Diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana
Diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana Dioecesis Segobricensis-Castellionensis Chiesa latina | |
vescovo | Casimiro López Llorente |
---|---|
Sede | Segorbe |
Suffraganea | |
dell'arcidiocesi di Valencia | |
Stemma Mappa della diocesi | |
Provincia ecclesiastica | |
Nazione | Spagna |
Parrocchie | 146 |
Sacerdoti |
205 di cui 190 secolari e 15 regolari 2.059 battezzati per sacerdote |
20 religiosi 277 religiose 3 diaconi | |
492.253 abitanti in 4.350 km² 422.215 battezzati (85,8% del totale) | |
Eretta | VI secolo |
Rito | romano |
Cattedrale | Assunzione di Maria Vergine |
Concattedrale | Santa Maria di Castellón |
Santi patroni | Vergine Santa della Grotta e San Pascual Baylón |
Indirizzo | |
Paseo Obispo Ahedo 2, 12400 Segorbe [Castellón], España; c/ Gobernador Bermúdez de Castro 8, 12003 Castellón de la Plana, España | |
Collegamenti esterni | |
Sito ufficiale Dati online 2021 (gc ch) | |
Collegamenti interni | |
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La diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana (in latino: Dioecesis Segobricensis-Castellionensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Valencia. Nel 2020 contava 422.215 battezzati su 492.253 abitanti. È retta dal vescovo Casimiro López Llorente.
Territorio
La diocesi comprende per intero la provincia di Castellón e il comune di Gátova nella provincia di Valencia[1].
Sede vescovile è la città di Segorbe, dove si trova la cattedrale dell'Assunzione di Maria Vergine. A Castellón de la Plana sorge la concattedrale di Santa Maria. Nel territorio diocesano sorgono altre tre basiliche minori: la basilica del Salvatore a Burriana, la basilica di San Pasquale Baylón a Vila-real, e la basilica di Santa Maria di Lledó a Castellón de la Plana.
Il territorio si estende su una superficie di 4.350 km² ed è suddiviso in 146 parrocchie, raggruppate in 14 arcipresbiterati, a loro volta raggruppati in 4 vicariati.
Storia
La diocesi Segobricensis fu eretta nel VI secolo. Benché alcuni storici abbiano avanzato ipotesi secondo le quali la fondazione della diocesi rimonterebbe a secoli precedenti, non vi sono riscontri documentali prima del 589, anno il cui il vescovo Próculo prese parte al terzo concilio di Toledo, i suoi successori presero parte ai concili della Chiesa visigota fino al sedicesimo tenutosi nel 693. Pochi anni dopo Segorbe subì l'invasione musulmana, che comportò l'abbandono della sede e l'interruzione della successione episcopale, che riprenderà solo nell'ultimo quarto del XII secolo.
Tra il 1160 e il 1168, Pedro Ruiz de Azagra, divenne signore di Albarracín, egli desiderava rifondare l'antica diocesi della zona. Ma papa Adriano IV, donò la Chiesa della città a quella di Saragozza, sostenuta da Alfonso II il Casto. Nonostante ciò, Ruiz de Azagra, cercò di fondare una cattedra episcopale ad Albarracín. Ma il vescovo di Saragozza si oppose con un parere favorevole della Santa Sede. Infine, Ruiz de Azagra cercò di rivolgersi all'arcivescovo di Toledo, che esaudì il suo desiderio.
Nel 1172, il vescovo Martino giurò obbedienza al metropolita di Toledo, prendendo come titolo quello di vescovo Arcabricense. E quattro anni dopo, ad Albarracín era la convinzione che questa terra non apparteneva ad Arcabria, ma alla vecchia diocesi di Segóbriga. Per questo motivo, mons. Martín assunse il titolo di vescovo di Segóbriga e della cattedra di Albarracín. E quando Segorbe fu sottratta ai Mori nel 1245, la sede episcopale fu spostata da Albarracín a Segorbe. Due anni dopo papa Innocenzo IV ordinò l'unione delle due Chiese.
