Chiesa di Gesù e Maria (Roma)
Chiesa di Gesù e Maria | |
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Roma, Chiesa di Gesù e Maria (1633 - 1675) | |
Altre denominazioni | Chiesa dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria a Via Lata, Chiesa di Gesù e Maria al Corso |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via del Corso, 45 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 3613717 |
Proprietà | Ordine degli Agostiniani Scalzi; Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Gesù Cristo Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.A.D. |
Fondatore | Ordine degli Agostiniani Scalzi |
Data fondazione | 1633 |
Architetti | |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1633 |
Completamento | 1675 |
Data di consacrazione | 28 gennaio 1675 |
Strutture preesistenti | Villa di Giovanni Antonio Orsini |
Larghezza Massima | 15 m |
Lunghezza Massima | 27 m |
Iscrizioni | IESU ET MARIAE |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Gesù e Maria, detta anche Chiesa dei Santissimi Nomi di Gesù e Maria a Via Lata[1] o di Gesù e Maria al Corso, è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Campo Marzio.
Storia
Dalla fondazione al Settecento
La chiesa occupa parte di un terreno, su cui sorgeva il Viridarium Magnum, una villa con giardino e cappella annessa di proprietà di Giovanni Antonio Orsini, nipote del cardinale Flavio Orsini (1532 – 1581), che l'aveva fatta edificare nel 1575.
Nel 1615 il terreno e i suoi fabbricati furono acquistati dall'Ordine degli Agostiniani Scalzi, per costruirvi la loro nuova sede romana e la casa per la formazione dei seminaristi. I religiosi inizialmente adattarono una parte ad abitazione ed utilizzavano la piccola cappella, dedicata a sant'Antonio abate, che affacciava su via del Babuino,[2] successivamente abbattuta per far posto al nuovo complesso.
La nuova chiesa con l'annesso convento fu costruita in due distinte fasi: l'edificazione, iniziata con la posa della prima pietra il 3 aprile 1633, su progetto di Carlo Buzio (1608 - 1659),[3] proseguì con molta lentezza, anche per le notevoli difficoltà economiche; il 17 gennaio 1636, benché non ancora ultimata, fu aperta al culto e dedicata a Gesù e a Maria. Successivamente, l'edificio, che mancava della parte finale e della facciata, fu ultimato tra il 1671 e il 1674, sotto la direzione di Carlo Rainaldi (1611–1691): il 28 gennaio 1675 fu solennemente consacrato, come ricorda una lapide murata per l'occasione in sacrestia. Fra il 1678 e il 1690 fu messo in opera l'apparato decorativo interno e il rivestimento marmoreo, grazie al finanziamento di Giorgio Bolognetti (1595-1680), vescovo di Rieti.
Dall'Ottocento ad oggi
Nel 1810, il convento, occupato dalle truppe napoleoniche, fu abbandonato dai religiosi e la chiesa venne saccheggiata di tutti i suoi preziosi arredi. Nell'anno successivo il complesso fu messo all'asta e acquistato da privati, ma, nel 1815, finita l'occupazione francese, fu restituito agli Agostiniani.
Nel 1833, durante una spaventosa epidemia di colera, il convento fu adattato a lazzaretto per assistere i romani colpiti dal morbo.
Nel 1849, durante la Repubblica Romana, la suppellettile ecclesiastica della chiesa - come quella delle vicine San Giacomo in Augusta e Santa Maria del Popolo - fu ulteriormente depauperata da una rivolta anticlericale.
Dopo il 1870 il convento divenne sede delle guardie di pubblica sicurezza, poi, ricostruito, fu trasformato in scuola nel 1911 e, infine, adibito ad abitazioni private. Mentre nel 1873 la chiesa fu espropriata e incamerata dal demanio del Regno d'Italia,[4] successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).
La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia dei San Giacomo in Augusta.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santissimi Nomi di Gesù e Maria in via Lata, istituito il 7 giugno 1967 papa Paolo VI: l'attuale titolare è il cardinale Luigi De Magistris.
