Domingo Ram y Lanaja

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Domingo Ram y Lanaja, C.R.S.A.
Cardinale
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battezzato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte circa 100 anni
Nascita Alcañiz [1][3]
1345 ca.
Morte Roma
25 aprile 1445
Sepoltura Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano (Roma)
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Nominato vescovo 5 maggio 1410 dall'antipapa Benedetto XIII
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Elevazione ad Arcivescovo 4 luglio 1440 da papa Eugenio IV
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Creazione
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Creato
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23 luglio 1423 da Martino V (vedi)
Pubblicato
Cardinale
8 novembre 1430 da Martino V (vedi)
Deposto dal cardinalato [[{{{aPd}}}]] da [[{{{pPd}}}]]


Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 14 anni, 5 mesi e 17 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Cardinali creazioni
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Eventi
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Domingo Ram y Lanaja (Alcañiz [1][3], 1345 ca.; † Roma, 25 aprile 1445) è stato un cardinale, arcivescovo e politico spagnolo.

Nascita

Domingo Ram y Lanaja nacque ad Alcañiz[1][3] nel 1345 ca. nell'Arcidiocesi di Saragozza. Di famiglia nobile era figlio di Blasi Ram e Dolça Lanaja. Il suo nome è indicato anche come Domènec. Era soprannominato cardinale di Lérida o di Tarragona.

Formazione scolastica

Entrò tra i Canonici Regolari di Sant'Agostino. Ha studiato diritto civile presso l'Università di Lérida, nel 1406 conseguì il dottorato in utroque iure, sia in Diritto canonico sia diritto civile. Secondo Francisco Diego de Aínsa[6], fu un illustre teologo, mentre Jerónimo Zurita[7] lo considera un famoso avvocato in entrambi i diritti.

Ministero sacerdotale

Fu ordinato presbitero, ma non se ne conosce la data, il luogo e l'ordinante. Priore della Collegiata di Santa Maria la Mayor di Alcañiz nel 1394. Nel 1395 Procuratore e rappresentante del capitolo della Cattedrale del Salvatore di Saragozza. Nel 1395 frequentò come procuratore legale le sedute delle Corti del Regno d'Aragona[8].

Nel 1405 fu esattore dell'Arcidiocesi di Saragozza e come tale accantonò i fondi per la corte papale di Avignone. Il 1º agosto 1406 fu ammesso dall'antipapa Benedetto XIII come referendario della sua cancelleria a Monaco e il giorno successivo prestò il consueto giuramento. Nel 1406 Priore della della Cattedrale del Salvatore di Saragozza. Fu al servizio dell'antipapa Benedetto XIII a Perpignano il 1º maggio 1407. Il 13 giugno 1407 l'antipapa lo inviò come nunzio apostolico in Spagna, soprattutto davanti al re Martino I di Aragona. Fu uno dei sette ambasciatori inviati dall'antipapa Benedetto XIII all'inizio del 1409 per negoziare l'abdicazione al Concilio di Pisa e alla corte pontificia di papa Gregorio XII. La missione fu un completo fallimento. Nel 1409 partecipò al Concilio di Perpignano.

Ministero episcopale

Il 5 maggio 1410 fu nominato vescovo di Huesca dall'Antipapa Benedetto XIII e prese possesso della sede il 20 agosto 1410. Non si conoscono informazioni relative alla sua consacrazione vescovile.

Nel 1411, il Parlamento di Alcañiz, in preparazione alla riunione del Compromesso di Caspe[9], ottenne dall'antipapa Benedetto XIII l'invio del vescovo Ram a sorvegliare il castello e il villaggio di Caspe durante le sue sessioni. Nel giugno 1412, fu anche nominato uno fra i tre giudici del regno d'Aragona per la successione al trono. Partecipò molto attivamente alle discussioni e votò a favore dell'eletto infante Don Fernando de Antequera nuovo re col nome di Ferdinando I d'Aragona. Fu uno dei firmatari del Compromesso di Caspe e, dopo Vicente Ferrer, fu la figura più in vista del Compromesso. Consacrò e incoronò l'infante re d'Aragona il 15 gennaio 1414.

