Beata Itala Mela

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Beata Itala Mela
Religiosa
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battezzata
Beata
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 52 anni
Nascita La Spezia
24 agosto 1904
Morte La Spezia
29 aprile 1957
Sepoltura
Appartenenza
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Incarichi ricoperti
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi

Iter verso la canonizzazione

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Venerabile il 12 giugno 2014
Beatificazione 10 giugno 2017, da Francesco
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Ricorrenza 29 aprile
Altre ricorrenze
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

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Collegamenti esterni
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Dio... non si è accontentato di lasciarci nell'Eucaristia la possibilità di ricevere per pochi istanti il Verbo umanato, ma ha voluto che, scomparsa la presenza eucaristica del Cristo, l'anima non restasse vuota e sola, ma godesse della pienezza delle Tre persone divine, senza interruzione.
Virgolette chiuse.png
(Itala Mela, Nel dialogo delle tre Persone)

Beata Itala Mela (La Spezia, 24 agosto 1904; † La Spezia, 29 aprile 1957) è stata una mistica, teologa e religiosa italiana oblata benedettina.

Biografia

Nata da Pasquino e Luigia Bianchini, entrambi maestri elementari non credenti, trascorse l'infanzia e l'adolescenza, dal 1905 al 1915, con i nonni materni, a causa del lavoro dei genitori.

Il 9 maggio 1915 ricevette la Prima Comunione nella Cappella della Pia Casa di Misericordia, Salita Quintino Sella e il 27 maggio successivo, nella stessa cappella, la Cresima.

Allo scoppio della prima guerra mondiale, assiste alla partenza del padre e dello zio al fronte.

Frequenta il liceo classico spezzino "Lorenzo Costa", ed eccelle negli studi, circondata da una famiglia e da un ambiente scolastico culturalmente e moralmente elevato, ma chiuso alla pratica religiosa.

Il 27 febbraio 1920 assistette alla morte del fratellino Enrico, di nove anni, dopo una lunga agonia all'ospedale: l'evento la sconvolse e la condusse a dichiararsi atea (nei suoi scritti afferma «dopo la morte, il nulla»).

L'11 novembre 1922 parte per l'Università di Genova e alloggia presso l'Istituto delle Suore di Nostra Signora della Purificazione. Si iscrisse alla facoltà di lettere classiche e in quel periodo visse una profonda crisi che la riavvicinò alla fede.

Alla Vigilia dell'Immacolata Concezione si confessò presso i Padri Cappuccini, da Padre P. B. Marchisio, Scolopio e direttore dell'Istituto dei Sordomuti di Genova, che diventa la sua guida spirituale. Il giorno dopo, l'8 dicembre, per lei molto significativo, durante la solennità dell'Immacolata Concezione, si riaccostò al sacramento eucaristico.

Entrata nel 1923 nella FUCI, ne occupò responsabilità crescenti. Nella FUCI conoscerà padre Agostino Gemelli, il cardinale Ildefonso Schuster, monsignor Domenico Bernareggi che diventerà suo padre spirituale e don Giovanni Battista Montini (futuro papa Paolo VI), che all'epoca era assistente ecclesiastico nazionale dell'associazione.

Durante l'estate 1924, accade un primo episodio della sua vocazione religiosa. I genitori temono questo e, per distrarla, la inviano in viaggio nell'Italia settentrionale con un soggiorno a Venezia. Padre Tarcisio è il primo a suggerire a Itala che si debba prendere seriamente in considerazione la sua vocazione monastica.

Nel 1925 sceglie una tesi dal titolo "L'epistolografia cristiana e San Cipriano". In questo modo, gli studi si affiancavano alle letture bibliche, ai ritiri e agli esercizi spirituali insieme alla FUCI. Durante questi ritiri e le ricerche per la tesi viene a contatto con vari assistenti spirituali della FUCI, in particolare con Mons. Moglia, fondatore del Centro Liturgico di Genova.

Nell'autunno 1925, Padre Marchisio si ammala e Mons. Moglia diviene il direttore spirituale di Itala, che il 1º maggio fa voto di obbedienza al proprio direttore spirituale e il primo venerdì di giugno voto temporaneo di verginità, che renderà definitivo il giorno di Pasqua del 1928.

