Cesare Borgia
Cesare Borgia Cardinale | |
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Età alla morte | S anni |
Nascita | Roma settembre 1475 |
Morte | Viana 12 marzo 1507 |
Sepoltura | Chiesa di Santa Maria, Viana, Spagna |
Ordinato diacono | 26 marzo 1494 |
Nominato vescovo | 12 settembre 1491 da papa Innocenzo VIII |
Consacrazione vescovile | Non si hanno informazioni |
Elevazione ad Arcivescovo | 31 agosto 1492 da papa Alessandro VI |
Creato Cardinale |
20 settembre 1493 da Alessandro VI (vedi) |
Cardinale per | 13 anni, 5 mesi e 22 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Duca di Valentinois Duca Valentino | |
In carica | 17 agosto 1498 – 12 marzo 1507 |
Predecessore |
Nessuno, titolo creato per lui da Luigi XII di Francia |
Successore |
Luisa Borgia |
Duca di Romagna | |
In carica | 15 maggio 1501–1503 |
Predecessore |
Nessuno, titolo creato per lui da papa Alessandro VI |
Successore |
Luisa Borgia |
Duca di Urbino | |
In carica | 20 giugno 1502–18 ottobre 1502 (deposto) |
Predecessore |
Guidobaldo da Montefeltro |
Successore |
Guidobaldo da Montefeltro |
Duca di Camerino | |
In carica | 21 giugno 1502– ? |
Predecessore |
Nessuno, titolo creato per lui da papa Alessandro VI |
Successore |
Giovanni Borgia (Infans Romanus) |
Conte di Diois | |
Predecessore |
Luigi di Valois (Luigi XI di Francia) |
Successore |
Nessuno |
Onorificenze |
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Altri titoli |
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Dinastia | Borgia |
Padre | Roderico Llançol i de Borja, poi papa Alessandro VI |
Madre | Vannozza Cattanei |
Consorte |
Charlotte d'Albret |
Figli | Luisa Borgia ed altri undici figli illegittimi |
Motto reale | Aut Caesar aut nihil |
Firma | |
Collegamenti esterni | |
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Cesare Borgia detto il Valentino (Roma, settembre 1475; † Viana, 12 marzo 1507) è stato un arcivescovo, cardinale e nobile italiano.
Per la sua vita moralmente dissoluta e politicamente spregiudicata è spesso considerato uno dei simboli negativi del rinascimento italiano e al contempo è esempio di come la Chiesa all'epoca fosse debole e in mano a logiche di potere estranee al cristianesimo.
Cenni biografici
Cesare era figlio di Roderico Llançol i de Borja, di famiglia spagnola, futuro cardinale Rodrigo Borgia e poi Papa con il nome di Alessandro VI e della sua amante Vannozza Cattanei. Suoi fratelli furono: Giovanni Borgia primogenito, duca di Gandia, Lucrezia Borgia e Goffredo Borgia, principe di Squillace. Ebbe anche dei fratellastri tra cui Pedro Luis de Borja e Girolama de Borja, nati da madri ignote.
La famiglia Borgia (Borja in catalano) ebbe origine nel regno di Valencia e vide la sua influenza aumentare nel XV secolo, quando il prozio paterno di Cesare divenne Papa con il nome di Callisto III nel 1455 e con l'ascesa al soglio di Pietro del padre nel 1492.
Anche se alcuni dei pontefici precedenti ebbero a volte delle amanti, il padre di Cesare fu il primo a riconoscere pubblicamente i suoi figli e Cesare e i suoi fratelli vennero spesso chiamati "nipoti del Papa" per pudore.
Come quasi ogni aspetto della sua vita, anche la data di nascita di Cesare Borgia rimane oggetto di dibattito. È generalmente accettato che egli sia nato a Roma nel 1475.
Primi anni
Descritto come un bambino aggraziato, divenne un uomo di bell'aspetto e ambizioso come suo padre. Quest'ultimo, nel desiderio di sviluppare l'influenza della sua famiglia in Italia, aveva grandi progetti per i suoi figli. Mentre gli affari temporali ricaddero sul fratello Giovanni, nominato capitano generale della Chiesa e duca di Gandia, Cesare seguì la carriera ecclesiastica, come spesso accadeva presso la nobiltà del tempo.
