Diocesi di Mâcon

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Diocesi di Mâcon
Dioecesis Matisconensis
Chiesa latina
Diocèse Mâcon 1789.svg
Suffraganea di arcidiocesi di Lione
Stato bandiera Francia
Sede: Mâcon
Soppressa: 29 novembre 1801
territorio unito all'arcidiocesi di Lione e alla diocesi di Autun
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Dati online ( ch)
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La diocesi di Mâcon (in latino: Dioecesis Matisconensis) è una sede soppressa della Chiesa cattolica.

Territorio

La diocesi comprendeva parte della Borgogna. Era delimitata a nord dalla diocesi di Chalon, ad est e a sud dall'arcidiocesi di Lione, e ad ovest dalla diocesi di Autun.

Sede vescovile era la città di Mâcon nell'attuale dipartimento della Saona e Loira, dove fungeva da cattedrale la chiesa di San Vincenzo.

Alla vigilia della rivoluzione francese la diocesi comprendeva 252 parrocchie, suddivise in 6 arcipreture: Cluny, Beaujeu, Charlieu, Vérizet, Le Rousset e Vaurenard.[1]

Storia

La diocesi è documentata per la prima volta verso la metà del VI secolo: al concilio di Orléans del 538 era presente il vescovo Placido, segnalato ancora al concilio di Parigi del 557. Il castrum Matisconensis, capitale del Mâconnais popolato dagli Edui, faceva parte della provincia romana della Gallia Lugdunense prima; la diocesi era perciò suffraganea dell'arcidiocesi di Lione, sede metropolitana della provincia.

Secondo Louis Duchesne[2], nel concilio nazionale dei Burgundi del 517 non c'era un vescovo di Mâcon, mentre Placido partecipò a quello di Orléans del 538; lo storico francese conclude che fu in questo periodo che venne eretta la diocesi, in concomitanza con la fine del regno di Borgogna (534) e la spartizione della Lugdunense prima tra i principi merovingi.

Verso la fine del VI secolo e nel secolo successivo si tennero a Mâcon alcuni importanti sinodi della chiesa di Gallia[3], sotto la protezione di Gontrano, re di Borgogna. Secondo una tradizione leggendaria, in uno di questi concili (Concilio di Mâcon (585)) fu discusso se le donne avessero l'anima oppure no; fu san Gregorio di Tours a sfatare questa leggenda. In totale si tennero a Mâcon sei concili: 579 ?, 581, 585, 627, 906 ? e 1286.

Tra i primi vescovi di Mâcon si distinsero alcune sante figure: san Placido, primo vescovo noto della diocesi; sant'Eusebio, che prese parte a diversi concili tra il 581 e il 585; san Fiorentino, menzionato nella vita di san Germano di Parigi scritta da Venanzio Fortunato. A questi, la tradizione ha aggiunto altri santi vescovi: Salvino, Nicezio e Giusto.

L'abbazia di Cluny, fondata all'inizio del X secolo, era parte della diocesi di Mâcon, ma ottenne l'esenzione dall'autorità episcopale nell'XI secolo, malgrado l'opposizione del vescovo Drogon.

La cattedrale, dedicata a san Vincenzo di Saragozza[4], fu ricostruita in stile romanico da Leuboldo de Brancion nell'XI secolo e in stile gotico attorno al 1240. Dell'edificio oggi restano poche strutture: infatti, minacciando di rovinare e non essendoci le risorse per restaurarla, fu decisa nel 1795 la sua demolizione, che cominciò nel 1799.

Durante le guerre di religione, la città fu conquistata dai protestanti nel 1562, che la tennero tuttavia per pochi anni, fino al 1567.

La sede di Mâcon fu soppressa in seguito al concordato con la bolla Qui Christi Domini di papa Pio VII del 29 novembre 1801 e il suo territorio incorporato in quello dell'arcidiocesi di Lione e della diocesi di Autun.

Dal 19 luglio 1853 ai vescovi di Autun è concesso di portare il titolo di vescovi di Mâcon.

La sede di Mâcon ha avuto quattro cardinali: Philibert Hugonet, Charles de Hémard de Denonville, Jean le Jeune e Claude de Longwy de Givry.

