Museo di San Marco di Venezia
Museo di San Marco di Venezia | |
Ambito romano, Gruppo dei Tetrarchi (315 - 330), porfido rosso | |
Categoria | Musei di Basilica |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Triveneto |
Regione | Veneto |
Provincia | Venezia |
Comune | Venezia |
Diocesi | Patriarcato di Venezia |
Indirizzo |
San Marco 328 30124 Venezia (VE) |
Telefono | +39 041 2708311 |
Fax | +39 041 2708334 |
Posta elettronica | biblioteca.proc@patriarcatovenezia.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Procuratoria di San Marco |
Tipologia | arte sacra, archeologico |
Contenuti | arazzi, dipinti, mosaici, reperti archeologici, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica, tessuti |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, biblioteca, biglietteria, bookshop, visite guidate |
Sede Museo | Basilica di San Marco, spazi soprastanti l'atrio-nartece |
Fondatori | Luigi Marangoni |
Data di fondazione | 1927 |
Il Museo di San Marco di Venezia (detto anche Museo Marciano), inaugurato nel 1927, per volere del proto Luigi Marangoni, ha sede nella Basilica di San Marco, presso gli spazi del piano soprastante l'atrio-nartece
Nel 1986, in occasione della nuova sistemazione con ampliamento degli spazi espositivi, il Museo, oltre che come custodia, è stato concepito come strumento per comprendere l'eredità spirituale, culturale e materiale costituita dalla Basilica e come percorso attraverso le opere che sono parte di questo patrimonio.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si articola in cinque sezioni espositive.
Sezione I - Mosaici
Nella sezione sono conservati e raggruppati per provenienza e tematiche iconografiche, i mosaici staccati dalla collocazione originale. Di grande interesse storico-artistico:
- Frammenti musivi, provenienti dalla Basilica e stappati in occasione del restauro di murature, non più riapplicati, sono stati inseriti su uno strato di malta e posti in cassettine con bordo di legno, dette cassine. Molti sono i resti salvati in occasione del restauro della muratura della facciata sud della Basilica (1865 - 1875);
- Frammenti musivi che offrono una quasi completa ricostruzione di alcuni quadri e provengono quasi tutti dalla Cappella Zen e dal Battistero.
Sezione II - Arte per la liturgia
La sezione conserva le opere legate alla storia della Basilica marciana. Di particolare rilievo:
- Dossale detto Pala d'oro con Storie della vita di Gesù Cristo e santi (XIV secolo), argento dorato, di bottega veneziana.
- Madonna del latte tra san Pietro, san Paolo, san Marco, san Nicola, santa Maria Maddalena e santa Margherita (XIII - XIV secolo), tavola lignea, di ambito veneto-bizantino, proveniente dal nartece della Basilica.
- Madonna con Gesù Bambino (metà del XVI secolo), in terracotta dorata, di Jacopo Sansovino, proveniente dalla loggetta alla base del campanile di San Marco. Il gruppo coroplastico fu gravemente danneggiato dal crollo del campanile avvenuto il 14 luglio 1902, che comportò la perdita della figura di san Giovannino.
- Coperta di pala d'altare detta Pala feriale raffigurante Gesù Cristo in pietà tra Maria Vergine e santi e Storie della vita di san Marco (1345), tempera-oro su tavola, di Paolo Veneziano, proveniente dall'altare maggiore della Basilica. L'opera, che fungeva da copertura e custodia della Pala d'oro, fu commissionata da Andrea Dandolo (1307 ca. - 1354), l'ultimo doge sepolto nella Basilica di San Marco.[1][2] Nell'opera sono raffigurati:
- nel registro superiore: Gesù Cristo in pietà tra Maria Vergine, san Giovanni evangelista, san Teodoro, san Marco, san Pietro e san Nicola di Bari;
- nel registro inferiore:
- San Marco evangelista eletto vescovo di Alessandria;
- San Marco Evangelista guarisce miracolosamente il ciabattino Aniano;
- Gesù Cristo appare a san Marco in carcere;
- Martirio di san Marco;
- Trafugamento del corpo di san Marco;
- Ritrovamento del corpo di san Marco;
- San Marco evangelista libera lo schiavo.
