Pierre Ravat

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Pierre Ravat, C.R.S.A.
Pseudocardinale
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battezzato
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte {{{età}}} anni
Nascita Pamiers
1365 ca.
Morte Barcellona
5 giugno 1417
Sepoltura Cattedrale di Barcellona
Conversione
Appartenenza
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Nomina a pseudocardinale annullata da antipapa Alessandro V il 21 ottobre 1408
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
Elezione
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Proclamazioni
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Eventi
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Invito all'ascolto
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Pierre Ravat (Pamiers, 1365 ca.; † Barcellona, 5 giugno 1417) è stato uno pseudocardinale e arcivescovo francese.

Cenni biografici

Nacque attorno al 1365 a Pamiers in Francia. [1] Fu chiamato il cardinale di Tolosa.

Seguì la sua vocazione religiosa ed entrò far parte dei Canonici Regolari di Sant'Agostino, dove conseguì il dottorato in utroque iure.

Non si hanno informazioni sulla sua ordinazione sacerdotale fu rettore dell'università di Tolosa; referendario pontificio e cancelliere della sede metropolitana di Tolosa, per oi entrare presso la curia avignonese.

Episcopato

Eletto vescovo di Mâcon il 20 agosto 1395. L'antipapa Benedetto XIII lo inviò, con mons. Helie de L'Estrange[2], allora vescovo di Saintes, alla seconda riunione parigina dei prelati francesi nell'agosto 1396.

Nel 1398 fu pure presente alla terza riunione parigina dei prelati francesi; l'antipapa voleva inviare Miguel de Zalba, futuro cardinale, come parte della legazione, ma il re Carlo VI di Francia si oppose. In quella riunione nazionale, il clero francese, volendo porre fine allo scisma, decise di ritirare la loro obbedienza sia al papa che all'antipapa. Il vescovo Ravat parlò a favore dell'antipapa Benedetto XIII; il 7 marzo 1398 scrisse all'antipapa dicendo che cinque giorni prima, alla presenza del re di Francia e dei duchi, il vescovo di Palestrina cardinale Guy de Malesec aveva proposto, a nome del Sacro Collegio dei Cardinali, di seguire la voie du concile.

Fu trasferito alla sede di Saint-Pons de Thomières il 29 marzo 1398 e occupò la sede fino al 1409. Dal 1401 al 1402, fu di nuovo a Parigi come il più eminente agente dell'antipapa Benedetto XIII; il 2 marzo 1402, davanti agli ambasciatori del re d'Aragona e dei deputati dell'università di Tolosa, sostenne le ragioni dell'antipapa Benedetto XIII (che il re Carlo VI aveva chiamato a Parigi), il vescovo Ravat pronunciò un discorso molto veemente contro il l'abbandono dell'obbedienza di Avignone che era stata richiesta; vedendo nell'assemblea i cardinali Guy de Malsec, Amedeo di Saluzzo e Pierre de Thury, che avevano risieduto a Parigi per più di tre anni, li prese in disparte e disse loro che se il papa fosse morto improvvisamente, non avrebbero avuto il diritto di eleggerne un altro, perché erano stati resi colpevoli di lesa maestà, per aver usato violenza contro papa Bonifacio IX, loro signore. L'invettiva mortificò moltissimo i tre cardinali e il cardinale Malsec si impegnò a giustificare lui e i suoi colleghi, e respinse ogni colpa, attribuendo la responsabilità alla popolazione di Avignone, che aveva portato la situazione all'eccesso contro il papa.

Nel 1402 l'antipapa lo nominò referendario. Anche il vescovo Ravat si recò con mons. Pedro Zagarriga[3], allora vescovo di Lérida, in una legazione davanti a papa Bonifacio IX a Roma, dove ebbero la prima udienza con il 22 settembre 1404. Monsignor Ravat incoraggiò il papa a lavorare per la fine dello scisma e ad incontrare l'antipapa Benedetto XIII. Un'altra riunione ebbe luogo una settimana dopo. Con la morte del pontefice il 1º ottobre 1404 il governatore di Castello Sant'Angelo arrestò il vescovo Ravat e gli altri quattro ambasciatori e li condusse alla fortezza; furono liberati pochi giorni dopo aver pagato un riscatto di 5.000 fiorini; non potevano rimanere più a lungo a Roma perché il loro salvacondotto era scaduto e si recarono quindi a Firenze presso i cardinali romani eletti papa Innocenzo VII. Lui e i suoi colleghi tornarono a Nizza, dove si trovava l'antipapa Benedetto XIII l'11 aprile 1405.