Fu nominato protonotaio apostolico all'età di 7 anni. A 15 anni, con dispensa pontificia per non averne l'età canonica, Cesare fu nominato vescovo di Pamplona da Innocenzo VIII. Due anni dopo, quando il padre divenne pontefice, questi lo nominò arcivescovo di Valencia in Spagna e nel concistoro del 23 settembre dell'anno seguente lo creò cardinale.
Cardinalato
Fu creato cardinale dal padre nel concistoro del 20 settembre 1493. Tre giorni dopo ricevette il cappello rosso e la diaconia di santa Maria Nuova. In quell'anno ottenne anche l'amministrazione dei vescovadi provenzali di Castres in Provenza e di Elne e divenne abate commendatario di Cuxa. All'epoca studiò legge a Perugia e a Pisa, mentre la sua indole lo portava piuttosto a praticare la corrida, l'equitazione e la pratica delle armi.
Nel 1494 Carlo VIII, re di Francia, su incitamento di alcuni signori, tra cui Ludovico il Moro, entrò nella penisola italiana occupando Firenze, Roma e l'anno successivo il regno di Napoli, di cui rivendicava i diritti degli Angiò. Contro di lui si era formata una lega composta da Alessandro VI, Ferdinando il Cattolico e l'imperatore Massimiliano I, che lo costrinse a tornare indietro.
Nel 1495 fu nominato governatore generale e legato di Orvieto. Nel 1496 moriva Ferdinando II, re di Napoli. Non aveva figli e il titolo passò allo zio, Federico I. In un concistoro segreto fu nominato legato pontificio a latere per consacrare e incoronare a Napoli il nuovo re. Questo fu l'ultimo atto di Cesare Borgia come cardinale.
Subito però si ebbe il segnale delle sue intenzioni future. Cercò invano di assicurarsi la mano di Carlotta, principessa di Taranto, figlia del nuovo sovrano, per diventare uno dei più potenti baroni del regno e inserirsi nel gioco della successione al trono.
Nel 1497 il corpo pugnalato del fratello Giovanni fu trovato nel Tevere. Cesare fu sospettato del delitto, commesso per motivi politici o per gelosia: i due fratelli pare fossero amanti della cognata Sancha d'Aragona, figlia illegittima del re Alfonso II di Napoli e moglie del quattordicenne Goffredo. Nonostante i sospetti il principale sospettato dell'omicidio fu il cardinale milanese Ascanio Sforza, che fu processato ma assolto dal pontefice.
Rinuncia alla porpora
Cesare si dimise dal cardinalato il 18 agosto 1498 con l'unanime consenso del Sacro Collegio cardinalizio. Si dimise anche da tutti i suoi benefici ecclesiastici.
Il 7 aprile 1498 moriva senza eredi Carlo VIII e la corona di re di Francia fu assegnata al cugino, Luigi XII duca di Orleans, che iniziò una politica più distensiva nei confronti di Alessandro VI. Desiderando sposare Anna di Bretagna e annettere così il suo ducato al regno di Francia ottenne dalla Santa Sede l'annullamento del precedente matrimonio. Grazie a questi favori Cesare ottenne dal re francese il ducato di Valentinois, che gli valse il soprannome "Il Valentino". Gli fu anche concessa la mano di Carlotta d'Albret, signora di Châlus e sorella di Giovanni III, re di Navarra. Il loro matrimonio ebbe luogo il 12 maggio 1499. Da questa unione nacque una figlia, Louise Borgia, conosciuta come Louise de Valentinois (1500-1553), che sposò Luigi II de la Trémoille nel 1517, morto questi nel 1524 nel 1530 si rimaritò con Philippe de Bourbon (1499-1557), barone di Busset.
Oltre a Luisa, Cesare Borgia ebbe almeno undici figli, tutti illegittimi, tra cui Girolamo Borgia, che sposò Isabella, contessa di Carpi e Camilla Borgia (1502-1573), badessa di san Bernardino di Ferrara.
