Basilica di Santa Maria del Popolo (Roma)
Basilica di Santa Maria del Popolo | |
Roma, Basilica di Santa Maria del Popolo | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Piazza del Popolo, 12 00187 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 3610836 |
Fax | +39 06 3203155 |
Posta elettronica |
roma.smp@duva.eu santamariadelpopolo@diocesidiroma.it |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Fondo Edifici di Culto (Stato Italiano) |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | O.S.A. |
Sigla Ordine reggente | O.S.A. |
Fondatore | papa Pasquale II |
Data fondazione | 1099 |
Architetti |
Andrea Bregno (ricostruzione e ampliamento del XV secolo) Donato Bramante (rifacimento del XVI secolo) Raffaello Sanzio (progetto della Cappella Chigi) Gian Lorenzo Bernini (restauro del XVII secolo) |
Stile architettonico | Rinascimentale, barocco |
Inizio della costruzione | 1227 |
Completamento | 1660 |
Strutture preesistenti | Mausoleo dei Domizi Enobarbi, tomba dell'imperatore Nerone |
Pianta | croce latina |
Materiali | travertino |
Marcatura | stemma di papa Sisto IV |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica di Santa Maria del Popolo è una chiesa di Roma, che sorge su piazza omonima, situata nel centro storico della città, nel rione Campo Marzio.
Storia
Dalle origini al Quattrocento
La chiesa, adiacente all'antica Porta Flaminia (o Porta del Popolo), secondo la tradizione venne eretta nel sito del Mausoleo dei Domizi Enobarbi, dove era stato sepolto l'imperatore Nerone (37-68).
Nel 1099 fu Pasquale II (1099-1118) a volere la costruzione di una cappella, là dove oggi sorge Santa Maria del Popolo, per celebrare la liberazione del Santo Sepolcro alla fine della Prima Crociata, anche se un'antica leggenda vuole (riportata nell'arco trionfale che sormonta l'altare), che Maria Vergine apparve in sogno al papa per chiedergli di edificarla proprio nel luogo dove era stato sepolto il malvagio imperatore il cui fantasma infestava ancora la zona. La chiesa, eretta a spese del popolo romano, ebbe la denominazione di Santa Maria o Madonna del Popolo, toponimo che è passato, poi, alla piazza.
Nel 1227 papa Gregorio IX (1227-1241) 1235 trasformò la cappella in chiesa, cui fu annesso un convento affidato ai Francescani e nel 1235 vi fece trasferire dal Laterano un'immagine di Maria Vergine dipinta secondo la tradizione da san Luca, tuttora collocata sull'altare maggiore.
Nel 1250 Innocenzo IV (1243-1254) affidò il complesso conventuale all'Ordine degli Agostiniani della Tuscia e dal 1472 a quello della Congregazione Lombarda.
Tra il 1472 e il 1477 la chiesa fu completamente rielaborata e ampliata per ordine di Sisto IV (1471-1484), su progetto attribuito ad Andrea Bregno (1418 ca.-1503),[1] divenendo una delle prime chiese rinascimentali di Roma.
Dal Cinquecento a oggi
Tra il 1509 e il 1516, Giulio II (1503-1513) promosse i primi interventi di restauro e rifacimento ad opera di Donato Bramante (1444-1514), il quale realizzò il coro absidato a forma di conchiglia, mentre Raffaello Sanzio (1483-1520) si dedicò al progetto della Cappella Chigi. In questo periodo, inoltre, altri celebri artisti lasciavano il loro fondamentale contributo all'apparato ornamentale della chiesa: a partire dal 1490 Bernardino di Betto detto il Pinturicchio (1452 ca - 1513), comincia la decorazione della Cappella Basso Della Rovere e assieme ai suoi allievi procederà a dipingere ad affresco la volta del presbiterio e alcune cappelle di Santa Maria del Popolo.
Nel 1556, durante la guerra con la Spagna, la chiesa fu gravemente danneggiata dalle truppe di Fernando Álvarez de Toledo (1507–1582), duca d'Alba, e uno dei chiostri del convento andò praticamente distrutto.
