Feliciano Ninguarda
Feliciano Niguarda, O.P. Vescovo | |
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Età alla morte | circa 71 anni |
Nascita | Morbegno 1524 ca. |
Morte | Como 5 giugno 1595 |
Ordinazione presbiterale | in data sconosciuta |
Nominato vescovo | 25 febbraio 1577 da Gregorio XIII |
Consacrazione vescovile | in data sconosciuta |
Incarichi ricoperti |
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Collegamenti esterni | |
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Feliciano Niguarda (Morbegno, 1524 ca.; † Como, 5 giugno 1595) è stato un vescovo e nunzio apostolico italiano.
Cenni biografici
Feliciano nacque intorno al 1524 da Marco e da Brigida Castelli Sannazzaro a Morbegno in Valtellina, all'epoca territorio della Repubblica delle Tre Leghe.
Entrò nell'ordine domenicano e studiò teologia a Milano. Nel 1554 fu nominato vicario generale dell'ordine per le terre di lingua tedesca e professore di teologia all'Università di Vienna. Come procuratore dell'arcivescovo di Salisburgo nel 1562 fu al Concilio di Trento, in linea con il pensiero dei vescovi tedeschi nel sostenere una posizione riformatrice. Sostenne la fondazione di seminari per formare i sacerdoti, un'applicazione più rigorosa del celibato clericale, visite regolari dei vescovi nelle loro diocesi e l'unificazione della liturgia.
Negli anni settanta prese parte a numerosi sinodi nella Germania centrale dove confermò le idee riformatrici del concilio, decidendo la fondazione di seminari in Alsazia e nella Contea del Tirolo. Anche se non tutte le sue idee furono sempre portate avanti, Ninguarda rimase un fervente sostenitore del cambiamento radicale all'interno della Chiesa cattolica. Profondo conoscitore delle idee dei promotori della riforma protestante, concentrò i suoi sforzi per contrastarne la diffusione nelle specifiche aree di influenza di Lutero, Zwingli e Calvino.
Nel 1577 Ninguarda fu nominato vescovo di Scala e nel 1583 fu trasferito alla sede di Sant'Agata de' Goti. Papa Pio V, che aveva visitato il convento di Sant'Antonio a Morbegno e aveva una profonda conoscenza della Valtellina e dei suoi attriti tra protestanti e cattolici, e il successore papa Gregorio XIII, che pure apprezzò il Ninguarda, lo utilizzarono nei difficili inizi della Controriforma in Germania, Austria e Boemia.
In qualità di nunzio apostolico nella Germania meridionale fu attivo soprattutto in Baviera, nel Tirolo, a Salisburgo e nella Stiria. Nel 1579, pressoché in concomitanza con la nunziatura presso i confederati di Giovanni Francesco Bonomi, ottenne il conferimento dei pieni poteri sui cantoni cattolici e sulla Rezia.
Quale suddito delle Tre Leghe e buon conoscitore della situazione esistente nella diocesi di Coira, dal 1577 al 1580 tentò invano di convincere il vescovo Beatus a Porta[1] a rientrare a Coira e a regolare la sua successione con la nomina dell'abate di San Gallo Joachim Opser[2] a vescovo coadiutore con diritto di successione.
Nel 1580 si adoperò per l'elezione del prevosto del duomo di Salisburgo Georg von Kuenburg[3] a coadiutore dell'arcivescovo di Salisburgo. Tra il 1579 e il 1582 fu ai vertici della diocesi di Ratisbona in veste di amministratore. Il punto finale del suo operato nell'area meridionale della Germania fu il cosiddetto concordato di Baviera del 5 settembre 1583. Con tale accordo, grazie alla mediazione di Ninguarda, fu possibile ottenere il riconoscimento da parte del duca di Baviera dei diritti giurisdizionali dei vescovi, competenza esclusiva su tutte le questioni matrimoniali e in materia penale nei riguardi del clero, e arginare l'ingerenza dello Stato in materie di competenze ecclesiastiche.
Dal 1588 alla morte fu vescovo di Como, una diocesi che comprendeva la Valtellina e la Valposchiavo, allora entrambe sotto il controllo politico delle Tre Leghe. In questa terra di confine con il mondo protestante, Ninguarda cercò di confermare la fede cattolica. I rapporti delle sue visite pastorali in quelle comunità nell'estate del 1589 sono storicamente importanti, furono le prime visite di un vescovo cattolico dopo un divieto di molti anni da parte delle autorità delle Tre Leghe. Nei rapporti delle visite si descrive con dovizia di particolari lo stato delle parrocchie e delle chiese.
Morì a Como il 5 giugno 1595.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Scala | Successore: | |
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Costantino Piccioni[4], O.E.S.A. | 25 febbraio 1577 - 31 gennaio 1583 | Francesco D'Afflitto[5] |
Predecessore: | Nunzio apostolico per la Germania meridionale | Successore: | |
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Bartolomeo Porcia | dicembre 1577 - settembre 1583 | Giovanni Francesco Bonomi |
Predecessore: | Nunzio apostolico a Colonia | Successore: | |
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Bartolomeo Porcia | 30 giugno 1584 - 1584 dimesso)[6] | Giovanni Francesco Bonomi |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Svizzera | Successore: | |
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Giovanni Francesco Bonomi | 1578 - 1583 | Giovanni Battista Santonio |
Predecessore: | Vescovo di Sant'Agata de' Goti | Successore: | |
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Vincenzo Cisoni[7], O.P. | 31 gennaio 1583 - 17 ottobre 1588 | Giovanni Evangelista Pelleo[8], O.F.M. Conv. |
Predecessore: | Vescovo di Como | Successore: | |
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Giovanni Antonio Volpe | 17 ottobre 1588 - 5 gennaio 1595 | Filippo Archinti |
Note | |
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Bibliografia | |
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- Domenicani italiani
- Italiani del XVI secolo
- Vescovi di Scala
- Vescovi di Sant'Agata de' Goti
- Nunzi apostolici per la Germania meridionale
- Nunzi apostolici per Colonia
- Nunzi apostolici per la Svizzera
- Vescovi di Como
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Vescovi italiani del XVI secolo
- Vescovi del XVI secolo
- Vescovi per nome
- Frati italiani
- Frati del XVI secolo
- Biografie
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- Morti nel 1595
- Morti il 5 giugno