Santa Gertrude di Helfta

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Santa Gertrude, O.Cist.
Monaca
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Miguel Cabrera, Santa Gertrude di Helfta (1763), olio su tela; Dallas (USA), Museum of Art
Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 46 anni
Nascita Eisleben, Turingia
6 gennaio 1256
Morte 17 novembre 1302
Sepoltura
Conversione
Appartenenza
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Extra Santa Gertrude di Helfta
Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione [[]]
Canonizzazione 1677, da Innocenzo XI
Ricorrenza 16 novembre
Altre ricorrenze 17 novembre a Helfta
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di Indie occidentali
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
Scheda su santiebeati.it
Invito all'ascolto
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Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 16 novembre, n. 2:
« Santa Geltrude, detta Magna, vergine, che, fin dall'infanzia si dedicò con grande impegno e ardore alla solitudine e agli studi letterari e, convertitasi totalmente a Dio, entrò nel monastero cistercense di Helfta vicino a Eisleben in Germania, dove percorse mirabilmente la via della perfezione, consacrandosi alla preghiera e alla contemplazione di Cristo crocifisso. Il suo transito si celebra domani. »

17 novembre, n. 14, ricorrenza secondaria:

« A Helfta vicino a Eisleben nella Sassonia in Germania, anniversario della morte di santa Geltrude, vergine, la cui memoria si celebra il giorno precedente a questo »

Santa Gertrude (Eisleben, Turingia, 6 gennaio 1256; † 17 novembre 1302) è stata una monaca e mistica tedesca. È considerata l'iniziatrice del culto al Sacro Cuore di Cristo.

Biografia

La vita della santa fu strettamente legata a quella della sua maestra Santa Matilde di Hackeborn.

Matilde all'età di sette anni accompagnò la madre a visitare il convento di monache benedettina a Rodarsdorf; la sua amata sorella maggiore Gertrude, da non confondersi con la santa, viveva in quel cenobio e nel 1256 fu eletta badessa alla tenerà età di diciannove anni.

Matilde chiese di restare e fu accolta prima nella scuola abbaziale, poi, raggiunta l'età consona, nella congregazione benedettina; sarebbe sbagliato attribuire questa scelta alla limitatezza delle sue esperienze nel mondo, poiché infatti tornò spesso a casa durante l'infanzia e l'adolescenza e inoltre l'istruzione che le ragazze ricevevano nella scuola dei monastero era eccellente.

Attorno all'anno 1260 le fu affidato l'incarico di istruire i bambini che frequentavano la scuola dell'abbazia, compito che svolse parallelamente a quello di maestra del coro, che ottenne grazie alla sua bellissima voce, viene ricordata come l'usignolo di Helfta.

Nel 1257, la congregazione si era trasferita da Rodarsdorf a Hefta, in quanto la prima sede del convento era sempre confrontata con problemi di fornitura di acqua. Helfta era la città della famiglia della badessa Gertrude e di sua sorella Matilde, gli Hackeborn. Nella scuola del nuovo monastero giunse tre anni dopo una bambina di cinque anni chiamata Gertrude, di cui non si conoscevano le origini, probabilmente orfana, come lei stessa affermava. La giovane affidata alle cure di Matilde si rivelò presto di personalità attraente e di profonda intelligenza.

Tra la maestra e l'alunna si instaurò un ottimo rapporto e sotto la guida di Matilde, che divenne maestra delle novizie dopo la decisione di Gertrude di entrare nella congregazione, la bimba sviluppò tutte le sue facoltà intellettive, divenendo anche una eccellente studiosa di latino.

Giovanni Battista Carlone, Comunione di santa Gertrude (1632), olio su tela; Genova, Chiesa di Santa Caterina

Dopo una profonda crisi spirituale, nel 1280 riuscì a superare il suo stato di tiepidezza interiore. Il 27 gennaio 1281 ebbe la prima esperienza mistica, che mutò radicalmente la sua vita interiore: ebbe la visione di un giovanetto che la guidava a superare il groviglio di spine che opprimeva la sua anima, prendendola per mano; in quella mano, Gertrude riconobbe la preziosa traccia di quelle piaghe che avevano abrogato tutti gli atti di accusa dei nostri nemici; riconobbe Colui che sulla Croce ci salvò con il suo sangue, Gesù.

Lasciò i scrittori secolari che aveva imparato ad amare sotto la guida di Matilde, per esaminare più profondamente la Bibbia e le opere dei Padri della Chiesa, in particolare Sant'Agostino.

Le sue opere riflettono chiaramente l'influenza delle letture e forse in modo più significativo della liturgia. Il sunto delle esperienze mistiche di Gerturde fu redatto in cinque volumi con il titolo di Legatus divinae pietatis oggi chiamato Le Rivelazioni di Santa Gertrude.

Solo il secondo volume viene attribuito con certezza a Gertrude, mentre gli ultimi tre tomi, furono redatti da altri sotto la sui guida e poi riuniti; il primo volume invece fu scritto dopo la sua morte, in base agli appunti delle monache che l'ebbero come consorella. Lo stile dei testi può sembrare di difficile lettura ai nostri giorni, sia per motivi culturali sia per l'oggettiva difficoltà della mistica a tradurre in parole la sua esperienza.

