Diocesi di Vic

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Diocesi di Vic
Dioecesis Vicensis
Chiesa latina

36 Catedral de Sant Pere (Vic).jpg
vescovo Román Casanova Casanova
Sede Vic

sede vacante
Vic

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Suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona
Regione ecclesiastica {{{regione}}}
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Stemma
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Mappa della diocesi
Provincia ecclesiastica
Provincia ecclesiastica della diocesi
Nazione bandiera Spagna
diocesi suffraganee
Coadiutore
Vicario
Provicario
generale
Ausiliari

Vescovi emeriti:

Parrocchie 249 (10 vicariati )
Sacerdoti

151 di cui 118 secolari e 33 regolari
2.798 battezzati per sacerdote

56 religiosi 364 religiose 8 diaconi
464.440 abitanti in 4.184 km²
422.614 battezzati (91,0% del totale)
Eretta V secolo
Rito romano
Cattedrale San Pietro
Concattedrale {{{concattedrale}}}
Santi patroni Vergine di Montserrat
San Giovanni Battista
Indirizzo
Calle Santa María 1, 08500 Vic [Barcelona], España
Coordinate geografiche
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Collegamenti esterni

Sito ufficiale

Dati online 2021 (gc ch )

Chiesa cattolica in Spagna
Tutte le diocesi della Chiesa cattolica

La diocesi di Vic (in latino: Dioecesis Vicensis) è una sede della Chiesa cattolica in Spagna suffraganea dell'arcidiocesi di Tarragona. Nel 2020 contava 422.614 battezzati su 464.440 abitanti. È retta dal vescovo Román Casanova Casanova.

Territorio

La diocesi comprende parte della provincia di Barcellona.

Sede vescovile è la città di Vic, dove si trova la cattedrale di San Pietro. Oltre alla cattedrale, in diocesi sorgono altre due basiliche minori: Santa Maria di Manresa e Santa Maria di Igualada.

Il territorio si estende su 4.184 km² ed è suddiviso in 249 parrocchie, raggruppate in 10 arcipresbiterati: Vic, Ripollès, Ter Collsacabra, Lluçanes, Guilleries Congost, Moianès, Bages nord, Bages sud, Manresa e Anoia Segarra.

Storia

In epoca romana la città di Vich, nota con il nome di Ausa, era la capitale del popolo degli Ausetani nella provincia romana della Tarraconense. La diocesi fu eretta probabilmente nella seconda metà del V secolo. Il primo vescovo conosciuto è Cinidi, che partecipò al concilio di Tarragona nel 516 e a quello di Gerona dell'anno seguente; gli altri vescovi noti presero parte ai concili nazionali in epoca visigotica. La diocesi era parte della provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Tarragona.

A partire dall'anno 713 fu interrotta la successione episcopale a causa dell'invasione araba. Tuttavia, già sul finire dell'VIII secolo la città e la regione furono riconquistate dai Franchi, che posero le basi per l'istituzione della Marca di Spagna, divenuta stabilmente feudataria dei Carolingi nella seconda metà del IX secolo. L'antica Ausa cominciò ad assumere il nome di Vicus Ausonae, da cui l'odierno nome di Vic.

Le conquiste di Carlo Magno e di Ludovico il Pio posero sotto il controllo dei Franchi diverse antiche città episcopali ispaniche, vacanti o soppresse da tempo; questo permise la loro restaurazione. La sede di Vic fu ristabilita attorno all'886 e fu nominato come primo vescovo Gotmar. A causa dell'occupazione franca, la sede di Vic fu sottoposta alla provincia ecclesiastica dell'arcidiocesi di Narbona, assieme ad altre tre diocesi spagnole (Gerona, Urgell e Barcellona).

Nel corso del X secolo ci furono dei tentativi, da parte delle diocesi spagnole, di separarsi dalla metropolia di Narbona e di creare una provincia ecclesiastica indipendente. Il vescovo Ató di Vic ottenne da papa Giovanni XIII nel 971 il trasferimento nella sua sede dei diritti metropolitici di Tarragona; ma l'operazione non ebbe seguito. Vic e le altre diocesi transpirenaiche rimasero sottomesse all'arcivescovo di Narbona fino al ristabilimento della sede di Tarragona all'inizio del XII secolo.

