Utente:Quarantena/Giancarlo Rossi-Fedele/Egitto
|tld = .eg |telefono = +20 |targa = ET |inno = Biladī (Patria mia) |festa = 23 luglio |note = 1È uno dei 51 Stati che hanno dato vita all'ONU nel 1945. }} fine della tabella - per la compilazione vedi -> Aiuto:Stato -->
La Repubblica Araba d'Egitto è uno Stato del Nord Africa. Include la Penisola del Sinai (dove si svolsero molte delle vicende narrate nel Libro dell'Esodo, tra questa la consegna dei Dieci Comandamenti a Mosè sul Monte Sinai), fatti che rendono l'Egitto moderno un paese che fa parte dell'Asia e idealmente anche della Terra Santa.
La principale parte abitata del paese si estende ai lati dell'area di esondazione del fiume Nilo. Vaste aree dell'Egitto sono coperte dalle sabbie del Sahara e sono disabitate.
L'Egitto confina ad ovest con la Libia, a sud con il Sudan, ad est con il mar Rosso ed Palestina e a nord con il mar Mediterraneo. La capitale è Il Cairo.
L'Egitto, uno dei pochi paesi arabi a riconoscere lo Stato d'Israele, è di confessione islamica al 90%, e da decenni ospita la sede della Lega Araba.
Grafia
- arabo: جمهوريّة مصر العربيّة, Jumhūriyya Misr al-ʿArabiyya
- , dove con مصر, Miṣr, si intende l'Egitto)
- inglese: Egypt
- latino: Aegyptus
- ebraico: עברית
Etimologia
Miṣr, il nome arabo e ufficiale del moderno Egitto, è una parola di origine semitica, affine all'ebraico מִצְרַיִם Mitzráyim che significa "i due stretti".
L'antico nome del paese, kemet, o "terra nera", è dovuto al fertile terreno nero depositato dalle piene del Nilo, distinto dalla "terra rossa", il deserto (deshret). Il nome è diventato keme in una fase successiva della lingua copta.
Il nome italiano "Egitto" deriva dalla parola latina Aegyptus che a sua volta viene dal greco Αίγυπτος, Aìgyptos. Il nome greco potrebbe ancora essere una derivazione dall'egiziano antico Hwt k3 Pth, "casa del Ka di Ptah", nome di un tempio del dio Ptah a Menphi.
Nel periodo egizio il termine più usato, soprattutto nelle titolature ufficiali, fu t3wy traducibile come Le Due Terre, termine indicante l'unione del Basso e dell'Alto Egitto.
Citazioni bibliche
La ricerca del nome "Egitto" sul sito La Parola, fornisce 594 citazioni bibliche, la maggior parte nell'Antico Testamento, ma con una discreta presenza nel Nuovo Testamento.
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Geografia
Morfologia
È bagnato a nord dal Mar Mediterraneo, e a est dal Mar Rosso; confina a est con Israele, a sud con il Sudan e a ovest con la Libia. La regione di confine con il Sudan lungo il Mar Rosso, il cosiddetto Triangolo di Hala' ib, è contesa dal Sudan. La parte ovest dell'Egitto è occupata dal deserto libico.
Idrografia
L'Egitto ha pochissimi fiumi. Il Nilo è il più importante dell'Egitto, è uno dei fiumi più lunghi del mondo (secondo le misurazioni, si contende il primato di lunghezza col Rio delle Amazzoni). Esso nasce dai Grandi Laghi africani, nella zona centrale del continente, e nel suo ultimo tratto attraversa da sud verso nord la parte orientale dell'Egitto. Il Nilo è stato di vitale importanza per il fiorire delle antiche civiltà, e lo è ancor oggi poiché è una fonte inesauribile di acqua per l'irrigazione dei campi. Senza di esso l'Egitto sarebbe un'isolata landa desertica senza vita, poiché si trova su uno dei territori più aridi del deserto sahariano, il Deserto Libico, poverissimo di oasi.
Clima
Il clima egiziano si presenta di tipo desertico su quasi tutto il Paese, eccezione fatta per la zona mediterranea dove esso è più temperato. Gli inverni sono miti, anche se non mancano gelate invernali nel deserto, dovute alle forti escursioni termiche tra il giorno e la notte. Le estati sono molto calde e secche, e le temperature raggiungono molto facilmente i 43-45 °C, con punte di oltre 50 °C in pieno deserto. La zona più "fresca" del Paese in estate è quella delle coste mediterranee, avvantaggiata dalle brezze marine che rendono più sopportabile la calura. Le precipitazioni sono molto scarse, soprattutto nelle zone interne sahariane, dove può non piovere per molti mesi.
