Pio Bruno Lanteri

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Venerabile Pio Bruno Lanteri, O.M.V.
Presbitero
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 71 anni
Nascita Cuneo
12 maggio 1759
Morte Pinerolo
5 agosto 1830
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Ordinazione presbiterale Torino, 25 maggio 1782
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° vescovo di Roma
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da
Venerabile il 1965
Beatificazione [[]]
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza [[]]
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari
Patrono di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
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Nomi postumi
Altri titoli
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Il Venerabile Pio Bruno Lanteri (Cuneo, 12 maggio 1759; † Pinerolo, 5 agosto 1830) è stato un presbitero italiano, fondatore degli Oblati di Maria Vergine.

Biografia

Formazione

Nato a Cuneo il 12 maggio 1759, Pio Bruno era il settimo nato di Pietro Lanteri (1718-1784), medico, e di Margherita Fenoglio (1733-1763), che morì dopo aver dato alla luce il decimo figlio. Di lui si occupò il padre, che lo consacrò alla Madonna all'età di quattro anni. Fu di salute cagionevole fin dall'infanzia: soffrì per tutta la vita soprattutto agli occhi ed era soggetto a frequenti attacchi asmatici.

Formazione e ministero sacerdotale

Nel 1776, a diciassette anni, entrò nella Certosa di Pesio, presso Cuneo, dove la salute gli permise di restare solo un anno. Nel tempo trascorso in famiglia maturò la vocazione sacerdotale, d'accordo con il vescovo di Mondovì, il teatino milanese mons. Michele Casati(ch) (1699-1782).

Nel 1777 vestì l'abito clericale e si iscrisse alla facoltà teologica dell'Università di Torino. Qui nel 1778 incontrò il sacerdote svizzero Nikolaus Joseph Albert von Diessbach (1732-1798), grazie al quale apprese la spiritualità di sant'Ignazio di Loyola (1491-1556) e adottò la morale di sant'Alfonso Maria de' Liguori (1696-1787), contro il rigorismo giansenista.

Conobbbe l'Amicizia Cristiana, associazione fondata da Diessbach a Torino in quegli stessi anni. Il 15 agosto 1781 si impegnò in un atto di schiavitù a Maria, dodici anni prima del rinvenimento del Trattato della vera devozione alla Santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort (1673-1716).

L'Amicizia Cristiana

Andò a Vienna con padre Diessbach in occasione del viaggio apostolico di papa Pio VI (1775-1799). Ottenuta la dispensa pontificia, giacché non aveva compiuto i ventiquattro annp previsti, fu ordinato il 25 maggio 1782 a Torino, nella chiesa dell'Immacolata Concezione. Il 13 luglio conseguì la laurea summa cum laude in teologia. Poiché Diessbach era rimasto a Vienna per dirigere la locale Amicizia Cristiana, Lanteri si trovò alla guida di quella torinese con l'amico don Luigi Virginio (1756-1805).

Si impegnò soprattutto nella confessione, nella direzione spirituale e nella guida di associazioni: l'Aa e soprattutto l'Amicizia Cristiana e l'Amicizia Sacerdotale. Vivendo al tempo della Rivoluzione francese, Lanteri e Diessbach

« colgono il carattere epocale di tale Rivoluzione, cioè capiscono di aver di fronte un fenomeno destinato a durare, perché penetra nelle anime e quindi incide sulla cultura e sul costume dei popoli. Perciò l'apostolato delle Amicizie attribuisce grande importanza alla diffusione dei buoni libri, alla predicazione delle Missioni popolari e agli Esercizi Spirituali, cioè alle forme di apostolato in grado di favorire non solo conversioni radicali e mutamenti comportamentali, ma anche di fornire criteri di giudizio sulla storia e sulla propria epoca »

L'attività dell'Amicizia Cristiana si fondava su adunanze che nei primi anni d'attività si svolgevano due volte alla settimana. Vi partecipavano uomini e donne in numero limitato, che erano scelti personalmente dal responsabile dell'Amicizia locale e si impegnavano a mantenere segreta all'appartenenza all'associazione, della quale erano il nucleo essenziale, mentre i collaboratori erano solo dei simpatizzanti.