Descrizione
Esterno
La facciata, opera di Carlo Rainaldi, in travertino e laterizi, riflette l'austerità dell'ordine mendicante: è aperta da un solo portale con timpano centinato sormontato da una grande finestra rettangolare incorniciata, inquadrata da quattro lesene corinzie poggiate su di un lato basamento, che sostengono un timpano triangolare vuoto e la trabeazione con l'iscrizione dedicatoria:
« | IESU ET MARIAE » |
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), si presenta ad un'unica navata con tre cappelle per lato e volta a botte, decorata da dipinti murali raffiguranti:
- Assunzione di Maria ed evangelisti (1685 - 1686), affreschi di Giacinto Brandi e allievi.[5]
La decorazione, costituita da marmi policromi pregiati, realizzata nel 1678-1690, per munificenza del vescovo Giorgio Bolognetti che fece della chiesa il "pantheon" della propria famiglia, si caratterizza per la presenza delle tombe collocate sopra i confessionali, in forma di logge o palchetti teatrali, entro i quali "recitano" i personaggi, ricchi di movimento ed espressività tra i quali si notano:
- alla parete sinistra,
- Monumento funebre di Ercole e Luigi Bolognetti (1670 - 1686 ca.), in marmo di Michele Maglia.[6]
- alla parete destra,
- Monumento funebre di Pietro e Francesco Bolognetti (1682 - 1685 ca.), in marmo di Francesco Aprile.[7]
- Monumenti funebri del cardinale Mario e del vescovo Giorgio Bolognetti (1686 ca.), in marmo e diaspro di Francesco Cavallini.[8][9]
Lato sinistro
Sul lato sinistro si aprono tre cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Tommaso da Villanova, si notano:
- alle pareti laterali, San Francesco d'Assisi in estasi e Santa Maria Maddalena nel deserto (ultimo quarto del XVII secolo), affreschi di Felice Ottini.
- nella seconda cappella, dedicata a san Giuseppe, ridecorata da Giuseppe Valadier in forme neoclassiche nel 1824, si conserva:
- all'altare, pala con Sacra Famiglia (ultimo quarto del XVII secolo), olio su tela di di Giacinto Brandi.
- nella terza cappella, dedicata alla Madonna del Divino Aiuto, si segnalano:
- all'altare, pala con Sant'Agostino e santa Monica con angeli (1793), olio su tela attribuita a Pietro Labruzzi: al centro dell'opera è collocato un dipinto raffigurante:
- Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del Divino Aiuto.
- nella lunetta sinistra, Fuga in Egitto (XVII secolo), olio su tela di ambito romano.[10]
- nella lunetta destra, Adorazione dei pastori (1793), olio su tela di Pietro Labruzzi.
- alla parete destra, Monumento funebre di Flavia Bonelli (1691), in marmo di Giulio Cartari.[11]
- all'altare, pala con Sant'Agostino e santa Monica con angeli (1793), olio su tela attribuita a Pietro Labruzzi: al centro dell'opera è collocato un dipinto raffigurante:
Presbiterio
Nel presbiterio, caratterizzato per la ricchezza dei materiali utilizzati e realizzato nel 1678-1680 su disegno di Carlo Rainaldi, è posto l'altare maggiore dove si possono ammirare:
- entro mostra,
- al centro, pala con Incoronazione di Maria Vergine (1679), olio su tela di Giacinto Brandi.
- in alto, Angeli adoranti e angeli che reggono globo raggiato (1680 ca.), in marmo di di Francesco Cavallini e Paolo Naldini.[12]
- ai lati, Statue di San Giovanni Battista e San Giovanni evangelista (1677 – 1679), in marmo di Giuseppe Mazzuoli.
Lato destro
Sul lato destro si aprono tre cappelle:
- nella prima cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso, si nota:
- alla parete laterale, Monumento funebre del conte Cini (1830), in marmo di Rinaldo Rinaldi.
- nella seconda cappella, dedicata a san Nicola da Tolentino, si conserva:
- all'altare, pala con Apparizione della Madonna con Gesù Bambino a san Nicola da Tolentino (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, attribuita a Basilio Francese o a Giovanni Bernardo Carbone.
- nella terza cappella, dedicata inizialmente a sant'Antonio abate e successivamente a sant'Anna, è collocata:
- all'altare, pala con Sant'Anna e Maria bambina (prima metà del XVIII secolo), olio sue tela di Girolamo Pesci.
Controfacciata
Nella controfacciata, ai lati del portale, sono ubicate le tombe della famiglia Del Corno, strutturate in modo simile a quelle dei Bolognetti:
- Monumento funebre di Camillo Del Corno (terzo quarto del XVII secolo), in marmo di Domenico Guidi.
- Monumento funebre di Giulio Del Corno (1662), in marmo di Ercole Ferrata.
Sacrestia
Dall'aula liturgica si accede alla sacrestia decorata con dipinti murali ad affresco, databili alla prima metà del XVII secolo, attribuiti a Giovanni Lanfranco, al quale è assegnata anche la pala d'altare raffigurante:
- Immacolata Concezione, olio su tela.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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