Con la denominazione di Segobricensis episcopus dei suoi prelati, come decretato da papa Innocenzo III nel 1206, ereditò l'antica sede visigota con lo stesso nome dei vescovi che parteciparono ai concili di Toledo, sebbene la sua capitale stabilita fin dal Medioevo in una località, secondo recenti storici, lontana da quella che era l'antica città romana in cui risiedeva la diocesi visigota; con un territorio che, a parte il nucleo centrale intorno all'attuale Segorbe, è costantemente variato ben legato a quello che fu in seguito sede vescovile di Albarracín. Conobbe molti smembramenti in tempi moderni, e fu ben ampliato in epoca contemporanea con i territori di Castellón che nei secoli passati erano giurisdizione di Valencia, Tortosa, Saragozza e poi Teruel, come nel caso di Bechí, o anche con presenza fino a pochi decenni fa a santa Cruz de Moya, ora sotto Cuenca, e nelle regioni valenciane di Rincón de Ademuz e Los Serranos, oggi territorio ecclesiastico dell'arcidiocesi di Valencia.
Grazie alle cause della diocesi di Segorbe-Albarracín con l'arcidiocesi di Tarragona, papa Giovanni XXII elevò la cattedra di Saragozza a arcidiocesi, dandole come suffraganea la diocesi di Segorbe-Albarracín. Più tardi, ci furono importanti dispute territoriali con la sede di Valencia, poiché rivendicava i suoi diritti su diverse chiese di Segorbe. Il vescovo di Valencia, Arnaldo de Peralta, occupò militarmente Segorbe e scacciò il suo vescovo, ma la Santa Sede prese le parti del vescovo di Segorbe-Albarracín.
Papa Gregorio XIII, per volere di Filippo II di Spagna, sciolse l'unione tra Segorbe e Albarracínin in una bolla pubblicata nel 1577, appartenendo Segorbe al Regno di Valencia e Albarracín a quello di Aragona. Il nuovo vescovato di Albarracín, fu proclamato suffraganeo di Saragozza, mentre quello di Segorbe, era di Valencia.
E così rimase fino alla metà del XX secolo quando, sotto il vescovo José Pont y Gol, il territorio diocesano fu riorganizzato in un processo svolto in due fasi, con due disposizioni normative: la prima in cui i territori di Mijares che appartenevano all'arcivescovado di Valencia fin dal Medioevo e la città di Gátova passarono alla diocesi di Segorbe con il decreto concistoriale "Tarraconensis-Valentinae et aliarum, Decretum de Mutatione Finum Dioecesium", 6 giugno 1957.
Il 31 maggio 1960, un decreto della Congregazione Concistoriale, modificò i confini delle diocesi di Valencia, Segorbe e Tortosa, per quanto riguarda la provincia di Castellón, in modo tale che da quel momento le località della stessa fossero incluse nelle diocesi di Segorbe, ad eccezione delle tre [[Arciprete|arcipreture] del nord e della parrocchia di Catí, che rimase a Tortosa.
Nella stessa data, fu promulgata una bolla Quum sollemnibus Conventionibus che concedeva la denominazione di Segorbe-Castellón.
La bolla Illas in Ecclesia catholica urbes, di papa Giovanni XXIII, costituì il documento pontificio con il quale, oltre ad ampliare la denominazione della diocesi e il titolo dei suoi prelati, concesse lo status di sede episcopale a Castellón de la Plana e regolamentò l'elevazione al rango di concattedrale la sua chiesa dedicata a Santa María, così come ha reso possibile la costituzione di un capitolo di canonici in essa.
L'intero processo di integrazione si sviluppò con norme e azioni diverse, e si concluse con la promulgazione del breve pontificale del 1961 in cui si dichiaravano i nuovi patroni diocesani: la Vergine Santa della Grotta e San Pascual Baylón[2].
