Diocesi di Mondovì

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Diocesi di Mondovì
Dioecesis Montis Regalis in Pedemonte o Montis Vici
Chiesa latina
vescovo Egidio Miragoli
Sede Mondovì
Suffraganea
dell'arcidiocesi di Torino
Regione ecclesiastica Piemonte
225px-Mondovì diocesi.png
Mappa della diocesi
Provincia italiana di Cuneo
Collocazione geografica della diocesi
Nazione bandiera Italia
Vescovi emeriti: Luciano Pacomio
Parrocchie 192
Sacerdoti 121 di cui 112 secolari e 9 regolari
950 battezzati per sacerdote
19 religiosi 140 religiose 22 diaconi
126.233 abitanti in 2.189 km²
115.000 battezzati (91,1% del totale)
Eretta 8 giugno 1388
Rito romano
Indirizzo

Via F. Gallo 7, 12084 Mondovì [Cuneo], Italia

tel. +39017442458 fax. 0174.551.070 @
Collegamenti esterni
Sito ufficiale
Dati online 2017 (gc ch)
Dati dal sito web della CEI
Collegamenti interni
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La diocesi di Mondovì (in latino: Dioecesis Montis Regalis in Pedemonte o Montis Vici) è una sede della Chiesa cattolica suffraganea dell'arcidiocesi di Torino appartenente alla regione ecclesiastica Piemonte. Nel 2016 contava 115.000 battezzati su 126.233 abitanti. È attualmente retta dal vescovo Egidio Miragoli .

Territorio

La diocesi comprende la città di Mondovì e le zone circostanti, arrivando appena oltre il confine ligure.

Sede vescovile è la stessa città Mondovì, dove si trova la cattedrale di San Donato.

Il territorio è suddiviso in 192 parrocchie.

La regione del Monregalese, che costituisce la porzione maggiore della diocesi di Mondovì, nei secoli anteriori alla formazione dell’Impero Romano, era probabilmente coperta da foreste e scarsamente abitata. La zona apparteneva al territorio dei Bagienni – popolo appartenente agli antichi Liguri. I maggiori centri abitati erano Pedona (Borgo San Dalmazzo), Pollenzo e Bagienna (Bene Vagienna). Attorno al 170 a.C. i Bagienni furono sottomessi dai Romani: poco dopo, molto probabilmente, il loro villaggio principale di Bagienna fu eretto a "Municipium" romano, con il nome di "Augusta Bagiennorum".

La zona venne così a far parte della Gallia Cisalpina. Dopo la caduta dell’Impero Romano e le invasioni barbariche, all’epoca del dominio longobardo (VII - VIII secolo) e dell’Impero Carolingio (IX secolo) il Monregalese entrò a far parte della contea di Bredolo (Comitatus Bredulensis). Il "Comitatus" a sua volta dipendeva dal ducato di Asti e si estendeva dalla valle della Stura a quella del Tanaro e comprendeva pertanto la valle Gesso. Caduta la dinastia carolingia (X secolo), la contea di Bredolo, comprendente pure il Cuneese passò, per diverse concessioni imperiali, sotto la giurisdizione feudale del vescovo-principe di Asti, come feudo del Sacro Romano Impero.

Fu probabilmente oggetto di incursioni dei Saraceni, provenienti dai passi delle Alpi Marittime (secoli IX-X). In quel periodo e nell’epoca precomunale, nella zona si sorsero allora accanto ai centri abitati già esistenti di Bene Vagienna, Bredolo, Carrù, Vico ed altri, molti castelli e villaggi, come Grafiasco e Gragnasco (nella zona di Villanova), Subteniano (vallata di Roccaforte-Prea), Rhoca, Ferraria (vallata delle Frabose), Montaldo Scarampi, Roburent, Lupazanio (Mondovì - Carassone), Vasco (Monastero), Bene Superiore (Beinette), Fraverge (Rocca de' Baldi), Framello (Crava), Morozzo, Magliano, Carassone (presso Bastia), Famulasca (Chiusa di Pesio), Nigella (Niella Tanaro), e altri ancora.

Dopo il mille, l’epoca dei liberi comuni italiani, vede il sorgere di Mondovì, che, costituito in comune e, in seguito, in città, divenne il maggiore centro religioso, civile e politico dell’antica contea di Bredolo.

Storia

La diocesi di Mondovì fu eretta da papa Urbano VI con la bolla Salvator Noster data a Perugia l’8 giugno 1388, a seguito di una petizione presentata al Papa dalla Città a dal marchese Teodoro II del Monferrato. Ciò avvenne durante lo Scisma d’occidente, e la promozione di Mondovì a sede vescovile potrebbe essere stata concessa, anche per la fedeltà di Mondovì al legittimo papa di Roma, mentre la diocesi madre di Asti era passata all’obbedienza dell’antipapa francese. Tuttavia il vescovo di Asti conservò per alcuni secoli il diritto di elezione del vescovo di Mondovì.

Il territorio della nuova diocesi venne ricavato da quella di Asti e fu resa suffraganea dell’arcidiocesi di Milano. Il nuovo vescovo ottenne il titolo feudale di conte; che rimase soltanto onorifico. La chiesa di San Donato martire, primitiva parrocchia e pieve del terzero più popoloso di Vico, costruita sulla parte più alta di Piazza (oggi Cittadella e Caserma) fu eretta a cattedrale. La medesima bolla pontificia vi erigeva il Capitolo dei Canonici, che riceveva ulteriori privilegi con altre bolle del 1440, di papa Eugenio IV, e nel 1461 di papa Pio II. La diocesi si estendeva a tutto il territorio dell’antica contea di Bredolo.

