Filippo Carandini

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Filippo Carandini
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 70 anni
Nascita Pesaro
6 settembre 1739
Morte Modena
28 agosto 1810
Sepoltura Cattedrale di Modena
Conversione
Appartenenza
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29 gennaio 1787 da Pio VI (vedi)
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Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Incoronazione
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Erede
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Onorificenze
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Filippo Carandini (Pesaro, 6 settembre 1739; † Modena, 28 agosto 1810) è stato un cardinale e giurista italiano.

Cenni biografici

Nacque a Pesaro, quintogenito dei nove figli del marchese Giovanni Ludovico e della contessa Osanna Magni, entrambi di antica nobiltà modenese.

Formazione e attività prelatizia

Dopo i primi studi a Pesaro si trasferì a Roma con il padre, rimasto vedovo e intenzionato a entrare in prelatura. Studiò quindi presso l'archiginnasio della Sapienza. Dopo aver conseguito la laurea in utroque iure, rimase a Roma, divenendo nel 1774 agente diplomatico del duca di Modena. Entrò così in contatto con gli ambienti della corte pontificia che ne apprezzarono ben presto le capacità e la profonda competenza giuridica, dapprima con il duca Francesco III, con cui operò per migliorare le relazioni con la Santa Sede, e poi con Ercole III divenuto duca di Modena nel 1780 che, fermo giurisdizionalista, assunse una posizione inconciliabile con quella della Santa Sede. Il Carandini, non trovandosi più nelle condizioni di operare per risolvere i problemi con Roma, rassegnò le dimissioni.

Papa Pio VI, notate le sue capacità e la sua buona disposizione, già lo aveva scelto fra i collaboratori, nominandolo prelato domestico nel 1777 e luogotenente del vicariato dal 1778 al 1784. In seguito fu luogotenente civile del tribunale della Camera apostolica. Nel 1785 il pontefice gli assegnò la segreteria della Congregazione del Concilio.

Cardinalato

Nel concistoro del 29 gennaio 1787 il papa lo creò cardinale, il 6 febbraio lo nominò prefetto della Congregazione del Buon Governo. Il 7 aprile ottenne il titolo di cardinale diacono di Santa Maria in Portico. Fu promosso agli ordini minori il 28 dicembre 1787 e divenne suddiacono il 6 giugno 1789. Nel 1794 mutò il titolo con quello di Sant'Eustachio.

Come prefetto della Congregazione del Buon Governo ebbe il compito assai complesso di attuare, nella realtà dei diversi ordinamenti delle comunità, l'editto delle dogane ai confini emanato da Pio VI il 30 aprile 1786.

Quando nel 1798 lo Stato pontificio fu invaso dai Francesi il Carandini, insieme con altri cardinali, fu preso come ostaggio. Il 10 marzo fu trasferito a Civitavecchia nel convento dei domenicani. Fu lasciato libero il 28 marzo e si ritirò a Modena presso la sua famiglia. Qui lo raggiunse la notizia della morte in esilio di Pio VI e l'invito a partecipare al conclave di Venezia.

In conclave fu favorevole ad Alessandro Mattei, sostenuto dal partito dell'Antonelli, di cui egli pure faceva parte, in seguito si lasciò persuadere a fatica dallo stesso Antonelli ad accettare la candidatura del Chiaramonti, da lui malvisto per la parentela col cardinal Braschi.

Con la ripresa del governo pontificio e il rientro a Roma del pontefice, il Carandini fu nominato da questi prefetto della Congregazione del Concilio e visitatore perpetuo degli Uffizi dei tribunali. Ancora in quell'anno lo chiamò a far parte della riorganizzata Congregazione economica, con i cardinali Fabrizio Ruffo, Stefano Borgia, Leonardo Antonelli e Antonio Maria Doria Pamphilj, che tra i primi atti decretò lo scioglimento delle anacronistiche corporazioni delle arti e mestieri. Questo consesso fu impegnato fino al 1808, in stretta collaborazione con la Congregazione del Buon Governo, a risolvere il grave problema dell'estinzione dei debiti delle comunità e ad attuare tutte le nuove disposizioni in materia finanziaria e amministrativa.

Dal 28 luglio 1800 fu pure membro di una speciale congregazione incaricata di esaminare le proposte del Bonaparte per un concordato tra Francia e Santa Sede e di proporre un testo accettabile per le due parti. Durante i lavori il Carandini mantenne un atteggiamento moderato, proponendo più volte di fare alla Francia tutte le concessioni compatibili con la dottrina cattolica.

Lasciò Roma nel 1809, a causa della nuova invasione francese. Si rifugiò dapprima a Tolentino e poi a Modena dove morì nel 1810. Le sue spoglie riposano nel Duomo di Modena.

Successione degli incarichi

Predecessore: Segretario della Sacra Congregazione del concilio Successore: Emblem Holy See.svg
Francesco Carrara 14 febbraio 1785 - 29 gennaio 1787 Giulio Gabrielli il Giovane I
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Francesco Carrara {{{data}}} Giulio Gabrielli il Giovane
Predecessore: Cardinale diacono di Santa Maria in Portico Successore: Kardinalcoa.png
Ignazio-Gaetano Boncompagni-Ludovisi 23 aprile 1787 - 12 settembre 1794 Charles Erskine of Kellie I
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Ignazio-Gaetano Boncompagni-Ludovisi {{{data}}} Charles Erskine of Kellie
Predecessore: Prefetto della Congregazione del buon governo Successore: Emblem Holy See.svg
Antonio Casali 6 febbraio 1787 - 1800 Ignazio Busca I
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Antonio Casali {{{data}}} Ignazio Busca
Predecessore: Cardinale diacono di Sant'Eustachio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Vincenzo Maria Altieri 12 settembre 1794 - 28 aprile 1810 Alessandro Lante Montefeltro Della Rovere I
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Vincenzo Maria Altieri {{{data}}} Alessandro Lante Montefeltro Della Rovere
Predecessore: Prefetto della Sacra Congregazione del concilio Successore: Emblem Holy See.svg
Tommaso Antici marzo 1800 - 28 aprile 1810 Giulio Gabrielli il Giovane I
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Tommaso Antici {{{data}}} Giulio Gabrielli il Giovane
Bibliografia
  • Mirella Giansante «CARANDINI, Filippo». In: Dizionario Biografico degli Italiani, Roma: Istituto dell'Enciclopedia Italiana, Vol. 19 (1976) (online)