Diego de Deza
Diego de Deza, O.P. Arcivescovo | |
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Francisco de Zurbarán, Ritratto di Diego de Deza; olio su tela, Museo del Prado, Madrid. | |
Età alla morte | 80 anni |
Nascita | Toro 1443 |
Morte | Siviglia 9 giugno 1523 |
Sepoltura | Cattedrale di Siviglia |
Professione religiosa | 1470 |
Nominato vescovo | 4 aprile 1494 da papa Adriano VI |
Nominato arcivescovo | 30 ottobre 1504 da papa Adriano VI |
Incarichi ricoperti | |
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Diego de Deza (Toro, 1443; † Siviglia, 9 giugno 1523) è stato un arcivescovo spagnolo, inquisitore generale di spagna.
Cenni biografici
Nacque a Toro (Spagna) nel 1443 in una nobile famiglia di origine galiziana. I suoi genitori erano Antonio Deza e Inés Tavera (o Tabera).
Primi anni
Intelligente e applicato fin dall'infanzia, ricevette la sua prima istruzione in famiglia, o in uno dei tanti conventi che allora si trovavano a Toro. Tra tutti spiccava quello di San Ildefonso, dell'Ordine dei Predicatori, in cui il giovane Diego de Deza entrò all'età di sedici anni per diventare frate domenicano.
Dopo aver completato i suoi studi teologici presso l'università di Salamanca, fu nominato priore del convento domenicano di San Esteban, e poi, tra il 1477 e il 1486, assunse oltre al priorato l'insegnamento della teologia come professore in quell'università.
Vita di corte
Nel 1486 fu nominato precettore dell'infante Juan, figlio dei monarchi cattolici. Entrato a corte si dimise dai precedenti incarichi. Nel 1494 fu nominato vescovo di Zamora e poco dopo di Salamanca. Il principe risiedeva con lui e in questa città contrasse la malattia che lo avrebbe portato alla morte, il 4 ottobre del 1497.
Episcopato
Nel 1498 fu nominato vescovo di Jaén, e dal 1500 al 1504 occupò il vescovato di Palencia, venendo successivamente nominato arcivescovo di Siviglia, carica che tenne sino al 1523, quando morì in procinto di partire per il nuovo incarico come arcivescovo di Toledo.
Come prelato si distinse per il suo interesse ad elevare il livello culturale del clero e nel rafforzarne la disciplina, nonché per la sua attività sinodale: convocò il Concilio di Salamanca (1497) e il Concilio di Palencia (1500), i cui capitoli riflettono le sue preoccupazioni riformiste. Tuttavia, gli incarichi che ricoprì a Corte, a cui nel 1500 si aggiunsero quelli di cappellano anziano, confessore reale e Gran Cancelliere di Castiglia, gli impedirono di risiedere nelle successive diocesi a lui affidate.
Il 27 marzo 1493 con il breve Exposuerunt nobis papa Alessandro VI accordava ai re cattolici la licenza di riformare i monasteri spagnoli. Tale documento fu confermato dalla bolla Quanta in Dei Ecclesia del 27 luglio di quell'anno che autorizzava la corona spagnola alla riforma gerarchica degli ordini religiosi. Il 26 dicembre 1496 il pontefice spagnolo emise la bolla Ut ea quae a nobis a cui fece seguito il breve Alias ex certis del 27 giugno dell'anno seguente, dove incaricava Diego de Deza della riforma dei domenicani e Francisco Jiménez de Cisneros di quella dei francescani. Con la bolla Quanta in Dei Ecclesia del 1º settembre 1499 e il breve Alias ex vobis del 14 novembre seguente, furono estesi i poteri dei due prelati alla riforma di tutti gli ordini mendicanti.[1]
Il 26 novembre 1504 la regina Isabella la Cattolica morì a Medina del Campo, e tra gli esecutori del suo testamento vi era anche Deza. Dopo aver rispettato le volontà della regina, il 4 ottobre 1505 Deza entrò a Siviglia, una delle più ricche di Spagna, con una rendita di 24.000 ducati annui. Questa abbondanza di beni permise all'arcivescovo di essere ancora più caritatevole e migliore mecenate.
Quando Francisco Jiménez de Cisneros, O.F.M. Obs. succedette a Deza come inquisitore generale, l'arcivescovo poté dedicarsi più pienamente ai compiti pastorale e a ciò che gli piaceva veramente: studiare, scrivere e aiutare i poveri, secondo la testimonianza di Gonzalo Fernández de Oviedo y Valdés. L'arcivescovo di Siviglia fu il promotore, nel 1517, dell'istituzione del collegio di san Tomás, un centro di studi superiori simile a quello di San Esteban de Salamanca e San Gregorio de Valladolid.
Come arcivescovo di Siviglia, Diego de Deza fu metropolita di diverse diocesi dell'Andalusia e delle Isole Canarie e anche delle nuove sedi vescovili di Santo Domingo, Concepción de La Vega e San Juan de Puerto Rico nelle Nuovo Mondo, erette da papa Giulio II, nel 1511.
