Oliviero Carafa

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Oliviero Carafa
Cardinale
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battezzato
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Cristo doloroso con Oliviero Carafa in preghiera, Cesare da Sesto 001 (Cropped).jpg

Cesare da Sesto, dettaglio Cristo di dolore e il cardinale Oliviero Carafa, Museo nazionale di Capodimonte
Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 80 anni
Nascita Torre del Greco
10 marzo 1430
Morte Roma
20 gennaio 1511
Sepoltura Basilica di Santa Maria sopra Minerva (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Nominato arcivescovo 18 novembre 1458 da papa Pio II
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Consacrazione vescovile 29 dicembre 1458 dal vescovo Leone de Simone
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Creazione
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Creato
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(vedi)
Creato
Cardinale
18 settembre 1467 da Paolo II (vedi)
Deposto dal cardinalato [[{{{aPd}}}]] da [[{{{pPd}}}]]


Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 43 anni, 4 mesi e 2 giorni
Cardinale elettore
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Incarichi ricoperti
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Elezione
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
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Eventi
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Altre ricorrenze
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
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Onorificenze
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Oliviero Carafa (Torre del Greco, 10 marzo 1430; † Roma, 20 gennaio 1511) è stato un cardinale e arcivescovo italiano.

Cenni biografici

Del ramo dei Carafa della Stadera, terzogenito dei sette figli di Francesco e di Maria Origlia, nacque nel 1430 e fu il successore del grande e potente Diomede I Carafa[1], come capo della nobile famiglia napoletana. Zio del cardinale Gianvincenzo Carafa (1527). Altri cardinali della famiglia furono Filippo Carafa della Serra (1378); Gian Pietro Carafa (1536), futuro papa Paolo IV; Carlo Carafa (1555); Diomede Carafa (1555); Alfonso Carafa (1557); Antonio Carafa (1568); Decio Carafa (1611); Pier Luigi Carafa, seniore (1645); Carlo Carafa della Spina (1664); Fortunato Ilario Carafa della Spina (1686); Pierluigi Carafa, iuniore (1728); Francesco Carafa della Spina (1773); Marino Carafa di Belvedere (1801); e Domenico Carafa della Spina di Traetto (1844).

Come cadetto fu destinato alla carriera ecclesiastica, ottenne il primo canonicato nel duomo di Napoli a sette anni, ebbe come precettore Alessandro Tartagni[2] e coronò con una laurea conseguita nel collegio di Napoli gli studi giuridici, che compì anche negli atenei di Perugia e di Ferrara.

Episcopato

Su richiesta e raccomandazione di Ferdinando I d'Aragona, da poco salito al trono, nel 1458 successe nell'arcivescovato di Napoli a Giacomo Tebaldi, rinunciò alla sede in favore del fratello Alessandro nel 1484. Fu consacrato, 29 dicembre, di quell'anno a Torre del Greco, da Leone de Simone, vescovo di Nola, assistito da Leone Cortese[3], vescovo di Acerra, e da Benedetto[4], O.E.S.A., vescovo di Dragonara. Prese possesso della sede in 13 gennaio 1459.

Cardinalato

Nel 1467, sempre su richiesta del re di Napoli, fu creato cardinale presbitero del titolo cardinalizio dei Santi Marcellino e Pietro da papa Paolo II, nel concistoro del 18 settembre 1467. Nel 1477 fu camerlengo del Sacro Collegio.

La sua carriera ecclesiastica proseguì con la doppia nomina, nel 1479, a decano del Sacro Collegio dei cardinali e a vescovo di Albano, cui si aggiunse, dal 1485 al 1497, la carica di abate commendatario dell'abbazia della Santissima Trinità de La Cava e dell'abbazia di Montevergine; nel 1503, la nomina a vescovo di Ostia e vicario di Roma: fu anche amministratore delle diocesi di Salamanca e Cadice (1491-1494), di Cajazzo (1494-1507), Chieti (1499-1501, poi passata al nipote Gian Pietro), Terracina (1507-1510) e Tricarico dal 1510.

La crociata

Il 26 luglio 1471 morì il papa Paolo II ed il Carafa partecipò al conclave del 2 agosto. Venne elevato al soglio pontificio il cardinale Francesco della Rovere che assunse il nome di Sisto IV.

