Luogo di origine di Gesù
Con luogo di origine di Gesù si può intendere sia il luogo dove Gesù è nato sia quello dove è risieduto prima di intraprendere la sua attività di predicatore itinerante. Le uniche fonti storiche che l'accennano, i vangeli canonici (ripresi dai leggendari vangeli apocrifi), il luogo di nascita è Betlemme di Giudea (Mt 2,1 ; Lc 2,4-7 ; Gv 7,41-42 ), mentre Nazaret di Galilea è il luogo dove ha trascorso la vita privata guadagnandosi l'epiteto di Nazareno. Durante la sua vita pubblica invece la sua residenza era Cafarnao (Mt 4,13 e passim).
In epoca moderna studiosi laici e cristiani hanno ipotizzato come luogo di nascita di Gesù Nazaret o altre località della Galilea. Anche come luogo di residenza di Gesù alcuni studiosi hanno proposto località alternative da quella evangelica, ipotizzando che lo stesso villaggio di Nazaret non esistesse ancora al tempo di Gesù e che l’appellativo di Nazareno non si riferisca al luogo della sua nascita o di residenza.
Luogo di nascita nei Vangeli
All'interno del Nuovo Testamento la nascita di Gesù è descritta esplicitamente solo nel cap. 2 di Matteo e di Luca. I due vangeli appaiono discordanti nella narrazione ma forniscono elementi comuni: i nomi di Giuseppe e Maria, il concepimento verginale di Gesù, la nascita a Betlemme al tempo di Erode, la residenza a Nazaret.
Marco
Il Vangelo secondo Marco, il più antico dei vangeli, non descrive l’infanzia di Gesù, ignora completamente Betlemme e nomina espressamente una sola volta Nazaret (1,9) scrivendo che «in quei giorni Gesù venne da Nazaret di Galilea e fu battezzato da Giovanni nel Giordano».
In un altro passo scrive che dopo aver predicato in Galilea «andò nella sua patria (πατρίς) e i discepoli lo seguirono» (Mc 6,1 ). Quale sia la "patria" non è espressamente detto da Marco né nei passi paralleli di Gv 4,44 e Mt 13,54-57 . Luca invece precisa in 4,16-30 che Gesù "venne a Nazarà (variante aramaica di Nazaret) dove era stato allevato" (tetramménos, participio del verbo tréfo, allevare, vedi p.es. "orfanotrofio").
Sulla base di questo silenzio sulla nascita di Gesù gli esegeti cristiani non deducono da Marco elementi validi per stabilirne il luogo di nascita e, sulla base del passo parallelo di Lc 4,16 , interpretano l'accenno alla "patria" di Mc 6,1 non come città di nascita ma di residenza[1].
Per altri storici[2], al contrario, il riferimento a Nazaret (esplicito in Mc 1,9 e implicito in Mc 6,1 , intendendo "patria" come luogo di nascita) sono decisivi per affermare la nascita di Gesù a Nazaret, o quanto meno, per escludere la sua nascita a Betlemme, affermata da Matteo e da Luca.
Matteo
Diversamente dal Vangelo di Marco, il Vangelo di Matteo premette al ministero pubblico il racconto della nascita di Gesù preceduto dall'annunciazione a Giuseppe da parte di un angelo.
Matteo non precisa in quale città siano avvenuti il concepimento di Maria e l’annunciazione a Giuseppe ma poi scrive che «Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode» (Mt 2,1 ).
In seguito Matteo descrive l'Epifania, cioè la visita alla famiglia dei Magi mandati da Erode (Mt 2,1-12 ). Il luogo dell'incontro è «nella casa» di Betlemme (Mt 2,1-11 ). Quindi segue il racconto della fuga in Egitto per fuggire dalla cosiddetta strage degli innocenti ordinata da Erode (Mt 2,16-18 ), episodio considerato realmente avvenuto dagli storici confessionali ma inesistente per gli altri[3] che al riguardo rilevano il silenzio di Giuseppe Flavio e notano la parallela leggenda della nascita di Mosè (Es 1,15-18 ).
Una volta morto Erode la famiglia torna nella terra d'Israele (Mt 2,19-23 ). Giuseppe però decide di non andare in Giudea, avendo paura di tornarvi perché lì regnava Archelao figlio di Erode e allora, "avvertito in sogno da un angelo", decide di recarsi in Galilea stabilendosi con la famiglia a Nazaret.