Grazie alla segretezza, durante l'occupazione rivoluzionaria del Piemonte e la prigionia di Pio VII (1800-1823) a Savona, l'Amicizia permise al Papa di ricevere e trasmettere messaggi. La polizia scoprì l'organizzazione soltanto nel 1811 ma, non avendo prove per incarcerare don Lanteri, si limitò a relegarlo nella sua casa di campagna, alla Grangia di Bardassano, dove rimase fino alla caduta di Napoleone Bonaparte (1769-1821) nel 1814.

Dopo la Restaurazione

Tornato a Torino dopo la Restaurazione, don Lanteri si occupò anzitutto della ricostituzione dell'Amicizia Cristiana, che fu ridenominata Amicizia Cattolica, abbandonò la pratica del segreto e divenne completamente laicale. I sacerdoti confluirono nel Convitto Ecclesiastico, organismo per la formazione pastorale del clero fondato da don Luigi Guala (1775-1848). Iniziò così una nuova fase dell'apostolato dell'Amicizia, improntato al tentativo di influenzare le classi dirigenti dopo l'età napoleonica: ne fecero parte, per esempio, il marchese Cesare Taparelli d'Azeglio (1763-1830) e il conte Joseph de Maistre (1753-1821).

Nel 1816, a Carignano, per iniziativa di alcuni sacerdoti, fra cui don Giovanni Battista Reynaudi (1782-1837), nacquero gli Oblati di Maria Santissima: i fondatori chiesero a don Lanteri di occuparsene. Nonostante il buon numero delle vocazioni e i buoni risultati, dopo quattro anni questi primi Oblati decisero di sciogliersi per l'ostilità del nuovo arcivescovo di Torino, mons. Columbano Giovanni Battista Carlo Gaspare Chiaverotti(ch) (1754-1831).

Però nel 1825, dopo un corso di Esercizi ignaziani, don Lanteri decise di prendere l'iniziativa, questa volta in prima persona, per la rifondazione degli oblati, che presero il nome di Oblati di Maria Vergine e vennero approvati canonicamente dal vescovo di Pinerolo, mons. Pierre-Joseph Rey(ch) (1770-1842), vecchio amico dello stesso Lanteri.

Nel frattempo l'Amicizia Cattolica incontrava l'ostilità delle classi dirigenti dell'epoca della Restaurazione, imbevute anch'esse di idee rivoluzionarie. Nel 1828 l'associazione in Piemonte venne soppressa da re Carlo Felice di Savoia (1721-1831), il quale, sebbene ne fosse stato sostenitore e benefattore, cedette alle pressioni "di chi era geloso del bene che altri faceva, o quel bene odiava" e così "giudicò esser cosa prudente che fosse sciolta, per togliere ogni pretesto alla tolleranza di altre società, che con meno rette intenzioni poteano formarsi"[1].

Don Lanteri morì il 5 agosto 1830 a Pinerolo nella casa della sua Congregazione.

Processo di beatificazione ed eredità

Nel 1920 venne introdotta la causa di beatificazione di don Lanteri, che nel 1965 è stato dichiarato venerabile.

Come ha osservato don Paolo Calliari, O.M.V. (1913-1991), il venerabile Lanteri ha avuto un'eredità diretta, dal momento che è stato con altri all'inizio di quel "rosario di santità" che ha dato tanti modelli di vita cristiana alla Chiesa nel Piemonte dell'Ottocento, ma anche indiretta, giacché le Amicizie sono all'origine dei primi movimenti laicali cattolici, impegnati nella riconquista culturale della società dopo i guasti prodotti dalla Rivoluzione francese.

Note
  1. Così scrisse il conte Clemente Solaro della Margarita (1792-1869), citato da Invernizzi.
Bibliografia
Voci correlate