Intanto incombeva la minaccia turca nel mediterraneo. Maometto II, il 12 luglio 1470, dopo un lungo assedio aveva conquistato l'isola greca di Negroponte situata nel Mar Egeo. Sisto IV indisse una nuova crociata conferendone il comando al cardinale Oliviero Carafa. Il 28 maggio 1472, festa del Corpus Domini, dopo aver celebrato la messa nella basilica di San Pietro alla presenza del papa e della curia romana, Oliviero Carafa lasciò Roma in corteo per raggiungere la flotta pontificia ormeggiata ad Ostia. Il 31 maggio salpò alla volta di Napoli, dove giunse il 6 giugno. Ottenute le galee che Ferrante I aveva promesso al papa, Oliviero poco dopo ripartì da Napoli e fece rotta verso Rodi dove fu raggiunto anche dalle galee veneziane.

La flotta cristiana mise a ferro e fuoco la città di Satalia che però non cadde. Fatte saltare le catene che ostruivano l'accesso, le navi penetrarono nel porto di Satalia danneggiando i depositi. il 13 settembre 1472, i veneziani sottoposero Smirne al saccheggio provocando la reazione del papa che, contrariato, richiamò a Roma le sue galee. Tornato a Roma Oliviero Carafa fu accolto in trionfo. Entrato in città e raggiunto il sagrato di San Pietro, fece appendere alle porte della basilica i pezzi delle catene del porto di Satalia.

Nel 1476 divenne cardinale vescovo della sede suburbicaria di Albano. Egli, insieme ad altri quattro cardinali, aveva seguito dal 10 giugno a Viterbo il papa, che poi si spostò a Campagnano, a Vetralla ed infine a Foligno, fuggendo l'epidemia di peste che era insorta in Roma. A metà settembre il Carafa, che faceva rare visite nella sede arcivescovile, si recò a Napoli per celebrare le nozze per procura di Beatrice d'Aragona[5] con Mattia I Corvino d'Ungheria. Nella piazza dell'Incoronata egli procedette alla solenne cerimonia dell'incoronazione della nuova regina d'Ungheria.

Nel 1478 egli, dopo aver ricoperto per tutto l'anno precedente l'ufficio di camerlengo del Collegio Cardinalizio, assunse la carica di cardinale protettore dell'Ordine domenicano, che lo portò in seguito a svolgere un importante ruolo nelle vicende del frate Girolamo Savonarola, di cui fu inizialmente sostenitore. Ne mantenne l'incarico fino alla morte.

Innocenzo VIII

Morto nel 1494 Sisto IV il Carafa fu nel conclave uno dei candidati di Ferdinando I, il quale però si adattò all'elezione al pontificato di Giovanni Battista Cibò, che ottenne anche il voto del Carafa. Conclusasi la pace di Bagnolo[6], pochi giorni prima della morte di Sisto IV, Alfonso d'Aragona, che tornava a Napoli dal Ferrarese, il 20 ottobre si fermò a Roma e fu accolto alla porta di S. Maria del Popolo da sei cardinali, fra i quali il Carafa, che lo scortarono fino ai palazzi apostolici. La calda accoglienza di Innocenzo VIII si trasformò in aperto contrasto col duca di Calabria quando questi chiese il vicariato di Benevento, Terracina e Pontecorvo, ottenendo soltanto il fermo rifiuto del papa. Ancora una volta il Carafa non aveva saputo, o voluto, ottenere dal pontefice il soddisfacimento delle mire aragonesi.

Alessandro VI

Alla morte nel luglio di Innocenzo VIII il Carafa non era quindi né il candidato, né il portavoce di Ferdinando I, anche se la sua candidatura, che poggiava più sulla sua potenza economica, sul prestigio morale e sulla sua fama di mecenate, che su calcoli politici, fu un fatto reale, che lo portò nei primi scrutini del conclave seguito alla morte del pontefice ad ottenere il maggior numero di voti fra tutti i cardinali votati. Coalizzatasi poi, a seguito di manovre decisamente simoniache, la maggioranza dei cardinali intorno al nome di Rodrigo Borgia, si arrivò alla elezione di questultimo, che il 26 agosto fu consacrato con il nome di Alessandro VI. Il Carafa si dimostrò ostile al nuovo papa e manifestò i suoi sentimenti anche allontanandosi da Roma subito dopo l'elezione.

Alessandro VI, dopo un iniziale contrasto con il re di Napoli, nell'estate del 1493 si riconciliò con lui ed il Carafa si adoperò nelle trattative che portarono alla conclusione del fidanzamento del figlio del papa, Jofré Borgia con Sancia figlia illegittima di Ferrante. L'8 maggio del 1494 Alfonso II, successo al padre.