- Polittico con Gesù Cristo benedicente tra gli apostoli (1614), tempera su tavola dipinta di Maffeo Verona.[3] Nell'opera sono raffigurati:
- nel registro superiore, Gesù Cristo benedicente, san Simone, san Giacomo il Maggiore, san Pietro, san Giovanni evangelista, sant'Andrea e san Bartolomeo;
- nel registro inferiore, San Giuda Taddeo, san Tommaso, san Mattia, san Filippo, san Matteo e san Giacomo il Minore.
Sezione III - Tesoro tessile
Dei paramenti sacri, delle stoffe antiche, merletti e ricami, presenti nella Basilica marciana l'esercito napoleonico non ha lasciato molto, fatta eccezione per qualche esemplare. Di rilievo:
- Drappo per uso liturgico con ricami bizantini (fine XII - inizio XIII secolo), raffigurante Compianto su Gesù Cristo morto, di manifattura bizantina.
- Drappo per uso liturgico con ricami bizantini (post 1214), raffigurante Due arcangeli, di manifattura veneziana.
- Parato liturgico di papa Alessandro VIII (1689 - 1691), costituito da 5 pezzi (pianeta, stola, manipolo, borsa e velo da calice), in teletta d'argento ricamata con oro e argento lamellari e filati con un fitto intrico fitomorfo nel quale si riconoscono varie specie botaniche, dono del Pontefice alla Basilica.
A partire dal XV secolo, anche a Venezia, sono documentati laboratori di arazzi gestiti da maestranze francesi e fiamminghe. Tra questi spiccano:
- Quattro arazzi con Storie della Passione (1408 - 1427), in lana, attribuiti alla manifattura di Arras, cui viene affidata la loro esecuzione in una bottega veneziana, provengono dal presbiterio di San Marco.
- Quattro arazzi con Storie di san Marco (1550 - 1551), quattro arazzi in seta policroma, oro e argento, opera del fiammingo Giovanni Rost.
- Cinque tappeti dei dogi (XVI - XVII secolo), in seta e broccati con oro e argento, realizzati dalle nei laboratori manifatturieri di Isfahan.
Sezione IV - Riti e Melodie
In questa sezione sono custoditi:
- Contrabbasso (1580 circa), opera del liutaio bresciano Gasparo Bertolotti detto da Salò (1542 - 1609). Intorno al 1791, la Procuratia di San Marco lo acquista e lo dona al migliore contrabbassista della propria cappella, divenuto uno dei più famosi del mondo, Domenico Carlo Maria Dragonetti (1763 - 1846), che legherà indissolubilmente il proprio nome a questo strumento. Alla morte dell'artista, per sua volontà testamentaria, il celebre contrabbasso ritornò in proprietà alla Basilica di San Marco.
- Graduale di rito romano-francescano (XV secolo) con miniature di rara qualità.
- Graduale di rito marciano (1565 - 1570), presenta cancellature e riscrizioni nei testi e talora anche nelle musiche, attuate probabilmente tra il XVII e il XVIII secolo.
Sezione V - Segni del potere
Nella sezione sono conservati opere "segno del potere", sia di epoca imperiale romana, sia della Serenissima:
- Quadriga (seconda metà II - inizio III secolo d.C.), in bronzo fuso a cera perduta con doratura, si ipotizza che i cavalli provengano dall'edificio dell'ippodromo di Costantinopoli, inviati come bottino di guerra in occasione della Quarta crociata (1204) dal doge Enrico Dandolo a Venezia, dove restarono in deposito presso l'Arsenale. Solo nel 1261 vennero collocati sulla loggia della Basilica, dove sono rimasti fino al 1977, dopo un meticoloso restauro, sono stati sostituiti da riproduzioni e ricoverati nel 1982 in Museo, per esigenze di conservazione.
- Gruppo dei Tetrarchi: Diocleziano, Massimiano, Galerio e Costanzo Cloro (315 - 330 d.C.): opera in porfido rosso, proveniente dall'antica piazza del Philadelphion a Costantinopoli, che dei fin dal loro primo arrivo a Venezia vennero collocati nell'angolo sud-est della facciata sud della Basilica. [4]
- Capitelli: uno corinzio d'età romana imperiale, un altro composito con foglie d'acanto finemente dentellato, altri due esemplari di capitelli imposta di età giustinianea, di provenienza costantinopolitana.
- Leone (fine del XV secolo), in legno dorato, opera di Ludovico Bianco, proveniente dall'organo nella cantoria nord.
- Tronetto dogale (1490 circa), legno di noce naturale intagliato e scolpito, opera della bottega dei Lombardo, proveniente dal Palazzo Ducale.
Note | |
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Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |