Giovanni Molin

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Giovanni Molin
Cardinale
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Titolo cardinalizio
Incarichi attuali
Età alla morte 67 anni
Nascita Venezia
25 aprile 1705
Morte Brescia
14 marzo 1773
Sepoltura Duomo di Brescia
Appartenenza Patriarcato di Venezia
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Professione religiosa [[{{{aPR}}}]]
Ordinato diacono 7 giugno 1727 (Ordinato suddiacono il 15 giugno 1726)
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Ordinazione presbiterale 22 maggio 1728
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Consacrazione vescovile Basilica di San Marco Evangelista al Campidoglio (Roma), 1º aprile 1755 dal card. patriarca Joaquín Fernando Portocarrero
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a Cardinale
23 novembre 1761 da Clemente XIII (vedi)
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Cardinale per 11 anni, 3 mesi e 21 giorni
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° vescovo di Roma
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Giovanni Molin o Molino (Venezia, 25 aprile 1705; † Brescia, 14 marzo 1773) è stato un cardinale e vescovo italiano.

Cenni biografici

Nacque a Venezia il 26 aprile 1705, secondogenito di Marco, di antica e patrizia famiglia della Serenissima, e di Giustina Vitturi.

La vocazione lo vede il 23 dicembre 1725 prendere gli ordini minori, il 15 giugno 1726 il suddiaconato, il 7 giugno 1727 il diaconato. Fu ordinato sacerdote il 22 maggio 1728. Proseguì gli studi presso l'Università di Pavia, dove il 14 marzo 1729 si addottorò in in utroque iure (diritto civile ed ecclesiastico).

Fu poi a Roma presso la prelatura come Protonotario apostolico. Nel giugno 1739 fu eletto da papa Clemente XII auditore della Sacra Rota per la Serenissima, in sostituzione di Carlo Rezzonico promosso cardinale. Rimase a Roma per sedici anni durante i quali frequentò non solo le aule giudiziarie, ma anche i salotti dell'aristocrazia e le sale delle accademie.

Fu nominato Vescovo di Brescia il 17 febbraio 1755 e il 1º aprile seguente fu ordinato nella chiesa di san Marco a Roma dal cardinal Joaquín Fernández de Portocarrero Mendoza, coadiuvato dall'arcivescovo titolare di Teodosia Giorgio Lascaris e dal vescovo titolare di Metone Alessandro Fe(ch). Il Molin entrò in Brescia il 12 dicembre 1755 ben accolto dalla città, ma i primi anni non furono facili.

Entrò in contrasto con gli amministratori della Biblioteca Queriniana. Al suo arrivo aveva sollevato riserve sulla sua pubblicità e sulla gestione da parte delle autorità civili, ma nel febbraio 1757 i deputati cittadini ottennero dal Senato la conferma dei loro diritti. Al Molin andò il titolo di protettore e l'accesso privilegiato ai fondi librari, cosa che lo incoraggiò a patrocinare la nascita dell'Accademia di fisica sperimentale e di storia naturale, inaugurata nel 1760, e a incrementare anche il patrimonio librario e artistico. Tra il 1757 e il 1758 si registrano da parte sua donazioni di libri, manoscritti, di un bassorilievo in bronzo e di medaglie antiche d'argento. Fra le attività svolte nella conduzione della diocesi si annoverano l'istituzione di tre seminari periferici, a Levere, Montichiari e Salò, la fondazione della chiesa del Patrocinio, la consacrazione della chiesa di san Lorenzo.

Cardinalato

Fu promosso al cardinalato su richiesta di Venezia nel concistoro del 23 novembre 1761, la berretta rossa gli fu inviata a Venezia con la lettera apostolica datata 27 novembre 1761. Molto dovette patire per le controversie tra la Repubblica di Venezia e la Santa Sede. Il 7 settembre 1768 il Senato veneziano deliberò che patriarchi, arcivescovi e vescovi dovessero esercitare le loro potestà sugli Ordini religiosi, con periodiche visite ai monasteri per verificare il rispetto della disciplina. Il papa Clemente XIII da parte sua non poteva accettare che il decreto invalidasse la bolla In coena Domini, che affidava ogni controllo sulla vita dei regolari ai generali degli Ordini. Il Molin, a differenza degli altri vescovi veneziani, non si piegò ai voleri del senato e abbandonò la diocesi, rifugiandosi presso il monastero benedettino di Ferrara. Come ritorsione Venezia gli sequestrò le rendite della diocesi bresciana e il prelato si trovò ben presto in difficoltà economiche. Il pontefice gli fece assegnare 1000 scudi dal deposito della mensa arcivescovile di Ferrara e gli promise di riceverlo non appena possibile. Ma poi, per non esasperare i contrasti con Venezia, scrisse al Molino che, essendo cattiva la stagione e non avendo nulla da comunicargli, poteva tralasciare di recarsi a Roma.

Con la morte di Clemente XIII al Molino si aprì la strada per Roma. Durante il viaggio fece sosta a Loreto ma il governatore Savorgnan lasciò la città pur di non riceverlo. A Roma trovò alloggio nel monastero di san Callisto. Prese parte al conclave del 1769 che elesse papa Clemente XIV, anche con l'appoggio dei cardinali veneti in quanto ritenuto capace di garantire buoni rapporti con le potenze straniere. Cosa che in fatti si verificò.

Molino il 22 giugno 1769 ricevette il titolo cardinalizio di san Sisto, divenne membro della Congregazione per i Vescovi e i Regolari, delle Visite apostoliche, dell'Indice e delle Indulgenze e le sacre reliquie.

Per la risoluzione formale della questione Clemente XIV preannunciò un breve che assoggettasse monaci e regolari ai vescovi, e finalmente il Molino, con l'aiuto di sovvenzioni della Camera apostolica, lasciò Roma il 21 settembre 1769. Quattro giorni dopo era in sede e il giorno dopo cominciò a visitare i conventi, iniziando da quello di san Francesco. Il 7 ottobre il segretario di Stato L. Pallavicini gli inviò il breve promesso e il Molin proseguì le visite. La buona volontà era dimostrata e il 14 dicembre il Senato decretò la liberazione delle sue rendite passate e future. In gennaio gli furono rese le carte sequestrate. Il contrasto si poteva dire appianato e il vescovo recuperò prebende e privilegi.

Morte

Morì il 14 marzo 1773 a Brescia e fu sepolto nel duomo.

Genealogia episcopale

Exquisite-kfind.png Per approfondire, vedi la voce Genealogia episcopale

Successione degli incarichi

Predecessore: Vescovo di Brescia Successore: BishopCoA PioM.svg
Angelo Maria Querini 17 febbraio 1755 - marzo 1773 Giovanni Nani I
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Angelo Maria Querini {{{data}}} Giovanni Nani
Predecessore: Cardinale presbitero di San Sisto Successore: CardinalCoA PioM.svg
Giuseppe Agostino Orsi O.P. 26 giugno 1769 -14 marzo 1773 Juan Tomas de Boxadors O.P. I
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Giuseppe Agostino Orsi O.P. {{{data}}} Juan Tomas de Boxadors O.P.
Bibliografia