Rientrato a Roma si astenne dal visitare il re Carlo VIII di Francia, che era arrivato a Roma; il 7 gennaio 1493, il cardinale di Napoli cercò rifugio presso il papa a Castello Sant'Angelo. Partì da Roma per Orvieto con papa Alessandro VI il 27 maggio 1495.

Conclusasi l'avventura francese in Italia e succeduto sul trono di Napoli a Ferdinando II lo zio Federico, il 13 gennaio 1497 l'arcivescovo Alessandro Carafa[7], fratello del cardinale Carafa, compì la solenne traslazione nel duomo di Napoli delle reliquie di san Gennaro, rinvenute nel 1480 a Montevergine, di cui era abate commendatario il Carafa, il quale aveva ottenuto dal papa il permesso di traslarle. Il cardinale fece costruire nel duomo napoletano la cappella del Succorpo[8], che ne ospitò le reliquie.

A Roma era ormai compiuta la cappella Carafa[9] nella basilica di Santa Maria sopra Minerva, sorta per volontà del cardinale. Per la sua decorazione il nostro aveva chiamato a Roma Filippino Lippi, raccomandatogli da Lorenzo de' Medici, legato da vecchia amicizia con la famiglia Carafa ed in particolare con il grande Diomede I.

In seguito alla crisi morale che lo colse alla morte del figlio duca di Gandia, papa Alessandro VI, nel concistoro del 19 giugno 1497, decise di istituire una commissione per la riforma della Chiesa che doveva riguardare sia i problemi spirituali sia quelli temporali, gli alti prelati come il basso clero ed i fedeli. Di essa face parte il Carafa, insieme ad altri cinque cardinali, due auditori di Rota, un vescovo, ed altri collaboratori.

Sul finire del XV secolo acquistò il fondo ed eresse i primi edifici che divennero in seguito il palazzo del Quirinale.

Infine, il cardinale Carafa fece eseguire il famoso chiostro del Bramante a Santa Maria della Pace a Roma, realizzato tra il 1500 e il 1504.

Conclavi del 1503

Alla morte di Alessandro VI il Carafa ebbe un'altra occasione di accedere alla tiara. Dopo un primo momento di drammatica contrapposizione fra il duca Valentino, ritiratosi nei palazzi vaticani con tredici cardinali, ed il resto dei porporati capeggiati dal Carafa, che si erano riuniti alla Minerva, apertosi il conclave, riuscì eletto per il suo breve pontificato Pio III. Al Carafa, che aveva cercato in un primo tempo di differire l'elezione del pontefice sostenendo l'opportunità di lasciare la sede vacante, si era opposto, pare in modo determinante, il gran capitano del Regno di Napoli Gonzalo Fernández de Córdoba[10], che lo giudicava filofrancese, anche se i rapporti del Carafa con Ferdinando il Cattolico furono intensi ed improntati ad una certa concomitanza di vedute su problemi importanti, quali la riforma della Chiesa e la necessità della crociata.

Anche nel conclave dell'ottobre, che innalzò al soglio pontificio Giulio II, il Carafa fu tenuto per filofrancese. Pure se nello stesso mese egli fu eletto dal papa a far parte di una commissione creata per la pacificazione dei Colonna e degli Orsini, egli era vecchio e la sua partecipazione alla vita politica ormai meno attiva. D'altra parte la personalità del nuovo pontefice non lasciava molto spazio ad interferenze e quando il 26 agosto 1506 Giulio II, forte dell'accordo stretto a Blois con la Francia, mosse personalmente in armi contro Bologna, per scacciarne i Bentivoglio e recuperare alla Chiesa le Romagne, il Carafa non poté che disapprovare questa partenza come non confacente alla dignità pontificia. Egli fu esonerato dal seguire il papa nell'impresa e rimase a Roma con altri pochi cardinali come vicario.

Nel 1509, ormai settantanovenne, acquistò la contea di Ruvo di Puglia, poi passata al fratello minore Ettore, che sarebbe rimasta dominio dei Carafa fino al 1806, anno dell'abolizione del feudalesimo nel Regno di Napoli da parte di re Gioacchino Murat.

