Utente:Elvezio Del Pietro/Giovanni Gerolamo Morone

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Biografia

Nacque a Milano, penultimo dei dieci figli di Girolamo Morone, gran cancelliere del ducato di Milano, e Amabilia Fisiraga, entrambi appartenenti a illustri casati nobiliari.

Primi anni

Completata la sua istruzione primaria e secondaria a Modena, studiò poi giurisprudenza a Padova. Suo padre lo avviò giovanissimo nella conduzione degli affari pubblici. Fu chierico a Milano e in riconoscimento dei servizi resi da suo padre durante la prigionia subìta sotto le truppe imperiali nel sacco di Roma del 1527, papa Clemente VII lo elevò all'episcopato.

Episcopato

A soli vent'anni fu eletto vescovo di Modena il 7 aprile del 1529. La diocesi doveva comunque essere retta attraverso un vicario generale fino al raggiungimento dell'età canonica di 27 anni. Ancora nel 1529 fu inviato in missione diplomatica in Francia. Il cardinale Ippolito d'Este era fortemente contrario alla nomina, sostenendo che la sede di Modena era stata promessa a lui. Con il sostegno del duca Alfonso di Ferrara, il 6 febbraio del 1531, prese possesso della sede con la forza, confiscando tutte le rendite del Moroni. Il pontefice intervenne presso Carlo V perorando un intervento a favore del vescovo Morone. La controversia fu risolta del 1532, quando Morone prese possesso della diocesi con l'impegno di versare una pensione annua di 400 ducati al cardinale Ippolito d'Este.

Il 12 gennaio dell'anno seguente a Bologna ricevette l'ordinazione presbiterale e la consacrazione episcopale, prendendo possesso della sede il 28 gennaio. Nel 1535 fu inviato dalla Santa Sede in missione diplomatica presso Alfonso Sforza duca di Milano. Riconosciuto a Roma per le sue grandi doti di diplomatico papa Paolo III lo inviò nunzio apostolico in Germania da Ferdinando I, una prima volta tra il 1536 e il 1538, e poi ancora dal 1539 al 1542. Colà partecipò ai colloqui di religione di Worms e di Ratisbona del 1541 e a quelli di Spira dell'anno seguente. Vicino ai cardinali Reginald Pole e Gasparo Contarini, in quelle sedi espresse caute aperture a taluni aspetti della Riforma protestante.

Cardinalato

Fu eletto cardinale da papa Paolo III nel concistoro del 2 giugno 1542; ricevette la berretta rossa con il titolo di cardinale presbitero di Santi Vitale, Valeria, Gervasio e Protasio il 16 ottobre di quell'anno. Insieme con i cardinali Reginald Pole e Pierpaolo Parisio fu nominato presidente del consiglio del Concilio di Trento il 1 novembre ma, a causa del piccolo numero di delegati, il concilio fu sospeso il 6 luglio del 1543 per due anni. Alla riapertura fu di nuovo nominato dal papa per il consiglio generale il 2 novembre del 1544.

Fu camerlengo del Sacro Collegio dei Cardinali dal 6 gennaio 1549 al 19 gennaio 1551. Il 25 febbraio 1549 optò per il titolo cardinalizio di santo Stefano al Monte Celio. Partecipò al conclave del 1549-1550 , che elesse papa Giulio III.

Il 23 maggio del 1550 si dimise da vescovo di Modena a favore di Egidio Foscherari O.P.. Fu nominato con altri dieci cardinali nella commissione per la riforma della Chiesa il 18 febbraio del 1551. Resse la diocesi di Novara dal 12 settembre del 1552 fino al 13 marzo del 1560. Lavorò a stretto contatto con Ignazio di Loyola, fondatore della Compagnia di Gesù. Il suo sostegno a favore del nuovo ordine fu determinante per la fondazione del Collegium Germanicum avvenuta nel 1552. L'11 dicembre del 1553 optò per il titolo cardinalizio di san Lorenzo in Lucina.

Fu legato presso la corte di Ferdinando, re dei Romani nel 1555 e nunzio alla Dieta di Augusta ma dovette rientrare a Roma per la morte di Giulio III avvenuto il 23 marzo. Prese parte al conclave che elesse papa Marcello II e al secondo conclave di quell’anno che elesse papa Paolo IV. Moroni optò per il titolo di santa Maria in Trastevere il 12 giugno del 1556. Fu accusato di eresia, degradato e imprigionato in Castel Sant'Angelo dal nuovo Pontefice il 31 maggio del 1557. L'inquisizione romana, guidata dal cardinal Michele Ghisleri, futuro papa Pio V, dopo attento esame, dichiarò il Moroni innocente alla presenza di papa Paolo IV, che il 27 marzo del 1559, lo riportò alla dignità cardinalizia assegnandogli la sede suburbicaria di Albano ma il Moroni rifiutò di accettare la promozione e di uscire dal carcere, a meno che il papa non riconoscesse pubblicamente la sua innocenza. Non fu ascoltato e quindi rimase in carcere fino alla morte di Paolo IV, avvenuta pochi mesi dopo il 18 agosto del 1559. Alla morte del pontefice fecero seguito gravi tumulti di popolo, fu dato alle fiamme il carcere di Ripetta e liberati i prigionieri; furono dati alle fiamme anche gli archivi.

I cardinali presenti a Roma decisero, tre giorni dopo la morte del Carafa, con la risicata maggioranza di 13 voti su 25, e su forti pressioni di Filippo II, di liberare Morone e di ammetterlo in conclave. Il 25 dicembre fu eletto Pio IV, pure lui milanese e molto legato a Morone. Egli impresse una brusca sterzata alla politica curiale con le clamorose condanne dei nipoti di papa Carafa, la limitazione dei poteri del Sant'Uffizio con l'emarginazione politica dei suoi principali esponenti e la ripresa dell'iniziativa conciliare.

