Chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio (Roma)
Chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio | |
Roma, Chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio | |
Altre denominazioni | Chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi |
---|---|
Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via dei Portoghesi, 2 00186 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 8880771 |
Fax | +39 06 6865234 |
Posta elettronica | segreteria@ipsar.org |
Sito web | Sito ufficiale |
Proprietà | Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma (IPSAR) |
Oggetto tipo | chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Sant'Antonio di Padova |
Fondatore | cardinale Antonio Martínez de Chaves |
Data fondazione | 1445 |
Architetti |
Martino Longhi il Giovane Carlo Rainaldi Cristoforo Schor Francesco Vespignani (restauro del XIX secolo) |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1629-1630 |
Completamento | 1873 |
Strutture preesistenti | Ospizio per pellegrini portoghesi |
Pianta | croce latina |
Marcatura | Stemma dei Braganza |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Sant'Antonio in Campo Marzio, detta anche Chiesa di Sant'Antonio dei Portoghesi, è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, nel rione Campo Marzio; è la chiesa nazionale del Portogallo.
Storia
Dalle origini all'epoca barocca
Nel 1367 la religiosa e nobildonna Guiomar da Lisbona († 1389/1404), durante il pontificato di Urbano V (1362-1370), istituì nel Rione Monti un ospizio per i pellegrini portoghesi, dotato di un piccola cappella, dedicata alla Madonna di Betlemme, oggi scomparsa.
All'inizio del XVII secolo l'ospizio fu trasferito in Campo Marzio, nel luogo ove esisteva una piccola chiesa edificata nel 1118 da papa Gelasio II (1118-1119) e acquistata nel 1445 dal cardinale portoghese Antonio Martínez de Chaves (1390/1400 – 1447). L'edificio, originariamente dedicato a sant'Antonio abate, in tale occasione venne intitolato a sant'Antonio da Lisbona, religioso francescano, venerato in Italia come sant'Antonio da Padova.
La chiesa venne quindi posta sotto la protezione dell'ambasciatore portoghese presso la Santa Sede, il quale constatando che essa era troppo piccola per le celebrazioni liturgiche, stabilì un ampliamento della cappella originaria. Per questo a partire dal 1624, con l'acquisizione di proprietà limitrofe, si iniziarono i lavori di ampliamento della struttura, diretti dal 1629-1630 da Martino Longhi il Giovane (1602-1660) e sospesi per difficoltà economiche nel 1638.
Tra il 1674 e il 1676 Carlo Rainaldi (1611-1691) realizzò la cupola al centro del transetto e nel 1695 Cristoforo Schor (1655-1701) modificò e ultimò la facciata.
Dall'Ottocento ad oggi
Dopo l'occupazione napoleonica di Roma, la chiesa e l'ospizio per i pellegrini nel 1799 vennero chiusi e venduti all'asta. La proprietà tornò al governo portoghese nel 1814 che dapprima sottopose la chiesa ad una complessa opera di ristrutturazione e poi la riaprì al culto nel 1842.
Nel 1873 l'architetto Francesco Vespignani (1842–1899) fece eseguire nuovi restauri, progettando le vetrate istoriate e decorando l'interno della cupola.
La chiesa rimase diretto patronato del governo portoghese sino al 1910, quando lo scoppio della rivoluzione (di carattere anticlericale) impose la rinuncia di questa prerogativa. L'ospizio dei pellegrini originario venne quindi convertito in un collegio, l'attuale Istituto Portoghese di Sant'Antonio in Roma (IPSAR), nelle cui pertinenze ricade ancora oggi l'edificio ecclesiale.
La chiesa attualmente è luogo sussidiario di culto della parrocchia di Sant'Agostino in Campo Marzio.
Titolo cardinalizio
La chiesa è sede del titolo cardinalizio di Sant'Antonio in Campo Marzio, istituito da papa Giovanni Paolo II il 21 febbraio 2001: l'attuale titolare è il cardinale Manuel José Macário do Nascimento Clemente.
Descrizione
Esterno
La monumentale e scenografica facciata barocca, che si nota dalla stretta visuale di via della Scrofa, costruita nel 1636-1638 da Martino Longhi il Giovane, si presenta divisa in due ordini da un alta cornice marcapiano mistilinea: in quello inferiore si aprono tre portali, dei quali il centrale è sovrastato da un timpano triangolare che racchiude un angelo in marmo, circondato da festoni, mentre i due laterali sono sormontati da timpani centinati e decorati; il superiore aperto da un ampio finestrone è sovrastato dallo stemma dei Braganza,[1] la famiglia reale portoghese, benefattrice della chiesa. Completano e definiscono la ricca decorazione del prospetto due volute di raccordo, che si trasformano in telamoni, e due angeli asimmetrici seduti, colti nell'atto di suonare lunghe trombe, che poggiano pesantemente sul timpano soverchiato da panneggi.
Interno
L'interno, decorato di splendidi marmi policromi e stucchi dorati, presenta una pianta croce latina coperta a volta a botte, una cupola ribassata al centro del transetto, due cappelle per lato e l'abside semicircolare.
