Adorazione dei Magi (Sandro Botticelli)

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Firenze Gal.Uffizi S.Botticelli AdorazioneMagi 1475ca.jpg

Sandro Botticelli, Adorazione dei Magi (1475), tempera su tavola
Adorazione dei Magi
Opera d'arte
Stato bandiera Italia
Regione Stemma Toscana
Regione ecclesiastica Toscana
Provincia Firenze
Comune Stemma Firenze
Diocesi Firenze
Ubicazione specifica Galleria degli Uffizi
Uso liturgico nessuno
Comune di provenienza Firenze
Luogo di provenienza Basilica di Santa Maria Novella, Cappella dell'Epifania
Oggetto pala d'altare
Soggetto Adorazione dei Magi
Datazione 1475 ca.
Ambito culturale
Autore Sandro Botticelli (Alessandro Filipepi)
detto Sandro Botticelli
Materia e tecnica tempera su tavola
Misure h. 111 cm; l. 134 cm
Virgolette aperte.png

1Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme 2e dicevano: «Dov'è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». 3All'udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. 4Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. 5Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:...
6E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l'ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele». 7Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella 8e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l'avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch'io venga ad adorarlo». 9Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. 10Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. 11Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra.
Virgolette chiuse.png

L'Adorazione dei Magi è una pala d'altare, eseguita nel 1475, a tempera su tavola, da Alessandro Filipepi detto Sandro Botticelli (1445-1510), proveniente dalla Cappella dell'Epifania nella Basilica di Santa Maria Novella a Firenze e ora conservata presso la Galleria degli Uffizi nella stessa città toscana.

Descrizione

Ambientazione

La scena si svolge all'aperto davanti alla capanna della Natività, ingegnosamente collocata in posizione rialzata e composta di una roccia, un tetto ligneo sorretto da alcuni tronchi e da ruderi che richiamano il mondo antico; concetto ribadito anche dall'immagine degli edifici crollati a sinistra, che richiamano la fine dell'era romana, a cui succedeva la nuova epoca segnata dalla nascita di Gesù, dalla sua morte e resurrezione, e dalla fondazione della nuova Chiesa.

Soggetto

Sandro Botticelli, Sacra Famiglia e alcuni membri della famiglia de' Medici (part. dall'Adorazione dei Magi), 1475 ca., tempera su tavola

Nella scena dell'Adorazione dei Magi compaiono:

  • al centro, la Sacra Famiglia:
  • Magi, vestiti con abiti sontuosi, che come di consueto, rappresentano le tre diverse età dell'uomo (gioventù, maturità e vecchiaia) e sono raffigurati nell'atto di adorare Gesù Bambino; essi, in questo caso alludono ai membri della famiglia de'Medici, in una sorta di successione dinastica:
    • Magio anziano è Cosimo il Vecchio (1389 - 1464), con la veste nera ricamata d'oro, inginocchiato in adorazione del Bambino, ha già deposto il suo dono ai piedi della Madonna;
    • Magio d'età matura è Piero (1416 - 1469), figlio maggiore di Cosimo, è presentato genuflesso, di spalle allo spettatore, vestito con un mantello rosso foderato d'ermellino e con il suo prezioso dono in mano;
    • Magio giovane è Giovanni (1421 - 1463), figlio minore di Cosimo, rappresentato anche lui come il fratello, inginocchiato, di spalle allo spettatore, con una veste bianca e con il suo dono in mano.
  • Corteo, che accompagna i Magi, è affollato di vari personaggi tra i quali si notano:
    • a sinistra, Giovane è Lorenzo il Magnifico (1449 - 1492), figlio maggiore di Piero, vestito con una lunga veste bianca e una berretta come cappello;
    • a destra, Giovane, simmetricamente disposto rispetto al precedente, è Giuliano (1453 - 1478), figlio minore di Piero, è raffigurato con un vestito corto nero e rosso, bordato d'oro, colto con un'espressione pensosa.

Inoltre, nel corteo sono presenti:

Inoltre, nella scena sono presenti alcuni dettagli, resi con grande cura, spesso di valore simbolico, come gli abiti dei protagonisti, l'ambientazione scenografica e gli elementi naturalistici, come:

  • Pavone, posato a destra, che simboleggia l'immortalità, poiché fin dall'antichità le sue carni erano ritenute immarcescibili.