Come luogotenente del re fu al seguito dell'esercito di Luigi XII alla conquista di Milano. Ludovico il Moro, vista l'alleanza fra il Papa, la Serenissima e la Francia non poté che fuggire da Milano e lasciare campo libero ai conquistatori. Il 6 ottobre 1499 Cesare Borgia entrò a Milano a fianco del re. La campagna militare proseguì al di là del Po sino a giungere in Romagna, territorio a quel tempo sotto il potere temporale del papato. Papa Alessandro VI, informato sulle manovre dei francesi, dichiarò decaduti dai loro feudi i signori di Pesaro, Imola, Forlì, Faenza, Urbino e Camerino, spianando così la strada alla conquista del figlio e donandogli un intero principato. Il Valentino arrivò a Roma il 26 febbraio 1500; il 29 marzo, dopo la messa nella basilica di San Pietro, il Papa lo creò gonfaloniere e capitano generale della Santa Chiesa e ricevette la Rosa d'Oro. Il 18 agosto 1500 assassinò Alfonso de Bisceglie, marito della sorella Lucrezia. Il 1º ottobre 1500 lasciò Roma al comando di un esercito di 10.000 uomini; prese Pesaro e Rimini e poi Faenza il 25 aprile 1501 dopo un lungo assedio, divenendo con nomina pontificia duca di Romagna.
Duca di Romagna
Il duca Valentino proseguì le sue conquiste nel ducato di Firenze prendendo Piombino. Rientrò a Roma nel giugno 1501 e assistette alla proclamazione della lega del Papa con Francia e Spagna contro Napoli il 29 giugno. Si unì all'armata francese scesa alla conquista di Napoli il 4 luglio. La sua influenza sul Papa crebbe sempre più. Il 17 febbraio 1502 lo accompagnò a Piombino e all'isola d'Elba e rientrarono a Roma l'11 marzo.
Tra i suoi luogotenenti sorse una congiura che non giunse a nulla e dopo un incontro preliminare tra Paolo Orsini e il Borgia, a Imola il 25 ottobre 1502 si decise di stipulare una pace, con una riunione a Senigallia per la festa di fine anno. Da una parte c'era Cesare Borgia, dall'altra Vitellozzo Vitelli, Oliverotto da Fermo, Paolo e Francesco Orsini, mentre sembrava che si giungesse a un patto di confederazione, nella sala entrarono le guardie del Borgia che arrestarono i suoi avversari e li imprigionarono. Oliverotto da Fermo e Vitellozzo furono strangolati quella stessa notte, mentre i due Orsini furono condannati a morte il 18 gennaio 1503.
Il Duca riprese quindi il controllo dei territori laziali, i cui principi si erano schierati con Giulio Orsini, conquistò la repubblica di San Marino e riconquistò anche Urbino. Cesare Borgia, al massimo della celebrità, un giorno di agosto fu invitato con il padre a cena dal neo eletto cardinale Adriano Castellesi, in una villa vicino al Vaticano. Pochi giorni dopo i due Borgia ebbero febbre alta e vari malori dovuti probabilmente a febbre malarica. Alessandro VI morì il 18 agosto e Cesare, pur debilitato, dovette fronteggiare le azioni dei suoi avversari. In Romagna i suoi nemici avevano ottenuto l'appoggio di Venezia, che iniziava a inviare le proprie truppe a occupare parti di territorio. Inoltre c'era da gestire un conclave che si presentava determinante per la sua sorte. Il 22 agosto prestò giuramento di obbedienza al Sacro Collegio Cardinalizio e fu confermato capitano generale. Minacciato di morte si rifugiò a Nepi dopo l'accordo raggiunto il 1º settembre 1503 con l'esercito francese.
In conclave al primo tentativo, grazie all'appoggio dei cardinali spagnoli, riuscì a fare eleggere pontefice il cardinale Francesco Piccolomini con il nome di Pio III, bloccando il suo potente concorrente: il cardinale Della Rovere. Pio III lo confermò capitano generale della Chiesa ma morì ventisette giorni dopo. Di nuovo Cesare dovette tentare di impedire la nomina del Della Rovere, il quale il 1º novembre fu invece eletto papa con il nome di Giulio II. Il Borgia inizialmente conservò il titolo di duca di Romagna e il comando dell'esercito pontificio, ma in seguito il nuovo Papa non gli confermò il comando delle truppe pontificie e gli ingiunse di rinunciare al suo titolo di duca e cedere la Romagna allo stato pontificio, dopo il suo rifiuto lo fece arrestare. Fu liberato dopo aver accettato le condizioni dettate dal pontefice.