Nel 1405 l'antipapa lo elevò alla sede metropolita di Tolosa; Benedetto XIII non tenne conto dell'elezione canonica a questa sede di Vital de Castelmoron avvenuta il 5 maggio 1402. La nomina produsse una situazione conflittuale che provocò un violento scontro nella cattedrale di Saint-Etienne il giorno dell'insediamento del nuovo arcivescovo, il 14 novembre 1406, che provocò la morte di una persona. Le bolle di nomina dell'antipapa furono pubblicate in mezzo al tumulto e affisse in tutte le parrocchie della cità; allo stesso tempo, fu emessa la scomunica dell'arcivescovo Castelmoron e dei suoi seguaci; a causa della neutralità tra le due obbedienze che il re Carlo VI aveva proclamato, il 12 gennaio 1406, l'arcivescovo Ravat fu espulso da Tolosa e dalla provincia.

Il 20 maggio 1408 si recò da Portovenere presso Livorno per incontrare papa Gregorio XII; quando le discussioni dei cardinali delle due obbedienze si rivolsero contro antipapa Benedetto XIII, l'arcivescovo Ravat e altri due lasciarono l'incontro e tornarono a Portovenere. Ravat accompagnò l'antipapa nella sua precipitosa ritirata a Perpignan, dove l'antipapa tenne un concistoro dove creò cinque nuovo pseudocardinali tra cui il nostro.

Cardinalato

Ottenne il titolo cardinalizio di santo Stefano al Monte Celio, mantenendo l'amministrazione della sua sede fino al 9 luglio 1409. Partecipò al concilio di Perpignano, convocato dall'antipapa Benedetto XIII e celebrato dal 15 novembre 1408 al 26 marzo 1409. In quell'anno l'antipapa Alessandro V si rivolse con due lettere apostoliche ai fedeli e al clero di Tolosa, nelle quali approvava l'elezione dell'arcivescovo Vital de Castelmoron(ch) e dichiarava nulla la nomina dell'arcivescovo Ravat e tutti i suoi atti di preteso arcivescovo. In precedenza, il 21 ottobre 1408, il consiglio nazionale di Francia, riunito a Parigi, aveva dichiarato il vescovo Ravat partigiano notoire et complice de Pierre de Lune qu'il qualifiait des titres odieux de schismatique et d'hérétique, et déclara impétrables tous les bénéfices qu'il tenait de l'antipape. A seguito di questi eventi Ravat si dimise dalla carica di arcivescovo di Tolosa, rimase nell'obbedienza di Avignone fino alla sua morte e seguì l'antipapa presso la curia in Spagna.

Morte

Morì tra il 22 marzo e il 5 giugno 1417 a Barcellona. Sepolto nella cappella di Santa Eulalia, accanto all'altare maggiore della cattedrale di Barcellona.

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Mâcon Successore: BishopCoA PioM.svg
Thiébaud de Rougemont[4] 20 agosto 139529 marzo 1398 Pierre de Juys[5] I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Thiébaud de Rougemont[4] {{{data}}} Pierre de Juys[5]
Predecessore: Vescovo di Saint-Pons-de-Thomières Successore: BishopCoA PioM.svg
Pierre Laplotte[6], O.S.B. 29 marzo 139818 settembre 1405 Vital de Castelmourou[7] I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pierre Laplotte[6], O.S.B. {{{data}}} Vital de Castelmourou[7]
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Tolosa Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Pierre de Saint Martial[8] 18 settembre 140529 luglio 1409 Vital de Castelmourou I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pierre de Saint Martial[8] {{{data}}} Vital de Castelmourou
Predecessore: Pseudocardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Angelo Cino
(obbedienza romana)
22 settembre 14085 giugno 1417 Pietro di Foix il Vecchio, O.F.M. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Angelo Cino
(obbedienza romana)
{{{data}}} Pietro di Foix il Vecchio, O.F.M.
Note
  1. Anche il suo cognome è elencato come Raban; come Rabat; come Ravati; e come Ravot.
  2. cfr. (EN) Bishop Helie de L’Estrange † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  3. cfr. (EN) Archbishop Pedro Zagarriga † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  4. cfr. (EN) Archbishop Thiébaud de Rougemont † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  5. cfr. (EN) Bishop Jean de Saarbrücken † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  6. cfr. (EN) Bishop Pierre Laplotte, O.S.B. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  7. cfr. (EN) Archbishop Vital de Castelmoron † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  8. cfr. (EN) Archbishop Pierre de Saint Martial † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
Bibliografia