Cronotassi dei vescovi

Il più antico catalogo episcopale di Mâcon è contenuto nel cartulario della cattedrale San Vincenzo, conosciuto con il nome di Livre enchaîné; il primo vescovo menzionato è san Niceto, l'ultimo è Aymon vissuto nella prima metà del XIII secolo. Dal vescovo Braidingo (Braidemus) il catalogo è completo e verificabile con i dati storici. Per i precedenti nove vescovi, risulta molto incompleto, mancando cinque vescovi conosciuti grazie a fonti esterne al catalogo.[5]

Note
  1. De La Rochette, tomo I, p. 21 e seguenti.
  2. op. cit., p. 156; anche Catholic Encyclopedia.
  3. Concilio di Mâcon (581);Concilio di Mâcon (585);Concilio di Mâcon (627)
  4. Fu il re Childeberto I a portare dalla Spagna nel 543 le reliquie della tunica del santo spagnolo.
  5. Il catalogo, giunto fino a noi in diverse copie, è riportato da Duchesne (op. cit., pp. 196-197), Gallia christiana (op. cit., coll. 1039-1040) e Monumenta Germaniae Historica, Scriptores Archiviato il 13 marzo 2016 in Internet Archive., XIII, pp. 378-379. Sui cataloghi episcopali di Mâcon, cfr. Histoire littéraire de la France, tomo XXIX, Paris 1885, p. 404.
  6. 6,0 6,1 6,2 Assente nel catalogo episcopale di Mâcon.
  7. Assente nel catalogo episcopale di Mâcon. Menzionato da Gallia christiana, ma ignoto a Duchesne.
  8. Martirologio Romano, festa 2 aprile: A Lione in Francia, san Nicezio, vescovo, che fu sollecito verso i poveri e benevolo con i semplici e insegnò a questa Chiesa a seguire una norma nella recita della salmodia.
  9. Primo vescovo del catalogo di Mâcon. Il solo documento che lo menziona è una carta del vescovo Maimbodo (circa 950), secondo la quale Niceto, assieme a Giusto e Eusebio, sarebbe stato vescovo e confessore di Mâcon.
  10. Secondo vescovo del catalogo di Mâcon. Documentato dalla carta di Maimbodo del 950. Secondo Duchesne e Gallia christiana, Nicezio e Giusto assomigliano "in modo inquietante" a due vescovi omonimi di Lione.
  11. Secondo Duchesne, Fiorentino è collocabile attorno all'anno 561 e dunque prima di Celodonio; Gallia christiana e tutti gli autori che ne dipendono, lo collocano invece dopo Eusebio.
  12. Assente nel catalogo episcopale di Mâcon. Prese parte ai concili di Parigi nel 614 e di Chalon-sur-Saone del 650; la sua firma appare in un documento del 632. La cronologia di questi eventi rende impossibile la collocazione di Mommolo, vescovo del catalogo, tra il 617 e il 623, come riportato da Gallia christiana e dagli autori che ne dipendono.
  13. Presente nel catalogo; a lui succede Fiorentino. Secondo Duchesne, questo Mommolo potrebbe corrispondere al vescovo Domnolo dell'VIII secolo.
  14. I due vescovi Decio sono menzionati nel catalogo episcopale di Mâcon; secondo Duchesne non esistono documenti a riprova della loro esistenza se non il catalogo stesso.
  15. Assente nel catalogo episcopale di Mâcon. Dopo Domnolo, Gallia christiana inserisce Luitgardo (Leduardus) e Vicardo (Wichardus). Questi due personaggi non sono mai stati vescovi di Mâcon; nel documento citato dagli autori di Gallia christiana si parla di un Luitgardo, che fu in realtà vescovo di Vercelli.
  16. Gondolfo e Adalranno sono menzionati dal catalogo, ma senza ulteriori documenti storici a riprova della loro esistenza. Di Gondolfo è detto: vocatus episcopus.
  17. Gallia christiana distingue un Lamberto I e un Lamberto II e tra i due inserisce un vescovo di nome Evicinus, frutto di una errata lettura di un documento dell'877 (cfr. Duchesne, pp. 198, nota 5, parla di una "bevuta singolare" per indicare il grossolano errore in cui sono caduti gli autori di Gallia christiana). De La Rochette dedica ben tre pagine di biografia a questo inesistente vescovo (vol. I, pp. 275-277).
  18. Martirologio Romano, festa 29 maggio: A Mâcon in Burgundia, in Francia, san Gerardo, che, dapprima monaco e poi eletto vescovo, condusse infine vita eremitica nella foresta.
  19. Dopo Gerardo, Gams e De La Rochette inseriscono un Adalranno II, vescovo eletto.
  20. Così Gams e De La Rochette. Secondo Eubel invece, Nicolas de Bar, eletto per la morte di Hugues de Fontaines, fu confermato da papa Onorio IV il 30 gennaio 1286.
  21. Menzionato da Gams, ma ignoto a Eubel.
Bibliografia
Collegamenti esterni