Popolazione
La popolazione è quasi totalmente araba, i Berberi sono pochi e vivono nelle oasi del deserto. Data la vastità del territorio desertico, la densità media è bassa.
Demografia
L'Egitto, con i suoi quasi 70 milioni di abitanti[1] è lo stato più popoloso del Medio Oriente e il secondo stato più popoloso dell'Africa. Quasi tutta la sua popolazione è concentrata lungo il corso del Nilo, nell'area del suo delta e nell'area intorno al canale di Suez. Agli Egiziani urbani, residenti nelle metropoli di Cairo e Alessandria, si contrappongono gli egiziani rurali (fellahin). La popolazione totale e l'urbanizzazione sono molto aumentate nel XX secolo, grazie ai progressi sanitari e alla rivoluzione verde.
Etnie
Quello degli Egiziani è il gruppo etnico dominante del paese, che comprende il 94% della popolazione.
Fra le minoranze etniche si contano:
- le tribù arabe di Beduini nei deserti a est del Nilo e nel Sinai;
- i Berberi (Amazigh) dell'oasi di Siwa nel Sahara a ovest del Nilo;
- le antiche comunità di Nubiani dell'alto Nilo;
- le comunità tribali di Beja nell'estremo sud-est;
- i clan Dom del Delta del Nilo e del Fayum.
L'antichissima e vivacissima comunità ebraica è virtualmente scomparsa per emigrazione tra il 1948 e il 1962, anche se dopo la pace con Israele molti tornano in visita ai siti storici e archeologici delle principali città.
L'Egitto ospita anche un numero imprecisato di rifugiati politici:
- circa 70.000 palestinesi, storicamente i primi, qui dal 1948;
- circa 150.000 iracheni, giunti a partire dai primi anni 90;
- oltre 200.000 rifugiati sudanesi, giunti negli ultimi anni.
Lingue
L'arabo è la lingua ufficiale del Paese.
Il francese e l'inglese sono due lingue storicamente diffuse in Egitto nel mondo della cultura e nei commerci. L'Egitto prende parte all'Organizzazione Internazionale della Francofonia.
Religioni
Per approfondire, vedi le voci Chiesa cattolica in Egitto e Religioni in Egitto |
Quasi il 90% della popolazione è di fede musulmana; del rimanente il 10% sono cristiani copti; esistono piccolissime minoranze di ebrei (resto di una antichissima comunità fiorente fino alla metà del XX secolo), di bahá'í e di atei o agnostici.
Identità
La valle del Nilo fu sede di una delle più antiche civiltà del mondo, con lingua e religione proprie, che durò per tre millenni. Dopo il 343 a.C. l'Egitto cadde sotto una serie di dominazioni straniere (Ellenismo, Impero Romano, Impero Bizantino, Arabi, Mamelucchi, Impero Ottomano, Impero britannico), ciascuna delle quali lasciò la sua impronta sulla cultura locale. L'identità egiziana è evoluta in questi due millenni facendo spazio a due nuove religioni (Cristianesimo e Islam) e ad una nuova lingua, l'arabo e il suo discendente orale, l'arabo egiziano.
La misura in cui i singoli egiziani si identificano con ciascuno strato della storia della nazione, che ne articola l'identità collettiva, può variare. Le questioni identitarie sono emerse negli ultimi duecento anni, quando l'Egitto mirò a liberarsi da ogni occupazione straniera, sotto forma di tre ideologie principali:
- il nazionalismo egiziano, etno-territoriale e spesso liberale, il primo a svilupparsi, già nel XIX secolo, e dominante fra gli intellettuali e gli attivisti anti-colonialisti fino ai primi decenni del XX secolo.[2];
- il nazionalismo arabo o panarabismo, laico e a volte con venature socialiste, che appare alla fine del XIX secolo in funzione anti-turca e raggiunge il culmine nell'era di Gamal Abdel Nasser;
- l'islamismo politico-religioso, sorto all'inizio del XX secolo, specie con i Fratelli Musulmani, e in continua crescita a livello popolare, ma sempre escluso dal potere politico.[3]
Storia
La storia dell'Egitto viene fatta iniziare con l'unione di Alto e Basso Egitto da parte di Narmer, primo sovrano della I dinastia, intorno al 3200 a.C. anche se questi eventi vennero preceduti da una fase urbana preparatoria durata alcuni secoli. Sappiamo da recenti scoperte archeologiche che la civiltà egizia esisteva già da almeno un millennio prima.