Sarà invece Mons. Bernareggi a seguire la sua vocazione monastica e l'ingresso presso i benedettini.

Nel 1928 conseguì la laurea in lettere classiche presso l'Università di Genova.

Nella primavera 1928, discute con l'abate Ildefonso Schuster un progetto di rinascita della vita monastica femminile in Italia, che terminerà con la fondazione di Civitella, una comunità di sorelle, che conducono il noviziato ad Amelia e poi a Durgne.

Il 3 agosto 1928, a Pontremoli, in preghiera davanti al tabernacolo della chiesa del Seminario, visse una profonda esperienza religiosa.

Nella Pentecoste dello stesso anno si offrì Vittima all'Amore misericordioso. La domenica seguente, festa della Santissima Trinità, ricevette dal Belgio una lettera, a seguito della quale assunse il nome di Maria della Trinità.

A settembre, dopo una concertazione con l'abate Vandeur per il noviziato, decide d'accordo con Bernareggi di chiedere l'ingresso presso il monastero bendettino di Marie Verge (a Nepion sur Meuse, in Belgio) e comunica la decisione ai genitori. Durante un ritiro della FUCI, avverte però i primi sintomi della malattia che le sconvolgerà i suoi progetti, viene colpita da una febbre altissima e si vede in punto di morte.

Il 2 marzo 1929 i medici le diagnosticano pleurite ed endocardite. La malattia la costringe ad abbandonare anche l'impegno fucino.

All'accettazione di Padre Vandeur, viene dichiarata malata per lungo tempo e esclusa dalla vita monastica, potendo diventare oblata. Schuster è intanto divenuto cardinale di Milano: per suo desiderio e su consiglio di Mons. Bernareggi e Moglia, Itala prende alloggio presso il monastero benedettino di Via Bellotti.

Il 20 giugno 1930 rinnova in privato davanti a Mons. Bernareggi i voti, verginita', poverta', ubbedienza e, secondo la formula benedettina, conversio morum.

Il 4 gennaio 1933 concluse il noviziato benedettino con la professione come Oblata dell'Abbazia di San Paolo fuori le Mura di Roma. In privato, davanti a mons. Bernareggi, assunse anche i voti di verginità, povertà, obbedienza e conversione di vita. Il 9 giugno[1] dello stesso anno assunse un quinto voto di consacrazione alla Santissima Trinità. Da quel momento in poi considererà centro della sua vita e della sua missione nella Chiesa far conoscere il mistero dell'Inabitazione della Trinità nel cristiano.

Il 27 luglio, per malattia, lasciò Milano e tornò alla Spezia.

Nel 1936 affermò di essere oggetto di frequenti visioni della Trinità, nonché da persecuzioni del demonio.

Nel 1937 soffrì la perdita della madre e per le difficoltà economiche abbandonò l'insegnamento.

Il 21 aprile 1941 mons. Bernareggi, suo padre spirituale, presentò a Pio XII il suo Memoriale di Maria della Trinità, nel quale Itala aveva presentato la sua vocazione. Il papa approvò.

Dal 5 al 15 ottobre 1946 fece a Genova gli Esercizi spirituali e concepì il progetto di creare una famiglia sacerdotale, per la quale offrì, nel 1947, la sua vita eremitica.

Dieci anni dopo, il 29 aprile 1957, morì a La Spezia, sua città natale: ivi, le sue spoglie sono state composte nella cripta della Cattedrale di Cristo Re.

Parte dei suoi manoscritti originali sono conservati presso l'Istituto di Scienze Religiose Niccolò V della Spezia, che sorge presso la sede della FUCI locale, nella quale Itala Mela aveva prestato il suo servizio.

Dopo la morte

Il 21 novembre 1976 fu dichiarata serva di Dio e iniziò per lei il processo di beatificazione. Il 12 giugno 2014 fu elevata venerabile.

In occasione del Convegno delle Chiesa italiane di Verona del 2006 le chiese della Liguria l'hanno scelta come testimone significativo del loro patrimonio di fede e spiritualità.

