Chiesa di Santa Maria dei Miracoli (Roma)
Chiesa di Santa Maria dei Miracoli | |
Roma, Chiesa di Santa Maria dei Miracoli (1675-1679) | |
Stato | Italia |
---|---|
Regione | Lazio |
Regione ecclesiastica |
Regione ecclesiastica Lazio |
Provincia | Roma |
Comune | Roma |
Diocesi |
Roma Vicariatus Urbis |
Religione | Cattolica |
Indirizzo |
Via del Corso, 528 00187 Roma (RM) |
Telefono | +39 06 3610250 |
Oggetto tipo | Chiesa |
Oggetto qualificazione | rettoria |
Dedicazione | Maria Vergine |
Sigla Ordine qualificante | S.C.I. di Béth. |
Sigla Ordine reggente | S.C.I. di Béth. |
Fondatore | cardinale Girolamo Gastaldi |
Data fondazione | 1675 |
Architetti |
Carlo Rainaldi (progettista) Carlo Fontana (esecutore del progetto, cupola e presbiterio) Gerolamo Theodoli (campanile) |
Stile architettonico | Barocco |
Inizio della costruzione | 1675 |
Completamento | 1679 |
Data di consacrazione | 5 agosto 1681 |
Strutture preesistenti | Monumenti funerari romani, Oratorio di Sant'Orsola |
Pianta | centrale (circolare) |
Iscrizioni | HIER. S. R. E. PR. CARD. GASTALDUS |
Note | È tradizionalmente indicata come "gemella" della vicina Basilica di Santa Maria in Montesanto |
Coordinate geografiche | |
Roma | |
La Chiesa di Santa Maria dei Miracoli è un edificio di culto di Roma, situato nel centro storico della città, sul lato meridionale di piazza del Popolo, nel rione Campo Marzio, dove funge da testata di via del Corso: è tradizionalmente indicata come "gemella" della vicina Basilica di Santa Maria in Montesanto, ma solo per un effetto ottico, perché in realtà le due strutture si differenzino soprattutto per l'impostazione planimetrica.
Storia
Preesistenze romane
Nel sito dove oggi sorgono Santa Maria dei Miracoli e Santa Maria di Montesanto erano ubicati due monumenti funerari a piramide, i cui resti simili, per forma e dimensioni, alla tomba di Caio Cestio e come questa appartenenti al periodo augusteo, sono stati individuati sotto le due chiese nel corso di restauri condotti intorno al 1970.[1]
Cappella lungo il Tevere
All'origine della costruzione della chiesa vi è un miracolo, avvenuto, secondo la tradizione, il 20 giugno 1325, quando una donna, in riva al Tevere, invocò un'immagine della Madonna dipinta sulle mura lungo il fiume, per recuperare il suo bambino caduto nelle acque. Come ringraziamento per il salvataggio venne costruita una cappella dedicata a Maria, lungo il Tevere, vicino all'attuale Ponte Margherita, dove fu collocata l'immagine miracolosa, da quel momento detta Madonna dei Miracoli.[2]
Nel settembre 1515, papa Clemente VII (1523-1534) affidò la cappella al vicino Ospedale di San Giacomo degli Incurabili, cosicché le offerte lasciate alla Madonna dei Miracoli potessero servire a coprire le spese dell'istituto.
Nel 1529 la cappella venne affidata ai Cappuccini, che però la lasciarono l'anno successivo, quando, a causa di una piena del Tevere, venne completamente sommersa dall'acqua.
Negli anni successivi la cappella fu assegnata a varie congregazioni religiose e nel 1590 l'icona della Madonna dei Miracoli fu trasportata nella Chiesa di San Giacomo in Augusta, costruita nel 1602, dove si trova ancora oggi. Al suo posto nella cappella venne collocata una copia.
Chiesa in piazza del Popolo
Poiché il sito lungo il Tevere risultava sempre più insalubre e sottoposto a continue esondazioni del fiume, nel 1661 Alessandro VII (1655-1667) ordinò che si costruisse in piazza del Popolo una chiesa, dove custodire la copia dell'immagine della Madonna dei Miracoli e che venisse demolito l'oratorio, dedicato a sant'Orsola, posto nel luogo prescelto per erigere il nuovo edificio. La costruzione della chiesa prese però avvio solo nel 1675 su progetto di Carlo Rainaldi (1611-1691) e con il finanziamento del cardinale Girolamo Gastaldi (1616-1686); tredici anni dopo la fondazione della cosiddetta "chiesa gemella" della Basilica di Santa Maria in Montesanto. La direzione dei lavori nel 1677 passò a Carlo Fontana (1638-1714), che concluse l'edificio nel 1679, venendo consacrato due anni dopo, il 5 agosto 1681.
Nel 1793 la chiesa fu concessa alla Confraternita del Santissimo Sacramento e divenne luogo sussidiario di culto della parrocchia di Santa Maria del Popolo.
Nel 1856 fu affidata all'Arciconfraternita di San Gregorio Taumaturgo, mentre dal 1916 è officiata dai Preti del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, che in precedenza occupavano la Chiesa dei Santi Angeli Custodi al Tritone, ora scomparsa.
