Domingo Ram y Lanaja
Domingo Ram y Lanaja (Alcañiz [1][3], 1345 ca.; † Roma, 25 aprile 1445) è stato un cardinale, arcivescovo e politico spagnolo.
Nascita
Domingo Ram y Lanaja nacque ad Alcañiz[1][3] nel 1345 ca. nell'Arcidiocesi di Saragozza. Di famiglia nobile era figlio di Blasi Ram e Dolça Lanaja. Il suo nome è indicato anche come Domènec. Era soprannominato cardinale di Lérida o di Tarragona.
Formazione scolastica
Entrò tra i Canonici Regolari di Sant'Agostino. Ha studiato diritto civile presso l'Università di Lérida, nel 1406 conseguì il dottorato in utroque iure, sia in Diritto canonico sia diritto civile. Secondo Francisco Diego de Aínsa[6], fu un illustre teologo, mentre Jerónimo Zurita[7] lo considera un famoso avvocato in entrambi i diritti.
Ministero sacerdotale
Fu ordinato presbitero, ma non se ne conosce la data, il luogo e l'ordinante. Priore della Collegiata di Santa Maria la Mayor di Alcañiz nel 1394. Nel 1395 Procuratore e rappresentante del capitolo della Cattedrale del Salvatore di Saragozza. Nel 1395 frequentò come procuratore legale le sedute delle Corti del Regno d'Aragona[8].
Nel 1405 fu esattore dell'Arcidiocesi di Saragozza e come tale accantonò i fondi per la corte papale di Avignone. Il 1º agosto 1406 fu ammesso dall'antipapa Benedetto XIII come referendario della sua cancelleria a Monaco e il giorno successivo prestò il consueto giuramento. Nel 1406 Priore della della Cattedrale del Salvatore di Saragozza. Fu al servizio dell'antipapa Benedetto XIII a Perpignano il 1º maggio 1407. Il 13 giugno 1407 l'antipapa lo inviò come nunzio apostolico in Spagna, soprattutto davanti al re Martino I di Aragona. Fu uno dei sette ambasciatori inviati dall'antipapa Benedetto XIII all'inizio del 1409 per negoziare l'abdicazione al Concilio di Pisa e alla corte pontificia di papa Gregorio XII. La missione fu un completo fallimento. Nel 1409 partecipò al Concilio di Perpignano.
Ministero episcopale
Il 5 maggio 1410 fu nominato vescovo di Huesca dall'Antipapa Benedetto XIII e prese possesso della sede il 20 agosto 1410. Non si conoscono informazioni relative alla sua consacrazione vescovile.
Nel 1411, il Parlamento di Alcañiz, in preparazione alla riunione del Compromesso di Caspe[9], ottenne dall'antipapa Benedetto XIII l'invio del vescovo Ram a sorvegliare il castello e il villaggio di Caspe durante le sue sessioni. Nel giugno 1412, fu anche nominato uno fra i tre giudici del regno d'Aragona per la successione al trono. Partecipò molto attivamente alle discussioni e votò a favore dell'eletto infante Don Fernando de Antequera nuovo re col nome di Ferdinando I d'Aragona. Fu uno dei firmatari del Compromesso di Caspe e, dopo Vicente Ferrer, fu la figura più in vista del Compromesso. Consacrò e incoronò l'infante re d'Aragona il 15 gennaio 1414.
All'inizio del 1415 fu inviato a Napoli dal re d'Aragona per organizzare gli ultimi dettagli del matrimonio dell'Infante Don Giovanni di Trastámara[10] con la regina Giovanna II di Napoli[11][12]. Il 16 gennaio 1415 l'Antipapa Benedetto XIII lo inviò come Nunzio a Napoli, Sicilia, Sardegna e Corsica. La sua missione era convincere la regina Giovanna di Napoli a unirsi all'obbedienza di Avignone, ma la regina cambiò idea e sposò il principe francese Giacomo II di Borbone-La Marche e mantenne la sua fedeltà a Roma.
Tra il 1415 e il 1419 ricoprì la carica di Viceré di Sicilia[13] di Alfonso V[4]. Partecipò al Concilio di Costanza. Il 13 novembre 1415 fu trasferito alla sede di Lleida. Fu confermato da papa Martino V il 15 dicembre 1417. Celebrò un sinodo nel 1418. Uno dei suoi vicari generali fu Alfonso de Borja, futuro papa Callisto III. Partecipò al Concilio provinciale di Lérida[14], inaugurato il 9 ottobre 1418, sotto la presidenza del cardinale Alamanno Adimari[15]. Lasciò l'obbedienza di Avignone e si unì a quella di Roma.
Cardinalato
Creato cardinale in segreto nel Concistoro del 23 luglio 1423 e confermato, ma non pubblicato nel concistoro del 24 maggio 1426. Fu pubblicato l'8 novembre 1430 e ricevette il titolo dei Santi Giovanni e Paolo e la berretta rossa.
