Beato Louis Aleman

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Beato Louis Aleman, C.R.S.J.
Cardinale
Louis Aleman.jpg
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battezzato
Beato
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 60 anni
Nascita Arbent
1390
Morte Salon-de-Provence
16 settembre 1450
Sepoltura Cattedrale di Saint-Trophine (Arles)
Conversione
Appartenenza
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Ordinato diacono
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Consacrazione vescovile Mantova, 20 novembre 1418 dal Papa Martino V
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(vedi)
Creato
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24 maggio 1426 da Martino V (vedi)
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Dimissioni dal cardinalato [[{{{aPdim}}}]]
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Cardinale per 24 anni, 3 mesi e 23 giorni
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Incarichi ricoperti
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° vescovo di Roma
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al pontificato
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pontificato
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(per causa incerta o sconosciuta)
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pontificato
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Extra Anni di pontificato


Cardinali creazioni
Proclamazioni
Antipapi {{{antipapi}}}
Eventi

Iter verso la canonizzazione

Venerato da Chiesa cattolica
Venerabile il [[{{{aV}}}]]
Beatificazione 9 aprile 1527, da Clemente VII
Canonizzazione [[{{{aS}}}]]
Ricorrenza 16 settembre
Altre ricorrenze
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Attributi {{{attributi}}}
Devozioni particolari {{{devozioni}}}
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Incoronazione
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Onorificenze
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Altri titoli
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{{{Festività}}}
Tutti-i-santi.jpgNel Martirologio Romano, 16 settembre, n. 13:
« A Salon nella Provenza in Francia, transito del beato Luigi d'Aleman, vescovo di Arles, che visse in assoluta pietà e penitenza. »
(Santo di venerazione particolare o locale)

Beato Louis Aleman o Luigi d'Aleman (Arbent, 1390; † Salon-de-Provence, 16 settembre 1450) è stato un cardinale e arcivescovo francese.

Biografia

Louis Aleman nacque da una famiglia nobile ad Arbent nel 1390 (altre fonti indicano il 1380 e il 1381).

Datosi alla vita ecclesiastica, entrò a far parte dei Canonici Regolari di Saint-Jean di Lione[1], C.R.S.J, studiò all'università di Avignone, ove nel 1414 conseguì il dottorato in decreti. Grazie all'appoggio di suo zio François de Conzié[2], arcivescovo di Narbona e cameriere pontificio, ottenne numerosi benefici, sia nella diocesi di Narbona sia in altre località della Francia meridionale. Sempre con lo zio si era recato al concilio di Pisa del 1409, aderendo all'obbedienza dell'antipapa Alessandro V ed operando in Francia ed in Provenza accanto a Pierre de Thury, dopo il 6 agosto 1410.

Dopo aver preso parte nel 1415 ad alcune sedute del concilio di Costanza, riuscì a ottenere, per l'intervento di suo zio, la carica di vicecamerlengo della Chiesa in sostituzione di Jean Mauroux, troppo legato agli interessi dell'imperatore Sigismondo di Lussemburgo, e ritornò quindi al concilio di Costanza nel 1417.

Venne nominato vescovo di Maguelonne nel 1418 (secondo altri nel 1419), da papa Martino V, che lo incaricò di missioni delicate, come ad esempio, la missione al concilio di Pavia (1423).

Nel 1423 fu elevato arcivescovo di Arles; nel 1425 fu inviato a Bologna come legato pontificio (ci rimase fino al 1428) e nel concistoro del 24 maggio 1426 fu creato cardinale da papa Martino V. Fu camerlengo di Santa Romana Chiesa dal 1427 fino alla morte di papa Martino V. Non partecipò al conclave del 1431, che elesse papa Eugenio IV.

In seguito all'elezione al soglio pontificio del cardinale Condulmer l'Aleman fu messo in disparte; anzi, quando rifiutò di firmare la bolla emanata dal papa il 12 novembre, per sciogliere il concilio di Basilea, lasciò Roma, recandosi nella sua arcidiocesi di Arles, col proposito dichiarato di riordinarvi la vita religiosa del clero e dei fedeli, ma in realtà per sfuggire alla reazione del pontefice e per attendere una situazione più favorevole ai suoi piani e vantaggiosa per il suo prestigio.