All'inizio del 1415 fu inviato a Napoli dal re d'Aragona per organizzare gli ultimi dettagli del matrimonio dell'Infante Don Giovanni di Trastámara[10] con la regina Giovanna II di Napoli[11][12]. Il 16 gennaio 1415 l'Antipapa Benedetto XIII lo inviò come Nunzio a Napoli, Sicilia, Sardegna e Corsica. La sua missione era convincere la regina Giovanna di Napoli a unirsi all'obbedienza di Avignone, ma la regina cambiò idea e sposò il principe francese Giacomo II di Borbone-La Marche e mantenne la sua fedeltà a Roma.

Tra il 1415 e il 1419 ricoprì la carica di Viceré di Sicilia[13] di Alfonso V[4]. Partecipò al Concilio di Costanza. Il 13 novembre 1415 fu trasferito alla sede di Lleida. Fu confermato da papa Martino V il 15 dicembre 1417. Celebrò un sinodo nel 1418. Uno dei suoi vicari generali fu Alfonso de Borja, futuro papa Callisto III. Partecipò al Concilio provinciale di Lérida[14], inaugurato il 9 ottobre 1418, sotto la presidenza del cardinale Alamanno Adimari[15]. Lasciò l'obbedienza di Avignone e si unì a quella di Roma.

Cardinalato

Creato cardinale in segreto nel Concistoro del 23 luglio 1423 e confermato, ma non pubblicato nel concistoro del 24 maggio 1426. Fu pubblicato l'8 novembre 1430 e ricevette il titolo dei Santi Giovanni e Paolo e la berretta rossa.

Nel 1424 fu il promotore del Concilio provinciale di Tarragona[16], convocato per porre fine agli ultimi strascichi dello Scisma d'Occidente. A nome dei partecipanti ammonì il re Alfonso V[4] per l'appoggio che dava agli scismatici di Peñíscola[17] e per le misure che aveva preso contro papa Martino V, ispirate a ragioni politiche, come la questione del Regno di Napoli.

Il 14 luglio 1428 fu nominato presidente della Generalitat de Catalunya[5]. Nel settembre 1429, partecipò molto attivamente al Concilio di Tortosa, insieme con il cardinale Pietro di Foix (il Vecchio)[18], legato pontificio, per porre fine ai resti dello Scisma d'Occidente. Rispose al discorso inaugurale del legato e intervenne nella revisione deli venti canoni riformatori, tra cui una molto importante riguardante il catechismo.

Nominato amministratore apostolico della sede di Lleida il 10 marzo 1430, occupò l'incarico fino al 20 luglio 1435. Il re Alfonso V[4] lo nominò primo dei tre ambasciatori che, insieme agli ambasciatori di Navarra, negoziò una tregua con i re di Castiglia e Navarra per chiarire le loro divergenze. Le tregue furono raggiunte nella provincia di Soria il 16 luglio 1430 a Maján e annunciata pubblicamente il 25 luglio successivo e ad Ágreda (1431-1432). Le tregue aprirono una parentesi di trattative che durò fino alla Pace di Toledo[19]. Una volta firmato l'accordo, partì per Roma, dove ottenne la berretta rossa.

Non partecipò al conclave del 1431 che elesse papa Eugenio IV. Divenne Cardinale protopresbitero nel marzo 1434 e Amministratore della sede di Tarragona, il 25 agosto 1434.

Il 24 marzo 1435 prese parte alla delegazione che Alfonso V[4] inviò al papa per chiedere l'investitura al Regno di Napoli. Fu aggiunto all'ambasciata conciliare inviata alla Dieta di Francoforte il 23 febbraio 1439. Il re Alfonso V lo accreditò come suo ambasciatore al Concilio di Basilea nel 1439. Seguendo le istruzioni reali, si oppose fermamente alla deposizione di papa Eugenio IV. Per la partecipazione al concilio senza l'autorizzazione del papa, fu destituito dall'amministratore di Tarragona; tuttavia, il 4 luglio 1440, il pontefice lo promosse arcivescovo della stessa sede.

