Beata Maria Repetto

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Beata Maria Repetto, N.S.R.M.C.
Religiosa
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battezzata
Beata
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Titolo
Incarichi attuali
Età alla morte 82 anni
Nascita Voltaggio
31 ottobre 1807
Morte Genova
5 gennaio 1890
Sepoltura
Conversione
Appartenenza Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario
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Vestizione 1829
Professione religiosa [[]]
Ordinato diacono
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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Consacrazione {{{consacrazione}}}
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(per causa incerta o sconosciuta)
Durata del
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerata da Chiesa cattolica
Venerabile il [[]]
Beatificazione 4 ottobre 1981, da Giovanni Paolo II
Canonizzazione [[]]
Ricorrenza 5 gennaio
Altre ricorrenze
Santuario principale
Attributi
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
Patrona di
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Incoronazione
Investitura
Predecessore
Erede
Successore
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Onorificenze
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Nomi postumi
Altri titoli
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Coniuge

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Consorte

Consorte di

Figli
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Collegamenti esterni
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{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 5 gennaio, n. 10:
« A Genova, beata Maria Repetto, vergine, delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario: vivendo lontana dal mondo, si distinse nel confortare gli afflitti e nel risollevare i dubbiosi alla speranza della salvezza. »

La Beata Maria Repetto, conosciuta anche come Maria Maddalena Pellegrina (Voltaggio, 31 ottobre 1807; † Genova, 5 gennaio 1890), è stata una religiosa italiana, appartenente all'ordine delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario, figlie di Santa Virginia Centurione Bracelli. Svolse per molti anni l'incarico di portinaia del convento e fu venerata già in vita come la "monaca santa".

Vita

Nacque a Voltaggio, nell'Arcidiocesi di Genova, da Giovanni Battista e Teresa Gazzale. Il padre era notaio e personalità particolarmente stimata in paese; la madre era la figlia del sindaco, donna caratterizzata dalla fierezza di temperamento e dalla laboriosità; entrambi erano modelli di vita cristiana.

Maria fu il primo frutto dell'amore dei suoi genitori. La nascita, prematura, avvenne non senza qualche difficoltà, tanto che la neonata venne battezzata immediatamente dall'ostetrica. La situazione migliorò nel giro di poche ore e l'indomani la bambina venne portata nella chiesa parrocchiale per completare i riti battesimali. Le vennero imposti i nomi di Maria Maddalena Pellegrina.

Maria fu la prima di undici figli. Passò la fanciullezza e parte della giovinezza aiutando la mamma nelle faccende domestiche e dedicando il suo tempo libero a opere di culto e di carità verso i poveri del suo paese.

Suora

A 22 anni entrò nell'Istituto delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario, dove già l'aveva preceduta una sorella minore, Giuseppina[1]. Di fronte alla scelta, possibile nella sua congregazione, tra il servizio ai poveri e la vita claustrale, suor Maria scelse la seconda: come tale rimase pressoché tutta la vita nella Casa Madre della Congregazione. Avendo già una lunga esperienza di cucito, rammendo e ricamo, in maniera più che naturale venne assegnata a tali mansioni.

Vita virtuosa

La piccola suora visse in pienezza la sua consacrazione a Cristo: fedele alla Regola, anche nelle minime prescrizioni; obbediente alle superiore e a tutte le sue consorelle; ripresa a torto, taceva: una volta fu calunniata di aver rubato; alla superiora che la rimproverava, rispose semplicemente: "Sino adesso, per grazia di Dio, non ho ancor rubato, ma in seguito potrei fare anche questo peccato".

Visse la penitenza nell'espletamento dei doveri quotidiani. Con le dovute autorizzazioni, mangiava sempre di magro, contenta se qualche volta, nella distribuzione del cibo, veniva saltata o dimenticata. Minime erano le sue esigenze di vita; per le vesti, bastavano quelle smesse dalle altre che, per essere portate, esigevano rammendi a non finire. In questo suor Maria era maestra.

Fra i colerosi

Il colera, che fece strage a Genova nel 1835, la strappò dalla contemplazione. Suor Maria aveva 28 anni e affrontò tranquilla la sua nuova missione.

Come infermiera preparava farmaci e serviva i malati e con la sua squisita carità porta serenità tra tanti infermi. E quando il morbo decrebbe e sparì, mentre i beneficati si diffondevano in elogi e le autorità preparavano decorazioni per le Figlie di Santa Virginia, Suor Maria tornò al silenzio del convento di Monte Calvario.

"La monaca santa"

Maria aveva cominciato presto, da ragazza, se non addirittura da bambina, a ricamare, ma con l'età la sua vista si indebolì; allora per qualche tempo si occupò in infermeria delle consorelle inferme.

Nel 1868, quando le Brignoline si trasferirono a Marassi per permettere la costruzione della stazione ferroviaria di Genova Brignole, le fu affidato l'incarico di portinaia. Suor Maria accoglieva tutti con benevolenza e sapeva dare parole di conforto, di consiglio, di raccomandazione, pur nelle poche parole; tanto che la gente la chiamava la monaca santa.