Nella descrizione di tutti questi eventi Matteo si cura di precisare, implicitamente o esplicitamente, che rappresentano compimenti di profezie precedenti: il concepimento verginale di Maria (Is 7,14 ;Mt 1,22-23 ); la nascita a Betlemme (Mi 5,1 ; Mt 2,5 ); il "suo astro" (Nm 24,17 ; Mt 2,2 ); la visita dei Magi (Is 60,6 ; Mt 2,11 ); la strage degli innocenti (Ger 31,15 ; Mt 2,17-18 ); la fuga in Egitto (Os 11,1 ; Mt 2,15 ); la residenza a Nazaret (Mt 2,23 ). Anche il precedente racconto della genealogia di Gesù (Mt 1,1-17 ) ha una funzione di raccordo con l'Antico Testamento (è stato osservato che se Gesù non è nato da Giuseppe, ma dallo «spirito di Dio», non dovrebbe avere più senso la genealogia che lega il padre alla dinastia di Davide.[4])
Secondo la teoria delle due fonti, attualmente prevalente tra studiosi ed esegeti, Matteo (che si rivolge principalmente a Giudei e giudeo-cristiani) ha redatto il suo vangelo in seguito a quello di Marco e basandosi su esso.[5] Indipendentemente dal valore storico degli eventi narrati, l'aggiunta della nascita a Betlemme e la precisazione dei compimenti delle profezie è necessaria all'esigenza della comunità di giudeo-cristiani di accordare la figura di Gesù con le profezie vetero-testamentarie che attendevano un Messia nato a Betlemme e discendente da Davide, anche in polemica con i Giudei che non ne hanno riconosciuto la dignità di Messia.[6]
Luca
Il Vangelo di Luca fornisce una versione differente da Matteo degli eventi della nascita di Gesù ma concorda sulla località di Betlemme[7][8] Al momento dell'annunciazione a Maria, sia questa (esplicitamente) che Giuseppe (implicitamente) si trovano a Nazaret (Lc 1,26-27 ), che sembra la loro residenza. Quindi Luca menziona il censimento indetto da Augusto, al tempo di Quirinio (vedi Censimento di Quirinio), che costringe Giuseppe e Maria a recarsi a Betlemme in Giudea (Lc 2,1-5 ). Il motivo del viaggio sembra dovuto al fatto che il censimento non era residenziale ma in base alla città d'origine. A Betlemme nasce Gesù in una stalla (Lc 2,6-7 ): quest'ultimo particolare non è esplicitato da Luca ma viene accennata la mangiatoia (presepe in latino) per gli animali.
Alla nascita segue l'adorazione dei pastori, la circoncisione di Gesù e la presentazione al tempio. Al termine la famiglia ritorna a Nazaret, "la loro città" (Lc 2,39 ). Non vi è accenno a Magi e fuga in Egitto.
La Betlemme di Galilea
In Galilea esisteva un’altra Betlemme, chiamata anche Betlemme di Nazar, a undici chilometri da Nazaret, menzionata in Giosuè (Gs 19,15 ), e il Cheyne[9] suggerì una possibile nascita di Gesù in questo paese, ma l’ipotesi non ha avuto seguito.
Giovanni
Nel Vangelo di Giovanni, come in quello di Marco, non è descritta la nascita di Gesù. Tuttavia viene nominata Betlemme dai suoi avversari Giudei:
« | Altri dicevano: «Questi è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea? Non dice forse la Scrittura che il Cristo verrà dalla stirpe di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?». » | |
Secondo gli esegeti cattolici,[10] in questo passo bisogna vedervi l'ironia che caratterizza talvolta la narrazione di Giovanni: gli avversari rifiutano che Gesù sia il Messia notando come, a loro dire, non fosse originario di Betlemme, che secondo Mi 5,1 è la città di origine del Messia, mentre il lettore che conosce i racconti dell'infanzia di Matteo e Luca vede nel loro rifuto un'involontaria (e ironica) affermazione della messianicità di Gesù.
Questa interpretazione è respinta da esegeti laici e protestanti: per essi, Giovanni non ritiene che Gesù sia originario di Betlemme e rileva l'incomprensione dei Giudei della reale figura di Gesù, che non ha bisogno né di essere nato a Betlemme né di discendere da Davide.[11]
La nascita nei vangeli apocrifi
Anche nei cosiddetti vangeli apocrifi dell'infanzia viene descritta la nascita di Gesù, arricchendola di particolari e aspetti miracolistici. Data la tarda età di composizione e il prevalere dell'interesse magico-fiabesco, il valore storico di questi testi è pressoché nullo.[12][13]
Il Protovangelo di Giacomo (metà II secolo) armonizza la narrazione di Matteo (Magi e persecuzione di Erode) e Luca (censimento). Quanto al luogo, la nascita avviene a Betlemme in una grotta (cc. 17 - 18), non in una stalla come suggerito da Lc 2,7 . Questo particolare, assente nei vangeli canonici, è diventato un elemento importante nella rappresentazione del presepe. L'architettura della Basilica della Natività di Betlemme conferma questa tradizione. Tale particolare non deve essere necessariamente visto come in antitesi con l'altra diffusa tradizione popolare della nascita in una stalla basata su Luca: l'orografia della Palestina è caratterizzata da numerose piccole grotte che venivano spesso usate come dispense o piccole stalle, sovente ampliate e incorporate in costruzioni in muratura.
