Arcidiocesi di Tarragona

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Arcidiocesi di Tarragona
Archidioecesis Tarraconensis
Chiesa latina

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arcivescovo metropolita Jaume Pujol Balcells
Sede Tarragona

sede vacante
Tarragona

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Suffraganea
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Mappa della diocesi
Nazione bandiera Spagna
diocesi suffraganee
Girona, Lleida, Solsona, Tortosa, Urgell, Vic
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Cariche emerite:

Parrocchie 199
Sacerdoti

183 di cui 141 secolari e 42 regolari
2.387 battezzati per sacerdote

107 religiosi 512 religiose 5 diaconi
456.526 abitanti in 2.700 km²
437.000 battezzati (95,7% del totale)
Eretta I secolo
Rito romano
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Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni
Indirizzo
Apartado 458, Pla de Palau 2, 43003 Tarragona, España
tel. 977.23.34.12 fax. 977.25.18.47
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2005 (gc ch )

Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica
Il monastero di Poblet

L'arcidiocesi di Tarragona (in latino: Archidioecesis Tarraconensis) è una sede metropolitana della Chiesa cattolica in Spagna. Nel 2004 contava 437.000 battezzati su 456.526 abitanti. È attualmente retta dall'arcivescovo Jaume Pujol Balcells.

Territorio

La diocesi comprende la provincia di Tarragona, nella comunità autonoma spagnola della Catalogna.

Sede arcivescovile è la città di Tarragona, dove si trova la basilica cattedrale metropolitana e primaziale di santa Tecla. Molto importante e ricco di storia è il monastero di Santa Maria di Poblet, che sorge a Vimbodí.

Il territorio è suddiviso in 3 vicariati, a loro volta suddivisi in 11 arcipresbiterati, che sono ancora suddivisi in 199 parrocchie.

Storia

La diocesi di Tarragona secondo la tradizione fu eretta probabilmente nel I secolo, a seguito dela predicazione di san Paolo in Spagna, avvenuta nell'anno 64. Tuttavia, i primi vescovi di questa sede sono noti a partire dalla metà del III secolo.

Già dal V secolo fu elevata al rango di arcidiocesi. Il primo arcivescovo fu Johannes (470-502).

Nel 516 si tenne il primo concilio provinciale.

Dall'VIII secolo fino a metà del X secolo la sede rimase vacante a causa dell'invasione araba. Nel 711 il vescovo san Prospero e alcuni cittadini dell'antica Tarraco trovarono rifugio sulle coste italiane. Portarono con loro un antico libro liturgico, l'Orazionale visigotico tarraconense, che è oggi conservato nella Biblioteca Capitolare di Verona. Quando la diocesi fu ristabilita, l'arcivescovo Cesáreo ebbe difficoltà a far valere il titolo metropolitano, perché le diocesi suffraganee erano divenute de facto suffraganee di Narbona. Aimerico (927-977) e i suoi successori Armengol (977-1019), Guifredo de Cerdaña (1019-1079), Pedro Berenguer (1079) e Dalmacio (1079-1091) vescovi di Narbona, useranno illegittimamente il titolo di arcivescovo di Tarragona. Dopo Cesáreo la sede di Tarragona rimarrà vacante. Atón nel 971 ebbe per breve tempo il titolo di arcivescovo di Tarragona da papa Giovanni XIII e cercò di restaurare la metropolia, traslandone la sede a Vic.

Il 1º giugno 1091 papa Urbano II ristabilì ufficialmente l'arcidiocesi, a capo della quale pose Berenguer Seniofredo de Lluçá, che conservò la cattedra vescovile di Vic a motivo della povertà della sede tarragonese. L'arcivescovo di Narbona lo accusò di voler smembrare la sua metropolia e lo tenne prigioniero finché non ebbe pagato un cospicuo indennizzo.

Il successore sant'Olegario compare anche nelle cronotassi della diocesi di Barcellona e il suo trasferimento a Tarragona è taciuto da molte fonti. Certamente non risiedette a Tarragona, come neppure il suo successore Gregorio. Il primo arcivescovo a fare ritorno in città fu Bernardo Tort.

Nel 1151 fu fondato il monastero cistercense di Santa Maria di Poblet.

Il 23 marzo 1154 papa Anastasio IV stabilì i confini dell'arcidiocesi e le suffraganee: Girona, Barcellona, Urgell, Vic, Lleida, Tortosa, Saragozza, Huesca, Pamplona, Tarazona e Calahorra. Nello stesso anno il vescovo eresse il capitolo della cattedrale.

Nel 1171 si iniziò la costruzione dell'attuale cattedrale.

Il 17 giugno 1207 papa Innocenzo III concesse agli arcivescovi di Tarragona il privilegio di incoronare a Saragozza i re d'Aragona.

