV secolo), costituito da 18 stalli , in legno intagliato, proveniente dalla chiesa di Santa Maria Maggiore.
Battistero
A ridosso del lato meridionale del transetto si colloca il Battistero, forse del IX - X secolo, con una volta a crociera trecentesca che cela parti della cupola originaria, nel quale si trova:
- Fonte battesimale, ottagonale, risalente al XII secolo, scavato in un solo blocco di marmo verde di Foresto.
Altre opere rilevanti
Altre opere di rilievo conservate nella cattedrale, o in ambienti attigui, sono:
- nella cappella delle Reliquie, Trittico con Madonna con Gesù Bambino in trono tra sant'Ugo di Lincoln, sant'Ugo di Grenoble e angeli musicanti, Dio Padre benedicente (fine XV secolo), tavola di ambito piemontese, proveniente dalla Certosa di Banda.[2]
- nella sala capitolare, Adorazione di Gesù Bambino con san Giuseppe ed angeli (prima metà del XVI secolo), tavola di Defendente Ferrari.[3]
- nella navata destra, Statua di donna in preghiera, tradizionalmente ritenuta la marchesa Adelaide di Susa, (XVI secolo), in legno
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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