Durante la guerra civile spagnola mons. Miguel de los Santos Serra y Sucarrats , vescovo di Segorbe, e 213 compagni subirono il martirio in odio alla fede nella persecuzione religiosa perpetrata durante la guerra civile spagnola. La diocesi di Segorbe-Castellón de la Plana rimase sede vacante fino al 1944.
Dopo decenni di oblio e silenzio, mons. José Antonio Reig Pla, il 25 aprile 1998 la Santa Sede concesse il nihil obstat alla Causa di Miguel Serra Sucarrats, Vescovo di Segorbe e 265 Compagni, sacerdoti, religiosi e religiose, laici, in odium fidei, divenendo servi di Dio. Il 30 aprile di quell'anno ebbe luogo l'apertura del processo diocesano di canonizzazione della Chiesa di Segorbine. Il processo si è concluso nel 2001 e la Causa è stata registrata nel protocollo 2.229 della Congregazione delle Cause dei Santi, sotto il nome di: Miguel Serra Sucarrats e 213 compagni, del clero diocesano, religiosi e fedeli laici di Segorbe-Castellón.
Cronotassi dei vescovi
Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.
- Próculo † (menzionato nel 589)
- Nigrino †
- Sefronio † (? - 600 deceduto)
- Porcario † (menzionato nel 610)
- Antonio † (prima del 633 - dopo il 638)
- Floridio † (menzionato nel 653)
- Eusicio † (prima del 655 - dopo il 656)
- Memorio † (prima del 675 - dopo il 681)
- Olipa † (prima del 683 - dopo il 684)
- Anterio † (prima del 688 - dopo il 693)
- Martín † (1173 - 1210)
- Gil † (1210 - 1212)
- Hispano † (1213 - 11 dicembre 1215 deceduto)
- Juan Egidio † (1215 - 1223)
- Domingo, O.Cist. † (1223 - 1234 deceduto)
- Guillermo † (1235 - 1237)
- Ximeno, O.Cist. † (1237 - ?)
- Pedro García, Gil, Ginés † (1246 - 1259)
- Martín Álvarez † (1260 - 1264)
- Pedro Garcés, O.Cist. † (1265 - 1272 deceduto)
- Pedro Jiménez de Segura † (26 febbraio 1272 - 31 ottobre 1277 deceduto)
- Miguel Sánchez † (1278 - 1288 deceduto)
- Aparicio † (1288 - 1301 deceduto)
- Antonio Muñoz † (1302 - 1º settembre 1318 deceduto)
- Sancho d'Ull, O.Carm. † (1319 - 1356 deceduto)
- Elías de Perigueux † (5 dicembre 1356 - 1362 deceduto)
- Juan de Barcelona † (26 agosto 1362 - 3 marzo 1369 nominato vescovo di Huesca)
- Iñigo de Vallterra † (3 marzo 1369 - 28 maggio 1380 nominato arcivescovo di Tarragona)
- Francesco Rafardi, O.F.M. † (28 maggio 1380 - ?)
