Beate martiri di Cambrai
Beate martiri di Cambrai, F.d.C. Religiosa · Martiri | |
---|---|
Beate | |
Immagine devozionale con le Beate Maria Maddalena Fontaine e 3 compagne | |
Morte | Cambrai 26 giugno 1794 |
Appartenenza | Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli |
Beatificazione | 13 giugno 1920, da Benedetto XV |
Ricorrenza | 26 giugno |
Collegamenti esterni | |
Scheda su santiebeati.it Scheda nel sito della diocesi o congregazione |
Nel Martirologio Romano, 26 giugno, n. 11:
|
Le Beate martiri di Cambrai († Cambrai, 26 giugno 1794) furono quattro religiose e vergini francesi, appartenenti alle Figlie della Carità di San Vincenzo de' Paoli, martirizzate durante la Rivoluzione francese: Maria Maddalena Fontaine (n. 22 aprile 1723), Maria Francesca Lanel (n. 24 agosto 1745), Teresa Maddalena Fantou (n. 29 luglio 1747) e Giovanna Gerard (n. 23 ottobre 1752). Dalla località del loro convento vengono talvolta indicate come martiri di Arras[1].
La vicenda
Ad Arras, nel nord della Francia, le Figlie della Carità si dedicavano all'assistenza dei poveri e dei malati e all'istruzione gratuita delle bambine. Dopo lo scoppio della Rivoluzione continuarono a svolgere con la consueta regolarità le loro opere di misericordia, guadagnandosi la stima del popolo e degli stessi funzionari del governo[2].
Nel 1793, dopo la proclamazione della Repubblica, la Convenzione Nazionale impose a tutti i religiosi di Francia il giuramento di libertà e uguaglianza. Le suore del convento di Arras si attennero alle disposizioni del loro vescovo che, dal suo esilio in Belgio, aveva condannato il giuramento. Le suore, per evitare ulteriori vessazioni, adottarono l'abito borghese.
Prime persecuzioni
L'1 novembre fece il suo arrivo ad Arras Joseph Le Bon, prete apostata e rappresentante del governo rivoluzionario. Il 23 dello stesso mese fu emanato nel distretto un decreto che espelleva dagli ospedali tutte le suore che avevano rifiutato il giuramento: la residenza delle Figlie della Carità, ribattezzata Casa dell'Umanità, fu affidata a impiegati secolari; alle suore fu concesso di rimanere per la loro competenza medica, seppure fosse stato sottratto loro ogni bene e fossero costrette alla più dura indigenza.
Quando, al principio del 1794, giunse voce dell'arrivo di nuove e ancor peggiori persecuzioni, la superiora Maddalena Fontaine decise di mandare in Belgio le consorelle più giovani. Restarono ad Arras con la superiora le suore Francesca Lanel, Teresa Fantou e Giovanna Gérard. La persecuzione non tardò ad arrivare: il 5 febbraio fu eletto un nuovo direttore della Casa dell'Umanità, Andrea Mury, che trattò con ancor maggiore durezza le quattro suore[2].
Arresto
Il 14 febbraio le suore furono arrestate e internate come sospette nell'abbazia di Saint-Vaast. Il 10 marzo furono trasferite al convento della Provvidenza, trasformato in prigione dopo l'espulsione delle religiose. Il 4 aprile furono interrogate da due membri del comitato di sorveglianza: la figlia di Mury aveva dichiarato di avere scoperto nella casa delle Figlie della Carità delle pubblicazioni filo-monarchiche. Le suore negarono ogni accusa, ma il tribunale le trasferì comunque alla prigione dei Baudets, che dipendeva dal tribunale rivoluzionario del dipartimento.
Alle suore, come agli altri prigionieri, fu riservato un trattamento durissimo. Il 5 maggio Le Bon si trasferì a Cambrai per instaurare anche là il regime rivoluzionario. Non avendo perso i suoi poteri su Arras, egli si riservò di far portare presso di sé anche i prigionieri di quella località, per processarli a proprio piacimento.
Martirio
Il 26 giugno le Figlie della Carità, appena giunte a Cambrai, furono condotte nella prigione del Seminario, dove era stato impiantato il tribunale rivoluzionario. Messa da parte l'accusa infondata mossa dalla figlia di Mury, gli agenti rivoluzionari intimarono alle suore di prestare il giuramento, ma esse si rifiutarono categoricamente in nome della loro coscienza. Suor Maddalena Fontaine fu condannata a morte per la sua fede cristiana, e le altre suore furono condannate alla stessa pena come sue complici[2].
I carnefici, quando si avvicinarono alle suore per legar loro le mani dietro la schiena, trovarono strette nei loro pugni le corone del Rosario; allora gliele strapparono di mano e le posero sul loro capo in segno di derisione[3].
Giunte davanti alla ghigliottina le martiri si misero in ginocchio in attesa del loro turno. I loro corpi furono gettati nella fossa comune del cimitero oggi detto di Saint-Géry. Poco più di un mese dopo, con il colpo di Stato del 9 termidoro, finì il Terrore. Joseph Le Bon, trascinato dalla caduta di Robespierre, fu arrestato nell'agosto dello stesso anno e ghigliottinato un anno dopo.
Culto
I corpi delle quattro martiri furono gettate in una fossa comune. Sono state beatificate il 13 giugno 1920 da papa Benedetto XV.
Note | |
Bibliografia | |
Voci correlate | |
Collegamenti esterni | |
|
- Vincenziani francesi
- Santi particolari e locali del martirologio del 26 giugno
- Religiosi francesi
- Religiosi per nome
- Martiri francesi
- Martiri per nome
- Suore del XVIII secolo
- Beati proclamati nel XX secolo
- Beati proclamati da Benedetto XV
- Tutti i Beati
- Beati francesi
- Beati del XVIII secolo
- Biografie
- Nati nel XVIII secolo
- Morti nel 1794
- Morti il 26 giugno