Il 10 ottobre 1238 fu eretta la diocesi di Valencia e aggregata alla provincia ecclesiastica di Tarragona dopo una lunga contesa con la sede di Toledo.

Nel 1318 Saragozza fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana con le suffraganee Huesca, Tarazona, Pamplona e Calahorra.

Nel 1331 la cattedrale fu solennemente consacrata alla presenza degli arcivescovi sardi e dei vescovi della provincia.

Dal 1380 al 1388 la cattedra arcivescovile rimase vacante, per il rifiuto del re Pietro III d'Aragona di intervenire a sostegno di qualsiasi fazione nello scisma d'Occidente.

Domingo Ram fu il primo arcivescovo a governare la diocesi con la porpora cardinalizia, che aveva ottenuto il 10 marzo 1430.

Il 19 luglio 1492 la sede di Valencia fu elevata al rango di arcidiocesi metropolitana.

Nel 1498 si pubblicò un messale secondo la "consuetudinem Ecclesiæ Tarraconensis". Rimarrà in vigore fino al 1589, quando sarà introdotto il rito romano.

Subito dopo il Concilio di Trento, nel 1570, fu eretto il seminario metropolitano di san Paolo e santa Tecla.

Nel 1593 fu eretta la diocesi di Solsona e aggregata alla provincia ecclesiastica di Tarragona.

Nel 1671 si diede alle stampe un altro libro liturgico proprio dell'arcidiocesi, un Rituale.

Il 15 ottobre 1673 l'università di Tarragona, l'arcivescovo e i consoli della città giurano di difendere il dogma dell'Immacolata Concezione.

Nel 1691 il concilio provinciale stabilì che l'arcivescovo di Tarragona dovesse continuare ad usare il titolo di primate di Spagna.

Il 15 dicembre 1712 l'arcivescovo Isidro Bertrán, che aderiva al partito del pretendente al trono Carlo VI, fu deposto da Filippo V di Spagna con regio decreto e la sede fu dichiarata vacante. L'anno successivo papa Clemente XI indirizzò al re di Spagna una bolla di protesta e l'arcivescovo faceva atto di sottomissione. Tuttavia, Filippo non volle ritrattare la deposizione.

Nel 1722 si ripropose nuovamente la questione dei diritti primaziali di Toledo sulla provincia ecclesiastica di Tarragona e le pretese toletane vennero respinte.

Nel 1813 le truppe napoleoniche depredarono il palazzo arcivescovile, distruggendo gli archivi diocesani e capitolari. Non risparmiarono neppure una reliquia di santa Tecla conservata nel monastero di Sant Cugat del Vallès. A seguito della distruzione, nel 1815 si iniziò a costruire il nuovo palazzo arcivescovile.

A seguito dello scioglimento in tutta la Spagna degli ordini monastici e della chiusura dei monasteri con la confisca delle loro terre, a causa dei decreti di desamortización adottati dal governo di Juan Álvarez Mendizábal nel 1835, il monastero di Santa Maria di Poblet venne abbandonato e per quasi un secolo sarà oggetto di saccheggi da parte della popolazione locale.

Nel 1869 l'arcivescovo Fleix y Solans partecipò al Concilio Vaticano I prendendo posto fra i primati.

Il 14 agosto 1897 papa Leone XIII trasformò il seminario in università pontificia.

Nel 1936 durante la Guerra civile spagnola furono assassinati il vescovo ausiliare Manuel Borràs, 136 sacerdoti sui 404 sacerdoti dell'arcidiocesi e molti altri fra religiosi e laici. Tuttavia, nel 1937 l'arcivescovo cardinale Vidal y Barraquer, che aveva precedentemente rifiutato un'onorificenza della repubblica, non firmerà la lettera pastorale dei vescovi spagnoli a favore di Francisco Franco. Dal 1939 al 1943, data della sua morte, il cardinale fu in esilio e la sede rimase senza pastore.

Nel 1940 riprese la vita monastica nel monastero di Santa Maria di Poblet.

Nel 1957 i confini dell'arcidiocesi si ampliarono, includendo un arcipresbiterato già appartenuto alla diocesi di Barcellona e un altro già appartenuto alla diocesi di Vic.

Il 25 marzo 1964 la diocesi di Barcellona è elevata al rango di arcidiocesi immediatamente soggetta alla Santa Sede.

Nel 1988 l'arcidiocesi di Tarragona ha adottato una suddivisione in 11 arcipresbiterati.

Cronotassi dei vescovi

Statistiche

L'arcidiocesi al termine dell'anno 2004 su una popolazione di 456.526 persone contava 437.000 battezzati, corrispondenti al 95,7% del totale.

Fonti
Collegamenti esterni