Attraverso momenti imperiali ed altri di profonda anarchia l'Egitto mantenne la sua indipendenza fino alla metà del I millennio a.C. quando cadde sotto il controllo persiano.
Conquistato da Alessandro Magno nel IV secolo a.C., rimase sotto il controllo dei suoi successori, i Tolomei, fino alla conquista romana al 30 a.C.
Alla divisione dell'impero romano l'Egitto divenne parte dell'Impero Romano d'Oriente.
Conquista Islamica
Nel VII secolo fu conquistato dagli Arabi che resero il paese una provincia ( wilāya ) del loro califfato. Una prima autonomia il paese la riguadagnò coi Tulunidi e, dopo la riconquista abbaside, i cui califfi affidarono l'Egitto agli Ikshididi, il paese fu conquistato nel X secolo dai Fatimidi, che erano sciiti-ismailiti.
Saladino e la dinastia da lui fondata degli Ayyubidi posero sotto il proprio controllo l'Egitto, la Siria e lo Yemen a partire dal XII secolo. Successivamente, fu la volta dei mamelucchi, turchi e circassi. Infine fu il turno degli Ottomani che presero il potere nel XVI secolo (1517), al termine della Campagna militare voluta dal Sultano ottomano Selim I Yavuz che, tuttavia, mantenne come suoi "feudatari" gli sconfitti Mamelucchi.
Invasione napoleonica
Ai primi di luglio 1798 l'Egitto fu invaso via mare da un corpo di spedizione francese forte di circa 40.000 uomini guidato da Napoleone Bonaparte. Nella componente "scientifica" dell'espedizione (guidata da massoni francesi), si trovavano storici, archeologi, geografi, linguisti, scienziati, che il Bonaparte era riuscito ad aggregare alle truppe, e che svolse approfonditi (ma deturpanti) studi archeologici, scoprendo e portando in Franica oggetti come la Stele di Rosetta, che permise al Champolion di decifrare l'alfabeto egizio. L'occupazione francese durò fino all'estate del 1800 quando le ultime truppe comandate dal generale francese Menou si arresero agli anglo-turchi.
Dai primi del XIX secolo l'Egitto fu tenuto con saldo e innovatore polso dall'albanese Mehmet Ali Pascià (fondatore della dinastia albanese a guida di Egitto estinta con l'ultimo re Faruq I d'Egitto nel 1953) che avviò una dinastia vicereale (khediviale), formalmente vassalla della Sublime Porta (Istanbul) ma sostanzialmente del tutto autonoma.
Nel 1881, sfruttando l'estrema debolezza del dominio turco e le inettitudini finanziarie di Isma'il Pascià, giustificando il tutto con la necessità di proteggere gli investimenti europei nella zona del Canale di Suez, il Regno Unito e la Francia obbligarono l'Egitto a nominare due loro esperti alla guida dei dicasteri delle Finanze e dei Lavori Pubblici. Più tardi Londra occupò l'Egitto reggendolo fino al 1922, senza definirne uno status giuridico preciso e indicandolo come un semplice possedimento della Corona.
Il 28 febbraio 1922 venne riconosciuta una formale indipendenza, sotto la veste istituzionale monarchica, pur perdurando, di fatto, l'occupazione militare britannica.
Egitto repubblicano moderno
Questo stato di cose proseguì fino al 1952 quando il 23 luglio un colpo di Stato dei Liberi Ufficiali del generale Muhammad Neghib e del colonnello Gamāl ʿAbd al-Nāṣer (Nasser) proclamò la repubblica, deponendo la dinastia fondata da Mehmet Ali e imponendo pochi anni dopo il definitivo ritiro delle truppe britanniche dalla zona del Canale e dalle basi militari che ancora gestiva.
