Gerolamo Bartei
Gerolamo Bartei, O.S.A. Religioso | |
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Età alla morte | ca. 55 anni |
Nascita | Arezzo 1565 ca. |
Morte | dopo il 1617 |
Vestizione | Arezzo, 1585 ca. |
Invito all'ascolto |
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Gerolamo Bartei o Barthei o Bartheus (Arezzo, 1565 ca.; † dopo il 1617) è stato un compositore di musica sacra e profana, frate agostiniano ed organista italiano. Sia fra i suoi contemporanei che oggi è considerato il miglior musicista del suo ordine.
Indice |
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Biografia
Vestì l'abito in giovane età, probabilmente nel convento agostiniano di Arezzo[1]; compì certamente studi musicali dei quali tuttavia non ci è giunta alcuna notizia.
Non conosciamo gli inizi della sua attività di musicista: il 22 settembre 1592 fu nominato maestro di cappella del Duomo di Arezzo, ma la vicenda fu tormentata da ben due esoneri: dapprima il 23 maggio 1594, esonero poi annullato il 5 giugno 1595, e ancora il 24 gennaio 1597 poi revocato in data 18 maggio 1598. Quest'ultima fase dell'incarico fu assai breve, in quanto dopo un solo mese Bartei presentò le sue dimissioni definitive. Tutte queste interruzioni erano motivate dalle continue assenze a causa dei molti impegni che costringevano Bartei lontano da Arezzo; non sappiamo di quali impegni si trattasse, ma la loro pressione, unita alla stima evidente dei suoi superiori che, nonostante tutto, furono sempre disposti a riconsegnargli un ruolo importante e delicato, induce gli studiosi a dedurre che Bartei ricoprisse già qualche altro prestigioso incarico altrove.
Nella seconda metà del 1598 lasciò Arezzo; forse si trasferì a Firenze, da dove spedì una lettera il 23 settembre 1601. Dal 4 febbraio 1604 al 4 gennaio 1607 fu maestro di cappella della Cattedrale di Volterra.
Nel 1608 si spostò a Roma, convocato dal generale dell'ordine, il quale era persuaso che il suo convento piu che di molti frati avesse bisogno solo di quelli qui ei utilitatem afferre possunt[2], e si stabilì presso il convento di S. Agostino[3], di cui diventò sotto-priore. Il libro di messe pubblicato in quello stesso anno lo descrisse come Capituli generalis Romae musices moderatoris, espressione interpretata da alcuni studiosi[4]nel senso che fu direttore della musica al capitolo generale tenuto dall'ordine agostiniano a Roma per la Pentecoste del 1608. Ricoprì un incarico di questo genere presso la chiesa di Sant'Agostino cui era annesso il convento, fino al 1610. Durante il soggiorno romano, fu raggiunto dal nipote Raffaele Bartei.
Da diversi documenti, non ultime le dediche delle sue opere[5], risulta che nel 1616 viveva a Orvieto presso il convento agostiniano[6], dove svolse gli incarichi di sotto-priore, organista e insegnante. L'ultima notizia biografica che possediamo riguarda il suo trasferimento al convento di Marino[7] il 28 aprile 1617, dove rimase almeno fino all'anno seguente. Dal 1618 in poi non abbiamo più alcuna informazione.
Opere
Grande studioso di teoria musicale, Gerolamo Bartei è considerato oggi, così come ai suoi tempi, il miglior musicista dell'ordine agostiniano. Sin dalla gioventù fu sempre tenuto in grande stima e quasi sovraccaricato di compiti che egli non riusciva neppure a sostenere.
La sua produzione ampia e variegata, estesa per almeno tredici opere, comprende musica sacra, profana e strumentale e spazia dalla più complessa polifonia in puro stile contrappuntistico rinascimentale (il cosiddetto stile alla Palestrina delle messe del 1608 per doppio coro), a forme polifoniche più semplici (come nei mottetti del 1609) ad alcuni lavori in pura monodia, come l'Ave Gratia Plena per soprano, tenore e basso continuo.
Proprio quest'ultimo pezzo, una vera e propria drammatizzazione del dialogo fra l'angelo e Maria nell'episodio evangelico di Lc 1,26-37 , mostra come Bartei fu aperto all'adozione dei nuovi stili e delle nuove tecniche del XVII secolo.