Su ordine di papa Paolo IV (1555-1559), gli Agostiniani promossero la ricostruzione dell'intero complesso portata a termine nel 1583.
La basilica è sede parrocchiale dal XVI secolo, quando Pio IV (1559 - 1565), con il decreto Sacri apostolatus del 1º gennaio 1561 istituì la parrocchia di Sant'Andrea e la unì in perpetuo al priorato agostiniano di Santa Maria del Popolo, obbligando i religiosi alla cura di questa comunità. Fu poi Pio V (1566-1572) che trasferì la parrocchia nella sua sede attuale.
Alessandro VII (1655-1667), in occasione della venuta a Roma della regina Cristina di Svezia (1626–1689), commissionò un complessivo restauro dell'edificio a Gian Lorenzo Bernini (1598-1680), che vi lavorò con la sua bottega, tra il 1655 e il 1660, modificando in parte l'originale struttura rinascimentale, dandole sia all'interno che all'esterno una chiara impronta barocca, anche se molto rispettosa delle forme antiche.
Nel 1811-1813, il monastero quattrocentesco fu demolito per la sistemazione della piazza e del Pincio e successivamente ricostruito su progetto dell'architetto Giuseppe Valadier (1762-1839).
Nel 1873, la basilica fu espropriata e incamerata dal demanio[2]del Regno d'Italia, successivamente passò in quello della Repubblica italiana, che ancora oggi la gestisce attraverso il Fondo Edifici di Culto (FEC).
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Santa Maria del Popolo, istituito da papa Sisto V il 13 aprile 1587: l'attuale titolare è il cardinale Stanislaw Dziwisz.
Descrizione
Esterno
La chiesa è impostata su un alto podio con ampia scalinata che aveva una duplice funzione: quella di proteggere l'edificio dai frequenti allagamenti del Tevere e di dargli maggiore monumentalità.
La facciata risale all'epoca di Sisto IV - il cui stemma è visibile sopra il portale centrale - e successivamente modificata da Gian Lorenzo Bernini, mostra alcune incertezze nell'organizzazione spaziale e nelle proporzioni dei singoli elementi, ma ben rappresenta l'esigenza di semplicità voluta dagli Agostiniani. Il prospetto, rivestito con lastre di travertino, è suddiviso in due ordini da una cornice marcapiano: il superiore, scandito da lesene, è aperto al centro da un grande oculo e concluso da un timpano triangolare; l'inferiore, partito da lesene, è aperto da tre portali con timpano triangolare, dei quali quello centrale, il maggiore, presenta un fregio di notevole fattura e nella lunetta una scultura raffigurante:
- Madonna con Gesù Bambino (ultimo quarto del XV secolo), in travertino, attribuita alla bottega di Andrea Bregno.
L'intervento del Bernini eliminò alcuni elementi originari modificando le finestre e l'oculo, collegò i due ordini con mezzi sesti curvi e le ghirlande, aggiunse sul timpano i candelabri e i monti con stella, emblemi araldici di papa Alessandro VII, nonché i due timpani triangolari sui portali laterali.
Interno
La chiesa, orientata (ossia con l'abside rivolto a Est), a pianta a croce latina, è suddivisa in tre navate divise da pilastri con semicolonne addossate e altrettante cappelle poligonali per lato; è coperta da volte a crociera, articolate in quattro campate, e termina con un ampio transetto con testate absidate e due cappelle semicircolari ai lati del profondo presbiterio, sul quale affacciano altrettante cappelle.
All'incrocio tra la navata centrale e il transetto s'innalza la cupola ottagonale decorata con dipinti murali, ad affresco, eseguiti nel 1656-1658 da Raffaello Vanni raffiguranti:
- sulla calotta, Assunzione di Maria Vergine;[3]
- nei pennacchi, Ruth, Giuditta, Debora e Ester.[4][5][6][7]
Lungo la navata sinistra si aprono quattro splendide cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Giovanni Battista (23), detta anche Cappella Montemirabile, che funge da battistero, si conservano:
- all'altare, pala con Battesimo di Gesù Cristo (1674 ca.), olio su tela di Pasqualino Rossi;
- Due tabernacoli per oli santi e l'acqua battesimale (ultimo quarto del XV secolo) di Andrea Bregno: le opere sono composte da smembrate sculture quattrocentesche provenienti dall'antico altare maggiore;
- alla parete sinistra, Tomba del cardinale Antonio Pallavicini (1507);
- alla parete destra, Tomba del cardinale Francesco Castiglione (1568).