Migliorati nel corso del 1434 i rapporti tra Eugenio IV ed i padri del concilio, si recò a Basilea, ove giunse il 21 maggio di quell'anno, diventandovi ben presto, per la sua eloquenza, la sua energia e l'indiscusso ascendente, il capo dell'opposizione al papa, specialmente per la spinosa questione del trasferimento della sede del concilio nella drammatica giornata del 7 maggio 1435. L'Aleman, che era già stato nominato giudice della fede, per il concilio, il 24 settembre 1434 e poi, il 29 aprile seguente, vicecancelliere del concilio, si oppose vivacemente, con la maggioranza dei presenti, ai tentativi della minoranza (di cui però faceva parte il legato del pontefice) di riunire il concilio in una città italiana, riuscendo alla fine, il 5 dicembre 1436, a far trionfare il suo punto di vista che voleva la riunione del concilio ad Avignone, nonostante le resistenze del papa e di molti cardinali (tuttavia sempre in minoranza nell'assemblea) e l'opposizione dei Bizantini, coi quali s'intessevano negoziati per l'unione delle due Chiese, greca e latina.

Eugenio IV reagì, rifiutando di accettare la decisione ispirata dal nostro; questi allora propose ed ottenne che gli fosse intimato un termine di sessanta giorni per obbedire al concilio e, fermo nella sua convinzione della superiorità di questo sul papa, reagì con estrema fermezza all'ordine di scioglimento del concilio stesso pronunciato dal papa il 18 settembre 1437, continuando i lavori e costringendo anzi il rappresentante di Eugenio IV, il cardinale Giuliano Cesarini, vescovo di Sabina, ad abbandonare il concilio il 9 gennaio 1439.

L'attività dell'Aleman divenne allora infaticabile: ottenne la sospensione di Eugenio IV dalla dignità pontificale il 24 gennaio 1438 e poi, il 25 giugno dell'anno seguente, la sua deposizione. Quest'atto, gravissimo, trova la sua origine e spiegazione, oltre che nella eccitazione degli animi, nella sicura convinzione dell'Aleman che il concilio è senz'altro e sempre superiore al papa. E questo principio egli riuscì a far trionfare a Basilea, superando ogni ostacolo con la sua capacità dialettica, con la forza della sua dottrina e con il suo innegabile prestigio morale.

Non per questo egli riuscì a vincere l'opposizione di Eugenio IV, che, prima a Ferrara e poi a Firenze, aveva iniziato e continuato le trattative con la Chiesa bizantina, culminate poi nel decreto d'unione del 5 luglio del 1439; nell'opinione dell'Aleman si confermò allora sempre più il pensiero della necessità di procedere alla elezione di un nuovo pontefice. Pur essendo egli rimasto il solo, a Basilea, di tutti i componenti del collegio cardinalizio, costituì con gli altri prelati, tra cui l'arcivescovo di Tarantasia e dieci vescovi, il collegio elettorale del futuro pontefice. Riunito allora il conclave, patrocinò l'elezione di Amedeo VIII di Savoia, che usci eletto a terzo scrutinio il 5 novembre 1439.

Nell'elezione di Amedeo VIII l'Aleman credeva d'aver conciliato egregiamente le esigenze così politiche come spirituali. Il principe sabaudo, suocero del duca di Milano, per i suoi cospicui mezzi finanziari, per la sua indiscussa capacità ed abilità di governo, offriva motivo di sperare in un appoggio notevole, sul piano diplomatico, al concilio; d'altra parte la sua fama, certo non immeritata, di uomo colto e di spirito sinceramente religioso, faceva anche pensare alla possibilità di un'effettiva azione di riforma della Chiesa. Non va infine trascurata la circostanza che l'Aleman, nativo di Bugey, era stato suddito appunto del duca Amedeo.

Eletto il nuovo papa, il cardinale prodigò i suoi sforzi per guadagnargli seguaci, ma con esito poco felice: non fu possibile infatti smuovere dalla loro indifferenza, nonostante oscillazioni ed incertezze, nè Alberto d'Austria, nè Federico III d'Asburgo, nuovo re dei Romani; lo stesso Carlo VII di Francia, propenso, sia pur con qualche perplessità, ad aderire a Felice V, ne fu in definitiva trattenuto dall'opposizione della Linguadoca. Alfonso V d'Aragona, che s'era mostrato anch'egli disposto ad accettare il nuovo pontefice, aderì ad Eugenio IV, quando questi gli riconobbe la conquista del Regno di Napoli nell'aprile del 1443.