Nel 1424 fu il promotore del Concilio provinciale di Tarragona[16], convocato per porre fine agli ultimi strascichi dello Scisma d'Occidente. A nome dei partecipanti ammonì il re Alfonso V[4] per l'appoggio che dava agli scismatici di Peñíscola[17] e per le misure che aveva preso contro papa Martino V, ispirate a ragioni politiche, come la questione del Regno di Napoli.
Il 14 luglio 1428 fu nominato presidente della Generalitat de Catalunya[5]. Nel settembre 1429, partecipò molto attivamente al Concilio di Tortosa, insieme con il cardinale Pietro di Foix (il Vecchio)[18], legato pontificio, per porre fine ai resti dello Scisma d'Occidente. Rispose al discorso inaugurale del legato e intervenne nella revisione deli venti canoni riformatori, tra cui una molto importante riguardante il catechismo.
Nominato amministratore apostolico della sede di Lleida il 10 marzo 1430, occupò l'incarico fino al 20 luglio 1435. Il re Alfonso V[4] lo nominò primo dei tre ambasciatori che, insieme agli ambasciatori di Navarra, negoziò una tregua con i re di Castiglia e Navarra per chiarire le loro divergenze. Le tregue furono raggiunte nella provincia di Soria il 16 luglio 1430 a Maján e annunciata pubblicamente il 25 luglio successivo e ad Ágreda (1431-1432). Le tregue aprirono una parentesi di trattative che durò fino alla Pace di Toledo[19]. Una volta firmato l'accordo, partì per Roma, dove ottenne la berretta rossa.
Non partecipò al conclave del 1431 che elesse papa Eugenio IV. Divenne Cardinale protopresbitero nel marzo 1434 e Amministratore della sede di Tarragona, il 25 agosto 1434.
Il 24 marzo 1435 prese parte alla delegazione che Alfonso V[4] inviò al papa per chiedere l'investitura al Regno di Napoli. Fu aggiunto all'ambasciata conciliare inviata alla Dieta di Francoforte il 23 febbraio 1439. Il re Alfonso V lo accreditò come suo ambasciatore al Concilio di Basilea nel 1439. Seguendo le istruzioni reali, si oppose fermamente alla deposizione di papa Eugenio IV. Per la partecipazione al concilio senza l'autorizzazione del papa, fu destituito dall'amministratore di Tarragona; tuttavia, il 4 luglio 1440, il pontefice lo promosse arcivescovo della stessa sede.
Ritornò in Aragona come consigliere di re Alfonso V[4], che era in guerra con Castiglia. Al termine del conflitto, il 24 ottobre 1442 ritornò a Roma. Nel 1444, agì come arbitro per risolvere le divergenze tra i re di Castiglia e Navarra. Il 7 marzo 1444 papa Eugenio IV lo nominò cardinale vescovo della sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina.
Morte
Il cardinale Domingo Ram morì a Roma il 25 aprile 1445 quasi centenario. Fu sepolto davanti all'altare dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista nell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano (Roma)
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Huesca e Jaca | Successore: | |
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Juan de Tauste, O.F.M. | 5 maggio 1410-13 novembre 1415 | Avignone Nicolai, O.P. |
Predecessore: | Vescovo di Lérida | Successore: | |
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Pedro de Cardona | 13 novembre 1415-10 marzo 1430 | sé stesso come amministratore apostolico |
Predecessore: | Viceré di Sicilia (con Antonio de Cardona[20]) |
Successore: | |
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Giovanni II d'Aragona | 2 aprile 1416-1º gennaio 1419 | Antonio de Cardona Fernán Velázquez de Cuéllar Martín de Torres |
Predecessore: | Presidente della Generalitat de Catalunya | Successore: | |
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Felip de Malla | 14 luglio 1428-1º gennaio 1431 | Marc de Vilalba |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Lérida | Successore: | |
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sé stesso come vescovo | 10 marzo 1430-20 luglio 1435 | García Aznárez de Añon (vescovo) |
Predecessore: | Cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo | Successore: | |
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Tommaso Brancaccio | 8 novembre 1430-7 marzo 1444 | Latino di Carlo Orsini |
Predecessore: | Cardinale protopresbitero | Successore: | |
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Antonio Panciera | marzo 1434-7 marzo 1444 | Henry Beaufort |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Tarragona | Successore: | |
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Gonzalo Fernández de Hijar (arcivescovo metropolita) |
25 agosto 1434-4 luglio 1440 | sé stesso come arcivescovo metropolita |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Tarragona | Successore: | |
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sé stesso come amministratore apostolico | 4 luglio 1440-25 aprile 1445 | Pedro de Urrea |
Predecessore: | Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina | Successore: | |
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Branda Castiglioni | 7 marzo 1444-25 aprile 1445 | Francesco Condulmer |
Note | |
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Collegamenti esterni | |
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