Cristoforo Colombo
Gli storici generalmente non hanno sottolineato l'importanza dell'amicizia di Deza per Colombo e il peso di questa amicizia e patrocinio sulla scoperta dell'America. In una lettera datata 21 dicembre 1504, Colombo scrisse a suo figlio Diego:
« | Il Signore Vescovo di Palencia (Diego de Deza) mi ha sempre favorito e ha desiderato la mia gloria fin da quando sono venuto in Castiglia » |
Poi aggiunse questa dichiarazione molto significativa:
« | Egli è la causa del possesso delle Indie da parte delle loro Altezze, e del mio rimanere in Castiglia, quando ero già in viaggio con l'intenzione di lasciarla » |
[2].
Nell'Inquisizione
Nel 1498 Alessandro VI lo confermò inquisitore generale di Castiglia e León, che fu estesa nel 1499 anche alla giurisdizione dei territori della Corona d'Aragona. Ma condivise la dignità di capo inquisitore con altri vescovi nominati al tempo di Tomás de Torquemada fino al 1504, quando assunse la sola presidenza del Sant'Uffizio.
Nel 1500 e nel 1504 estese le disposizioni del 1484 che regolavano il funzionamento dei tribunali, contemplando nuovi casi e ordinò a tutti gli ufficiali dell'Inquisizione di avvalersi dell'opera Directorium Inquisitorum, di Nicolás Eimeric, pubblicata nel 1503. Nel 1504 ordinò la confisca degli scritti di Antonio de Nebrija per le sue dichiarazioni a favore dell'intervento dei filologi nella revisione dei testi delle Sacre Scritture.
Come conseguenza del suo interesse ad espandere la giurisdizione e i poteri del Sant'Uffizio in tutti i territori dipendenti dalla monarchia spagnola, ordinò l'istituzione dell'Inquisizione in Sicilia nel 1500 e tentò, senza successo, di stabilire un tribunale a Napoli nel 1504.
Morte
È probabile che Diego de Deza fosse tornato al suo ufficio inquisitorio, perché è noto che è stato nominato arcivescovo di Toledo (e quindi primate di Spagna), ma non è stato in grado di assumere la posizione a causa di malattia. Morì il 9 giugno 1523. Fu sepolto nel collegio di Santo Tomas da lui fondato.
Le sue spoglie vi rimasero fino a quando il professore di diritto romano dell'università di Siviglia, Francisco de Borja Palomo y Rubio (1822 - 1884), si accordò con il consiglio comunale della città per spostare il mausoleo che racchiudeva i resti dell'eminente prelato ... dal convento di Santo Tomás a una delle cappelle della cattedrale, nel luogo fissato dal capitolo. E così il 1º giugno 1884 la salma fu trasferita nella cappella di San Pedro, nella cattedrale.[3]
Opere
- Defensiones S. Thomae ab impugnationibus magistri Nicolai de Lyra Magistrique Mathiae Dorink, Hispali, 1491
- Constituciones Sinodales de Salamanca, Salamanca, 1497
- Statuta seu Instructiones a D. Deza Hispaniarum inquisitore generali sancitae, a variis sacri tribunalis ministris observandae, Hispali, 1500
- Constituciones y Estatutos hechos y ordenados en Palencia, Salamanca, 1501
- Synodus Hispali celebrata, Sevilla, 1512
- Novarum defensionum doctrinae doctoris Angelici B. Thomae super IV Libris Sententiarum questiones profundissimae et utilissimae, Hispali, 1517
- Constituciones Sinodales de Sevilla, 1520
- Missale secundum usum almae Ecclesiae Hispalensis, Hispali, 1520
- Exposición del Pater noster dirigida a la muy cristianísima y muy poderosa Reyna Doña Isabel de Castilla, Alcalá, 1524
- Compilación de instrucciones de la Inquisición, 1630.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Zamora | Successore: | |
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Juan de Meneses (Ch) | 14 aprile – 23 giugno 1494 | Diego Meléndez de Valdés |
Predecessore: | Vescovo di Salamanca | Successore: | |
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Oliviero Carafa (amministratore apostolico) |
23 giugno 1494 – 14 febbraio 1498 | Juan de Castilla (Ch) |
Predecessore: | Vescovo di Jaén | Successore: | |
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Luis Osorio (Ch) | 14 febbraio 1498 – 7 febbraio 1500 | Alonso Suárez de la Fuente del Sauce |
Predecessore: | Inquisitore generale di Spagna | Successore: | |
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Tomás de Torquemada, O.P. | dopo il 16 settembre 1498 – 15 giugno 1507 | Francisco Jiménez de Cisneros, O.F.M. Obs. |
Predecessore: | Vescovo di Palencia | Successore: | |
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Alfonso de Burgos, O.P. (Ch) | 7 febbraio 1500 – 30 ottobre 1504 | Juan Rodríguez de Fonseca |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Siviglia | Successore: | |
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Juan de Zúñiga y Pimentel | 30 ottobre 1504 – 9 giugno 1523 | Alfonso Manrique de Lara |
Note | |
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Bibliografia | |
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