Note stilistiche, iconografiche e iconologiche

Sandro Botticelli, Pavone posato sui ruderi romani (part. dall'Adorazione dei Magi), 1475 ca., tempera su tavola
  • Il tema dell'Adorazione dei Magi, frequente nel Rinascimento fiorentino, non è stato scelto casualmente, poiché esso si adattava bene alla filosofia neoplatonica, molto sentita nell'ambiente mediceo, il quale alludeva sia alla rivelazione di Gesù Cristo al mondo, ma anche al declino del mondo romano sostituito dalla nuova era cristiana, di cui i Magi rappresentavano il riconoscimento:
« Ecco, io faccio nuove tutte le cose. »
  • L'artista introduce, nel consueto tema dell'Adorazione dei Magi, un'interessante novità formale, ovvero la visione frontale della scena, con le figure sacre al centro e gli altri personaggi disposti prospetticamente ai lati; prima di questo dipinto, infatti, si usava svolgere la scena in maniera orizzontale, con la Sacra Famiglia ad un'estremità e i Magi con il proprio seguito che procedevano verso di essa, disponendosi sul primo piano in una sorta di corteo, uno dietro l'altro, come s'incontra negli esempi precedenti di Beato Angelico e Gentile da Fabriano. Il nuovo schema introdotto da Sandro Botticelli fu recuperato e riutilizzato, abbastanza fedelmente, da:
  • Il punto di vista elevato esalta la figura della Madonna, che viene a trovarsi al vertice di un triangolo ideale formato dalle linee convergenti dei due gruppi di personaggi. Dal vertice di questo triangolo un moto ascensionale sposta l'occhio dello spettatore verso l'altro, tramite la figura di san Giuseppe, fino alla luce divina che proviene dall'alto, attraverso la stella cometa.
  • La rappresentazione agile e vigorosa dimostra la conquistata maturità dei mezzi espressivi da parte del pittore, il tono dei personaggi è energico e al tempo stesso malinconico, che dà all'insieme l'aspetto di meditazione fantastica tipica della sua migliore produzione. L'ambientazione è caratterizzata dai toni atmosferici: la luce dorata del crepuscolo, che lega tra loro i vari elementi, riesce a dare l'impressione della circolazione dell'aria.

Notizie storico-critiche

Sandro Botticelli, Autoritratto di Sandro Botticelli (part. dall'Adorazione dei Magi), 1475 ca., 1475 ca.), tempera su tavola

La pala d'altare venne commissionata da Gaspare del Lama (1409-1481), banchiere fiorentino, che si era arricchito, svolgendo la professione di sensale per l'Arte del Cambio: quest'attività d'intermediazione finanziaria era considerata all'epoca disonorevole e indegna, poiché spesso nascondeva la pratica dell'usura. Per questo, spesso, i banchieri assolvevano ai loro sensi di colpa, donando una parte dei loro guadagni per opere di carità o importanti commissioni artistiche intitolate ai loro santi protettori, che così riequilibravano il loro "debito" con la società. Anche Gaspare del Lama sentì questa necessità, investendo nella costruzione di una propria cappella funeraria nella Basilica di Santa Maria Novella, che venne dedicata all'Epifania, poiché il nome del committente, Gaspare, ero quello che la tradizione attribuisce ad uno dei tre Magi: questo spiega la scelta del soggetto.

L'incarico di dipingere la pala per l'altare maggiore della cappella fu affidato a Sandro Botticelli, che all'epoca era un giovane artista, il quale trasformò il tema sacro in un'apoteosi della grande famiglia fiorentina, sancendo così ufficialmente il rapporto fra il pittore e i de' Medici; Giorgio Vasari così descrive quest'opera:[1]

« Fu allogato a Sandro in quel tempo una tavoletta piccola, di figure di tre quarti di braccio l'una, la quale fu posta in S. Maria Novella fra le due porte, nella facciata principale della chiesa nell'entrare per la porta del mezzo, a sinistra: et èvvi dentro la adorazione de' Magi; dove si vede tanto affetto nel primo vecchio, che, baciando il piede al Nostro Signore e struggendosi di tenerezza, benissimo dimostra avere conseguita la fine del lunghissimo suo viaggio. E la figura di questo re è il proprio ritratto di Cosimo Vecchio de' Medici, di quanti a' dì nostri se ne ritruovano, il più vivo e più naturale. »

Inoltre, stando a quanto racconta sempre il Vasari, l'opera garantì a Sandro Botticelli, sia a Firenze che in Italia, la fama del giovane artista, aprendogli la strada per Roma.

Nel 1556, il patronato della cappella passò ai Fedini e, in seguito (intorno al 1570), a Flavio Mondragone, istitutore di Francesco I de' Medici (1541-1587), il quale fece trasportare il dipinto nel proprio palazzo. L'esilio del Mondragone, accusato di tradimento dallo stesso Francesco I, comportò una confisca dei suoi beni, tra cui anche il dipinto botticelliano che così pervenne nelle raccolte granducali e quindi alla Galleria degli Uffizi.

In origine, la pala d'altare era coronata da una lunetta con la Natività di Gesù con san Giovannino , realizzata ad affresco, attualmente collocata sopra il portale centrale della Basilica di Santa Maria Novella.

Note
  1. Giorgio Vasari, Le vite dei più eccellenti pittori, scultori e architetti, col. "Mammut Gold", Newton Compton, Milano, 2016, pp. 621-622
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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Il contenuto di questa voce è stato firmato il giorno 30 luglio 2013 da Teresa Morettoni, esperta in museologia, archeologia e storia dell'arte.

Il firmatario ne garantisce la correttezza, la scientificità, l'equilibrio delle sue parti.