Il primo biografo, Mons. Luigi Traverso, che aveva raccolto le testimonianze delle consorelle, la descrive come la donna dal sorriso costante, premurosa nel suo continuo andare e venire, ma senza il più lieve segno d'impazienza.

Se le restava un momento libero, con tutta naturalezza si ritirava in cappella a pregare; se la richiamavano, con altrettanta spontaneità ritornava a chi la cercava. Passava intere notti davanti al Tabernacolo, inginocchiata sul pavimento, tentata dal diavolo, che la percuoteva con violenza.

La vecchiaia

Il logorio degli anni e l'indebolimento della vista fecero sì che nel 1889, a 82 anni, fosse esonerata da tutti gli incarichi e trasferita in infermeria. Accettò con rassegnazione e pazienza, ma con assoluta serenità, i malanni della vecchiaia, sempre attenta a non dare fastidio.

Negli ultimi giorni di vita guarì in maniera immediata, imponendo le mani, Suor Virginia Raffo e la novizia Anna Maria Barboro.

Il mattino del 5 gennaio, verso le ore 10, ebbe una lieve convulsione. Le consorelle le sussurrarono: Veni, sponsa Christi ("Vieni, Sposa di Cristo"), al che suor Maria, come si destasse, aprì gli occhi, levò lo sguardo in alto, tese le braccia e soavemente rispose: Regina Coeli, laetare, alleluia! ("Regina del Cielo, rallegrati, alleluia!"). E spirò.

Tratti caratteristici

La devozione a San Giuseppe

Suor Maria Repetto raffigurata accanto alla statua di San Giuseppe

Da tutta Genova e dalle Riviere accorreva gente a lei; dappertutto si era diffusa la voce della piccola Monaca santa di Monte Calvario.

L'unione completa e costante con il Signore e la sua semplicità la portavano talvolta a espressioni spontanee verso San Giuseppe. Una volta così si rivolse al santo:

« Caro San Giuseppe, Voi avete da intrattenervi con Francesco; l'avete tolto da quaggiù dove faceva tanto bene, e ora entrambi dite ai poveri: Andate da suor Maria! Ma ecco suor Maria non ha proprio nulla. Domani verrà quella vecchierella da Sestri a chiedermi i denari per la pigione, e io non ho un centesimo; come potrò aiutarla? »

E prima di sera una signora rimetteva a Suor Maria un'offerta, consistente nella somma precisa di cui aveva bisogno la vecchierella di Sestri.

Suor Maria attraeva a sé innumerevoli bisognosi di ogni genere e poté soddisfarli tutti sempre, con mezzi minimi che ella si procurava nell'ambito dell'obbedienza, della povertà, della clausura.

I testimoni, persone che vissero con Suor Maria, raccontarono che riceveva molti aiuti direttamente dal cielo e particolarmente dal padre putativo di Gesù. Suor Maria fu colpita dal fatto che papa Pio IX lo proclamò Patrono universale della Chiesa e in ogni consiglio o raccomandazione che faceva sempre faceva riferimento al "suo Santo": il nome di San Giuseppe risuonava spesso sulle sue labbra.

Aveva in parlatorio un piccolo quadro del caro Santo e attraverso tale immagine presentava a Giuseppe le sue piccole cose e i suoi piccoli bisogni; ma quando voleva una guarigione, oppure esigeva la salvezza di qualche anima ostinata, allora si portava presso una statua del Santo, a grandezza quasi naturale, posta in fondo al corridoio della portineria, e lì presentava le sue suppliche al santo.

Suor Maria era solita far celebrare ogni anno la novena in preparazione alla festa del Santo. Ma un anno le mancavano i mezzi. Parlò con San Giuseppe e lo pregò di aver pazienza; ma egli non la volle intendere, e a tutte le scuse di Suor Maria ripeteva: "Voglio la mia novena!". La suora affidò al santo il problema della spesa e la stessa sera un uomo picchiò alla ruota del convento e passò una busta per Suor Maria Repetto, assicurando alla suora che la riceveva che suor Maria sapeva tutto; la busta conteneva esattamente l'offerta per la novena.

A quanti ricorrevano a lei, Suor Repetto regalava invariabilmente la medaglia del "suo Santo" che, passata per le sue mani, ebbe spesso potenza taumaturgica, potenza confermata da fatti reali. Distribuiva pure i cosiddetti Giuseppini, piccoli foglietti di carta velina su cui erano stampate nove piccole immagini di San Giuseppe.

Le conversioni

Le conversioni ottenute da Suor Maria Repetto sono state innumerevoli.

Una signorina di 20 anni stava morendo nell'ateismo in cui aveva vissuto. Una sua parente volò da Suor Maria, le narrò quanto avveniva e le chiese aiuto. Ella si fece triste, scrollò il capo. All'insistenza dell'interlocutrice, che la invitava a pregare San Giuseppe, suor Maria assicurò che già l'aveva fatto; improvvisamente la suora assicurò il felice esito dell'intercessione di san Giuseppe e la giovane morente accolse in casa l'Abate della Chiesa di San Matteo che la preparò a ricevere il Sacramento degli infermi.