Lato sinistro
Lungo il lato sinistro si aprono due pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a sant'Antonio abate, ristrutturata tra il 1935 e il 1937 dall'architetto Ranieri Maria Apolloni, si conserva:
- all'altare, Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Francesco d'Assisi e sant'Antonio da Padova (ultimo quarto del XV secolo), olio su tavola a fondo oro, di Antoniazzo Romano,[2] proveniente dalla Chiesa di Santa Maria ad Nives di Palazzolo a Rocca di Papa, proprietà portoghese fino al 1915.
- nella seconda cappella, dedicata alla Natività e costruita nel 1657, è collocato un ciclo di tre dipinti con Storie dell'infanzia di Gesù (1782), olio su tela di Antonio Concioli, raffiguranti:
- all'altare, Natività di Gesù;
- alla parete sinistra, Adorazione dei Magi;
- alla parete destra, Riposo durante la fuga in Egitto.
Transetto sinistro
Nel terminale del transetto sinistro è posta la cappella dedicata all' Immacolata Concezione, progettata da Luigi Vanvitelli, per l'ambasciatore portoghese presso la Santa Sede, Manuel Pereira Sampaio, dove sulle pareti laterali sono ubicati:
- a sinistra, Monumento commemorativo del Sampaio (1754 - 1756), in marmo di Filippo della Valle;
- a destra, Monumento funebre del Sampaio (1754 - 1756), in marmo di Filippo della Valle.
Presbiterio e altare maggiore
Il presbiterio e l'abside, decorati di pregevoli marmi policromi, si presentano oggi nell'assetto tardo-secentesco (1687 - 1695) secondo il progetto di Martino Longhi il Giovane, completato da Christophoro Schor. Tra le altre opere conservate all'altare maggiore si possono ammirare:
- al centro, entro mostra d'altare, Madonna porge Gesù Bambino a sant'Antonio di Padova tra angeli (1692), olio su tela di Giacinto Calandrucci.
- alla parete sinistra, Beate Teresa e Sancha di Portogallo (ante 1725), olio su tela di Giovanni Odazzi.
- alla parete destra, Beata Giovanna del Portogallo rifiuta le nozze regali (1730 ca.), olio su tela di Michelangelo Cerruti.
Transetto destro
Nel terminale del transetto destro è posta la cappella dedicata a sant'Elisabetta del Portogallo, progettata da Luigi Vanvitelli, dove si conserva:
- all'altare, Sant'Elisabetta del Portogallo fa riconciliare lo sposo con il figlio (ultimo quarto del XVIII secolo), olio su tela di Luigi Agricola.
Lato destro
Lungo il lato destro si aprono due pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a santa Caterina d'Alessandria, si può ammirare:
- alla parete destra, Stele funeraria del conte Alessandro de Souza di Holstein (1805 - 1808), in marmo di Antonio Canova:[3] nell'opera si nota, a sinistra, la colonna col busto del defunto, che era l'ambasciatore del Portogallo a Roma, di fronte una donna che piange con il capo tra le mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia, mentre il manto la ricopre completamente, in un'aura di grande tristezza, di derivazione greca classica.
- nella seconda cappella, dedicata a san Giovanni Battista, costruita entro il 1686, per il ricco profumiere Giovanni Battista Cimini, fornitore del Papa, che abitava in una casa adiacente alla chiesa, si conserva un pregevole ciclo di dipinti con Storie della vita di san Giovanni Battista (1682 - 1686), raffiguranti:
- all'altare, Battesimo di Gesù Cristo (1682 ca.), olio su tela di Giacinto Calandrucci;
- a sinistra,
- nella parete Natività di san Giovanni Battista (1682 - 1683), olio su tela di François Nicolas de Bar;
- nella lunetta, Decapitazione di san Giovanni Battista (1682 - 1686), affresco di Giacinto Calandrucci;
- a destra,
- nella parete Predicazione di san Giovanni Battista (seconda metà del XVII secolo), olio su tela, attribuito a Francesco Graziani detto Ciccio Napoletano;
- nella lunetta, Sacra Famiglia con san Giovannino (1682 - 1686), affresco di Giacinto Calandrucci.
Controfacciata
Sulla controfacciata è collocato:
- Organo a canne Mascioni opus 1181, un importante strumento sinfonico-eclettico, dotato di 4 tastiere e 47 registri, costruito nel 2008 su progetto di Jean Guillou.
Curiosità
Nel 1740, il re Giovanni V del Portogallo (1689-1750) incaricò l'ambasceria portoghese a Roma di decorare la chiesa nazionale con un'opera splendida fatta di oro e marmi preziosi: la cappella di San Giovanni Battista.
Nel 1742 la struttura iniziò a prendere forma grazie al lavoro di un'équipe diretta da Nicola Salvi e Luigi Vanvitelli che realizzò un'installazione "provvisoria" costruita con moduli prefabbricati all'interno della chiesa con l'intento, sempre per volontà del sovrano portoghese, che essa fosse consacrata dal papa, ammirata dal popolo romano e poi venisse trasportata in Portogallo per essere rimontata.
La cappella, infatti, venne benedetta da Benedetto XIV nel 1744, anche se i lavori di decorazione proseguirono sino al 1747. La struttura, infine, venne smontata e sezionata, quindi inviata a Lisbona grazie a tre navi e ricomposta sotto la direzione di Francesco Feliziani e Paolo Niccoli e con l'aiuto dello scultore Alessandro Giusti, nella Chiesa di San Rocco, dove ancora oggi è collocata.
Onorificenze
Rosa d'Oro della cristianità | |
— 1870 |
Note | |
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