Il tardo Vangelo arabo dell'infanzia (probabilmente VIII-IX secolo) riprende dal Protovangelo la nascita a Betlemme in una grotta (c.2).
Nel tardo Vangelo dello pseudo-Matteo (VIII-IX secolo) la tradizione della grotta del Protovangelo viene armonizzata con quella della stalla dei vangeli canonici: a Betlemme Maria partorisce il bambino in una grotta (c. 13), quindi il terzo giorno si trasferiscono in una stalla (c.14) dove sono presenti l'asino e il bue poi diventati tradizionali.
Storicità della nascita a Betlemme
Secondo la tradizione cristiana i racconti di Mt2 e Lc2 non devono essere intesi come antitetici ma complementari. In essi compaiono creature e fenomeni soprannaturali e altri elementi tipicamente leggendari (angeli, "il suo astro", la persecuzione dell'eroe neonato). È innegabile inoltre che gli evangelisti (soprattutto Matteo) abbiano l'implicito (Mt 2,2 =Nm 24,17 ;Mt 2,11 =Is 60,6 ) ed esplicito (Mt 2,5;2,15;2,17;2,23 ) intento di dimostrare la messianicità di Gesù tramite l'avveramento di profezie dell'Antico Testamento, ma questo non deve essere necessariamente inteso come motivo di a-storicità. In definitiva secondo la tradizione cristiana e molti studiosi moderni[14] sulla base della convergenza delle differenti narrazioni di Mt e Lc, che rappresentano le uniche fonti storiche relative alla nascita di Gesù, il luogo di nascita di Gesù è Betlemme.
Al contrario, studiosi laici contemporanei e alcuni cristiani[15] privano di valore storico i racconti dell'infanzia. Secondo questi studiosi, l'affermazione della nascita a Betlemme non è un dato storico ma un simbolo teologico della messianicità davidica di Gesù. Alcuni hanno ipotizzato come luogo di nascita di Gesù Nazaret[16] in Galilea o altre località. Altri studiosi, pur non indicando una località, hanno comunque escluso che potesse essere nato a Betlemme.[17]
Sito tradizionale della nascita a Betlemme
Per approfondire, vedi la voce Basilica della Natività |
La tradizione cristiana colloca la nascita di Gesù a Betlemme nel luogo racchiuso all'interno della Basilica della Natività, fatta costruire dall'augusta Elena nel IV secolo. Il punto preciso si trova in una grotta sotto la basilica, contrassegnato da una stella d'argento con l'incisione latina "VERBUM CARO HIC FACTUM EST", "qui il verbo si è fatto carne". La localizzazione si basa sulla sola tradizione cristiana e non può essere dimostrata in altro modo.
Luogo di residenza nei Vangeli: Nazaret
Circa il luogo di residenza di Gesù durante la sua vita privata pre-ministeriale, i Vangeli riferiscono che viveva con la famiglia a Nazaret (Mt 2,23;4,13 ;Mc 1,9 ;Lc 1,26;2,4;2,39.51 ;Gv 1,45-46 ). Inoltre per 4 volte (Mt 21,11;Mc1,9;Gv1,45;At10,38 ) Gesù viene detto "di/da Nazaret" (από/ὲκ Ναζαρέτ/Ναζαρέθ, apò / ek Nazarèt). Altre 6 volte (Mc 1,24;10,47;14,67;16,6;Lc4,34;24,19 ) è detto "Nazareno" (ναζαρηνός, nazarenòs, nella Vulgata Nazarenus). L'aggettivo nazarenòs non deriva direttamente dal toponimo Nazaret (ci si dovrebbe aspettare nazaretanòs) ma dalla sua variate aramaica Nazarà, testimoniata in Mt 4,13 ;Lc 4,16 (reso nelle versioni bibliche moderne con Nazaret per uniformità).
Secondo la tradizione cristiana, l'espressione e l'aggettivo sono riferiti alla città di origine di Gesù, Nazaret. Alcuni storici moderni tuttavia contestano che la città di origine di Gesù fosse chiamata Nazaret o si identifichi con l'odierna Nazaret.