Una consorella aveva un fratello gravemente ammalato che non voleva sentire parlare di presbiteri e di Sacramenti. La sorella ricorse a ogni mezzo senza ottenere nulla; andò allora da suor Maria e la trovò in giardino. Alla richiesta del dono della conversione per il fratello, la suora rispose: "È una cosa da niente"; quindi si chinò, protese la mano a un fiore, facendo volar via una farfalla che vi era sopra, e aggiunse, accennando un sorriso: "Proprio come a far così!". E il fratello morì cristianamente.

Altri doni soprannaturali

Predisse la vocazione religiosa o sacerdotale a bambini di sei o sette anni.

Sapeva leggere nei cuori, ma con modestia e di umiltà.

Culto

Ne furono dichiarate le virtù eroiche il 4 luglio 1968 da papa Paolo VI.

Fu beatificata da Giovanni Paolo II il 4 ottobre 1981, a Roma. Nell'omelia della beatificazione così tracciò il profilo della beata:

« Maria Repetto, a 22 anni, entra a Genova nella Congregazione delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Nelle numerose e gravi epidemie di colera che si abbattono sulla città, ella corre intrepida al capezzale dei malati. La fama della "monaca santa" cresce ogni giorno e, quando assume l'ufficio di portinaia, ella continua a donare i tesori della sua alta spiritualità a quanti a lei accorrono per aiuto e consiglio.

Maria Repetto fin dalla giovinezza ha appreso e vissuto una grande verità, che ha trasmesso anche a noi: Gesù deve esser contemplato, amato e servito nei poveri, in tutti i momenti della nostra vita.

Essa dà tutto ciò che ha: i suoi risparmi, le sue cose, la sua parola, il suo tempo, il suo sorriso. "Servire i poveri di Gesù", era il programma del suo Istituto; programma che essa realizzò nei 60 anni di vita religiosa, servendo anzitutto Gesù, crescendo nella perfezione dell'amore, ricordando a sé stessa: "Prima di tutto essere religiosa!" e servendo i poveri, perché Cristo vive nei poveri.

San Francesco da Camporosso, chiamato dai genovesi "il Padre Santo", mandava a lei, la "Monaca Santa", persone di ogni estrazione sociale, bisognose di aiuto e di consigli. L'umile frate cercatore, canonizzato nel 1962 e l'umile Suora portinaia, che oggi sale agli onori degli altari, furono nel secolo scorso i due poli della vita religiosa di Genova.

Maria Repetto era sempre lieta e serena e si rallegrava di tenere il cuore aperto, più della porta del convento e di dare, dare sempre, dare tutto. E questa gioia della sua donazione a Dio culminò nella sua morte: col sorriso sulle labbra, la Beata pronunciò le sue ultime parole, che sono un inno di giubilo alla Madre di Dio: "Regina coeli, laetare, alleluia!". »

L'epigrafe dell'urna
(LA) (IT)
«

BEATA MARIA REPETTO
PARVA ET MAGNA
HUMILIS MUNERE VIRTUTE MIRABILIS
DIVINA CONVERSATIONE ASSIDUA
OMNIBUS IN CIVITATE PERUTILIS
1807-1890

 »
«

Beata Maria Repetto,
piccola e grande,
umile nel servizio, ammirevole nella virtù,
assidua al colloquio con Dio,
utilissima a tutti gli abitanti della città.
1807-1890

 »

Le reliquie

I resti mortali della Beata furono racchiusi in un'artistica urna d'argento, sulla quale è incisa un'epigrafe dettata dal Cardinale Giuseppe Siri. Sono venerati nell'altare a lei dedicato nella cappella della Casa Madre, a Genova.

Giovanni Paolo II, il 22 settembre 1985, a Genova, prima della solenne Concelebrazione Eucaristica di Beatificazione della Fondatrice Virginia Centurione Bracelli, che si sarebbe tenuta da lì a poco in Piazza della Vittoria, desiderò fare visita alla Casa Madre delle Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario. Nella cappella, umilmente si inginocchiò e pregò in profondo raccoglimento accanto al corpo incorrotto di Virginia e all'altare della "piccola e grande" Suor Maria Repetto, baciandone la reliquia.

Note
  1. Le Suore di Nostra Signora del Rifugio in Monte Calvario, chiamate a Genova Brignoline, sono state fondate da Santa Virginia Centurione Bracelli a Genova nella prima metà del Seicento; hanno per fine specifico l'assistenza ai poveri. Santa Virginia, che per mezzo secolo esercitò il suo apostolato presso ogni ceto di persone, rendendolo fecondo con una vita di prolungata preghiera e di sacrifici, volle che le sue figlie addette al servizio diretto dei malati e dei poveri fossero sostenute nel loro apostolato dalla preghiera continua di altre figlie che liberamente sceglievano la via claustrale, con il solo obbligo di portarsi presso gli ammalati durante le pestilenze che si abbattevano sulla città.
Voci correlate
Collegamenti esterni