Yves-Alexandre de Marbeuf
Yves-Alexandre de Marbeuf Arcivescovo | |
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Età alla morte | 61 anni |
Nascita | Rennes 17 maggio 1737 |
Morte | Lubecca 15 aprile 1799 |
Ordinazione presbiterale | 4 aprile 1959 da Jean-Armand de Bessuéjouls de Roquelaure |
Nominato vescovo | 19 aprile 1767 |
Consacrazione vescovile | 12 luglio 1767 dall'arc. Antoine de Malvin de Montazet |
Elevazione ad Arcivescovo | 12 maggio 1788 |
Incarichi ricoperti | |
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Yves-Alexandre de Marbeuf (Rennes, 17 maggio 1737; † Lubecca, 15 aprile 1799) è stato un arcivescovo francese.
Cenni biografici
Nacque a Rennes in Bretagna Francia, il 17 maggio 1737, ultimogenito dei cinque figli di Clode-François-Marie e della moglie Marie-Anne nata de Kerousi. Fu battezzato due giorni dopo nella chiesa parrocchiale di Saint-Jean di Rennes. Sei mesi dopo la madre morì.
Dopo i primi studi presso un pensionato di Rennes, a dodici anni fu inviato dal padre, che lo voleva avviare alla carriera ecclesiastica, a Parigi presso il collegio di Plessis. Il 1º settembre 1748 ricevette la tonsura. A soli diciotto anni divenne canonico di Marbeuf. Il 20 aprile 1754 ricevette gli ordini minori e il 26 marzo 1767 il diaconato dalle mani del cardinale Étienne-René Potier de Gesvres, vescovo di Beauvais.
Alla morte di papa Benedetto XIV il giovane canonico de Marbeuf fu scelto come conclavista da mons. Potier de Gesvres che con gli altri cardinale si preparava a partire per il conclave. In tale veste ebbe modo di assistere all'elezione del nuovo pontefice Clemente XIII.
Nel 1760 fu delegato all'Assemblea generale del clero e quello stesso anno ottenne dal re in commenda il priorato di Sait-Jacud nella diocesi di Dol e nel 1763 quello di Domart-en-Ponthieu nella diocesi di Amiens.
Il 19 aprile 1767 fu nominato vescovo della diocesi di Autun, il 12 luglio l'arcivescovo di Lione, Antoine de Malvin de Montazet, nella sua cattedrale, consacrò il suo suffraganeo, assistito dai vescovi Louis-Henri de Rochefort d'Ally Ch della diocesi oggi soppressa di Chalons-sur-Saône e da Gabriel-François Moreau Ch vescovo della diocesi pure soppressa di Mâcon.
Nel 1777 il re lo volle a Parigi come ministro del foglio dei benefici, carica a cui era affidata l'attribuzione delle varie [[rendite ecclesiastiche nel Regno di Francia. La carica gli procurò molti problemi, la sua imparzialità e integrità lo misero in rotta di collisione con ambienti che si sentirono defraudati e che provocarono ripetute accuse sotto forma di lettere anonime al re. Le accuse portarono mons. de Marbeuf a dover affrontare un processo per simonia dove fu scagionato da tali accuse.
Nel 1782 ricevette in commenda l'Abbazia di Bec, di cui fu l'ultimo abate commendatario, lasciando, come aveva sempre fatto in precedenza, quella ricevuta nel 1774 dei Mauristi di Saint-Florent. Il 1º gennaio 1785 fu nominato cavaliere dell'Ordine dello Spirito Santo.
Il 2 maggio 1788 moriva il primate della Gallia e arcivescovo di Lione de Montazet, grande protettore del partito giansenista. Il vescovo di Autun, inviò immediatamente a Lione il suo vicario generale, l'abate M. Hémery, per assumere l'amministrazione degli affari diocesani e per rimediare alla diffusione del giansenismo. Introdusse immediatamente nei seminari l'obbligo di sottoscrivere il formulario voluto dall'assemblea generale del clero francese, con l'approvazione del pontefice e di re Luigi XIV introdotta in Francia, dopo l'emanazione della bolla di papa Alessandro VII Ad sacram beati Petri sedem, del 16 ottobre 1656, come segno di sottomissione del clero alla Santa Sede.
Nonostante il vescovo avesse chiesto al re di rimanere a capo della sua diocesi, che dirigeva ormai da venti anni, Luigi XVI lo promosse arcivescovo di Lione il 12 maggio 1788. A malincuore accettò l'incarico e il 12 settembre diede le dimissioni da vescovo di Autun e tre giorni dopo, con l'approvazione pontificia, prese possesso dell'arcivescovo di Lione.
Fin dallo scoppio della Rivoluzione, l'arcivescovo, pur avendo accettato nel 1789 gli Stati Generali, si schierò con le forze conservatrici, manifestando soprattutto la sua decisa opposizione alla Costituzione civile del clero. Il 5 dicembre 1790 scrisse una Dichiarazione, indirizzata agli amministratori del dipartimento, dove in dieci punti enunciò il suo totale rifiuto a prestare giuramento alla Costituzione ecclesiastica voluta dai rivoluzionari.
Costretto a fuggire dalla Francia si rifugiò nei territori borbonici della Germania. Alla guida dell'arcidiocesi il clero scismatico nominò Antoine-Adrien Lamourette, nomina che non fu mai confermata dalla Santa Sede. Lamourette fu ghigliottinato l'11 gennaio 1794, pochi giorni prima dell'esecuzione egli scrisse una ritrattazione dei suoi errori dove chiedeva perdono a Dio per la sua nomina arcivescovile scismatica, la ritrattazione fu recapitata all'abate Jacques-André Émery.
L'arcivescovo de Marbeuf continuò dall'esilio a condurre la sua Chiesa lionese ormai clandestina ma non poté più rientrare in diocesi. Morì a Lubecca il 15 aprile 1799.
Predecessore: | Vescovo di Autun | Successore: | |
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Nicolas de Bouillé de Saint-Géran 1758-1767 |
1767-1788 | Charles-Maurice de Talleyrand-Périgord 1788-1791 |
Predecessore: | Arcivescovo di Lione (Primate delle Gallie) |
Successore: | |
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Antoine de Malvin de Montazet 1758-1788 |
1788-1799 | Joseph Fesch 1802-1839 (successione legittima) |
Bibliografia | |