- tra prima e la seconda cappella, Monumento funebre di Maria Flaminia Chigi Odescalchi (1770 - 1800), in marmo, realizzato da Paolo Posi e Agostino Penna.[8]
- la seconda cappella, dedicata alla Madonna di Loreto (22), detta anche Cappella Chigi, è uno splendido ambiente a pianta ottagonale fatto erigere su disegno di Raffaello Sanzio dal banchiere Agostino Chigi (1466-1520), come mausoleo della famiglia, iniziato nel 1513-1514 da Lorenzo Lotti detto Lorenzetto (1490-1541) e completato da Gian Lorenzo Bernini nel 1652-1656 per volontà del cardinale Fabio Chigi (il futuro Alessandro VII). La cappella, di evidente ispirazione bramantesca, si presenta spoglia all'esterno e con notevoli opere all'interno, tra le quali si segnalano:
- sulla cupola, nella calotta, Dio Padre tra angeli, pianeti e segni zodiacali (1516 ca.), in mosaico, eseguito da Luigi da Pace su disegno di Raffaello Sanzio;[9]
- nel tamburo della cupola, tra le finestre, ciclo di dipinti murali con Storie della Genesi (1554), olio su muro di Francesco Salviati, raffiguranti:
- nei pennacchi della cupola, entro tondi, Quattro stagioni (1554), olio su muro di Francesco Salviati;[18][19][20][21]
- all'altare, pala con Nascita di Maria Vergine (1532-1548), olio su peperino di Sebastiano del Piombo, completata da Francesco Salviati.[22]
- nel paliotto dell'altare, bassorilievo con Gesù Cristo e la samaritana al pozzo (inizio del XVI secolo), in bronzo di Lorenzo Lotti detto Lorenzetto.
- nei pilastri, entro nicchie,
- a sinistra dell'altare, Giona esce dalla balena (1519 - 1520 ca.), in marmo, eseguito da Lorenzo Lotti detto Lorenzetto su disegno di Raffaello Sanzio;[23]
- a destra dell'altare, Abacuc alimentato dall'angelo (1656 - 1661 ca.), in marmo di Gian Lorenzo Bernini;[24]
- a sinistra dell'ingresso, Apparizione dell'angelo ad Elia (1519 - 1520 ca.), in marmo, iniziato da Lorenzo Lotti detto Lorenzetto, ma terminato da Raffaello da Montelupo;[25]
- a destra dell'ingresso, Daniele e il leone (1655 - 1657 ca.), in marmo di Gian Lorenzo Bernini;
- alle pareti laterali,
- in alto, entro lunette, Davide e Mosè, Melchisedech e Abramo come profeti;[26][27]
- in basso, Monumenti funebri di Agostino Chigi e del fratello Sigismondo (primo quarto del XVI secolo), in marmi policromi, realizzati su disegno di Raffaello Sanzio e modificati nel 1652-1655 da Gian Lorenzo Bernini;[28][29]
- nella terza cappella, dedicata a san Nicola da Tolentino (21), detta anche Cappella Mellini, si possono ammirare:
- all'altare, pala con Madonna e sant'Agostino, san Nicola da Tolentino e santa Monica (1750 ca.), olio su tela di Agostino Massucci;
- ai lati dell'altare, Busti di Mario e Urbano Mellini (1630 ca.), in marmo di Alessandro Algardi.[30][31]
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Giovanni Garzia Mellini (1637 - 1640 ca.), in marmo di Alessandro Algardi.[32]
- alla parete destra, Monumento funebre di Savio Mellini (1699), in marmo di Pierre Etienne Monnot.[33]
- nella quarta cappella, dedicata al Santissimo Crocifisso (20), detta anche Cappella Cybo-Soderini, si notano:
- all'altare, Gesù Cristo crocifisso (seconda metà del XV secolo), in legno policromo intagliato, di ambito emiliano: davanti a questa opera si fermò a pregare il monaco agostiniano Martin Lutero (1483 - 1546) durante il suo soggiorno a Roma nel 1510;
- sulla volta e alle pareti, ciclo di dipinti murali con Leggenda della vera Croce (1640), affreschi di Pieter van Lint.