- Diego de Heredia † (23 dicembre 1384 - 4 giugno 1400 nominato vescovo di Vic)
- Francesc Riquer o Regner, O.F.M. † (1400 - 1409 deceduto)
- Juan de Tahuste, O.F.M. † (5 maggio 1410 - 1427 deceduto)
- Francisco Aguilón † (14 aprile 1428 - 1437 deceduto)
- Gilberto Pardo de la Casta † (16 ottobre 1437 - 1454 ? deceduto)
- Jaime Gilard † (10 novembre 1438 - 2 luglio 1445 nominato vescovo di Barcellona)
- Luis Juan de Milá † (29 gennaio 1453 - 7 ottobre 1459 nominato vescovo di Lérida)
- Francisco Ferrer † (24 settembre 1459 - 27 dicembre 1460 nominato arcivescovo di Cagliari)
- Pedro Baldó, O.Cist. † (9 aprile 1461 - 3 luglio 1473 deceduto)
- Bartolomé Martí † (27 settembre 1473 - 21 novembre 1498 dimesso)
- Juan Marradas † (21 novembre 1498 - 1º novembre 1499 deceduto)
- Bartolomé Martí † (1º novembre 1499 - 25 marzo 1500 deceduto) (per la seconda volta)
- Gilberto Martí, O.S.H. † (25 aprile 1500 - 12 gennaio 1530 deceduto)
- Gaspar Jofre de Borje † (2 settembre 1530 - 18 febbraio 1556 deceduto)
- Juan de Muñatones, O.S.A. † (12 giugno 1556 - 15 aprile 1571 deceduto)
- Francisco Soto Salazar † (27 agosto 1571 - 15 febbraio 1576 nominato vescovo di Salamanca)
- Francisco Sancho y Allepuz † (21 giugno 1577 - 23 giugno 1578 deceduto)
- Gil Ruiz de Lihori, C.R.S.A. † (27 aprile 1579 - 16 agosto 1582 deceduto)
- Martín de Salvatierra † (23 marzo 1583 - 15 maggio 1591 nominato vescovo di Ciudad Rodrigo)
- Juan Bautista Pérez Rubert † (20 novembre 1591 - 8 novembre 1597 deceduto)
- Feliciano Figueroa † (1º febbraio 1599 - 25 luglio 1609 deceduto)
- Pedro Ginés Casanova † (1º febbraio 1610 - 27 marzo 1635 deceduto)
- Juan Bautista Pellicer † (18 febbraio 1636 - 22 dicembre 1638 deceduto)
- Diego Serrano Sotomayor, O. de M. † (30 maggio 1639 - 29 aprile 1652 nominato vescovo di Guadix)
- Francisco Gabaldá, O.S.H. † (14 ottobre 1652 - 19 maggio 1660 deceduto)
- Anastasio Vives de Rocamora, O.Carm. † (20 maggio 1661 - luglio 1672 dimesso)
- José Sanchis y Ferrandis, O. de M. † (17 luglio 1673 - 27 novembre 1679 nominato arcivescovo di Tarragona)
- Crisóstomo Royo de Castellví † (22 gennaio 1680 - 3 luglio 1691 deceduto)
- Antonio Ferrer y Mila † (19 dicembre 1691 - 29 ottobre 1707 deceduto)
- Rodrigo Marín Rubio † (24 settembre 1708 - 28 maggio 1714 nominato vescovo di Jaén)
- Diego Muñoz Baquerizo † (9 luglio 1714 - 21 novembre 1730 deceduto)
- Francisco Cepeda Guerrero † (19 novembre 1731 - 24 settembre 1748 deceduto)
- Francisco Cuartero Lumbreras † (20 gennaio 1749 - 20 febbraio 1751 deceduto)
- Pedro Fernández Velarde † (5 luglio 1751 - 9 ottobre 1757 deceduto)
- Blas Roldán, O.S.H. † (13 marzo 1758 - 6 aprile 1770 deceduto)
- Alonso Cano Nieto, O.SS.T. † (10 settembre 1770 - 7 aprile 1780 deceduto)
- Lorenzo Lay Anzano, O.P. † (11 dicembre 1780 - 14 luglio 1781 deceduto)
- Sede vacante (1781-1783)
- Lorenzo Gómez Haedo † (15 dicembre 1783 - 1º novembre 1809 deceduto)
- Sede vacante (1809-1814)
- Lorenzo Algüero Ribera, O.S.M. † (19 dicembre 1814 - 30 marzo 1816 deceduto)
- Francisco Antonio La Dueña Cisneros † (23 settembre 1816 - 8 novembre 1821 deceduto)
