François de Salignac de la Mothe-Fénelon
François de Salignac de la Mothe-Fénelon Arcivescovo | |
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Età alla morte | 63 anni |
Nascita | Château de Fénelon 6 agosto 1651 |
Morte | Cambrai 7 gennaio 1715 |
Ordinazione presbiterale | 1675 |
Nominato arcivescovo | 30 maggio 1695 da papa Innocenzo XII |
Consacrazione vescovile | 10 luglio 1695 da mons. Jacques Bénigne Bossuet |
Incarichi ricoperti |
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François de Salignac de la Mothe-Fénelon detto Fénelon (Château de Fénelon, 6 agosto 1651; † Cambrai, 7 gennaio 1715) è stato un arcivescovo, teologo e educatore francese.
Cenni biografici
Nacque il 6 agosto 1651 nel castello di Fénelon a Sainte-Mondane (Aquitania, Francia), appartenente a una vecchia famiglia nobile del Périgord, non più ricca. Era figlio di Pons de Salignac, marchese de La Mothe Fénelon e della seconda moglie di quest'ultimo, Louise de La Cropte. Figlio cadetto (suo padre ebbe nove figli dal primo matrimonio con Isabella di Esparbes Lussan e tre dal secondo, tra cui Fénelon), fu quindi destinata alla carriera ecclesiastica, come il suo omonimo fratellastro, Francois Pons de Salignac de la Mothe-Count Fénelon, che fu missionario sulpiziano in Canada.
Formazione e attività sacerdotale
Dopo i primi studi presso l'università di Cahors andò a Parigi ove frequentò prima le lezioni di teologia alla Sorbona e poi presso il seminario di Saint-Sulpice. Fu ordinato presbitero nel 1675 e pensò di partire missionario in Oriente, ma vi rinunciò per assumere la direzione dell'istituto delle Nuove Cattoliche. E nell'opera che qui svolse per la conversione delle giovani protestanti, subito rifulsero le doti che lo resero ottimo direttore spirituale e conoscitore finissimo dell'animo umano.
Nel 1687 pubblicò il Traité sur l'éducation des filles scritto per consigliare la duchessa di Beauvillier sull'educazione delle sue figliuole.
Attività educativa e pedagogica
Educatore pratico e geniale, Fénelon fu precursore dei pedagogisti ottimisti del XVIII secolo. Egli proclamava la necessità di seguire la natura ch'è sempre madre benefica e raccomandava un'educazione piacevole e ferma insieme, che, conciliando libertà e autorità, preparasse la donna a compiere degnamente la sua alta missione.
Nel 1688 fece la conoscenza di Madame Guyon, mistica visionaria favorevolmente accolta a Versailles e Saint-Cyr dall'alta società parigina, dove esercitava un apostolato mistico. Don Fénelon già incline per sua natura a una religione tutta pervasa d'amore e di semplicità, rimase affascinato da questa donna e accolse con slancio le dottrine che ella predicava e che si avvicinavano al quietismo di Molinos, già condannato dalla Santa Sede nel 1687.
Nel 1689 divenne educatore di Luigi duca di Borgogna, nipote di Luigi XIV; in contrasto con l'assolutismo rigido e la politica di predominio e di prestigio, come mostra il più noto dei suoi scritti, Les aventures de Télémaque, scritte appositamente per l'educazione del suo allievo.
Episcopato e diatriba con Bossuet
Nel 1696 fu nominato arcivescovo di Cambrai.
Quando mons. Jacques-Bénigne Bossuet allora vescovo di Condom pubblicò Introduction sur les états d'oraison dove si condannavano le idee della Guyon, mons. Fénelon ne prese le difese, benché fino allora si fosse mostrato fedele e devoto al suo illustre maestro e rispose pubblicando nel 1697 l' Explication des mammes des sain, dove polemizzava con il suo maestro. La diatriba tra i due prelati si mantenne viva per oltre due anni attraverso scritti numerosi, finché il 12 marzo 1699 la Santa Sede, a cui mons. Fénelon si era direttamente rivolto per l'esame della sua opera, la condannò come libro scandaloso e temerario, non senza riluttanza da parte di molti degli esaminatori.
Per questi motivi fu esiliato a Cambrai per ordine di Luigi XIV, che aveva influito non poco sul giudizio di Roma. Mons. Fénelon accettò la condanna che lo colpiva, con sottomissione di fedele cattolico e rimase nella sua diocesi fino alla morte, attendendo a opere di pietà e scrivendo ancora alcuni trattati teologici, pur senza trascurare gli avvenimenti che si susseguirono durante il regno di Luigi XIV, specie quando, per la morte del Delfino, tutte le speranze si concentrarono sul suo alunno il duca di Borgogna.
Durante la carestia del drammatico inverno del 1709, si privò di tutto a favore dell'esercito che era accampato nella città. La sua reputazione attrasse a Cambrai il protestante Andrew Michael Ramsay, filosofo e scrittore di origine scozzese, che egli convertì e che, considerandosi suo allievo, non lo lasciò più.
Morte
Fénelon morì a Cambrai il 7 gennaio 1715. Ramsay ne curò una biografia[1] pubblicata ad Amsterdam nel 1727.
Opere
- Traité de l'éducation des filles (1687)
- Traité du ministère des pasteurs (1688)
- Réfutation du système du père Malebranche sur la nature et la grâce (1688)
- (FR) Lettera a Luigi XIV (1694)
- Explication des maximes des saints sur la vie intérieure [online (1697)
- Les aventures de Télémaque online (1699)
- Dialogues des Morts et Fables, écrits composés pour l'éducation du duc de Bourgogne (1700)
- Lettre sur les occupations de l'Académie (1714)
- Démonstration de l'existence de Dieu, tirée de la connaissance de la Nature et proportionnée a' la faible intelligence des plus simples (1712) online, seconda parte pubblicata nel 1718
- Fables et opuscules pédagogiques (1718)
- Dialogues sur l'éloquence, avec une Lettre a' l'Académie française (1718)
- Examen de la conscience d'un roi (pour le duc de Bourgogne), 1734
Genealogia episcopale
Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale |
- Cardinale Scipione Rebiba
- Cardinale Giulio Antonio Santorio
- Cardinale Girolamo Bernerio, O.P.
- Arcivescovo Galeazzo Sanvitale
- Cardinale Ludovico Ludovisi
- Cardinale Luigi Caetani
- Vescovo Giovanni Battista Scanaroli
- Cardinale Antonio Barberini
- Arcivescovo Charles-Maurice le Tellier
- Vescovo Jacques Bénigne Bossuet
- Arcivescovo François de Salignac de La Mothe-Fénelon
Successione degli incarichi
Predecessore: | Arcivescovo di Cambrai | Successore: | |
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Jacques-Théodore de Brias | 4 febbraio 1695-7 gennaio 1715 | Charles de Saint-Albin |
Predecessore: | Seggio 34 dell'Académie française | Successore: | |
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Paul Pellisson | 1693-7 gennaio 1715 | Claude Gros de Boze |
Note | |
Bibliografia | |
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