Sin dal primo momento Morone divenne il più fidato consigliere del papa, che impose un'immediata conclusione del processo a Morone. Il 6 marzo del 1560 proclamò la sentenza dove, non solo lo assolveva da ogni colpa e sospetto, ma annullava l'intero processo in quanto nullo e iniquo, imponendo al card. Ghislieri di sottoscriverla personalmente, per vincolarlo a essa anche in futuro. Anche durante il regno di Pio IV, tuttavia, il Sant'Uffizio continuò a conservare gelosamente la documentazione processuale di Morone. Il cardinale tentò invano di entrarne in possesso, nonostante il papa lo avesse nominato cardinale protettore dei domenicani.[1].

Il 13 marzo Morone rinunciò al vescovato di Novara e il Pontefice lo elevò al titolo cardinalizio della diocesi suburbicaria di Albano, per trasferirlo poi, il 10 marzo del 1561, a quella di Sabina, il 18 maggio dell'anno seguente a quella di Palestrina, il 12 maggio del 1564 a quella di Frascati e il 7 febbraio del 1565 a quella di Porto-Santa Rufina.

Il 27 giugno del 1560 fu nominato con i cardinali Federico Cesi e Giacomo Savelli, vicario generale di Roma, membro di un comitato per fornire assistenza ai poveri e vagabondi di Roma. L'anno seguente il 18 maggio optò per la sede suburbicaria di Palestrina.

Come vice-decano del Sacro Collegio dei Cardinali partecipò al conclave del 1565-1566 , che elesse papa Pio V. Durante questo conclave fu per molto tempo uno dei papabili. Il 3 luglio del 1579 optò per la sede suburbicaria di Ostia e Velletri. Decano del Sacro Collegio dei Cardinali partecipò al conclave del 1572, che elesse papa Gregorio XIII. Dal 18 marzo del 1575 fu legato a Genova per risolvere le controversie interne della città e repubblica di Genova. Dal 23 aprile del 1575 fu legato presso l'imperatore Ferdinando I e in seguito presso la Dieta di Ratisbona. Fu protettore d'Inghilterra nel 1578.

Morì a Roma il 1 dicembre del 1580 e fu sepolto nella basilica di santa Maria sopra Minerva.

Successioni

Predecessore: Vescovo di Modena Successore: BishopCoA PioM.svg
Pirro Gonzaga 1529-1550 Egidio Foscherani I
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Pirro Gonzaga {{{data}}} Egidio Foscherani
Predecessore: Cardinale presbitero di San Vitale Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giovanni Maria Ciocchi del Monte 1542-1549 Filiberto Ferrero I
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Giovanni Maria Ciocchi del Monte {{{data}}} Filiberto Ferrero
Predecessore: Cardinale presbitero di Santo Stefano al Monte Celio Successore: CardinalCoA PioM.svg
David Beaton 1549-1553 Giovanni Angelo de Medici I
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David Beaton {{{data}}} Giovanni Angelo de Medici
Predecessore: Vescovo di Novara Successore: BishopCoA PioM.svg
Giulio della Rovere 1552-1560 Giovanni Antonio Serbelloni
Vescovo
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Giulio della Rovere {{{data}}} Giovanni Antonio Serbelloni
Vescovo
Predecessore: Cardinale presbitero di San Lorenzo in Lucina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giovanni Domenico de Cupis 1553-1556 Georges d'Armagnac I
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Giovanni Domenico de Cupis {{{data}}} Georges d'Armagnac
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Maria in Trastevere Successore: CardinalCoA PioM.svg
Miguel de Silva 1556-1560 Cristoforo Madruzzo I
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Miguel de Silva {{{data}}} Cristoforo Madruzzo
Predecessore: Cardinale vescovo di Albano Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pedro Pacheco de Villena 1560-1561 Cristoforo Madruzzo I
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Pedro Pacheco de Villena {{{data}}} Cristoforo Madruzzo
Predecessore: Cardinale vescovo di Sabina-Poggio Mirteto Successore: CardinalCoA PioM.svg
Robert de Lénoncourt 1561-1562 Cristoforo Madruzzo I
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Robert de Lénoncourt {{{data}}} Cristoforo Madruzzo
Predecessore: Cardinale vescovo di Palestrina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Federico Cesi 1562-1564 Cristoforo Madruzzo I
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Federico Cesi {{{data}}} Cristoforo Madruzzo
Predecessore: Cardinale vescovo di Frascati Successore: CardinalCoA PioM.svg
Federico Cesi 1562-1565 Alessandro Farnese il giovane I
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Federico Cesi {{{data}}} Alessandro Farnese il giovane
Predecessore: Cardinale vescovo di Porto-Santa Rufina Successore: CardinalCoA PioM.svg
Francesco Pisani 1565-1570 Cristoforo Madruzzo I
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Francesco Pisani {{{data}}} Cristoforo Madruzzo
Predecessore: Cardinale vescovo di Ostia-Velletri Successore: CardinalCoA PioM.svg
Francesco Pisani 1570-1580 Alessandro Farnese il giovane I
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Francesco Pisani {{{data}}} Alessandro Farnese il giovane
Predecessore: Decano del Sacro Collegio Successore: CardinalCoA PioM.svg
Francesco Pisani
1564-1570
1570-1580 Alessandro Farnese il giovane
1580-1589
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Francesco Pisani
1564-1570
{{{data}}} Alessandro Farnese il giovane
1580-1589


Note
  1. Massimo Firpo, Morone, Giovanni su treccani.it in Dizionario Biografico degli Italiani, vol. 77 (2012), Treccani.it. URL consultato il 22 novembre 2012
Voci correlate
Bibliografia