Il 23 giugno 1956 Nasser viene eletto Presidente della Repubblica, ed il 26 luglio decreta la nazionalizzazione del Canale di Suez, ponendo termine al controllo franco-britannico, e bloccando, di fatto, questa importante via di comunicazione. La situazione precipita nel mese di ottobre; a seguito di attacchi terroristici nelle zone di confine, infatti, il 20 ottobre, Israele invade il Sinai, e punta sul Canale di Suez; il 29 ottobre 1956, truppe britanniche e francesi occupano la zona del Canale, il 31 ottobre bombardano Il Cairo e il 5 novembre occupano Porto Said. Il 6 novembre l'Unione Sovietica intima ad Israele, Francia e Regno Unito, di interrompere le ostilità verso l'Egitto, minacciando un intervento diretto nel conflitto, ed anche gli Stati Uniti premono sugli alleati per porre fine al conflitto.
Gamal Nasser
Il cessate il fuoco entra in vigore l'8 novembre, ed il 15 dello stesso mese truppe di pace dell'ONU giungono nella zona. L'intero Egitto fu così affidato alla nuova classe dirigente espressa dai "Liberi Ufficiali".
Il successivo mancato finanziamento del progetto dell'Alta Diga di Aswān da parte della Banca Mondiale fu una delle cause dell'avvicinamento dell'Egitto, governato da Gamāl ʿAbd al-Nāṣer, all'URSS. Nel 1967 scoppia la "Guerra dei sei giorni" (vedi Conflitti arabo-israeliani), e il 28 settembre 1970 muore Nasser.
Anwar el-Sadat
Gli succede il vice presidente, Anwar al-Sādāt, che, nel 1973 sferra una nuova offensiva verso Israele. In seguito al buon esito delle trattative di pace con Israele (accordo di Camp David tra Sadat e Begin) Sadat cverrà ucciso il 6 ottobre del 1981 in un attentato perpetrato da militari islamici durante una sfilata militare.
Hosni Mubarak
Gli succede Hosni Mubarak che proseguirà con il processo di pace, l'apertura all'Occidente ed all'economia di mercato, avviando lo sviluppo dell'industria turistica .
Per approfondire, vedi la voce Conflitti arabo-israeliani |
Ordinamento dello stato
L'Egitto è una repubblica araba e socialista dal 18 giugno 1953. La Costituzione organizza il potere politico secondo un sistema semi-presidenziale multi-partitico con bicameralismo asimmetrico (la Costituzione vieta i partiti su base confessionale).
Il potere esecutivo è diviso tra il Presidente e il Primo Ministro. Tuttavia, in pratica, il potere esecutivo è fortemente concentrato nel Presidente, che dal 1952 al 2005 è stato eletto in consultazioni popolari con un solo candidato.
Il potere legislativo è esercitato dal Parlamento bicamerale:
- Assemblea del Popolo (Majlis al-Shaʿb), composto da 454 deputati eletti a suffragio universale diretto ogni 5 anni, 400 con sistema proporzionale, 44 in collegi uninominali e non più di 10 nominati dal Presidente. Il Parlamento può sfiduciare il governo.
- Consiglio Consultivo (Majlis al-Shura), composto da 264 consiglieri, per 2/3 eletti direttamente e per 1/3 nominati dal Presidente per un mandato di 6 anni (con rinnovo di metà consiglio ogni 3 anni). Il Consiglio, creato nel 1980, ha poteri limitati: in caso di disaccordo fra i due rami, l'Assemblea ha l'ultima parola.
Il potere giudiziario è costituzionalmente indipendente (con al suo vertice la Suprema Corte Costituzionale) e durante le presidenze Mubarak ha dimostrato anche una crescente indipendenza di fatto. Il diritto è di tipo codicistico (civil law), salvo per le questioni matrimoniali e di stato personale, dove vige il diritto religioso (coranico o canonico).
Suddivisione amministrativa
L'Egitto ha cinque livelli amministrativi al di sotto dello Stato.
Dall'aprile 2008 l'Egitto è diviso in 29 muhāfaza, o Governatorati.[4] In genere i Governatorati prendono il nome dalla città principale. Ogni Governatorato è retto da un governatore che viene designato dal presidente della repubblica.
Elenco dei Governatorati dell'Egitto
N° | Nome | Area (km²) | Popolazione (2006) | Capitale |
---|---|---|---|---|
1 | Governatorato di Alessandria (Iskandariyya) | 2.679 | 4.110.015 | Alessandria |
2 | Governatorato di Assuan (Aswan) | 679 | 1.184.432 | Assuan |
3 | Governatorato di Asyut (Asyut) | 25.926 | 3.441.597 | Asyut |
4 | Governatorato di Beheira (Buhayra) | 10.130 | 4.737.129 | Damanhur |
5 | Governatorato di Beni Suef | 1.322 | 2.290.527 | Beni Suef |
6 | Governatorato del Cairo | 214 | 7.786.640 | Cairo |
7 | Governatorato di Dakahlia (Dakahliyya) | 3.471 | 4.985.187 | Mansura |
8 | Governatorato di Damietta | 589 | 1.092.316 | Damietta |
9 | Governatorato di Fayum (Fayyum) | 1.827 | 2.512.792 | Faiyum |
10 | Governatorato di Gharbiya (Gharbiyya) | 1.942 | 4.010.298 | Tanta |
11 | Governatorato di Giza | 85.153 | 6.272.571 | Giza |
12 | Governatorato di Ismailia (Ismailiyya) | 1.442 | 942.832 | Ismailia |
13 | Governatorato di Kafr el Sheikh (Kafr el-Sheykh) | 3.437 | 2.618.111 | Kafr el-Sheikh |
14 | Governatorato di Matruh | 212.112 | 322.341 | Marsa Matruh |
15 | Governatorato di Minia (Minya) | 32.279 | 4.179.309 | Minya |
16 | Governatorato di Menufia (Manufiyya) | 1.532 | 3.270.404 | Shibin El Kom |
17 | Governatorato di Wadi al-Jadid | 376.505 | 187.256 | Kharga |
18 | Governatorato del Sinai del Nord | 27.574 | 339.752 | Arish |
19 | Governatorato di Porto Said | 72 | 570.768 | Port Said |
20 | Governatorato di Qaliubia (Qalyubiyya) | 1.001 | 4.237.003 | Banha |
21 | Governatorato di Qina (Qena) | 1.851 | 3.001.494 | Qena |
22 | Governatorato del Mar Rosso | 203.685 | 288.233 | Hurghada |
23 | Governatorato di Sharqiyya | 4.180 | 5.340.058 | Zagazig |
24 | Governatorato di Sohag | 1.547 | 3.746.377 | Sohag |
25 | Governatorato del Sinai del Sud | 33.140 | 149.335 | el-Tor |
26 | Governatorato di Suez | 17.840 | 510.935 | Suez |
27 | Governatorato di Luxor | 55 | 451.318 | Luxor |
28 | Governatorato di Helwan | n/a | 643.327 | Helwan |
29 | Governatorato al-Sadis min Uktubir | n/a | 500.000 | 6th October City |
Città principali
Istituzioni
Ordinamento scolastico
L'istruzione è obbligatoria fino ai 15 anni di età; l'alfabetizzazione ufficiale è del 100%.
Politica
Sia sul piano della politica interna, in particolare per quanto concerne l'assetto economico, sia su quello della politica estera, l'Egitto ha assunto, negli ultimi decenni, posizioni molto variegate e non sempre coerenti.
Il sistema politico egiziano è multi-partitico, ma con un partito dominante, il Partito Nazionale Democratico (الحزب الوطنى الديمقراطى al-Hizb al-Watanī al-Dīmuqrātī), fondato nel 1978 dal presidente Sadat, oggi guidato dal presidente Mubarak e membro dell'Internazionale Socialista.
Mohamed Hosni Mubarak è presidente dal 14 ottobre 1981, data dell'assassinio del presidente Mohammed Anwar El-Sadat; è stato eletto al suo quinto mandato nel settembre 2005, nella prima elezione presidenziale pluralistica, con l'88,6% dei voti (Ayman Nur del Ghad ottenne il 7,3%, Numan Gumaa del Wafd il 2,9%). I votanti furono però solo il 23% degli elettori.
Ahmad Nazif ha assunto la carica di primo ministro il 9 luglio 2004, in seguito alle dimissioni di Atef Ebeid, in carica dal 1999.
Oltre 50 anni dopo la rivoluzione dei Liberi Ufficiali (23 luglio 1952), alla fine di febbraio 2005, Mubarak annunciò a sorpresa la revisione della legge elettorale presidenziale in senso pluralistico. Tuttavia, anche la nuova legge rende estremamente difficili le candidature e favorisce la rielezione del presidente uscente. Ayman Nur, del partito Ghad, non venne eletto grazie a questo cavillo.[5] Peraltro, anche riguardo alle elezioni presidenziali e parlamentari del 2005 si levarono accuse di violenze pubbliche e private contro gli oppositori e di brogli a favore del partito di governo. Meno del 25% dei 32 milioni di elettori registrati votò nel 2005.
