Pieve di Edolo
Pieve di Edolo - Chiesa di Santa Maria Nascente | |
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Vista della Chiesa nel paesaggio alpino. | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Brescia |
Comune | Edolo |
Diocesi | Diocesi di Brescia |
Religione | Cattolica di Rito Romano |
Indirizzo | Via della Chiesa, Edolo (Bs) |
Telefono | 036471059 |
Posta elettronica | parrocchiaedolo@libero.it |
Sito web | |
Oggetto tipo | Pieve |
Oggetto qualificazione | Parrocchiale |
Dedicazione | Maria Vergine |
Stile architettonico | Vari stili |
Data di consacrazione | 18 giugno 1652 |
Consacrato da | Mons. Marco Morosini |
Coordinate geografiche | |
Lombardia | |
La Pieve dedicata a Santa Maria Nascente è la chiesa Parrocchiale di Edolo-Mù, paese dell'Alta Valle Camonica in provincia di Brescia. Si innalza alta ed elegante su di una piccola altura ai piedi del monte Colmo dalla quale, grazie allo spaziosissimo sagrato a balconata, si domina tutto il paese, la valle di Corteno e le montagne circostanti. È collocata tra il convento delle suore di Carità (dette di Maria Bambina)[1], la vecchia chiesa sconsacrata di San Carlo, l'antico oratorio dei Disciplini, il cimitero, la casa parrocchiale e l'attuale oratorio San Giovanni Bosco. Vi si giunge tramite la strada del monte Colmo oppure attraverso i vicoli di ciottoli e gradini di granito nel suggestivo e antico borgo edolese alla sinistra del fiume Oglio.
La storia
L'intitolazione attuale, probabilmente, non è quella originaria poiché, se così fosse, bisognerebbe far risalire la sua fondazione ad un' epoca relativamente tarda e cioè circa all'XI secolo, quando il culto verso questo mistero ebbe la sua particolare diffusione. Si ritiene, invece, che essa sia stata fondata verso la fine del VII secolo o al principio del IX e quindi con un titolo diverso. Durante il medioevo era l'unica sede battesimale dell'alta Valle Camonica. In seguito, con la costruzione di altre chiese nei paesi dell'alta valle, il suo ruolo si decentrò alle altre sedi. In passato era probabilmente intitolata all'Assunzione di Maria.
Risultano ignoti i rifacimenti ai quali fu soggetta, dalla sua fondazione sino al XVI secolo, quando la pieve quasi sicuramente fu oggetto di ampliamento. Un rifacimento ancora più radicale della chiesa plebana si ebbe alla metà del XVII secolo.
Non si conosce con precisione il luogo dal quale furono cavati i blocchi di granito per le sei colonne monolitiche che dividono le navate, poiché le tradizioni non sono concordi: secondo alcuni a Naiù, secondo altri a Trangulù, secondo altri ancora a Sessana, (tutte località sopra Mù)[2]
Il Vescovo Monsignor Marco Morosini la consacrò il 18 giugno 1652 insieme all'altare maggiore, benché non fosse terminata in tutte le sue opere. Nel 1682 si costruì l'attuale sagrestia, alla sinistra del presbiterio.
Nel 1718 si pensò di ampliare il coro: si dovette perciò demolire l'altare maggiore, una parte di canonicato di Santa Caterina e il campanile.
Nel 1991, in occasione della Visita Pastorale, il vescovo Mons. Bruno Foresti, inaugurò le tre porte in bronzo della facciata, raffiguranti i misteri del Santo Rosario ad opera dello scultore dalignese[3] Maffeo Ferrari.
Il campanile
Inizialmente si ergeva nell'area dell'attuale sagrestia piccola (a destra del presbiterio); nel 1763 si diede compimento alla fabbricazione della nuova imponente torre. Il campanile è alto 68 metri, dal suolo alla croce, ed è il più alto della valle. La prima parte, fino alla cella campanaria, è quadrata, tutta in blocchi di granito, con quattro angoli modellati; sopra la cella campanaria è conformato a cuspide. Le attuali campane risalgono al 1898 e costituiscono il miglior concerto della valle ed uno dei migliori della diocesi di Brescia.
Interventi vari
Con il coro fu innalzata l'elegante cupola e per sostituire l'altare demolito, nel 1749 fu deliberata la costruzione di uno nuovo. Ritocchi ed abbellimenti furono apportati alla chiesa in tempi più recenti. Nel 1892 si provvide ad innalzare la navata centrale, si poterono quindi aprire i quattro finestroni per ciascun lato.
Si procedette poi con l'interramento dei due altari laterali della Madonna e del Presepe e l'apertura dei quattro archi, due corrispondenti all'altare delle madri e del Crocifisso o Battistero. In seguito, tra il 1928 e il 1935 si decise di decorare e affrescare tutta la chiesa. Il primo intervento fu eseguito da Giuseppe Trainini di Brescia, che ornò di figure tanto la cupola, quanto la navata centrale, mentre i dipinti delle navate laterali furono eseguiti dal noto pittore Luigi Morgani di Torino. Rinnovato l'interno si intervenne anche sulla facciata.
Altari e opere interne
La chiesa è ricca di otto altari ed un altare maggiore, la cui pala ha una cornice di buon intaglio, ma abbastanza recente e una tela che rappresenta la Natività di Maria di buon autore ignoto di scuola venata. Sopra l'altare maggiore troneggia il Crocifisso in bronzo dello scultore contemporaneo professor Federico Severino, ivi posto nel febbraio 1993. Pure dello stesso autore sono l'altare della celebrazione, l'ambone e la sede presidenziale, realizzate nel 1995. I due altari frontali, in capo alle navate laterali, sono due bellissime opere d'intaglio attribuite al maestro Pietro Ramus o alla sua scuola.