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro è posto l'altare, dedicato alla Sacra Famiglia (18), realizzato su disegno di Gian Lorenzo Bernini, dove sono collocati:
- al centro, pala con Sacra Famiglia tra angeli con strumenti della Passione (1659), olio su tela di Bernardino Mei.
- ai lati dell'altare, Due angeli (1656 - 1658 ca.), in marmo di Ercole Antonio Raggi e Giovanni Antonio Mari.[34][35]
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Bernardino Lonati (1500 ca.), in marmo di ambito romano (19).[36]
Nel lato destro del transetto sinistro si aprono due cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a santa Caterina d'Alessandria (17), detta anche Cappella Theodoli, decorata con stucchi e dipinti murali, ad affresco, eseguiti nel 1569-1570 da Giulio Mazzoni, si notano:
- sulla volta, Quattro evangelisti, Angeli reggifestone;[37]
- nella lunetta sopra l'altare, Disputa di santa Caterina d'Alessandria, Angeli reggifestone;[38]
- nella lunetta sul lato destro, Disputa di san Girolamo, Angeli reggifestone;[39]
- nella lunetta sopra l'arco d'ingresso, Santa Caterina d'Alessandria tra due putti e due figure, Angeli reggifestone;[40]
- alla parete sinistra,
- in alto, Colomba dello Spirito Santo e angeli;[41]
- in basso, San Gabriele arcangelo annunciante;[42]
- alla parete destra,
- la seconda cappella, dedicata all'Assunzione di Maria (16), detta anche Cappella Cerasi, venne fondata originariamente dal cardinale Pietro Foscari (1417 ca. – 1485) il cui prezioso sarcofago vi rimase fin verso la fine del XVI secolo, poi, nel corso del tempo, fu spostato più volte, oggi è collocato nella Cappella di Santa Caterina d'Alessandria. Nel 1600 Tiberio Cerasi, tesoriere generale della Camera Apostolica, acquistò la cappella per farne il luogo di sepoltura di famiglia e chiamò per la sua realizzazione tre grandi artisti: Carlo Maderno per la parte architettonica, Annibale Carracci e Caravaggio per la decorazione pittorica. All'interno, infatti, si possono ammirare tre splendidi capolavori di questi due artisiti:
- all'altare, pala con Assunzione di Maria (1600 - 1602), olio su tela di Annibale Carracci.[45]
- alla parete sinistra, Crocifissione di san Pietro (1601), olio su tela di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.[46]
- alla parete destra, Conversione di san Paolo (1601), olio su tela di Michelangelo Merisi detto il Caravaggio.[47]
Sopra l'ingresso alle due precedenti cappelle è collocata:
- Cantoria (1656 - 1657), in legno intagliato e dorato, eseguita da Ercole Antonio Raggi su disegno di Gian Lorenzo Bernini.
Presbiterio e coro
All'altare maggiore (9), eretto nel 1627 su disegno di Gian Lorenzo Bernini, per volere del cardinale Antonio Maria Sauli (1541-1623), si notano:
- sull'arco trionfale, rilievi con Leggenda della fondazione della chiesa (prima metà del XVII secolo), in stucco dorato: l'opera venne commissionata dal cardinale Antonio Maria Sauli.
- entro mostra d'altare, Madonna con Gesù Bambino detta Madonna del Popolo (ultimo quarto del XII secolo), tavola di ambito romano:[48] l'opera tradizionalmente attribuita a san Luca, fu qui trasferita da papa Gregorio IX nel 1235 dal Sancta Sanctorum, la cappella privata del pontefice presso San Giovanni in Laterano.