Il 19 marzo 2007 il Parlamento approvò 34 emendamenti alla Costituzione, ma l'opposizione non partecipò al voto; gli emendamenti miravano a:
- proibire che i partiti usino la religione come fondamento dell'attività politica;
- attribuire al presidente il potere di sciogliere il parlamento;
- terminare il controllo giudiziario sulle elezioni.[6]
Il referendum vide la partecipazione del 27% dell'elettorato: il 27 marzo si annunciò che il 75,9% dei votanti aveva approvato gli emendamenti. Ciò avrà per conseguenza una più efficiente repressione dell'islamismo.
La politica estera è moderata e in genere filo-occidentale dagli anni 70. L'Egitto ha considerevole influenza nel Medio Oriente e in Africa. Ospita al Cairo il quartier generale della Lega Araba e media spesso i conflitti inter-arabi. Come primo paese arabo a far pace con Israele (1979) assume spesso il ruolo di mediatore fra quest'ultimo e gli arabi. Dal 1991 al 1996 fu segretario generale delle Nazioni Unite l'ex vice-primo ministro egiziano Boutros Boutros-Ghali.
Questione democratica
Dopo gli anni in cui Nasser aveva governato in modo autoritario e repressivo verso ogni forma di opposizione, la parziale sconfitta dell'Egitto in due guerre contro Israele e con gli effetti economici contraddittori (fallimento del piano d'industrializzazione, costruzione dell'Alta Diga di Aswan, con benefici risultati nel campo della produzione di energia elettrica e nell'agricoltura) ma con riflessi negativi non indifferenti d'impatto ecologico sull'ambiente, l'Egitto con Anwar al-Sadat iniziò un lunghissimo processo di apertura (infitāh, "apertura") politica ed economica che può essere considerato un processo di democratizzazione.
L'Egitto gode di grosse simpatie in Occidente, non solo per la natura benigna dei suoi abitanti, e i suoi tesori storici e naturalistici, ma anche grazie al ritorno a un'economia di mercato a dopo un passato dirigistico di stampo social-democratico, ma anche in seguito al trattato di pace con Israele, dopo 25 anni di guerre, firmata da Anwar el-Sadat nel 1973 (che gli costò la morte per attentato), e che condurrà al formale riconoscimento dello Stato ebraico.
L'abbandono dell'alleanza con l'URSS e l'avvio di una sostanziosa intesa con gli USA costituiscono fondamentali momenti della nuova strategia politica internazionale di Sadāt, di fatto proseguita anche dal suo successore Hosni Mubarak e comprovata dalle posizioni dell'Egitto contro il cosiddetto fondamentalismo islamico, soprattutto dopo l'11 settembre 2001 e le guerre contro l'Iraq e il regime di Saddam Husayn.
Il regime egiziano, con tratti autoritari e forse di "culto della personalità", garantisce un notevole grado di stabilità economica e politica, oltre alla sicurezza per gli stranieri, fatto che ha agevolato gli investimenti internazionali e il turismo (esistono giganteschi alberghi di molte catene alberghiere mondiali). Alcuni analisti evidenziano la mancanza di un vice-Presidente della Repubblica in grado di succedere a Mubārak, la manifesta volontà di quest'ultimo di chiamare alla successione suo figlio Gamāl, fatto oggetto delle critiche dell'opposizione liberale e che non ha mai ricevuto l'appoggio della classe militare che guida il Paese dal 1951 (esprime quasi il 50% dei ministri).
Alcuni ritengono ambigua la politica liberalizzatrice di Mubārak perché, se autorizza nuovi partiti politici non in linea con la guida del partito egemone dell Presidente (tra i quali si segnalano i Fratelli Musulmani, con molti parlamentari), vari ostacol sono stati frapposti all'espletamento di una loro libera opposizione, col ricorso a misure detentive e che, per accontentare i sentimenti "fondamentalistici" non evita di avviare all'occorrenza pesanti azioni giudiziarie contro i più attivi critici del modo di operare islamista.
Economia
L'economia egiziana, prevalentemente agricola, nonostante il recente sviluppo delle attività industriali, e turistiche, era caratterizzata fino a qualche tempo fa da una pressoché assoluta staticità alla monocoltura del cotone che assoggettava, e in parte tuttora assoggetta, l' economia del paese alle fluttuazioni dei mercati internazionali.
