Ladislao d'Aquino
Ladislao d'Aquino Cardinale | |
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Età alla morte | 75 anni |
Nascita | Napoli 1546 |
Morte | Roma 12 febbraio 1621 |
Sepoltura | Basilica di Santa Maria sopra Minerva |
Ordinazione presbiterale | Napoli, 1571 |
Nominato vescovo | 20 ottobre 1571 da Gregorio XV |
Consacrazione vescovile | nessuna informazione |
Creato Cardinale |
19 settembre 1616 da Paolo V (vedi) |
Cardinale per | 4 anni, 4 mesi e 23 giorni |
Incarichi ricoperti | |
Collegamenti esterni | |
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Ladislao d'Aquino (Napoli, 1546; † Roma, 12 febbraio 1621) è stato un vescovo, nunzio apostolico e cardinale italiano.
Cenni biografici
Nacque a Napoli nel 1546, terzogenito dei nove figli di Francesco, signore di Roccabascerana, del ramo di Capua e della moglie Beatrice di Guevara.
Compì gli studi giuridici con specializzazione in diritto canonico. Fu ordinato sacerdote a Napoli nel 1571 e in quello stesso anno fu chiamato a Roma da Pio V che gli affidò l'ufficio di chierico di Camera.
Fu referendario delle due Segnature.
Episcopato
Il 20 ottobre 1581 fu nominato da Gregorio XIII vescovo di Venafro, carica che tenne sino alla morte. Lavorò assiduamente agli affari ecclesiastici come componente e consulente giuridico di varie congregazioni.
Nel 1608 Paolo V gli affidò la nunziatura di Lucerna. L'Aquino prese possesso della carica il 24 giugno. La circoscrizione affidatagli comprendeva le zone cattoliche della Svizzera, i baliaggi degli svizzeri in Ticino, i Grigioni e Valtellina e i vescovati di Basilea e Costanza, dai quali dipendevano l'Alsazia superiore, la Brisgovia e parte della Svevia.
Durante i cinque anni della sua nunziatura si adoperò alacremente per rafforzare le posizioni cattoliche e intaccare quelle dei riformati. Si giovò largamente dell'opera dei gesuiti, presenti in Vallese dal 1600, che nel 1608 aprirono un collegio a Sierre, e dei cappuccini, affidando loro la cura dei convertiti e coinvolgendoli in molte circostanze difficili.
Nel 1608 sottrasse i conventi della congregazione benedettina svizzera al diritto d'ispezione della curia. Fece inoltre pressioni affinché l'abate di Einsiedeln potesse accedere alla carica vescovile. Nel 1610 si adoperò per il rientro a Coira del vescovo esiliato, Johann Flugi. Non riuscì invece a ottenere il trasferimento a Friburgo, la sede del vescovo di Losanna, di Johann von Wattenwyl.[1]
Le relazioni dell'Aquino con le maggiori personalità politiche dei paese furono generalmente buone, ma essendo la Svizzera di allora divisa tra un partito filo-spagnolo e uno filo-francese, le sue origini napoletane e il suo vescovado nel Regno, lo indicavano come naturalmente più vicino agli interessi spagnoli. A causa di ciò, gli inviati francesi, creavano difficoltà di ogni genere al nunzio e ai suoi dipendenti e giungevano persino a proteggere apertamente i protestanti. Nella maggior parte dei casi però i cattolici svizzeri del ceto più elevato e gli esponenti politici erano vicini alla causa della Spagna e non avevano prevenzioni verso il rappresentante del pontefice.
Rientrato a Roma nel 1613, l'Aquino illustrò la sua esperienza di nunzio in una Relazione della Nunziatura de' Svizzeri di quell'anno e in una Informazione mandata dal sig. card. d'A. a mons. Feliciano vescovo di Foligno per il paese de' Svizzeri e Grisoni, che venne compilata dopo la sua elevazione alla porpora nel settembre dell'anno 1616.
Il 20 settembre 1613 fu nominato nunzio presso la corte dei Savoia, per la questione della Valtellina, ma Carlo Emanuele I, non lo ricevette ritenendolo troppo legato alla corona spagnola. Fu quindi scelto per la nunziatura portoghese, ma motivi di salute gli impedirono di assumere l'ufficio. Il 2 febbraio 1614 fu nominato governatore di Perugia.
Cardinalato
Fu creato cardinale presbitero nel concistoro del 19 settembre 1616. Il 17 ottobre seguente ricevette la Berretta rossa e il titolo di santa Maria sopra Minerva.
Morte
Morì a Roma il 12 febbraio 1621 durante i lavori del conclave che vedrà eletto papa il cardinale Alessandro Ludovisi (Gregorio XV). Fu sepolto nella cappella di san Tommaso d'Aquino nella basilica del suo titolo.
Successione degli incarichi
Predecessore: | Vescovo di Venafro | Successore: | |
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Orazio Caracciolo (ch) | 20 ottobre 1581 - 12 febbraio 1621 | Ottavio Orsini (ch) |
Predecessore: | Nunzio apostolico in Svizzera | Successore: | |
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Fabrizio Verallo | 1608 - 15 settembre 1613 | Ludovico Sarego |
Predecessore: | Governatore di Perugia | Successore: | |
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Domenico de Marini | 5 novembre 1614 - 17 ottobre 1616 | Antonio Diaz |
Predecessore: | Cardinale presbitero di Santa Maria sopra Minerva | Successore: | |
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Filippo Spinelli | 17 ottobre 1616 - 12 febbraio 1621 | Giulio Roma |
Note | |
Bibliografia | |
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- Vescovi di Isernia-Venafro
- Nunzi apostolici per la Svizzera
- Cardinali presbiteri di Santa Maria sopra Minerva
- Presbiteri ordinati nel 1571
- Presbiteri italiani del XVI secolo
- Italiani del XVI secolo
- Presbiteri del XVI secolo
- Presbiteri per nome
- Concistoro 19 settembre 1616
- Cardinali italiani del XVII secolo
- Italiani del XVII secolo
- Cardinali del XVII secolo
- Cardinali per nome
- Presbiteri italiani del XVII secolo
- Presbiteri del XVII secolo
- Cardinali creati da Paolo V
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