Tommaso Antici
Tommaso Antici Cardinale | |
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Età alla morte | 80 anni |
Nascita | Recanati 10 maggio 1731 |
Morte | Recanati 4 gennaio 1812 |
Ordinato diacono | 2 febbraio 1790 |
Creato Cardinale |
30 marzo 1789 da Pio VI (vedi) |
Cardinale per | 22 anni, 9 mesi e 5 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Tommaso Antici (Recanati, 10 maggio 1731; † Recanati, 4 gennaio 1812) è stato un cardinale italiano, dimissionò dal cardinalato, su pressione degli occupanti francesi, nel 1798.
Cenni biografici
Nacque a Recanati in una famiglia aristocratica poi fusa con la famiglia romana Mattei, era il primogenito dei nove figli del marchese Giuseppe Rinaldo Antici e di Antonia Cipriani. Gli altri fratelli erano Vittorio Niccolò, Filippo, Vincenzo, Olimpia, Lorenzo, Margherita, Scolastica e Anna.
Formazione e attività diplomatica
Studiò legge e teologia a Roma. Divenne segretario del cardinal Ferdinando Maria de Rossi. Grazie all'appoggio di questi e della nobildonna romana Livia Altieri, oltre che per le sue doti di abile diplomatico, divenne rappresentante presso la Santa Sede di molti stati: dal 1762 al 1789 del principato di Colonia; dal 1763 al 1767 di Parma e Piacenza; dal 1769 al 1777 del principato di Pfalz; del regno di Polonia dal 1768 al 1795; del regno di Prussia dal 1776 al 1778, e del principato di Baviera dal 1776 alle sue dimissioni dal cardinalato. Nel 1784 divenne abate commendatario dell'abbazia cistercense Paradies, diocesi di Posen, in Polonia.
Le sue abilità diplomatiche dovettero affrontare molte questioni inerenti in particolare la corona polacca. Di particolare rilievo quella riguardante la soppressione dell'Ordine dei Gesuiti, su pressione delle corti borboniche, che occupò l'attività diplomatica della Santa Sede nella seconda metà del secolo. L'Altieri, curatore degli interessi polacchi, cercò di entrare in rapporto con il ministro russo in Polonia, il conte Stakelberg, tenace sostenitore dell'appoggio dato da Caterina II al vescovo di Varsavia. Cercò di accattivarsene i favori, rivelandogli l'approvazione di Pio VI per l'atteggiamento benevolo della zarina Caterina II nei riguardi dei gesuiti fuggiaschi.
Non meno importanti e delicati furono gli altri problemi di cui l'Altieri ebbe modo di occuparsi: le trattative sul clero scismatico di Polonia, sui vescovi ruteni e della Poznania; le questioni concernenti la posizione del metropolita di Russia, connesse ai non facili rapporti con il clero scismatico, e quelle a cui erano legati più stretti gli interessi della Polonia e della Curia, le concessioni beneficiarie.
Cardinalato
Con l'appoggio di Stanislao Augusto, dell'elettore palatino e dello stesso Federico II di Prussia ottenne nel 1789 l'agognata nomina a cardinale. Fu creato cardinale nel Concistoro del 30 marzo 1789 e ricevette il 3 agosto il titolo di cardinale presbitero di Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere. A dispetto del titolo non ricevette mai l'ordinazione sacerdotale, ma il 2 febbraio dell'anno seguente ricevette quella diaconale.
Fu ascritto alle sacre congregazioni: del Sant'Uffizio, dell'Ecclesiastica immunità, della Disciplina dei religiosi, dei Vescovi e Regolari di Avignole e di Loreto.
Nell'anno 1793-1794 fu camerlengo del Collegio Cardinalizio. Nel 1795 divenne prefetto della Congregazione del Concilio, carica che ricoprì sino alle sue dimissioni da cardinale.
Nel 1797, mentre Bonaparte muoveva contro lo Stato della Chiesa, l'Antici, persa ogni speranza in un appoggio o difesa da parte di Vienna o di Napoli, sostenne e riuscì a far prevalere il partito della pace con i francesi, contro quello della guerra ad oltranza, di cui era fautore il cardinale Alessandro Albani. Quando poi le truppe francesi occuparono Roma, con il collasso politico dello Stato pontificio, dimissionò dal cardinalato. Scrisse la lettera di dimissioni al papa esiliato a Siena il 7 marzo 1798. Pio VI esitò molto prima di concederle, ma anche su pressione dei cardinali Leonardo Antonelli e Giuseppe Maria Spina, entrambi ostili all'Antici, e il 7 settembre ne accettò le dimissioni. Il prelato rientrò a Recanati da dove nel 1800, in occasione del conclave di Venezia inviò un memoriale in cui, sostenendo che la rinuncia gli era stata estorta con la violenza, chiedeva di essere riammesso nel collegio cardinalizio. Di fronte al deciso rifiuto dei cardinali non insistette, pur non tralasciando d'inviare al nuovo pontefice, Pio VII, una lettera di pentimento.
Trascorse gli ultimi anni a Recanati, dove morì il 4 gennaio 1812.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere | Successore: | |
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Giovanni Ottavio Manciforte Sperelli | 3 agosto 1789 - 7 settembre 1798 dimissionario | Francesco Maria Pignatelli |
Predecessore: | Prefetto della Sacra Congregazione del concilio | Successore: | |
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Guglielmo Pallotta | 25 settembre1795 - 7 settembre 1798 | Filippo Carandini |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
- Cardinali presbiteri di Santa Maria in Trastevere
- Concistoro 30 marzo 1789
- Cardinali italiani del XVIII secolo
- Italiani del XVIII secolo
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- Cardinali per nome
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