- Addetti all'agricoltura: 32%
- Addetti all'industria: 22%
- Addetti al terziario: 46%
Un recente rapporto del governo egiziano indica un aumento sostanziale delle entrate dello Stato nel corso del primo semestre dell'anno fiscale 2008-2009. Secondo i dati, i ricavi del Cairo ammontano a 128 miliardi di sterline egiziane (circa $ 25 miliardi di euro) - un aumento del 98,5% rispetto al precedente anno fiscale. La relazione inoltre ha indicato un aumento del 46,5% di acquisti fiscali ($ 5,7 miliardi), un 22% di aumento in tasse doganali ($ 1,35 miliardi). Turismo, insieme con i ricavi generati dal Canale di Suez, i trasferimenti di denaro da parte egiziana ai lavoratori all'estero, e il Gas e le esportazioni di petrolio, costituiscono per l'Egitto le entrate in valuta estera.[7] Operazione Piombo Fuso a Gaza ha suscitato aspri sentimenti anti-Israele in Egitto, molte le intimazioni a tagliare i legami commerciali con lo Stato ebraico. Tuttavia, le organizzazioni del mercato egiziano non hanno ceduto alle pressioni e non hanno istituito il boicottaggio. Secondo dati egiziani, gli scambi commerciali tra Israele ed Egitto nel 2008 sono stati stimati di circa quattro miliardi di dollari, esclusi il gas e la benzina.[8]
Lavoratori egiziani all'estero
La crisi finanziaria mondiale ha colpito anche l'Egitto. Secondo uno studio pubblicato dal Centro egiziano di studi economici, le autorità temono che circa mezzo milione di lavoratori egiziani perderà il posto di lavoro nei paesi del Golfo entro la fine del 2009.[9]
Settore primario
La maggior parte dei campi è irrigata artificialmente ma la Alta Diga non permette ormai più al Nilo di fertilizzare i terreni e di ottenere fino ai tre raccolti tradizionali che precedentemente si potevano avere ogni anno. Le colture sono diversificate a seconda della stagione:
- Invernali (frumento e legumi).
- Estive (cotone, canna da zucchero, riso, arachidi, sesamo, mais, papiro).
- Autunnali (miglio e mais).
Industria
Grazie a petrolio e gas naturale l'industria energetica è abbastanza sviluppata. Sono importanti anche il settore siderurgico, meccanico e chimico. Il settore più sviluppato è comunque quello tessile, soprattutto con la lavorazione del cotone. La zona più industrializzata è quella tra il Cairo ed Alessandria.
Nella città di "October City" si sta sviluppando un forte polo industriale dedicato alla produzione automobilistica. Qui sono presenti molti gruppi industriali stranieri come Nissan, Mercedes-Benz, Suzuki e la tedesca BMW attraverso la Bavarian Auto.
Trasporti
- Strade: 64.000 km
- Ferrovie: 8.600 km
- Vie navigabili interne: 3.100 km
La navigazione interna (lungo il Nilo e canali ad esso collegati) è molto intensa. Il Canale di Suez, lungo 120 chilometri, è stato terminato nel 1869 e da allora costituisce una via di comunicazione di somma importanza strategica. I trasporti su gomma sono sviluppati solo nella zona della valle del Nilo.
Turismo
Il turismo, attualmente l'attività più importante del settore terziario, ripreso dopo gli attentati degli anni novanta, vede in Sharm el-Sheikh, Dahab, Hurghada e Marsa Alam i centri più importanti dove sono sorti numerosi alberghi e villaggi turistici con animazione turistica e internazionale.
Commercio estero
La bilancia commerciale egiziana è in passivo, anche perché le esportazioni riguardano solo il petrolio, il cotone e i datteri. Tuttavia il turismo internazionale è fonte di entrate valutarie, e così le rimesse degli emigrati.
L'Egitto esporta il proprio gas naturale ad Israele. Recentemente, una battaglia legale è in corso contro l'esportazione di gas naturale dall'Egitto a Israele. Una commissione di esperti, nominata dal tribunale egiziano che discute una petizione contro la tratta di gas, ha presentato una raccomandazione volta ad annullare la decisione del governo per l'esportazione di gas naturale ai vari paesi, tra cui Israele, ad un prezzo ridotto.[10]
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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