Sant'Elisabetta del Portogallo
Santa Elisabetta del Portogallo, T.O.F. Laica | |
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Santa | |
Sant'Elisabetta del Portogallo | |
Età alla morte | 65 anni |
Nascita | Saragozza 4 gennaio 1271 |
Morte | Estremoz 4 luglio 1336 |
Iter verso la canonizzazione | |
Venerata da | Chiesa cattolica |
Canonizzazione | 1623, da Urbano VIII |
Ricorrenza | 4 luglio |
Altre ricorrenze | 8 luglio fino al 1969 |
Attributi | Rosario, fiori, bastone da pellegrina, abito da francescana |
Patrona di | ammalati ed enologi |
Regina consorte del Portogallo | |
In carica | 1282-1325 |
Predecessore | |
Erede | Alfonso IV del Portogallo |
Successore | |
Nome completo | Isabella di Aragona |
Casa reale | Casa d'Aragona |
Padre | Pietro III di Aragona |
Madre | Costanza II di Sicilia |
Consorte | |
Figli |
Nel Martirologio Romano, 4 luglio, n. 1:
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Santa Elisabetta del Portogallo, battezzata col nome di Isabella della Casa d'Aragona (Saragozza, 4 gennaio 1271; † Estremoz, 4 luglio 1336), è stata una regina consorte e fondatrice portoghese. Regnò sul Portogallo e sull'Algarve dal 1282 al 1325. Fu canonizzata nel 1625. È venerata come santa dalla Chiesa cattolica. In Portogallo è più conosciuta con il nome di Isabella di Aragona (Santa Isabel de Aragão) ed è una delle sante più venerate.
Non va confusa con Elisabetta d'Ungheria, che era una sua prozia, anch'essa francescana e protettrice dell'Ordine Francescano Secolare..
Vita opere e morte
Figlia del re di Aragona Pietro III di Aragona e della regina Costanza di Hohenstaufen, nacque a Saragozza in Aragona nel 1271. Andò in sposa nel 1282 al re Dionigi del Portogallo che notoriamente è descritto avesse pessimo carattere. Sopportò con cristiana pazienza il difficile carattere del marito, le sue prepotenze e le sue infedeltà. Ebbero due figli: la principessa Costanza e il figlio Alfonso. Oltre le difficoltà caratteriali del sovrano marito, dovette successivamente affrontare anche il comportamento ribelle del figlio maschio, Alfonso IV del Portogallo.
La tradizione la descrive come ella fu spesso esempio di carità cristiana, rivolgendo particolare attenzione ai malati di Lisbona e prodigandosi per pacificare le contese.
La sua carità cristiana la spinse a occuparsi con dedizione anche dei figli illegittimi del marito e assistette quest'ultimo gravemente malato fino alla sua morte; tanto fece che l'affettuosa dedizione della moglie pare ne favorì la conversione in extremis al cattolicesimo. La descrizione delle sue opere venne assunta come prova dell'efficacia della sua testimonianza cristiana e condotta di vita.[1][2] cosa che ne favorì la canonizzazione.
Morto il marito nel 1325 donò la corona al Santuario di Compostela, dove fece pellegrinaggio e lasciò quasi tutti i suoi averi ai poveri e ai conventi; entrò poi dopo essersi fatta francescana del terzo ordine, nel monastero delle clarisse a Coimbra, monastero da lei stessa fatto erigere. Uscì da questo una sola volta nell'inutile tentativo di pacificare i dissidi tra suo figlio Alfonso IV e il di lui genero.
Venerazione
Il suo corpo fu riportato al monastero di Coimbra nel 1612 e, durante l'esumazione lo si trovò incorrotto; fu chiesta quindi la canonizzazione. Già nei primi tempi dopo la morte c'erano pellegrinaggi di fedeli alla sua tomba e circolavano voci di presunti "miracoli". Finché, nel 1625, papa Urbano VIII celebrò la solenne canonizzazione in Roma.
Il messale romano la descrive in questo modo:
« | Figlia di Pietro, futuro re d'Aragona e sposa dodicenne di Dionigi re di Portogallo, sostenne con eroica abnegazione prove e difficoltà e agì come angelo di pace per appianare gravi dissidi sorti nell'ambito della famiglia e del regno. Rimasta vedova (1325) e divenuta terziaria francescana, visse gli ultimi anni nel colloquio con Dio e nella carità verso i poveri.[3][4] » |
Note | |
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Bibliografia | |
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Collegamenti esterni | |
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