Basilica dei Santi Quattro Coronati al Laterano (Roma)
Basilica dei Santi Quattro Coronati al Laterano | |
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Roma, Basilica dei Santi Quattro Coronati al Laterano | |
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi | Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo | Via dei Santi Quattro, 20 00184 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 70475427 |
Posta elettronica | monachess4@gmail.com |
Sito web | |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | basilicale |
Dedicazione | Santi Quattro Coronati |
Sigla Ordine qualificante | O.S.A. |
Fondatore | Papa Milziade |
Data fondazione | IV secolo, inizio |
Architetto |
Antonio Muñoz (restauro del 1912-1914) |
Inizio della costruzione | XI secolo, fine |
Completamento | XVII secolo, prima metà |
Data di consacrazione | 20 gennaio 1110 |
Titolo | Santi Quattro Coronati (titolo cardinalizio) |
Strutture preesistenti | Tempio di Minerva Capta e Domus aristocratica (IV secolo) |
Pianta | basilicale |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Basilica dei Santi Quattro Coronati al Laterano è una chiesa di Roma, situata nel centro storico della città, nel rione Celio: l'edificio è parte del complesso monumentale omonimo.
Storia
Dalle origini all'Alto Medioevo
La basilica è dedicata ai quattro soldati martirizzati ("coronati", ossia coloro che hanno ricevuto la corona di spine, simbolo del martirio) Simproniano, Claudio, Nicostrato e Castorio, tumulati nella Catacomba dei Santi Marcellino e Pietro.
Il nucleo originario del complesso, costituito essenzialmente dalla chiesa, venne eretto nel IV secolo da papa Milziade (311-314) con il nome di Titulus Aemilianae, del quale fin dal 499 si ha notizia dell'esistenza, denominazione a cui presto si sovrappose quella di Titulus SS. Quattuor Coronatorum ricordata per la prima volta nel 595. L'edificio sorge nell'area in cui si trovava il Tempio di Minerva Capta (Minerva Prigioniera)[1] e si inserì presumibilmente in un'ampia aula absidata, che faceva parte di una grande domus aristocratica edificata all'inizio del IV secolo.
Nei secoli successivi, fu oggetto di importanti restauri da parte dei papi Onorio I (625-638), Adriano I (772-795), Leone III (795-816), Gregorio IV (827-844).
Leone IV (847-855) la fece poi trasformare in una basilica a tre navate con cripta semianulare preceduta da un quadriportico, all'ingresso del quale si inserì la torre campanaria; inoltre, sistemò la cripta ed eresse tre cappelle sporgenti, dedicate rispettivamente a santa Barbara, san Nicola e san Sisto (quest'ultima oggi scomparsa).
Dal Basso Medioevo ad oggi
A seguito dei gravi danni prodotti nel 1084 dalle truppe normanne di Roberto il Guiscardo (1015 ca. – 1085), papa Pasquale II (1099-1118) provvide ad una complessiva e radicale ristrutturazione dell'edificio: in questa occasione la parte anteriore fu trasformata in cortile, la navata centrale originaria fu tripartita tramite due file di colonne e le navate laterali furono chiuse tamponando i colonnati che le dividevano dalla navata centrale e trasformate in chiostro l'una e in refettorio l'altra. Il nuovo edificio fu consacrato il 20 gennaio 1110.
Nel 1138, durante il pontificato di Innocenzo II (1130 - 1143), la chiesa fu affidata ai monaci benedettini, che vi rimasero fino al XV secolo; sotto di loro furono costruiti il monastero (fine XII secolo), articolato intorno a due cortili e un chiostro (XIII secolo), e la cappella di San Silvestro (1246).
Importanti restauri (testimoniati dall'iscrizione con lo stemma del cardinale murata nel primo cortile, sotto la torre) furono fatti eseguire nella prima metà del XV secolo dal cardinale Alfonso Carrillo de Albornoz († 1434) dopo la cattività avignonese, quando il complesso fu dichiarato sede pontificia da papa Martino V (1417 - 1431).
Nel 1521 il complesso passò ai camaldolesi e a questi, nel 1560, subentrarono le Monache Agostiniane che tuttora lo custodiscono. Nei decenni successivi furono eseguiti importanti lavori al suo interno nel 1570, nel 1580, nel 1588 e intorno al 1630, quando la chiesa fu completamente ristrutturata e ridecorata per volontà dal cardinale Giovanni Garzia Mellini (1562 – 1629) .