Anche i ricercari mostrano la sua vena innovativa, in quanto rompono lo stile rigorosamente contrappuntistico tipico di questa forma musicale[8], propendendo per un movimento più fluido e sinuoso, una linea assai elegante nonostante si tratti di pezzi di esecuzione piuttosto difficoltosa. La produzione organistica di Bartei lo pone a pieno titolo nel numero dei compositori che nella prima metà del Seicento intrapresero quel cammino che toccò la sua vetta più alta nell'opera di Girolamo Frescobaldi.
In sostanza, come dice Raoul Meloncelli[9], tra tutti i compositori dell'epoca il Bartei si distingue per la tendenza a spezzare con la tradizione, nel tentativo di creare un nuovo linguaggio espressivo.
Musica profana
- Il primo libro de' Madrigali a cinque voci, novamente composti et dati in luce. In Venetia, appresso Ricciardo Amadino, MDXCII. La dedica, datata 15 aprile 1592, recita al Maestro Giacomo Gramignoli da Cortona del Ordine Eremitano di S. Agostino;
- Libro dei madrigali, a sei voci, Venezia, non datato.
Musica sacra
- Due partiture del Magnificat, una a quattro e una a cinque voci, pubblicate a Norimberga nel 1600 presso l'editore Paul Kauffiann nella collezione Magnificat octo tonorum diversorum excellentissimorum authorum;
- Un libro di Responsori: Responsoria omnia, quintae ac sextae, Sabatique majoris Hebdomadae, Paribus vocibus. Ab Ad.m Rever. Fr. Hieronymo Bartheo Aretino Augustiniano, Cathedralis Volaterranae Ecclesiae Praefecto Musices in lucem edita, iuxta Breviarij Romani formam, una cum Zachariae cantico, ac David Psalmo, ipsis feriis accomodata, pubblicato a Venezia da Riccardo Amadio nel 1607. Scritti per cantus, tenor, altus e basso, recano la dedica al Rev. D.no Nicolao Tanio Canonico Volaterranae Cathedralis dignissimo, datata da Volterra il 3 luglio 1607;
- Il primo libro delle messe: Missae liber primus a otto voci, pubblicato a Roma nel 1608 da Bartolomeo Zannetti, comprende le messe Laetentur caeli (sic), Missa brevis, Messa della battaglia, Missa defunctorum; quest'ultima viene menzionata da Pitoni[10] come una composizione a sè stante;
- Il primo libro dei mottetti: F. Hieronymi Barthaei Aretini Augustiniani Ecclesiae S. Augustini de Vrbe Musices Moderatoris. Liber Primus Sacrarum modulationam quae Vulgo Motecta appellantur duabus vocibus cum Basso ad Organum accomodato. - Romae, Apud Joannem Baptistam Robblettum. 1609. - in 4°. Cantus, Bassus, et Bassus ad Organum. In tutto tre opuscoli, pubblicati a Roma nel 1609 da Giovanni Battista Robletti, e dedicati al cardinale Scipione Borghese[11]. L'opera contiene anche due mottetti scritti dal nipote Raffaele: Benedicam Dominum e Exultavit cor meum;
- Il Secondo Libro delli Concerti a due voci accomodati per sonare con qualsivoglia stromento, con la parte continua per l'organo. Opera undecima, pubblicato a Roma nel 1618 da Bartolomeo Zannetti e dedicato a Vespasiano Avveduti di Orvieto;
- Il Primo libro de Ricercari à due Voci, del Molto Reuerendo Padre F. Girolamo Barthei Aretino dell'Ordine di Sant'Agostino, Opera Duodecima. Cantus et Bassus. In tutto Opuscoli 2, in 4°, opera strumentale per organo pubblicata anch'essa in Roma presso Bartolomeo Zannetti nel 1618 e ristampata postuma ad Ancona da Claudio Percimeneo nel 1674;
- Un libro di litanie: Litaniarum liber cum motectis nonnullis, ut aiunt concertatis et non concertatis, opus XIII, per voce e organo a basso continuo, pubblicata a Roma nel 1618.
Certamente l'elenco, che comprende le nove opere oggi conosciute, non è esaustivo, dal momento che il Libro delle Litanie è detto Op. XIII. Pitoni[12] nomina un libro di salmi a due voci ed una raccolta di musiche per balletto a tre voci, entrambi andati perduti.
Fonti | |
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Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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