- sulla parete destra, in basso, Frammento con decorazione cosmatesca (1263), in marmo.
Il coro (13) fu ristrutturato da Donato Bramante in due fasi: nella prima, corrispondente all'arcone a lacunari e all'abside con catino a conchiglia, risalirebbe al 1500 circa, ossia ai primi anni dell'attività romana dell'architetto; la seconda, consistente nella trasformazione dell'originaria volta a crociera in una vela, nell'apertura delle due finestre a serliana e nella collocazione dei monumenti sansoviani, è riferibile al 1505-1509. Nel coro si possono ammirare:
- sulla volta, Incoronazione di Maria Vergine, evangelisti, sibille e dottori della Chiesa (1509-1510), affreschi di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.[49]
- alle finestre, Vetrate con Storie dell'infanzia di Gesù Cristo e della vita di Maria Vergine (1509), vetro dipinto a fuoco da Guillaume de Marcillat (15, 12).
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Ascanio Sforza (1505), in marmo di Andrea Sansovino (14).
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Girolamo Basso della Rovere (1507), in marmo di Andrea Sansovino (11).[50]
Transetto destro
Nel lato sinistro del transetto destro si aprono due cappelle:[51]
- nella prima cappella, dedicata a santa Rita da Cascia (7), detta anche Cappella Cicada, si nota:
- Monumento funebre di Odoardo Cicala (1545), in marmo di Guglielmo Della Porta.[52]
- nella seconda cappella, dedicata a san Tommaso da Villanova (8), detta anche Cappella Feoli, è collocato:
- all'altare, pala con San Tommaso da Villanova (metà del XIX secolo), olio su tela di Casimiro Brugnone de Rossi.
Sopra l'ingresso alle due precedenti cappelle è collocata:
- Cantoria (1656 - 1657), in legno intagliato e dorato, eseguita da Ercole Antonio Raggi su disegno di Gian Lorenzo Bernini.
Nel terminale del transetto destro è posto l'altare, dedicato alla Visitazione (6), realizzato su disegno di Gian Lorenzo Bernini, dove sono collocati:
- al centro, pala con Visitazione (1659), olio su tela di Giovanni Maria Morandi.
- ai lati dell'altare, Due angeli (1656 - 1658 ca.), in marmo di Arrigo Giardè e Ercole Ferrata.[53][54]
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Ludovico Podocataro (1504), in marmo, attribuito a Gian Cristoforo Romano (5).[55]
Lungo la navata destra si aprono quattro splendide cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a san Girolamo (1), detta anche Cappella Della Rovere, fatta erigere tra il 1488 e il 1490 dal cardinale Domenico Della Rovere (1442 – 1501), dove troviamo per la prima volta nella storia dell'arte italiana utilizzata la decorazione a grottesche.[56] All'interno si notano:
- all'altare, Adorazione dei pastori e san Girolamo (1478 - 1490), affresco di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.[57]
- nelle lunette, ciclo di dipinti murali con Storie della vita di san Girolamo (1485 - 1490), affreschi di Tiberio d'Assisi, allievo del Pinturicchio.
- alla parete sinistra, Monumento funebre dei cardinali Cristoforo e Domenico Della Rovere (1479 - 1480), in marmo di Andrea Bregno e Mino da Fiesole.[58]
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Giovanni de Castro (1506), in marmo, attribuito a Francesco da Sangallo.