Descrizione
Esterno
Facciata e cupola
La facciata è caratterizzata dalla presenza di un profondo pronao rettangolare con quattro colonne[3] che sorreggono un timpano sormontato da una balaustra, sul quale si legge il nome del benefattore della chiesa, il cardinale Girolamo Gastaldi:
« | HIER. S. R. E. PR. CARD. GASTALDUS » |
Sulla balaustra dell'attico che corona il tamburo della cupola sono collocate dieci statue raffiguranti:
- Santi e sante francescani (1676-1677), in travertino, di Ercole Ferrata, Cosimo Fancelli, Filippo Carcani, Lazzaro Morelli e Michel Maille.
Alla sommità della chiesa si erge una cupola ottagonale, progettata e realizzata da Carlo Fontana, lungo il cui perimetro aprono sei finestre terminante con un cupolino finestrato. Nel 1825 è stata rivestita con tegole di ardesia.
Campanile
A sinistra della chiesa, sul lato che si affaccia su via del Corso, venne innalzato nella prima metà del XVIII secolo il campanile quadrangolare - specularmente rispetto a quello della vicina Santa Maria in Montesanto - attribuito a Gerolamo Theodoli (1677 – 1766). La struttura di chiara ispirazione borrominiana, termina con un giro di colonne angolari sulle quali poggia un cupolino cuspidato sormontato da una croce.
Interno
L'interno della chiesa, a pianta circolare (mentre la cosiddetta "chiesa gemella" è a pianta ellittica) con coppie di paraste corinzie, ha quattro cappelle laterali e un profondo presbiterio, la cui decorazione, al pari del disegno della cupola e del laternino si deve a Carlo Fontana. All'interno è più volte riprodotto lo stemma del cardinale Girolamo Gastaldi, committente e mecenate della chiesa, che troviamo, al centro del pavimento, nella controfacciata, sopra la lapide commemorativa che ne ricorda l'edificazione, e nell'arco trionfale, sorretto da Angeli in stucco di Ercole Antonio Raggi.
Lato sinistro
Sul lato sinistro si aprono due pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata a sant'Antonio da Padova, si conservano:
- all'altare, pala con Gesù Cristo, sant'Antonio abate e sant'Antonio da Padova (ultimo quarto del XVII secolo), olio su tela, attribuita ad Henry Gascard;
- sotto la mensa d'altare, Reliquiario a urna di santa Candida, contenente le spoglie della martire qui traslate dalla catacomba di Priscilla;
- Monumento funebre dello scultore Antonio d'Este (1837), in marmo di ambito romano.
- nella seconda cappella, dedicata alla Madonna del Rosario, è collocata:
- all'altare, pala con Madonna del Rosario con san Domenico di Guzman e santa Caterina da Siena (XIX secolo), olio su tela di ambito romano: l'opera è una copia del dipinto realizzato nel 1643 dal Sassoferrato e conservato nella Basilica di Santa Sabina.[4]
Presbiterio
Il profondo presbiterio con abside semicircolare, realizzato nel 1677 da Carlo Fontana e decorato con stucchi di Ercole Antonio Raggi, presenta:
- all'altare maggiore, Madonna con Gesù Bambino detta Madonna dei Miracoli (fine XVI secolo), di ambito romano: l'opera è una copia dell'originale dipinto murale ad affresco ora conservato nella Chiesa di San Giacomo in Augusta; le due figure nel dipinto sono coronate con corone auree, delle quali quella di Maria risale al 1646 e fu una delle prime applicate a un'immagine sacra.
- alla parete sinistra, Monumento funebre del cardinale Girolamo Gastaldi (1680-1686), in marmo e bronzo di Ercole Antonio Raggi e Girolamo Lucenti.
- alla parete destra, Monumento funebre di Benedetto Gastaldi (1680-1686), in marmo e bronzo di Ercole Antonio Raggi e Girolamo Lucenti.[5]
Lato destro
Sul lato destro si aprono due pregevoli cappelle:
- nella prima cappella, dedicata all'Assunzione di Maria, si notano:
- all'altare, pala con Madonna assunta e san Gregorio Taumaturgo: il dipinto venne qui trasportato quando la chiesa fu affidata all'Arciconfraternita di San Gregorio Taumaturgo;
- alla parete sinistra, Statua di san Michel Garicoïts (XX secolo), in marmo di ambito romano: l'opera raffigura il fondatore dei Preti del Sacro Cuore di Gesù di Bétharram, ai quali è affidata la chiesa;
- alla parete destra Monumento funebre della famiglia Guglielmi delle Rocchette (1868), in marmo di Cesare Benaglia.
- nella seconda cappella, dedicata a san Giuseppe, sono custoditi:
- all'altare, pala con San Giuseppe e Gesù Bambino, olio su tela, di ambito romano;
- al centro, Statua della Madonna con Gesù Bambino in trono detta anche Madonna di Bétharram (prima metà del XX secolo), in marmo di Gino Mazzini: l'opera è una copia eseguita della scultura realizzata da Alessandro Renoir, il cui originale si trova in Francia, nel Santuario di Nostra Signora di Bétharram;
- alle pareti laterali, sopra le porte, due dipinti tondi con Gesù Cristo nella casa di santa Marta e santa Maria di Betania e Cena in casa di Simone il fariseo, affreschi di ambito romano;
- alla parete esterna sinistra, Gesù Cristo crocifisso (seconda metà del XX secolo), in bronzo di Pericle Fazzini.
Sacrestia
L'ampia sacrestia, realizzata contemporaneamente alla chiesa, presenta un apparato decorativo eseguito nel XVII secolo. All'interno si notano:
- Due lapidi commemorative che ricordano gli antichi proprietari della chiesa;
- Busto marmoreo di papa Pio VI.
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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