L'XI secolo fu caratterizzato da un grande fervore religioso, testimoniato dal notevole sviluppo della vita monacale e dei relativi nonasteri. L'Abate Oliva, vescovo della diocesi dal 1016, e abate del monastero di Ripoll, fu il principale artefice dello sviluppo artistico e culturale della diocesi. Ripoll divenne centro di grande cultura ed arte: il suo Scriptorium in quegli anni triplicò il numero dei manoscritti prodotti e divenne uno dei più importanti d'Europa assieme a quella di Bobbio. Fu grazie a quelle opere che si introdusse in Europa l'uso dei numeri arabi e il concetto di zero in matematica. Il vescovo nel 1025 fondò il monastero di Santa Maria del Montserrat, altro grande simbolo di fede e cultura giunto fino a noi.

Nel 1154 la diocesi cedette alcune parrocchie all'arcidiocesi di Tarragona.

Il 19 luglio 1593 cedette una porzione del suo territorio a vantaggio dell'erezione della diocesi di Solsona.

Santa Maria de Ripoll dopo l'attacco del 1835.

Durante la prima guerra civile carlista 1833-1840, che vide scontrarsi conservatori e liberali per il controllo del potere, la diocesi fu occupata dalla fazione liberale e il 9 agosto 1835 un distaccamento di Tiradores de Isabel II occupò il villaggio di Ripoll. Nel pomeriggio i Tiradores presero d'assalto il monastero di Ripoll, dove uccisero due monaci, padre Joan de Ros e padre Manuel de Llisach, mentre il custode Ignazio Brusi, fu salvato con intercessione di un membro della milizia urbana locale.

Poi si diedero al saccheggio della chiesa, profanarono la tomba lignea del conte Raimondo Berengario IV di Barcellona detto il Santo; tolte le spoglie mortali del conte, i capi del distaccamento inscenarono un processo farsa, fu accusato di aver espulso i saraceni dalla Catalogna e di aver propagato la Fede cattolica, riconosciutolo colpevole fu condannato al rogo. Accesero le torce e gridando Viva la libertà! diedero fuoco agli altari e agli oggetti sacri, gettando il cadavere di Raimondo Berengario IV nel rogo.

Infine si rivolsero alla biblioteca, culla culturale di Catalogna, ricettacolo di un millennio di storia, custode di centinaia di cronache catalane, manoscritti, codici e omelie risalenti ai tempi dell'abate Oliba, che fu data alle fiamme mentre i soldati gridavano proclami progressisti e canti rivoluzionari.[1]

Nel 1874 il monastero di Montserrat e alcune parrocchie furono cedute alla diocesi di Barcellona (oggi arcidiocesi).

Nel 1957, facendo seguito al concordato del 1953 che stabiliva di far coincidere i limiti delle diocesi con quelli delle province civili, le 21 parrocchie che si trovavano nella provincia di Lérida sono state cedute alla diocesi di Solsona e le 9 che si trovavano nella provincia di Tarragona all'arcidiocesi di Tarragona; in compenso la diocesi di Vic acquisì 7 parrocchie della diocesi di Barcellona, 1 dalla diocesi di Solsona e 6 della diocesi di Gerona.[2]

Cronotassi dei vescovi

Si omettono i periodi di sede vacante non superiori ai 2 anni o non storicamente accertati.

Statistiche

La diocesi nel 2020 su una popolazione di 464.440 persone contava 422.614 battezzati, corrispondenti al 91,0% del totale.

Note
  1. (Ca) LA DESTRUCCIÓ DEL MONESTIR DE RIPOLL su didcticadelpatrimonicultural.blogspot.com
  2. (LA) Decreto Initis inter, AAS 49 (1957), pp. 864-865.
  3. Alcuni cataloghi episcopali riportano dopo Aquilinus il nome del vescovo Theodorus; secondo Enrique Flórez (op. cit., p. 56) ed altri autori, questo Teodoro era vescovo di Orense (Auriensis) e non di Ausona.
  4. Nominato dalla Santa Sede, ignara del fatto che nel frattempo, l'8 aprile, Alfonso de Requeséns Fenollet era già deceduto.
Bibliografia
Collegamenti esterni