Ritornò in Aragona come consigliere di re Alfonso V[4], che era in guerra con Castiglia. Al termine del conflitto, il 24 ottobre 1442 ritornò a Roma. Nel 1444, agì come arbitro per risolvere le divergenze tra i re di Castiglia e Navarra. Il 7 marzo 1444 papa Eugenio IV lo nominò cardinale vescovo della sede suburbicaria di Porto e Santa Rufina.

Morte

Il cardinale Domingo Ram morì a Roma il 25 aprile 1445 quasi centenario. Fu sepolto davanti all'altare dei Santi Giovanni Battista e Giovanni Evangelista nell'Arcibasilica del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano (Roma)

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Huesca e Jaca Successore: BishopCoA PioM.svg
Juan de Tauste, O.F.M. 5 maggio 1410-13 novembre 1415 Avignone Nicolai, O.P. I
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Juan de Tauste, O.F.M. {{{data}}} Avignone Nicolai, O.P.
Predecessore: Vescovo di Lérida Successore: BishopCoA PioM.svg
Pedro de Cardona 13 novembre 1415-10 marzo 1430 sé stesso come amministratore apostolico I
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Pedro de Cardona {{{data}}} sé stesso come amministratore apostolico
Predecessore: Viceré di Sicilia
(con Antonio de Cardona[20])
Successore: Bandiera del Regno di Sicilia 4.svg
Giovanni II d'Aragona 2 aprile 1416-1º gennaio 1419 Antonio de Cardona
Fernán Velázquez de Cuéllar
Martín de Torres
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con
Giovanni II d'Aragona {{{data}}} Antonio de Cardona
Fernán Velázquez de Cuéllar
Martín de Torres
Predecessore: Presidente della Generalitat de Catalunya Successore: Seal of the Generalitat of Catalonia.svg
Felip de Malla 14 luglio 1428-1º gennaio 1431 Marc de Vilalba I
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Felip de Malla {{{data}}} Marc de Vilalba
Predecessore: Amministratore apostolico di Lérida Successore: BishopCoA PioM.svg
sé stesso come vescovo 10 marzo 1430-20 luglio 1435 García Aznárez de Añon
(vescovo)
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sé stesso come vescovo {{{data}}} García Aznárez de Añon
(vescovo)
Predecessore: Cardinale presbitero dei Santi Giovanni e Paolo Successore: CardinalCoA PioM.svg
Tommaso Brancaccio 8 novembre 1430-7 marzo 1444 Latino di Carlo Orsini I
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Tommaso Brancaccio {{{data}}} Latino di Carlo Orsini
Predecessore: Cardinale protopresbitero Successore: CardinalCoA PioM.svg
Antonio Panciera marzo 1434-7 marzo 1444 Henry Beaufort I
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Antonio Panciera {{{data}}} Henry Beaufort
Predecessore: Amministratore apostolico di Tarragona Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Gonzalo Fernández de Hijar
(arcivescovo metropolita)
25 agosto 1434-4 luglio 1440 sé stesso come arcivescovo metropolita I
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Gonzalo Fernández de Hijar
(arcivescovo metropolita)
{{{data}}} sé stesso come arcivescovo metropolita
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Tarragona Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
sé stesso come amministratore apostolico 4 luglio 1440-25 aprile 1445 Pedro de Urrea I
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sé stesso come amministratore apostolico {{{data}}} Pedro de Urrea
Predecessore: Cardinale vescovo di Porto e Santa Rufina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Branda Castiglioni 7 marzo 1444-25 aprile 1445 Francesco Condulmer I
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con