Gesù "Nazoreo"
In Vangeli e Atti Gesù è chiamato 13 volte[18] "Nazoreo" (ναζωραῖος, nazoràios). Al sostantivo sono stati attribuiti diversi significati:[19]
- l'interpretazione data all'interno dello stesso Nuovo Testamento (vedi Mt 2,23 ) è che si riferisca alla città di Nazaret, dunque che equivalga a 'Nazareno' o 'di Nazaret', e per questo la Vulgata e diverse traduzioni moderne (vedi Bibbia CEI) lo rendono in tal senso.
- è possibile che il termine non abbia un valore geografico ma indichi che Gesù fosse un nazireo (=separato, consacrato a Dio), cioè avesse fatto uno speciale voto di consacrazione chiamato nazireato.[20] Una conferma indiretta si troverebbe nella Sindone che, se autentica, mostrerebbe Gesù con i capelli lunghi, caratteristica non comune che contraddistingueva appunto i nazirei. Di contro, nella Settanta il nazireo è reso in greco con ναζιραίος (naziràios, 1Mac 3,49 ) o ναζιρ (nazir, Gdc 13,5 ), non col neotestamentario ναζωραῖος (nazoràios).
- il termine greco "Nazoreo" può derivare dalla parola ebraica netzer, significante "germoglio" o "ramo", che sulla base di Is 11,1 ;Ger 23,5 aveva una valenza messianica.
- il termine "Nazoreo" è usato già nel Nuovo Testamento come sinonimo di "cristiano", cioè seguace di Cristo (At 24,5 ), e in seguito passa a indicare alcuni gruppi di giudeo-cristiani (Epifanio, Contro le eresie, 29,7,9). È possibile che l'etimologia del termine fosse lo stesso ebraico nazir (=separato) che sottende a "nazireo", inteso però in senso negativo come "separato", "scismatico". È possibile (ma non probabile, data l'accezione negativa che aveva) che il termine sia stato retro-proiettato dagli evangelisti come epiteto dello stesso Gesù.
Storicità della residenza a Nazaret
Secondo la tradizione cristiana il luogo nel quale Gesù ha trascorso la sua vita privata pre-pubblica è Nazaret di Galilea, come testimoniato dai Vangeli e dagli altri scritti del Nuovo Testamento, le principali fonti storiche su Gesù. Gesù viene anche indicato col termine di non chiara origine "nazoreo", che può indicare il voto di nazireato oppure può essere un appellativo messianico. Il disprezzo per i Galilei che nutrivano gli Ebrei della Giudea, centro della religione e cultura ebraica, può essere considerato come argomento a favore dell'origine nazaretana di Gesù: gli evangelisti difficilmente avrebbero inventato un'origine così modesta per il Figlio di Dio.
Secondo alcuni studiosi laici moderni, l'appellativo teologico-messianico "Nazoreo", storpiato in "Nazareno", è stato storicizzato dagli evangelisti nell'indicazione del luogo di origine di Gesù a Nazaret. Il vero luogo di origine di Gesù non ci è noto[21].
Esistenza di Nazaret ai tempi di Gesù
Prima dell'era cristiana il toponimo "Nazaret" non compare in nessuna fonte storica, né nell'Antico Testamento né in altri scrittori non cristiani. Questo ha portato alcuni studiosi laici moderni a considerare "Nazaret" un'invenzione degli evangelisti, che avrebbero storicizzato un titolo teologico-messianico, poi applicato dalla tradizione cristiana al villaggio galilaico indicato fino ad oggi con questo toponimo. Alcuni hanno ipotizzato che lo stesso villaggio non esistesse al tempo di Gesù.
Scavi archeologici compiuti in loco hanno dimostrato che la località era abitata già dal periodo del bronzo medio,[22] anche se non hanno fornito indicazioni sul nome della località.
La più antica testimonianza storica che riferisce il toponimo "Nazaret" è la cosiddetta Lapide di Cesarea ritrovata nel 1962[23] e datata al III secolo, che la identifica come sede di una delle 24 classi sacerdotali poco dopo la rivolta di Bar Kokheba (132-135). All'epoca di Gesù il villaggio con il comprensorio contava al massimo alcune centinaia di abitanti.[24]
Sito della residenza a Nazaret
Per approfondire, vedi la voce Chiesa di san Giuseppe (Nazaret) |
La tradizione cristiana non ha tramandato dai primi secoli la memoria del luogo dove sarebbe vissuta la sacra famiglia a Nazaret, diversamente dal luogo della nascita (Basilica della Natività a Betlemme) e da quello dell'Annunciazione (Basilica dell'Annunciazione a Nazaret). Una tradizione tardiva (VII secolo) identifica la casa e il laboratorio artigianale di Giuseppe, sede della sacra famiglia fino almeno alla sua morte, col sito dell'attuale Chiesa di san Giuseppe, anticamente nota come Chiesa della nutrizione (di Gesù).
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