Itala Mela è stata proclamata beata, il 10 giugno 2017, durante una solenne celebrazione eucaristica svoltasi in piazza Europa a La Spezia e presieduta dal cardinale Angelo Amato in rappresentanza di papa Francesco.

Spiritualità

Itala Mela ha lasciato una grande mole di scritti, in massima parte ancora inediti: lettere, relazioni dei ritiri e degli esercizi spirituali, note e appunti biografici, che formano oggi 42 volumi dattiloscritti.

Il messaggio di cui è portatrice Itala Mela è quello di richiamare i credenti alla consapevolezza dell'Inabitazione della Trinità, da lei considerato il mistero più essenziale e affascinante della fede cristiana e la valorizzazione della Festa della Santissima Trinità.

« Vivere l'Inabitazione è vivere il proprio Battesimo. Sarebbe un grave errore credere che il richiamare le anime a nutrire di questo mistero adorabile la loro vita, sia il richiamarle a una "devozione" speciale: è piuttosto un invitarle a vivere della grazia che il Battesimo ha loro donato, a penetrare la realtà divina promessaci da Gesù: Veniemus et apud eum mansionem faciemus »
(Manoscritti, 4,52)

Itala fa risalire tutto questo a un'esperienza che narrò di aver avuto il 3 agosto 1928 nel seminario di Pontremoli. Secondo il suo racconto, di passaggio a Pontremoli, si recò a parlare con Monsignor Corradini, suo confessore e mentre il sacerdote stava dicendo che molte anime anche migliori «non avvertono» la divina presenza, vide venire su di lei un raggio di luce dal tabernacolo e udì le parole: Tu La farai conoscere. Itala raccontò quindi di aver inteso queste parole come una missione da compiere, in riferimento alla Trinità.

Si trattava di una visione interiore di Itala, della quale monsignor Corradini, pur presente, non ebbe percezione. vagando per Pontremoli ed entrata nella Chiesa di San Pietro conferma la sua vocazione.

A settembre, durante il Congresso di Genova della FUCI, parla della vocazione di Pontremoli a mons. Moglia e Sargolini, i quali con sua sorpresa non le ordinano di dimenticare, ma la trovano adatta ai tempi (Se è Dio, Dio confermerà», Mons. Sargolini).

In un ritiro nel 1952 annotava parole che riassumono la sua esperienza mistica:

« Vivere nella Trinità, consumarsi nel fuoco della Carità, lasciarsi impregnare così profondamente dalla Luce, che Essa irradia, attraverso la mia povera vita, su tutte le anime che Nostro Signore vuole a sé unite per la grazia... Questo è l'essenziale..., è la mia sorte eterna. »

Opere

Scritti sull'inabitazione trinitaria

  • Terra che diventa cielo. L'inabitazione trinitaria in San Francesco, Guglielmo Spirito (Padre francescano conventuale), Edizioni studio domenicano, pagine 312, 2009, dimensioni: 115 x 190 mm, ISBN 978-88-7094-739-7, in tre capitoli: «L'idea dell'inabitazione nei secoli XII-XIII», «L'ambiente vitale di San Francesco e i suoi influssi », «Analisi dell'inabitazione negli scritti di San Francesco e Santa Chiara».
Note
  1. Secondo altre fonti, l'11.
Voci correlate
Bibliografia
  • Dora Lucciardi, Itala Mela nella sua esperienza e nei suoi scritti, Roma 1963
  • Dino Ricchetti, Amore supernae caritatis inclusa. La Serva di Dio Itala Mela, Parma 1974
  • Aa. Vv., Nel dialogo delle tre Persone, 1976 ss.
  • Dora Lucciardi, Itala Mela, una vita nella luce della Trinità, Roma 1983
  • Aldo Piccinelli, L'esperienza spirituale di Itala Mela. Una vita di incandescente immersione nella Trinità, Roma 1991
  • M. Gregoria Arzani, sr., Corpo e Spirito, Trasparenza di Dio, Itala Mela, Città del Vaticano 2002

Opere Musicali:

  • "Lauda di ITALA MELA" Retablo di Clemente Terni (HYPERPRISM/EDIZIONI s.r.l.) in fase di pubblicazione
Collegamenti esterni