Branda Castiglioni {{{data}}} Francesco Condulmer
Note
  1. 1,0 1,1 Alcañiz, comune spagnolo situato nella comunità autonoma dell'Aragona, è il capoluogo della comarca del Bajo Aragón. È un centro agricolo dedicato soprattutto alla coltivazioni dell'ulivo sul fiume Guadalope.
  2. Morella, comune spagnolo situato nella comunità autonoma Valenciana, Diocesi di Tortosa.
  3. 3,0 3,1 Vicente Boix op. cit., lo fa nativo di Morella Diocesi di Tortosa[2].
  4. 4,0 4,1 4,2 4,3 4,4 4,5 Alfonso di Trastámara, detto il Magnanimo (Medina del Campo, 24 febbraio 1396 – Napoli, 27 giugno 1458), figlio di Ferdinando I d'Aragona ed Eleonora d'Alburquerque. Principe spagnolo della casa reale di Trastámara d'Aragona, che divenne re Alfonso V d'Aragona, Alfonso III di Valencia, Alfonso II di Sardegna, Alfonso I di Maiorca e di Sicilia, re titolare di Corsica, di Gerusalemme e d'Ungheria, conte Alfonso IV di Barcellona e delle contee catalane (Rossiglione e Cerdagna) dal 1416 al 1458, duca titolare di Atene e Neopatria e re Alfonso I di Napoli dal 1442 al 1458.
  5. 5,0 5,1 La Generalitat de Catalunya (Generalità di Catalogna) è il nome con cui viene indicato il sistema amministrativo-istituzionale per il governo catalano. Gli organi che la compongono sono: il Parlamento della Catalogna, il Consiglio esecutivo della Catalogna (detto anche Governo), il presidente della Generalità e altri organi minori che sono contemplati dallo statuto d'autonomia della Catalogna e da altre leggi. Il presidente della Generalità è la massima espressione della rappresentazione di questa. Il suo compito è quello di dare impulso e coordinamento all'attività del Governo o Consiglio esecutivo.
  6. Francisco Diego Ainsa y de Iriarte (1586-1628). storico e scrittore spagnolo.
  7. Jerónimo Zurita y Castro (Saragozza, 4 dicembre 1512 – Saragozza, 3 novembre 1580), storico spagnolo.
  8. Le Corti d’Aragona (in spagnolo: Cortes d’Aragón, in aragonese: Cortz d’Aragón e in catalano: Corts d'Aragó) sono il parlamento regionale della comunità autonoma spagnola di Aragona. Fanno risalire la loro storia agli incontri convocati dai re di Aragona e iniziati nel 1162. Abolite nel 1707, le Corti furono nuovamente istituite nel 1983 in seguito all'approvazione di uno Statuto di Autonomia.
  9. Il Compromesso di Caspe fu il procedimento scelto dai parlamentari delle Cortes dei regni di Aragona e Valencia e dal Principato di Catalogna (non presero parte quelli del Regno di Sicilia, Sardegna e Maiorca) per risolvere l'interregno aragonese motivato dalla morte del re della corona d'Aragona e ultimo re di Trinacria Martino il Vecchio (1410) senza lasciare un legittimo successore.
  10. Giovanni di Trastámara (Medina del Campo, 29 giugno 1397/1398 – Barcellona, 20 gennaio 1479), figlio di Ferdinando I d'Aragona ed Eleonora d'Albuquerque. Duca di Peñafiel dal 1414, signore di Lara, re di Navarra dal 1425 al 1479 e poi re d'Aragona col nome di Giovanni II d'Aragona, Valencia, Sardegna, Maiorca e di Sicilia, re titolare di Corsica, conte di Barcellona e delle contee catalane dal 1458 al 1479.
  11. Giovanna II d'Angiò-Durazzo, nota anche come Giovanna II di Napoli (Zara, 25 giugno 1371 – Napoli, 2 febbraio 1435), figlia del re Carlo III d'Angiò-Durazzo e della regina Margherita di Durazzo, succedette sul trono di Napoli al fratello Ladislao I, deceduto privo di eredi legittimi. Fu regina di Napoli, dalla morte del fratello, nel 1414, alla sua nel 1435.
