Curato
Il Curato era in passato il presbitero che reggeva una curazìa, ovvero una chiesa minore rurale o cappella dotata di propri beni patrimoniali (beneficio ecclesiastico curato), dipendente da una pieve (chiesa matrice), ma che aveva ottenuto il fonte battesimale ed il cimitero ed un cappellano residente, chiamato appunto curato (presbitero con compiti di cura d'anime).
Il curato dipendeva dunque da un pievano, ma aveva ampia autonomia. Spesso era coadiuvato da altri presbiteri chiamati vicari.
In passato, spesso, la comunità oggetto della cura pastorale esercitava il giuspatronato, cioè il diritto di scegliere il presbitero (proponendolo poi alla nomina dell'autorità ecclesiastica competente), assicurandone il mantenimento.
Con il tempo le curazìe si sono evolute quasi tutte in parrocchie, e il termine è oggi usato genericamente anche per indicare un parroco[1] o un vicario parrocchiale[2].
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