Abbazia di Saint-Remi

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Abbazia di Saint-Remi
Flag of UNESCO.svg Bene protetto dall'UNESCO
Abbaye Saint-Remi de Reims dans Monasticon Gallicanum.jpg
Stampa XVIII secolo
Altre denominazioni
Stato bandiera Francia
Regione Grande Est
Dipartimento
Comune Reims
Località {{{Località}}}
Diocesi Arcidiocesi di Reims
Religione Cattolica
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Telefono {{{Telefono}}}
Fax {{{Fax}}}
Posta elettronica [mailto: ]
Sito web

Sito ufficiale

Sito web 2
Proprietà {{{Proprietà}}}
Oggetto tipo Abbazia
Oggetto qualificazione
Dedicazione San Remigio di Reims
Vescovo {{{Vescovo}}}
Sigla Ordine qualificante O.S.B.
Sigla Ordine reggente O.S.B.
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Architetto


Stile architettonico
Inizio della costruzione 770 ca.
Completamento
Distruzione
Soppressione 1793
Ripristino
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Data di inaugurazione {{{AnnoInaugur}}}
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Data di consacrazione
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Titolo
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Coordinate geografiche
49°14′36″N 4°49′38″E / 49.2433333, 4.827258 bandiera Francia
Mappa di localizzazione New: Francia
Abbazia di Saint-Remi
Abbazia di Saint-Remi
Avignone
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Parigi
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Patrimonio UNESCO.png Patrimonio dell'umanità
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Tipologia culturale
Criterio (i)(ii)(vi)
Pericolo non in pericolo
Anno 1991
Scheda UNESCO inglese
francese
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Patrimoni dell'umanità in Francia
Patrimoni dell'umanità in Francia

L'Abbazia di Saint-Remi è un'abbazia che si trova a Reims, in Francia, fondata nell'VIII secolo. La chiesa abbaziale conserva le reliquie di san Remigio di Reims, vescovo della città, che convertì al cristianesimo il re dei Franchi Clodoveo I il giorno di Natale del 496, dopo che egli aveva sconfitto gli Alemanni nella battaglia di Tolbiac.

Insieme alla cattedrale di Reims e al palazzo di Tau, nel 1991 è stata inserita nell'elenco dei patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[1]

Storia

Stemma dell'antica abbazia di Saint-Remi di Reims

Le origini

La storia dell'abbazia è molto antica. Già nel 496 il vescovo san Remigio di Reims vi battezzò Clodoveo I, re dei Franchi, convertitosi in seguito alla battaglia di Tolbiac.

Il vescovo morì nel 533, all'età di 96 anni. La sua reputazione gli valse la santificazione, e i miracoli ripetuti attirarono numerosi pellegrini. Nello stesso anno venne ingrandita quella che era una semplice cappella, facendola diventare una chiesa, e trasferendovi il 1º ottobre il corpo del nuovo santo.

Verso il 755, l'arcivescovo Turpino fonda una comunità di monaci destinati ad accogliere e guidare i pellegrini.

Incmaro, arcivescovo nella metà del IX secolo, ingrandisce la chiesa consacrandola e collegandola all'abbazia carolingia che scompare, dopo l'anno mille, per essere sostituita da una grande chiesa romanica iniziata dall'abate Airard. Il progetto, troppo ambizioso, viene modificato dall'abate Thierry, suo successore. Restano le undici traverse della navata e le panchine, come pure il transetto. All'epoca, una struttura in legno copriva tutto l'insieme.

La basilica, dedicata a San Remigio, venne consacrata da papa Leone IX, in occasione del Concilio di Reims (1049). Questo papa, nato a Eguisheim in Alsazia (nome attuale della regione), viaggiava molto tra Italia, Francia e Germania. Dopo essere stato fatto prigioniero dai Normanni, e dopo la sua morte avvenuta nel 1054, ci fu uno scisma tra la Chiesa d'oriente e d'occidente.

Nel 1162 Pierre de Celle, nuovo abate, decise importanti modifiche alla chiesa: il portico romanico viene demolito e si prolunga la navata con due porzioni gotiche. Una nuova facciata viene costruita. Un nuovo coro gotico, più profondo, con deambulatorio e cinque volte radianti, sostituisce il vecchio coro romanico. Vengono realizzate anche numerose vetrate.

Nel 1181 Dom Simon succede a Pierre de Celle. Ingrandisce ancora la struttura ed aggiunge le pareti romaniche della navata.

Robert de Lénoncourt, primo abate commendatario, all'inizio del XVI secolo, fece alzare la barriera a finestra che splende nella parte meridionale del transetto. La Congregazione di San Mauro, che riforma l'abbazia nel XVII secolo, fa costruire il colonnato rinascimentale che racchiude il coro.