  12. Re Ferdinando I d'Aragona fece sì che suo figlio Giovanni sposasse la regina Giovanna II che aveva appena ereditato il trono del Regno di Napoli in seguito alla morte nell'agosto del 1414 di suo fratello, re Ladislao d'Angiò. Tuttavia, il progetto di matrimonio, che prevedeva una clausola secondo la quale se la regina fosse morta prima del marito - cosa molto probabile poiché lei era molto più anziana di lui - il regno di Napoli sarebbe passato a lui, finì per essere vanificato dal cambiamento di opinione della regina napoletana che decise di sposare il nobile francese Giacomo II di Borbone-La Marche.
  13. I Viceré di Sicilia erano i reggenti del governo del Regno di Sicilia in luogo dei re spagnoli che acquisirono il titolo di Re di Sicilia dal 1412 al 1759. Nel 1806 Ferdinando III di Sicilia, stabilitosi nell'isola, abolì la carica e istituì in sua vece quelle di luogotenente e capitano generale.
  14. Il concilio di Lérida del 1418 si tenne dopo la chiusura del Concilio di Costanza (1414-1418) che risolse lo Scisma d'Occidente deponendo l'antipapa Giovanni XXIII e l'antipapa Benedetto XIII (Pedro Martínez de Luna y Pérez de Gotor) ed eleggendo Martino V come legittimo Papa. Con il re d'Aragona, Alfonso V, questo concilio provinciale discusse i mezzi per estinguere completamente lo scisma che Pedro de Luna stava ancora fomentando a Peñíscola (vedi nota su Peñíscola).
  15. Alamanno Adimari (Firenze, 1362 – Tivoli, 17 settembre 1422), arcivescovo, pseudocardinale nominato dall'antipapa Giovanni XXIII e cardinale confermato da papa Martino V Alamanno Cardinal Adimari su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 21-05-2024.
  16. Nel Regno d'Aragona furono indetti tre Concili provinciali: di Lérida (1418), di Tarragona (1424) e di Tortosa (1429).
  17. Peñíscola, comune spagnolo situato nella comunità autonoma Valenciana. In quanto residenza dell'Antipapa Benedetto XIII e dell'Antipapa Clemente VIII, questa località valenzana è stata al centro del cosiddetto Scisma aragonese, conclusosi nel 1429 in seguito agli accordi presi durante il concilio tenutosi a Pavia e a Siena cinque anni prima. Durante lo Scisma d'Occidente, nel 1411, i cavalieri di Montesa concessero l'uso della fortezza all'Antipapa Benedetto XIII. Abbandonato e perseguitato da tutti, si rifugiò nel castello per vivere i suoi ultimi anni circondato da alcuni cardinali fedeli ai suoi principi. Dopo lo Scisma d'Occidente, il dominio del luogo passò alla Corona d'Aragona.
  18. Pietro di Foix detto il Vecchio O.F.M. (Francia, 1386 – Arles, 13 dicembre 1464), francese di nobili origini, arcivescovo, dapprima pseudocardinale creato dall'antipapa Giovanni XXIII, poi confermato cardinale da papa Martino V.
  19. La pace di Toledo o concordia di Toledo fu il "contratto di pace e concordia" firmato a Toledo, in Spagna, il 22 settembre 1436 dai rappresentanti della Corona di Castiglia e della Corona d'Aragona e del Regno di Navarra per suggellare la pace finale della guerra castigliano-aragonese del 1429-1430. Le ostilità erano terminate nel luglio 1430 con le Tregue di Majano, firmate il 16 luglio 1430 fra Castiglia e Aragona; il rispetto dei cinque anni di tregua successivi, portarono alla pace di Toledo. Come garanzia del trattato, fu concordato il matrimonio del principe delle Asturie don Enrico con la figlia maggiore del re di Navarra, Bianca di Trastámara.
  20. Antonio di Cardona e Luna, signore di Maldà (... – dopo il 1439), nobile e politico catalano del XV secolo.>
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