Jaime de Casanova




Jaime de Casanova Cardinale | |
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Età alla morte | circa 69 anni |
Nascita | Játiva 1435 ca. |
Morte | Roma 4 giugno 1504 |
Ordinazione presbiterale | 1469 |
Consacrazione vescovile | maggio 1502 |
Creato Cardinale in segreto |
31 maggio 1503 da Alessandro VI (vedi) |
Pubblicato Cardinale |
2 giugno 1503 da Alessandro VI (vedi) |
Cardinale per | 1 anno e 2 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Jaime de Casanova o Jaime Casanova (Játiva, 1435 ca.; † Roma, 4 giugno 1504) è stato un cardinale spagnolo.
Cenni biografici
Nativo di Xativa, era figlio di Bartomeu Casanova, mestre d'obra.
Visse a Roma almeno dal 1467, probabilmente all'ombra del potente vicecancelliere, suo conterraneo Rodrigo de Borja. Studiò a Bologna, dove conseguì il dottorato in utroque iure, e nel 1469 fu ordinato sacerdote.
L'anno seguente il suo protettore acquistò per lui una canonicato nella cattedrale di Valencia (6 aprile 1470) che aggiunse a una canonicato posseduto a Navarrés dal 1467. Tra il 1473 e il 1481 il suo nome compare nelle liste dei familiaris et continuis comensaliis che il vicecancelliere presentò a Paolo II e a Sisto IV chiedendo la concessione di benefici ecclesiastici per i suoi protetti.
Attività prelatizia
Papa Della Rovere soddisfece la sua richiesta nominando Casanova abbreviatore di parco minore nel 1479 e protonotario apostolico nel 1484, titolo quest'ultimo con il quale entrò nel conclave del 26 agosto 1484 accompagnando il cardinale Borgia.
Una volta eletto Pontefice, Alessandro VI concesse a Casanova gli uffici di scrivano, lettore e uditore (1493). Come intimo dei Borgia, testimoniò allo scioglimento del matrimonio di Lucrezia Borgia[1] con il conte di Aversa nel novembre 1492 e partecipò alla celebrazione delle sue nuove nozze con Giovanni Sforza[2] (12 giugno 1493). Il suo lavoro nella curia romana si concentrò su incombenze eminentemente domestiche.
Nel 1496 ottenne un arcidiaconato a Játiva, ma per contrasti tra il Borgia e la corona spagnola non ottenne altri benefici in Spagna. Frustrata la sua carriera beneficiaria, il pontefice gli concesse la promozione curiale con la nomina di subdiaconus apostolicus (1° gennaio 1497), officialis Audientiae contradictarum (23 maggio 1497) e infine ciambellano o cubicolario segreto di Sua Santità (1498).
A questi incarichi si aggiunse l'ufficio di protonotario apostolico e camerlengo di Alessandro VI, in virtù del quale si occupò dei benii confiscati all'arcivescovo Bartolomeo Flores[3], segretario pontificio perseguito per l'emissione abusiva di brevi papali (25 ottobre 1497).
Cardinalato
Il papa pensò allora di concedergli l'arcivescovado di Cosenza occupato dal Flores, ma alla fine preferì aspettare cinque anni per promuoverlo al cardinalato nel concistoro del 31 maggio 1503 con il titolo presbiterale di Santo Stefano in Monte Celio ricevuto il 12 giugno seguente, insieme ad altri quattro parenti pontifici su un totale di nove cardinali.
L'anziano porporato assistette, insieme ad altri tre cardinali, all'ultima comunione del papa e, appena morto, fu aggredito dagli uomini di Cesare Borgia che, guidati da Michelotto Corella[4], irruppero nella stanza del defunto e minacciarono di sgozzare Casanova se non avesse consegnato subito le chiavi dei forzieri dove era custodito il denaro pontificio. Il cardinale lasciò cadere le chiavi e gli scagnozzi di Cesare presero le diverse migliaia di ducati che vi trovarono.
I tragici eventi minarono fortemente la salute del cardinale. Il secondo giorno del conclave si ammalò; assistette a scrutini e alla consacrazione di Pio III (1° ottobre 1503), ma otto giorni dopo si ammalò di nuovo. Nel conclave seguente tenutosi dal 31 ottobre al 1° novembre, votò per Giuliano della Rovere, così come gli altri cardinali spagnoli, che fu eletto e prese il nome di Giulio II. Partecipò alla sua incoronazione ma il giorno del primo concistoro era di nuovo prostrato. Nella primavera dell'anno successivo si riprese e poté partecipare a diverse cerimonie religiose e accompagnare il Papa a cavallo nella sua visita alle chiese di Minerva, San Marco e dei Santi Apostoli.
Morte
Giulio II comunicò ai Re Cattolici che voleva ricompensare Casanova con un beneficio episcopale nella penisola iberica per aumentare le sue limitate risorse, ma il cardinale morì il 4 giugno 1504, dopo aver fatto testamento e nominato esecutore testamentario il cardinale di Cosenza Francisco de Borja. Fu sepolto in Santa Maria del Popolo, dove non sussistono tracce della sua spoltura.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio | Successore: | ![]() |
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Giovanni Giacomo Schiaffinato | 12 giugno 1503 - 4 giugno 1504 | Antonio Pallavicini Gentili |
Note | |
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- Cardinali creati in segreto
- Cardinali creati in segreto da Alessandro VI
- Cardinali presbiteri di Santo Stefano al Monte Celio
- Presbiteri ordinati nel XV secolo
- Presbiteri spagnoli
- Presbiteri del XV secolo
- Presbiteri per nome
- Presbiteri del XVI secolo
- Vescovi consacrati nel 1502
- Vescovi spagnoli
- Vescovi del XVI secolo
- Vescovi per nome
- Concistoro 31 maggio 1503
- Cardinali spagnoli
- Cardinali del XVI secolo
- Cardinali per nome
- Cardinali creati da Alessandro VI
- Biografie
- Nati
- Morti nel 1504
- Morti il 4 giugno