Vi era inclusa pertanto anche Cuneo, che tuttavia fu aggregata definitivamente a Mondovì soltanto nel 1438, per decreto di papa Eugenio IV. Lo stesso Pontefice, con bolla del 29 novembre 1438, assegnava al vescovado di Mondovì, l’antica abbazia benedettina di San Dalmazzo, situata presso la romana Pedona.

Nel 1495, per decreto della duchessa reggente, Bianca di Savoia, il distretto di Cuneo ebbe un proprio vicario generale, dipendente dal vescovo di Mondovì. Mons. Gerolamo Calagrano celebrò nel 1491 il primo sinodo diocesano che apre la serie dei 28 sinodi monregalesi, che la storia ci ha tramandato. Tra la fine del XV secolo e il primo decennio del XVI fu ricostruita, per iniziativa di Amedeo di Romagnano, sul luogo della precedente, la cattedrale di San Donato, tra le più imponenti del Piemonte. Fu consacrata da Lorenzo Fieschi nel 1514.

Nel 1515, Torino fu elevata a sede metropolitana, e il 24 maggio papa Leone X assegnò la diocesi monregalese alla provincia ecclesiastica piemontese.

Nel 1522 ci fu un curioso caso di conflitto nell'elezione del vescovo, il 22 ottobre il capitolo elesse Antonio di Romagnano, ignaro che il 15 ottobre il papa aveva già eletto nominando Lorenzo Fieschi.

In esecuzione del Concilio di Trento (1545-63), il vescovo cardinale Vincenzo Lauro fondava nel 1573 il Seminario diocesano. Negli stessi anni (1571-74) il duca Emanuele Filiberto faceva abbattere, insieme con altre chiese e edifici ecclesiastici, la grande cattedrale, da poco costruita, per trasformare il colle di San Donato in cittadella fortificata; la cattedrale fu trasferita nella chiesa gotica di san Francesco dei Frati Minori, risalente al XIII secolo.

Il santuario di Vicoforte

Negli ultimi decenni del secolo XVI si sviluppò il culto e la devozione alla Vergine del Pilone presso Vicoforte, e nel 1596, sotto Giovanni Antonio Castrucci, ebbe inizio la costruzione del santuario di Vicoforte, eretto in stupende forme barocche con il contributo dei duchi di Savoia, che divenne il centro spirituale della diocesi.

A metà del XVIII secolo (1743-53), sotto il vescovo Carlo Felice Sammartino, la chiesa di san Francesco fu abbattuta e sostituita dalla Ccttedrale odierna, progettata da Francesco Gallo (1742) e portata a compimento sotto Michele Casati, che la consacrò nel 1763.

Disegnato dall’architetto ducale Ascanio Vitozzi, fu compiuto nella prima metà del secolo XVIII su progetto di Francesco Gallo e per interessamento dei vescovi di Mondovì. I confini della diocesi subirono alcune variazioni nel 1768 per opera di Michele Casati, quando, al termine ad una lunga contesa, furono incorporate le parrocchie di San Michele, Niella Tanaro, Torre, Pamparato – precedentemente soggette alla Chiesa d’Asti – e quelle di Lesegno, Mombasiglio, Viola, Cigliè e Roccacigliè, già appartenute alla diocesi di Alba. Durante l’occupazione francese (1796-1815) la sede vescovile di Mondovì superò il pericolo di essere soppressa, come avvenne per altre nove diocesi piemontesi, e fu trasferita a Cuneo, che era stata eretta a sede provinciale.

Con le bolle del 17 luglio e 29 ottobre 1817 Pio VII istituiva la nuova diocesi di Cuneo, ricavandone il territorio dalla diocesi di Mondovì, ed estendeva i confini della Chiesa monregalese a tutta la valle del Tanaro e a quella del Bormida, includendovi le parrocchie del distretto ligure di Millesimo (Vicarie di Millesimo, Calizzano e Pallare); aggregava pure a Mondovì altre parrocchie delle vicarie di Dogliani e di Murazzano, che erano appartenute alla diocesi di Alba, già soppressa e nuovamente ricostituita.

In seguito alle soppressioni ed agli incameramenti delle Congregazioni religiose e dei beni ecclesiastici, attuati da Napoleone Bonaparte (1802-06) e dal governo del Regno di Sardegna (1855), non rimase niente della celebre abbazia e del suo patrimonio; il vescovo di Mondovì mantenne il puro titolo di "abate perpetuo di San Dalmazzo".

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

La diocesi al termine dell'anno 2016 su una popolazione di 126.233 persone contava 115.000 battezzati, corrispondenti al 91,1% del totale.

Fonti


  • (LA) Eubel Konrad, Hierarchia Catholica Medii ævi: sive, Summorum Pontificum, S[anctæ] R[omanæ] E[cclesiæ] Cardinalium, Ecclesiarum Antistitum Series. E Documentis Tabularii Præsertim Vaticani Collecta, Digesta, Edita, cap. Ab anno 1431 usque ad annum 1503 perducta, [vol. II], Patavii : Il Messaggero di s. Antonio, 1901, 1968
Voci correlate
Collegamenti esterni