- Sede vacante (1821-1825)
- Julián Sanz Palanco † (27 gennaio 1825 - 1º aprile 1837 deceduto)
- Sede vacante (1837-1847)
- Domingo Canubio Alberto, O.P. † (17 dicembre 1847 - 5 dicembre 1864 deceduto)
- Joaquín Hernández Herrero † (25 settembre 1865 - 19 febbraio 1868 deceduto)
- José Luis Montagut Rubio † (22 giugno 1868 - 9 dicembre 1875 deceduto)
- Mariano Miguel Gómez Alguacil y Fernández † (3 aprile 1876 - 16 dicembre 1880 nominato vescovo di Vitoria)
- Francisco de Asís Aguilar y Serrat † (16 dicembre 1880 - 16 dicembre 1899 deceduto)
- Manuel María Cerero y Soler † (19 aprile 1900 - 27 settembre 1907 deceduto)
- Antonio María Massanet y Verd † (19 dicembre 1907 - 16 ottobre 1911 deceduto)
- Luis José María Amigó y Ferrer, O.F.M. Cap. † (18 luglio 1913 - 1º ottobre 1934 deceduto)
- Miguel de los Santos Serra y Sucarrats † (16 gennaio 1936 - 9 agosto 1936 deceduto)
- Sede vacante (1936-1944)
- Ramón Sanahuja y Marcé † (10 agosto 1944 - 13 maggio 1950 nominato vescovo di Cartagena)
- José Pont y Gol † (1º agosto 1951 - 23 novembre 1970 nominato arcivescovo di Tarragona)
- José María Cases Deordal † (16 dicembre 1971 - 22 febbraio 1996 ritirato)
- Juan Antonio Reig Pla (22 febbraio 1996 - 24 settembre 2005 nominato vescovo di Cartagena)
- Casimiro López Llorente, dal 24 aprile 2006
Statistiche
La diocesi nel 2020 su una popolazione di 492.253 persone contava 422.215 battezzati, corrispondenti all'85,8% del totale.
anno | popolazione | presbiteri | diaconi | religiosi | parrocchie | ||||||
---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|---|
battezzati | totale | % | numero | secolari | regolari | battezzati per sacerdote |
uomini | donne | |||
1950 | 80.000 | 80.020 | 100,0 | 97 | 56 | 41 | 824 | 4 | 68 | 69 | |
1970 | 310.189 | 310.430 | 99,9 | 267 | 193 | 74 | 1.161 | 122 | 640 | 148 | |
1980 | 363.446 | 364.308 | 99,8 | 243 | 180 | 63 | 1.495 | 104 | 574 | 148 | |
1990 | 382.094 | 383.474 | 99,6 | 229 | 163 | 66 | 1.668 | 3 | 106 | 534 | 148 |
1999 | 386.815 | 388.238 | 99,6 | 220 | 159 | 61 | 1.758 | 3 | 76 | 402 | 148 |
2000 | 395.306 | 396.757 | 99,6 | 235 | 159 | 76 | 1.682 | 4 | 102 | 457 | 128 |
2001 | 395.306 | 396.757 | 99,6 | 238 | 162 | 76 | 1.660 | 4 | 102 | 450 | 127 |
2002 | 398.566 | 401.377 | 99,3 | 248 | 173 | 75 | 1.607 | 4 | 89 | 470 | 148 |
2003 | 402.965 | 412.990 | 97,6 | 240 | 156 | 84 | 1.679 | 4 | 91 | 422 | 148 |
2004 | 420.301 | 440.746 | 95,4 | 245 | 169 | 76 | 1.715 | 4 | 88 | 430 | 146 |
2010 | 434.100 | 510.725 | 85,0 | 222 | 197 | 25 | 1.955 | 3 | 36 | 385 | 147 |
2014 | 438.000 | 513.500 | 85,3 | 194 | 180 | 14 | 2.257 | 3 | 22 | 363 | 146 |
2017 | 389.400 | 494.325 | 78,8 | 206 | 186 | 20 | 1.890 | 3 | 30 | 331 | 146 |
2020 | 422.215 | 492.253 | 85,8 | 205 | 190 | 15 | 2.059 | 3 | 20 | 277 | 146 |
Note | |
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Bibliografia | |
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Voci correlate | |
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Collegamenti esterni | |