Sopra il quadro della Natività, nell'abside, si apre una vetrata raffigurante la Madonna che nelle giornate di sole, irradia il presbiterio e la navata centrale.
Sul lato opposto, sopra l'ingresso principale, si erge una balconata in legno intarsiato, intagliato e decorato, opera di Pietro Ramus, dove è posizionato l'organo.
Altare del presepe
Situato a sinistra, l'altare del presepe ha sostituito l'omonimo della vecchia Pieve e quello più antico di Sant'Ambrogio. È a due ordini: nel centro della cimasa si nota un organo, a sinistra c'è una statuetta di Sant'Ambrogio, che ricorda il titolo primitivo. Del gruppo ligneo della Natività nel 1980 sono state trafugate le statue della Sacra Famiglia e quelle attuali sono delle copie in legno. Delle statue trafugate qualche anno fa è stata ritrovata quella del Bambino Gesù, non più collocata sull'altare, ma conservata a parte.
Altare della Madonna del Rosario
Si trova destra in fondo alla navata, ha preso il posto di quello omonimo e di Santa Caterina da Siena. È a due ordini con due colonne: fino al 1769 in centro era occupato da una grande tela raffigurante la Vergine del Rosario con San Domenico e Santa Caterina, alla quale fu sostituita una nicchia per una statua, occupata ora da una più recente in legno di Valgardena. Una piccola tela con la Madonna del Rosario è ancora sulla cima dell'altare.
Altare di San Lorenzo
Fu eretto nel 1660 succedendo alla cappella e all'altare già dedicato al santo nella vecchia Pieve. Tre anni dopo, fu ordinato il quadro al pittore locale Giacomo Bornini detto Bate, di Saviore dell'Adamello.
Altare delle Anime o del Suffragio
Fu eretto nel 1670 a cura della comunità e della Confraternita del Suffragio. Presenta l'ancona, la balaustra e la predella in marmi policromi. La tela è attribuita al Bate.
Altare dedicato a Santa Monica
È l'altare delle madri cristiane e fu eretto nel 1886, la tela è del pittore Volpi di Lovere (Bg).
Altare del Crocifisso
Fu rimosso per collocare in posto più visibile e decente il Battistero: tolta la mensa è però rimasto il crocifisso che, prima del rialzo della volta, pendeva dall'arco trionfale del presbiterio.
Altare di Sant'Antonio
Più propriamente è dedicato ai due santi: Sant'Antonio Abate e Sant'Antonio di Padova. Finito nel 1674 è attribuito al maestro Pietro Ramus. Il quadro è del Bate e porta in fondo a sinistra il ritratto del Patrono e di una sua figlioletta. Una scritta, che stava dietro un piccolo Tabernacolo, segna l'anno e il patrono che lo commissionò.
Altare dell'Angelo custode
Nella stessa epoca fu eretto questo altare che porta ancora sulla cima un'immagine dell'Angelo. Attualmente è dedicato a San Carlo. Ai piedi dell'altare è collocata la tomba di Monsignor Pietro Gazzoli[4], vescovo ausiliare di Brescia, originario di Edolo, scomparso nel 1990.
Il Pulpito
In legno intagliato ed intarsiato è opera pregevole uscita dalla bottega del maestro Pietro Ramus. La piramide rovesciata, che fa da base, poggia sulla testa ben modellata di un leone e su quattro putti (due per lato) che fanno da cariatidi ed è tutt'intorno lavorata graziosamente con disegni d'intarsio e a mezzo rilievo. La parte d'intarsio, il vero pulpito, presenta sei nicchiette (in precedenza contenevano una statuetta ciascuna, poi trafugate) e tra una nicchietta e l'altra si levano delle cariatidi. Sotto il cielo, lo Spirito Santo in forma di colomba, e all'esterno una serie di putti alati.
Curiosità
- Ai lati del presbiterio, posizionati all'interno dei primi archi, vi sono due segnalatori luminosi comandati dal sagrestano che, durante la Liturgia, suggeriscono all'assemblea dei fedeli il canto da intonare. L'iniziativa nacque da un suggerimento di un parrocchiano che, tornato dagli Stati Uniti, consigliò al parroco d'allora di imitare in questo modo i fratelli d'oltreoceano. Osservando bene la foto del presbiterio e della navata centrale si notano questi particolari.
- Il giorno 29 agosto 2010 alle ore 10,45 in località Mola (1700 mslm) nel comprensorio di Edolo (Bs), dopo un anno e mezzo circa di lavori, la parrocchia di Edolo ha inaugurato una chiesetta dedicata al beato Carlo Gnocchi Cappellano militare degli alpini.
Galleria fotografica
Alcune foto[5]:
- La navata centrale e sullo sfondo il presbiterio e l'abside.
- L'altare della Natività - Il Presepe.
- Il presbiterio.
- Il pulpito.
- Vetrata a piombo della Beata Vergine Maria.
- Altare di Santa Monica.
- Altare dei santi Antonio di Padova e Abate.
- Altare del Crocifisso e Battistero.
- Altare di San Lorenzo.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
Chiesa parrocchiale di Santa Maria Nascente su lombardiabeniculturali.it. URL consultato il 15-08-2024
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