- all'ingresso, balaustra con Angeli con stemma della famiglia della Rovere (seconda metà del XV secolo), in marmo di Andrea Bregno.[59]
- la seconda cappella, dedicata a san Lorenzo (2), detta anche Cappella Cybo, fu costruita nella seconda metà del XV secolo su commissione del cardinale Lorenzo Cybo de Mari (1450 – 1503) e decorata dal Pinturicchio, ma fu completamente ricostruita per volontà di Alderano Cybo-Malaspina (1613 - 1700) nel 1682-1687 da Carlo Fontana che gli dette un'impostazione a pianta a croce greca e la dotò di uno splendido apparato di marmi policromi e 16 colonne di diaspro di Sicilia. All'interno si conservano:
- all'altare, pala con Immacolata concezione con san Giovanni evangelista, san Gregorio Magno, san Giovanni Crisostomo e sant'Agostino (1676), olio su muro di Carlo Maratta.[60]
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Lorenzo Cybo de Mari (1683 ca.), in marmi policromi di Francesco Cavallini.[61]
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Alderano Cybo-Malaspina (1686 ca.), in marmi policromi di Francesco Cavallini.[62]
- nel vestibolo, due dipinti con Martirio di san Lorenzo e Martirio di santa Caterina d'Alessandria (ultimo quarto del XVII secolo), olio su tela di Daniel Seyter.[63][64]
- nella terza cappella, dedicata a sant'Agostino (3), detta anche Cappella Basso Della Rovere, edificata intorno al 1484 per volontà del cardinale Giovanni Basso della Rovere, si possono ammirare:
- all'altare, Madonna con Gesù Bambino in trono tra sant'Agostino, san Nicola da Tolentino, san Francesco d'Assisi e un altro santo, Dio Padre benedicente (1490 - 1510), affresco di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.[65]
- alla parete sinistra, Assunzione di Maria Vergine (1490 - 1510), affresco di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.
- nelle lunette, ciclo di dipinti murali con Storie della vita di Maria Vergine (1490 - 1510), affreschi di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.
- sulla volta, Profeti e motivi decorativi vegetali (1490 - 1510), affresco di Bernardino di Betto detto il Pinturicchio.[66]
- sul piano di calpestio, Pavimento a piastrelle (fine XV secolo), in ceramica maiolicata di bottega derutese.
- nella quarta cappella, dedicata a santa Caterina d'Alessandria (4), detta anche Cappella Costa, acquistata dal cardinale Jorge da Costa (1406 – 1508) nel 1488 e decorata con dipinti murali ad affresco dal Pinturicchio (purtroppo oggi piuttosto deteriorati), si notano:
- all'altare, Trittico con Santa Caterina d'Alessandria, san Vincenzo Ferrer e sant'Antonio da Padova (inizio del XVI secolo), in marmo della scuola di Andrea Bregno.
- di fronte all'altare, Tomba del vescovo Pietro Foscari (1480), in marmo e bronzo, attribuita a Lorenzo di Pietro detto il Vecchietta.
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Jorge da Costa (1508), in marmo della scuola di Andrea Bregno.
- alla parete destra, Monumento funebre del cardinale Marcantonio Albertoni (1487), in marmo di Jacopo di Andrea.
Sacrestia e corridoio
A destra dell'altare, in un corridoio (24) lungo il quale sono collocate alcune pregevoli opere scultoree, provenienti dalla chiesa e dal distrutto monastero, tra le quali si notano:
- Monumento funebre del vescovo Bernardino Elvino (1548), in marmo di Guglielmo Della Porta.
- Monumento funebre di Nestore Malvezzi (1488), in marmo, attribuito a Luigi Capponi
- Trittico con Madonna tra sant'Agostino e santa Caterina d'Alessandria (1497), in marmo, attribuito a Luigi Capponi.
Nella sacrestia (25) sono conservate opere di particolare interesse storico-artistico, fra le quali si notano:
- all'altare,
- entro mostra d'altare, Madonna con Gesù Bambino (XV secolo), affresco di ambito senese.[67]
- Mostra d'altare con San Pietro, San Paolo, San Girolamo e Sant'Agostino entro nicchie, Dio Padre con la colomba dello Spirito Santo, Angeli reggistemma, Motivi decorativi a candelabra (1473), in marmo di Andrea Bregno: l'opera era l'antico altare maggiore della chiesa, commissionato dal cardinale Rodrigo Borgia, futuro papa Alessandro VI.[68]
- alle pareti laterali,
- Monumento funebre del vescovo Guglielmo Rocca (1482), in marmo, attribuito ad Andrea Bregno
- Monumento funebre dell'arcivescovo Giovanni Ortega Gomiel (1514), in marmo, attribuito ad Andrea Bregno
Note | |
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Bibliografia | |
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