La basilic sfuggì alle demolizioni della tempesta rivoluzionaria. I benedettini vengono cacciati del loro monastero nel 1793, e l'edificio diventa chiesa parrocchiale.

Il XIX secolo vede la ricostruzione della parte nord e della cima della facciata, a partire dal rosone. Le volte della navata vengono sostituite da volte in legno, e viene costruito un nuovo mausoleo. Viene rifatta la "corona di luce", simbolo della Gerusalemme celeste e le cui 96 candele ricordano la durata della vita di san Remigio.

Il 1º agosto 1918 alcune granate tedesche si abbattono sulla basilica: il tetto prende fuoco e crolla, le volte in legno ed intonaco crollano per tutta la lunghezza della navata ed una parte del transetto. Anche l'organo fu seriamente danneggiato (soltanto nel 2000 la basilica potrà vantare un grande organo prodotto dal costruttore Bertrand Cattiaux). I danni vengono aggravati dalle intemperie dell'inverno, che vede in seguito crollare le banchine sud, nell'aprile 1919, mentre la pioggia e la tempesta abbattono la parte settentrionale del transetto nel 1920.

Visita di Giovanni Paolo II

Papa Giovanni Paolo II visita Reims nel 1996, per commemorare il 1500º anniversario del battesimo di Clodoveo I, primo re dei franchi, effettuato per mano di San Remigio.

La basilica di Saint-Remi commemorò nel 2007 il millennio dalla costruzione.


Note
  1. Bibliography su dx.doi.org, Catholic University of America Press, pp. 295–312 URL consultato il 2022-01-23
  2. (FR) Charles Joseph Hefele, Histoire des conciles d’après les documents originaux - Tome IV, volume 21, p. 110
  3. (FR) Louis-Paul Colliette, Mémoires pour servir à l'histoire ecclésiastique, civile et militaire de la province du Vermandois su gallica.bnf.fr, Cambrai, 1771-1772, p. 240 URL consultato il 12 novembre 2019.
  4. (FR) Maximilien Melleville, Dictionnaire historique du département de l'Aisne, Paris, Dumoulin, 1865, volume 2, p.169
  5. Gallia Christiana (t. IX, col. 236)
  6. Registro di Onorio IV, a. 2, n° 164, f° 171 v°: Johanni abbati monasterii Sancti Remigii Remensis. Ex suscepte servitutis.... Dat. Rome, apud Sanctam Sabinam, idibus Octobris anno secundo.
  7. Giovanni di Clinchamp successe come abate di Saint Remi, non a Bartolomeo dell'Espinasse, come riporte la Gallia Christiana, ma a Bertrando. Quest'ultimo, accusato dal suo cenobio di dilapidarne i beni fu deposto a seguito di una sentenza pronunciata da dei canonici della cattedrale. Il metropolita permise ai religiosi di Saint Remi di procedere all'elezione di un nuovo abate. Le monaco Evrard fu eletto e poi confermato dall'arcivescovo. Ma Bertrand si appellò alla Santa Sede. Benedetto Caetani, cardinale diacono di San Nicola in carcere Tulliano, incaricato da papa Martino IV di esaminare la causa annullò l'elezione di Evrard. Evrard interpose appello. Nel frattempo il suo rivale morì. A questa notizia i monaci di Saint Remi procedettero a un'altra elezione e divisero i loro voti fra Evrard e Giovanni di Clinchamp, priore dell'Abbazia di Solesmes nella diocesi di Le Mans. Entrambi rinunciarono ai loro diritti sulla dignità abbaziale. Papa Onorio IV pose allora Giovanni a capo dell'abbazia di San Remi il 12 ottobre 1286; le lettere di provvisione sono datate dal 15 dello stesso mese. Riguardo all'altro candidato Evrard, il papa gli affidò l'abbazia di Saint-Sauveur d'Anchin , nella diocesi di Arras.
  8. (FR) Scuola francese di Roma, Mélanges d'archéologie et d'histoire, 1885
  9. cfr. Archbishop Robert de Lénoncourt † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  10. cfr. Archbishop Philippe du Bec † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  11. cfr. Archbishop Henri de Lorraine-Guise † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  12. cfr. Archbishop Henri de Savoie-Nemours † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  13. cfr. Archbishop Jacques-Nicolas de Colbert † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  14. cfr. Archbishop Georges d’Aubusson de la Feuillade † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
  15. cfr. Archbishop Charles-Maurice Le Tellier † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 28-08-2020
Collegamenti esterni