« Iniziai a capire dentro di me quanto sarebbe stato difficile, per non dire impossbile, trovare le espressioni e le parole giuste per tutte le cose che mi erano state dette, in modo da renderle comprensibili a livello umano senza creare scandalot »

La cosa importante è che il suo stile, ricco in aggettivi e metafore che si susseguono nel tentativo di comunicare ciò che è impossibile esprimere, è radicato nella liturgia e nelle Sacre Scritture. La maggior parte delle esperienze mistiche avvennero durante la Santa Messa o durante l'Ufficio divino.

Contemporaneamente anche Matilde seguì lo stesso percorso mistico: all'età di cinquant'anni, scoprì che Gertrude aveva trascritto fedelmente la sua esperienza mistica, con le lezioni e le informazioni relative. Da prima la maestra fu allarmata e turbata, ma dopo un periodo di profonda riflessione e preghiera, decise che Gertrude era stata ispirata da Dio e perciò decise di collaborare con lei alla stesura di un manoscritto dal titolo Liber gratiae specialis oggi conosciuto come Rivelazioni di Santa Matilde.

In questa opera a due mani, l'amore di Cristo, simboleggiato dal Suo cuore, era un tema ricorrente e in questo senso anticipatore della devozione per il Sacro Cuore, che fiorì in Francia tre secoli dopo, sebbene in un contesto trinitario più ampio. L'aspetto più coinvolgente delle loro opere è che sono essenzialmente distaccate, in un'epoca in cui gli scrittori mistici tendevano a concentrarsi sull'indegnità dell'uomo davanti a Dio, Gertrude, pur consapevole delle sue lacune, non perse mai di vista la bontà (amore, pietas) di Dio, che la accettava nonostante le sue mancanze:

« Ammetto di aver sfruttato solo in parte i tuoi doni e perciò non posso credere che fossero tutti destinati solo a me, perché nella tua eterna saggezza non puoi essere frainteso. Ecco perché, o mio benefattore, che mi hai così liberamente concesso doni che non meritavo, ti chiedo di far sì che almeno un lettore sensibile sia mosso a compassione leggendo queste pagine, vedendo che, attraverso il fervore per lo spirito, hai permesso che una gemma regale fosse incastonata nel santuario del mio cuore. Possa quel lettore essere spinto a lodare e innalzare la tua pietà cantando inni nel silenzio del suo cuore o a voce alta [...] E perciò trasformerai in qualche modo tutte le mie mancanze in qualcosa di buono. (Legatus divinae pietatis 2.5) »

Non si sa quasi nulla della vita quasi priva di eventi delle due monache, a parte le poche notizie che si possono trarre dalle loro opere; Matilde morì il 19 novembre 1298, a cinquantasette anni, mentre Gertude, che aveva quindici anni in meno, ma che era stata colpita da diverse malattie negli ultimi dieci anni di vita, morì il 17 novembre, probabilmente del 1302.

Una selezione di orazioni tratte dalle loro opere è stata pubblicata in inglese dal canonico John Gray nel 1927. Secondo Alban Butler Le Rivelazioni di Santa Gertrude era

« l'opera forse più utile, dopo quella di Santa Teresa d'Avila, all'arricchimento della Chiesa, alimentandola di devozione allo stato contemplativo »

Culto

Gertrude fu riconosciuta santa, quando le sue opere furono pubblicate in latino nel 1536. Papa Paolo V ne approvò l'ufficio liturgico nel 1606. Successivamente nel 1677 Papa Innocenzo XI la inserì nel Martirologio Romano e Papa Clemente XII su richiesta del re di Polonia e del duca di Sassonia, decretò nel 1738 che la sua festa fosse osservata il 16 novembre in tutta la Chiesa occidentale; fu anche nominata patrona delle Indie occidentali su richiesta del re Filippo IV di Spagna.

Anche per Matilde fu permessa la commemorazione in molti monasteri benedettini; la festa di Santa Gerturde, nell'attuale martirologio è stata mantenuta, sembra meglio, quindi, celebrare sia Gertrude che Matilde von Hackeborn nello stesso giorno, anche se in Germania la prima è commemorata il 17 e la seconda il 20 novembre.

Spiritualità

Iniziò il culto del Sacro Cuore di Gesù: ella sentiva Gesù presente nel suo cuore in forma di mistico bambino. I riferimenti al cuore di Gesù, metafora dell'amore infinito di Dio per la sua creatura, sono numerosissimi nei suoi scritti.

Gertrude è spesso raffigurata con un cuore ardente visibile sul petto, con l'immagine di Gesù (di solito bambino) al centro. L'antifona dei vespri nella festa della santa canta In corde Gertrudis invenietis me ("Nel cuore di Gertrude mi troverete"): Cuore di Gertrude o cuore di Gesù? In realtà i due cuori si sovrappongono, coincidono, segno di quello "scambio dei cuori" che poi diventerà familiare ai mistici e di cui si parla già espressamente nel Legatus.

Ebbe le stimmate nel cuore e venne favorita da numerose grazie mistiche.

Opere

Altre sue opere: Esercizi spirituali e il Messaggero della divina pietà (Legatus divinae pietatis), opera redatta il 25 marzo 1289.

Voci correlate
Bibliografia
Collegamenti esterni