Il cardinale Oliviero morì a Roma il 19 gennaio 1511, all'età di 81 anni.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale
  • Vescovo Leone de Simone[11]
  • Cardinale Oliviero Carafa

Successione degli incarichi

Predecessore: Arcivescovo metropolita di Napoli Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Giacomo Tebaldi 18 novembre 1458 - 20 settembre 1484 Alessandro Carafa I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giacomo Tebaldi {{{data}}} Alessandro Carafa
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi Marcellino e Pietro Successore: CardinalCoA PioM.svg
Louis d'Albret 3 dicembre 1467 - 5 settembre 1470 Philippe de Lévis I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Louis d'Albret {{{data}}} Philippe de Lévis
Predecessore: Abate commendatario di Santa Maria di Cadossa Successore: Template-Abbot - Provost.svg
Giovanni Paolo Vassalli[12] 1º gennaio 1469 - 1º gennaio 1499 Bernardo Brancaccio I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giovanni Paolo Vassalli[12] {{{data}}} Bernardo Brancaccio
Predecessore: Cardinale presbitero di Sant'Eusebio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Richard Olivier de Longueil 5 settembre 1470 - 20 gennaio 1511
Titolo presbiterale in commendam dal 24 luglio 1476
Pietro Accolti I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Richard Olivier de Longueil {{{data}}} Pietro Accolti
Predecessore: Cardinale vescovo di Albano Successore: CardinalCoA PioM.svg
Rodrigo Borgia 24 luglio 1476 - 31 gennaio 1483 Jean Balue I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Rodrigo Borgia {{{data}}} Jean Balue
Predecessore: Camerlengo del Collegio Cardinalizio Successore: Emblem Holy See.svg
Giacomo Ammannati Piccolomini 15 gennaio 1477 - 9 gennaio 1478 Marco Barbo I
II
III
IV
V
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VII
VIII
IX
X
con
con
Giacomo Ammannati Piccolomini {{{data}}} Marco Barbo
Predecessore: Cardinale vescovo di Sabina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giuliano della Rovere 31 gennaio 1483 - 29 novembre 1503 Girolamo Basso della Rovere I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giuliano della Rovere {{{data}}} Girolamo Basso della Rovere
Predecessore: Abate commendatario della Santissima Trinità di Cava de' Tirreni Successore: BishopCoA PioM.svg
Giovanni d'Aragona 17 ottobre 1485 - 15 aprile 1497 Arsenio da Terracina I
II
III
IV
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VII
VIII
IX
X
con
con
Giovanni d'Aragona {{{data}}} Arsenio da Terracina
Predecessore: Abate commendatario di Montevergine Successore: BishopCoA PioM.svg
Giovanni d'Aragona 1486 - 20 gennaio 1511 Luigi d'Aragona I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giovanni d'Aragona {{{data}}} Luigi d'Aragona
Predecessore: Amministratore apostolico di Salamanca Successore: BishopCoA PioM.svg
Pedro de Toledo 16 novembre 1491 - 23 giugno 1494 Diego de Deza, O.P.(vescovo) I
II
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IX
X
con
con
Pedro de Toledo {{{data}}} Diego de Deza, O.P.(vescovo)
Predecessore: Decano del Collegio Cardinalizio Successore: Sede vacante.svg
Rodrigo Borgia 11 agosto 1492 - 20 gennaio 1511 Raffaele Riario I
II
III
IV
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VII
VIII
IX
X
con
con
Rodrigo Borgia {{{data}}} Raffaele Riario
Predecessore: Amministratore apostolico di Cadice ed Algeciras Successore: BishopCoA PioM.svg
Pedro Fernández de Solís[13](vescovo) 6 gennaio 1495 - 20 gennaio 1511 Luigi d'Aragona I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pedro Fernández de Solís[13](vescovo) {{{data}}} Luigi d'Aragona
Predecessore: Amministratore apostolico di Rimini Successore: BishopCoA PioM.svg
Giacomo Passarelli[14](vescovo) 3 ottobre 1495 - 13 settembre 1497 Gianvincenzo Carafa
(vescovo)
I
II
III
IV
V
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VII
VIII
IX
X
con
con
Giacomo Passarelli[14](vescovo) {{{data}}} Gianvincenzo Carafa
(vescovo)
Predecessore: Amministratore apostolico di Chieti Successore: BishopCoA PioM.svg
Giacomo Bacio Terracina[15]
(vescovo)
2 febbraio 1500 - 20 dicembre 1501 Bernardino Carafa[16](vescovo) I
II
III
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VII
VIII
IX
X
con
con
Giacomo Bacio Terracina[15]
(vescovo)
{{{data}}} Bernardino Carafa[16](vescovo)
Predecessore: Amministratore apostolico di Napoli Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Alessandro Carafa
(arcivescovo metropolita)
4 agosto 1503 - 1º aprile 1505 Gianvincenzo Carafa I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Alessandro Carafa