Fu quindi a Napoli, presso il generale Consalvo di Cordova, dove cercò di formare un suo esercito per tentare una rivalsa e salvare ciò che resta dei suoi domini, i quali ormai si riducevano alla unica Forlì. Informato dei tentativi del Borgia, Giulio II chiese al re Ferdinando di arrestarlo. Il re obbedì e lo fece deportare in Spagna dove rimase in prigione per due anni, nel castello di Chinchilla. Nel novembre 1506 riuscì a evadere e a riparare a Pamplona, presso la corte di Navarra, dove regnava Giovanni d'Albret, fratello di sua moglie Carlotta, il quale gli diede il titolo di contestable della Navarra e il comando di un esercito da lanciare contro un suo vassallo, Juan di Beaumont. Il 12 marzo 1507 a Viana durante l'attacco alla fortezza del nemico, Cesare Borgia fu ferito a morte.
Sepoltura
Il cognato gli trovò sepoltura nella chiesa di Santa María de Viana (Navarra, Spagna) in un magnifico monumento di marmo bianco, sotto l'altare. Nel 1537 il vescovo Alonso de Castilla Zúniga (Ch) visitò la chiesa e ne fece togliere il monumento e ordinò che il corpo venisse sepolto in terra non consacrata. I suoi resti vi rimasero fino al 1945, quando furono riesumati accidentalmente. Un gruppo di politici locali ne chiese una degna sepoltura. Tuttavia, il vescovo locale rifiutò la richiesta e le spoglie furono sepolte sotto una targa nel sagrato della chiesa. Nel 2007 Fernando Sebastian Aguilar, arcivescovo di Pamplona permise che i resti venissero riportati all'interno della chiesa il giorno prima del 500º anniversario della sua morte.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Pamplona | Successore: | |
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Alfonso Carrillo | 12 settembre 1491-31 agosto 1492 | Antonio Pallavicino Gentili (amministratore apostolico) |
Predecessore: | Arcivescovo metropolita di Valencia | Successore: | |
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Rodrigo Borgia | 31 agosto 1492-17 agosto 1498 | Juan de Borja Llançol de Romaní |
Predecessore: | Cardinale diacono di Santa Maria Nuova | Successore: | |
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Giovanni Battista Orsini | 23 settembre 1493-18 agosto 1498 | Raymond Pérault, O.E.S.A. |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Castres | Successore: | |
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Jean d'Armagnac (vescovo) |
4 novembre 1493-20 gennaio 1495 | Charles de Martigny (vescovo) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Elne | Successore: | |
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Charles de Martigny (vescovo) |
20 gennaio 1495-6 settembre 1499 | Francisco Lloris y de Borja (vescovo) |
Predecessore: | Amministratore apostolico di Coria | Successore: | |
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Pedro Ximénez de Préxamo (vescovo) |
1495-6 settembre 1499 | Juan López |
Predecessore: | Capitano generale della Chiesa | Successore: | |
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Giovanni Borgia | 14 giugno 1497-1º novembre 1503 | Francesco Maria I Della Rovere |
Predecessore: | Gonfaloniere della Chiesa | Successore: | |
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Giovanni Borgia | 29 marzo 1500-18 agosto 1503 | Guidobaldo da Montefeltro |
Predecessore: | Duca di Valentino | Successore: | |
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Titolo inesistente | 1498 - 1507 | Titolo soppresso |
Predecessore: | Signore di Forlì | Successore: | |
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Ottaviano Riario | 1499 - 1503 | Antonio Maria Ordelaffi |
Predecessore: | Signore di Imola | Successore: | |
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Ottaviano Riario | 1499 - 1503 | allo Stato Pontificio |
Predecessore: | Signore di Rimini | Successore: | |
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Pandolfo IV Malatesta | 1500 - 1503 | Pandolfo IV Malatesta |
Predecessore: | Duca di Romagna | Successore: | |
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Titolo creato | 1501 - 1503 | Stato sciolto |
Predecessore: | Signore di Faenza | Successore: | |
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Astorre III Manfredi | 1501 - 1503 | Astorre IV Manfredi |
Predecessore: | Principe di Piombino | Successore: | |
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Jacopo IV Appiano | 1501 - 1503 | Jacopo IV Appiano |
Predecessore: | Duca di Urbino | Successore: | |
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Guidobaldo I da Montefeltro | 1502 - 1503 | Francesco Maria I Della Rovere |
Bibliografia | |
|
- Vescovi di Pamplona
- Vescovi di Valencia
- Cardinali diaconi di Santa Maria Nuova
- Amministratori apostolici di Castres
- Amministratori apostolici di Elne
- Amministratori apostolici di Coria
- Italiani
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- Concistoro 20 settembre 1493
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