Tra il 1912 e il 1916 la chiesa fu ristrutturata sotto l sotto la direzione dell'architetto Antonio Muñoz (1884–1960), all'epoca Soprintendente alle Belle Arti, rimettendo in luce alcune strutture originari medievali. Un ulteriore restauro, avvenuto nel 1957, ha messo allo scoperto i muri di fondazione del IV secolo, liberando i resti della navata carolingia entro il recinto monastico e gli archi dell'edificio originario romanico.
La basilica attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia del Santissimo Salvatore e dei Santi Giovanni Battista ed Evangelista in Laterano.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio dei Santi Quattro Coronati elencato già nei sinodi romani del 499 e del 595: l'attuale titolare è il cardinale Roger Michael Mahony.
Descrizione
Esterno
L'ingresso alla chiesa avviene attraverso un portale ad arco sovrastato dalla torre campanaria del IX secolo, la più antica superstite di Roma: molto semplice ma imponente, è costruita in cortina e presenta un loggiato con quadrifore sovrastato da una semplice cornice costituita da mensolette in marmo prive di decorazione. Oltrepassato il portale si accede ad un primo cortile, con arcate tardocinquecentesche, corrispondente all'antico atrio di ingresso della basilica leonina: sopra l'arco notare un'iscrizione metrica in caratteri gotici relativa al restauro effettuato per volontà del cardinale Alfonso Carrillo de Albornoz nella prima metà del XV secolo. Il braccio occidentale è decorato con dipinti murali, commissionati dalla Confraternita dei Marmorari, raffiguranti:
- Natività di Gesù e Presentazione di Gesù al Tempio (1588), affreschi di ambito romano.
Attraverso un architrave si passa in un altro cortile a cielo aperto, corrispondente alla parte anteriore dell'antica basilica, trasformata appunto in cortile nella ricostruzione di Pasquale II: da qui, attraverso un portico costituito da colonne con capitelli ionici e corinzi, si giunge all'ingresso della chiesa.
Interno
L'interno della chiesa, a pianta basilicale, diviso in tre navate da colonne di spoglio, in granito, con capitelli corinzi e compositi, presenta in alto matronei con colonne e capitelli ionici sormontati da un pulvino. La navata centrale ha un pavimento cosmatesco del XII secolo ed è coperta con un soffitto ligneo a cassettoni, eseguito intorno al 1580, per volontà del cardinale e re Enrico I di Portogallo (1512 – 1580).
Abside, presbiterio e cripta
Nel fondo della navata centrale è l'abside semicircolare, che è ancora quella originaria del IX secolo, decorata da pregevoli dipinti murali, ad affresco, eseguiti tra il 1623 e il 1630 da Giovanni da San Giovanni, raffiguranti:
- nel catino absidale, Gloria di tutti i Santi;[2]
- alla parete absidale, Storie della vita dei Santi Quattro Coronati.[3]
Il presbiterio, fu sopraelevato nel IX secolo per ricavare la cripta semianulare, nella quale si conservano quattro arche, ritrovate nel XIII secolo, contenenti le spoglie dei martiri. Nella parete di sinistra presso la scala che scende alla cripta, è murato il paliotto d'altare (XII secolo), proveniente dalla chiesa di Pasquale II con ai lati due iscrizioni: quella a sinistra ricorda la deposizione dei corpi sotto Leone IV con l'elenco delle reliquie; a destra la ricognizione di Pasquale II nel 1111.
Nelle navate laterali si notano:
- all'altare della navata sinistra, San Sebastiano curato da Lucina e Irene (1632 ca.), olio su tela di Giovanni Baglione.
- sul pilastro sinistro dell'arco trionfale, Tabernacolo per oli santi decorato con rilievi raffigurati Angeli adoranti, Colomba dello Spirito Santo, Motivi decorativi a candelabra, Stemma di papa Innocenzo VIII (ultimo quarto del XV secolo), in metallo sbalzato, stucco dipinto, marmo, attribuito a Luigi Capponi o ad Andrea Bregno.[4]
- all'altare della navata destra, Adorazione dei pastori (1585 ca.), olio su tela di ambito zuccaresco.
- alla parete destra, alcuni pregevoli dipinti murali ad affresco, eseguiti nella prima metà del XIV secolo, di ambito laziale, raffiguranti:
- San Benedetto da Norcia, santo vescovo e monaco inginocchiato;[5]
- San Bartolomeo e due santi;[6]
- Gesù Cristo in pietà e angeli, San Pietro.[7]
Controfacciata
Sulla controfacciata si conserva un interessante dipinto murale raffigurante:
- Santi papi e santi vescovi (seconda metà del XIII secolo), affresco di ambito romano:[8] l'opera presenta numerose integrazioni ottocentesche.
Note | |
Bibliografia | |
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Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
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