(arcivescovo metropolita)
{{{data}}} Gianvincenzo Carafa
Predecessore: Cardinale vescovo di Ostia e Velletri Successore: CardinalPallium PioM.svg
Giuliano della Rovere 29 novembre 1503 - 20 gennaio 1511 Raffaele Riario I
II
III
IV
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VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giuliano della Rovere {{{data}}} Raffaele Riario
Predecessore: Governatore di Velletri Successore: Velletri-Stemma it.png
Giuliano della Rovere 29 novembre 1503 - 20 gennaio 1511 Raffaele Riario I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giuliano della Rovere {{{data}}} Raffaele Riario
Predecessore: Amministratore apostolico di Caiazzo Successore: BishopCoA PioM.svg
Giacomo de Luciis[17]
(vescovo)
1º gennaio 1506 - 9 luglio 1507 Vincio Maffa[18]
(vescovo)
I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Giacomo de Luciis[17]
(vescovo)
{{{data}}} Vincio Maffa[18]
(vescovo)
Predecessore: Amministratore apostolico di Terracina, Sezze e Priverno Successore: BishopCoA PioM.svg
Giovanni de Galves[19]
(vescovo)
20 agosto 1507 - 13 maggio 1510 Zaccaria de Moris[20]
(vescovo)
I
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IX
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con
Giovanni de Galves[19]
(vescovo)
{{{data}}} Zaccaria de Moris[20]
(vescovo)
Predecessore: Amministratore apostolico di Tricarico Successore: BishopCoA PioM.svg
Agostino de Guarino[21]
(vescovo)
13 maggio 1510 - 20 gennaio 1511 Ludovico Canossa[22], O.Cist.
(vescovo)
I
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con
con
Agostino de Guarino[21]
(vescovo)
{{{data}}} Ludovico Canossa[22], O.Cist.
(vescovo)
Note
  1. Diomede I Carafa su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  2. Alessandro Tartagni su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  3. (EN) Bishop Leone Cortese † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  4. (EN) Bishop Benedetto , O.E.S.A. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  5. Beatrice d'Aragona su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  6. La Pace di Bagnolo Il 15 luglio morì Federico I Gonzaga e il marchesato di Mantova passò a Francesco II Gonzaga. La morte del Gonzaga creò dissidi tra Alfonso d'Aragona, che voleva che il mantovano passasse al genero, e il Moro, che agognava al possesso di Mantova, riteneva ingiusto che nell'eventualità della caduta di Verona questa passasse al Gonzaga e a cui la guerra in favore di Ercole d'Este era costata una gran somma di denaro. I veneziani sfruttarono le divisioni e, sapendo che Ludovico aveva speso molto denaro in favore del suocero, gli proposero la pace in cambio di una certa somma di denaro, a patto che il Polesine restasse in mano loro. Il 7 agosto a Bagnolo fu stipulata la pace tra il Ducato di Milano e la Repubblica di Venezia, per lo sdegno degli altri membri della lega. Venezia mantenne quasi tutti i possedimenti conquistati. Ercole I d'Este riottenne Ariano, Corbola, Adria, Melara, Castelnuovo e Ficarolo, ma perse tutti gli altri territori a nord del Po. La pace suscitò l'odio dei ferraresi nei confronti di Ludovico e dei napoletani.
  7. Franca Petrucci, CARAFA, Alessandro su treccani.it. URL consultato il 2024-11-24
  8. Cappella del Succorpo su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  9. Cappella Carafa su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  10. (EN) Gonzalo Fernández de Córdoba su it.wikipedia.org. URL consultato il 2024-11-24
  11. (EN) Bishop Leone de Simone † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  12. (EN) Bishop Giovanni Paolo Vassalli † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  13. (EN) Bishop Pedro Fernández de Solís † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  14. (EN) Bishop Giacomo Passarella † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  15. (EN) Bishop Giacomo de Bacio † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  16. (EN) Patriarch Bernardino Carafa † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  17. (EN) Bishop Giacomo de Luciis † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  18. (EN) Bishop Vincius de Maffei † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  19. (EN) Bishop Juan Gálvez † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  20. (EN) Bishop Zaccaria de Moris † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  21. (EN) Bishop Agostino de Guarino † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
  22. (EN) Bishop Louis Canossa, O. Cist. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 2024-11-24
Bibliografia