L'Aleman non riuscì a modificare la situazione neppure negli anni seguenti, fino alla morte di Eugenio IV ed all'elezione di Niccolò V, con cui si ripresero, con nuovo spirito, le trattative di conciliazione, già precedentemente tentate ed interrotte più volte. Inoltre, la definitiva adesione di Federico III a Niccolò e l'espulsione da Basilea dei padri del concilio, costretti perciò a rifugiarsi a Losanna, lo avevano convinto dell'opportunità di discutere una composizione onorevole delle aspre contese che per decenni avevano diviso la Chiesa. Riuscì allora ad ottenere dalla condiscendenza di Niccolò V il condono per tutti coloro che avevano preso parte al concilio di Basilea, con conseguente mantenimento di dignità e benefici e la tranquilla e regolare conclusione del concilio di Basilea con l'accordo del 1° aprile 1449. In conseguenza di ciò, il 7 aprile Felice V si dimise da pontefice e il 19 i padri riuniti a Losanna elessero, a loro volta, Tommaso Parentucelli (già da tempo Niccolò V) ed il 25 aprile decisero di sciogliersi ponendo fine al concilio.

Tornato nel luglio 1449 a Arles, riebbe da Niccolò V, il 19 dicembre 1449, la sua dignità cardinalizia. Al suo ritorno si consacrò con zelo all'istruzione del clero. La morte lo raggiunse nel 1450 presso il convento francescano di Salon. Fu sepolto nella cattedrale di Arles dove la sua tomba non tardò a divenire meta di pellegrinaggi per la sua fama di taumaturgo. Lo storico Saxius volle così riassumere la sua vita: Angelicam vitam duxit, cioè condusse una vita angelica, caratterizzata da una spiccata devozione mariana concretizzata nel sostegno al dogma dell'Immacolata Concezione. Già nel 1452 il consiglio di Arles sollecitò la Curia a introdurre il processo di beatificazione e il 9 aprile 1527 il papa Clemente VII volle confermare ufficialmente il suo culto dichiarandolo beato.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Vice-Camerlengo di Santa Romana Chiesa Successore: Emblem Holy See.svg
Jean Mauroux 1415 - 1418 ? I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Jean Mauroux {{{data}}} ?
Predecessore: Vescovo di Maguelonne Successore: BishopCoA PioM.svg
Pierre Adhémar[3], O.S.B. 22 giugno 1418-3 dicembre 1423 Guillaume Forestier[4], O.S.B. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pierre Adhémar[3], O.S.B. {{{data}}} Guillaume Forestier[4], O.S.B.
Predecessore: Arcivescovo metropolita di Arles Successore: ArchbishopPallium PioM.svg
Jean Allarmet de Brogny 3 dicembre 1423-25 maggio 1426
Amministratore apostolico: 25 maggio 1426-11 aprile 1440
I

19 dicembre 1449-1º settembre 1450 Pietro di Foix il Vecchio, O.F.M. II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Jean Allarmet de Brogny {{{data}}}
Predecessore: Legato apostolico di Bologna Successore: Emblem Holy See.svg
Gabriele Condulmer Governatore: 23 maggio 1424-24 maggio 1426
24 maggio 1426-1º agosto 1428
Lucido Conti I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Gabriele Condulmer {{{data}}} Lucido Conti
Predecessore: Cardinale presbitero di Santa Cecilia Successore: CardinalCoA PioM.svg
Pedro Fernández de Frías 27 maggio 1426-11 aprile 1440 sé stesso I

sé stesso 19 dicembre 1449-16 ottobre 1450 Rinaldo Piscicello II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Pedro Fernández de Frías {{{data}}} sé stesso
Predecessore: Camerlengo di Santa Romana Chiesa Successore: Sede vacante.svg
Francesco Lando 26 dicembre 14271º gennaio 1431 Niccolò Albergati, O.Cart. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Francesco Lando {{{data}}} Niccolò Albergati, O.Cart.
Predecessore: Abate commendatario di Montmajour Successore: Prepozyt.png
Jean Hugolin 1º gennaio 1431-16 settembre 1450 Pietro di Foix il Vecchio, O.F.M. I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Jean Hugolin {{{data}}} Pietro di Foix il Vecchio, O.F.M.
Predecessore: Cardinale protopresbitero Successore: CardinalCoA PioM.svg
Henry Beaufort 19 dicembre 1449-16 settembre 1450 Domenico Capranica I
II
III
IV
V
VI
VII
VIII
IX
X
con
con
Henry Beaufort {{{data}}} Domenico Capranica
Note
  1. cfr. (EN) Canons Regular of Saint John Baptist of Lyons (C.R.S.J.) su gcatholic.org. URL consultato il 16-06-2023
  2. cfr. (EN) Archbishop François de Conzié † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  3. cfr. (EN) Bishop Pierre Adhémar, O.S.B. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
  4. cfr. (EN) Bishop Guillaume Forestier, O.S.B. † su catholic-hierarchy.org. URL consultato il 16-06-2023
Bibliografia
  • Edith Pàsztor, ALEMAN, Louis su treccani.it. URL consultato il 01-07-2023