Museo d'Arte Sacra dell'Abbazia di Vallombrosa (Reggello)
Museo d’Arte Sacra dell’Abbazia di Vallombrosa (Reggello) | |
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Bastiano Mainardi, Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Biagio, san Giovanni Gualberto, san Benedetto da Norcia e sant'Antonio abate (1485), tempera su tavola | |
Categoria | Musei di Ordine religioso |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Reggello |
Località o frazione | Vallombrosa |
Diocesi | Diocesi di Fiesole |
Indirizzo | Via San Benedetto, 115 Loc. Vallombrosa 50066 Reggello (FI) |
Telefono | +39 055 862251 |
Fax | +39 055 862036 |
Posta elettronica | info@monaci.org |
Proprietà | Congregazione Vallombrosana |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | ceramiche, codici miniati, dipinti, libri antichi a stampa, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, archivio storico, biglietteria, biblioteca, bookshop, organizzazione di eventi e mostre, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Sistema Museale del Chianti e del Valdarno fiorentino |
Sede Museo | Abbazia di Santa Maria Assunta di Vallombrosa |
Datazione sede | 1036 |
Data di fondazione | giugno 2006 |
Il Museo d'Arte Sacra dell'Abbazia di Vallombrosa, frazione del comune di Reggello (Firenze), ha sede in una sezione sul lato posteriore dell'Abbazia di Santa Maria Assunta di Vallombrosa - fondata nel 1036 da san Giovanni Gualberto - è stato inaugurato nel giugno 2006, per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico, proveniente dal monastero stesso e da altri istituti vallombrosani.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in due sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XIII al XX secolo.
I - Salone
Nel grande salone, adibito fino a qualche tempo fa a tipografia dei monaci, sono esposte opere ed oggetti liturgici, tra cui spiccano:
- Bibbia secondo la Vulgata latina (seconda metà del XIII secolo), pergamena, di scuola aretina: il codice è uno dei più antichi e preziosi fra quelli conservati nell'Archivio dell'Abbazia.
- Breviario secondo la Regola di san Benedetto (prima metà del XIV secolo), pergamena, della scuola di Pacino di Buonaguida, proveniente Chiesa di San Pier Maggiore. Il libro venne donato nel 1752 a don Lotario Bucetti da una delle monache benedettine della stessa chiesa, distrutta alla fine del XVIII secolo.
- Madonna con Gesù Bambino e santi (1420), tavola di Bartolomeo d'Andrea Bocchi, proveniente dalla distrutta Chiesa di San Pier Maggiore a Firenze e fu ricevuta in dono da don Lotario Buccetti, confessore delle monache benedettine di quel monastero; quando questi divenne abate di Vallombrosa portò con sè l'opera.
- Salterio feriale secondo la Regola di San Benedetto (1429), pergamena, di scuola fiorentina, proveniente dalla distrutta Chiesa di San Pier Maggiore a Firenze.
- Parato liturgico Altoviti (terzo quarto del XV secolo) composto da 4 pezzi (paliotto, due tunicelle e una pianeta), in velluto cesellato tagliato a tre altezze operato a un corpo broccato bouclé con ricami in seta policroma e oro, di manifattura fiorentina, proveniente dall'Abbazia.
- Pala d'altare con Madonna con Gesù Bambino in trono tra san Biagio, san Giovanni Gualberto, san Benedetto da Norcia e sant'Antonio abate (1485), tempera su tavola trasportata su tela, di Bastiano Mainardi, proveniente dall'Abbazia, commissionata da Biagio Milanesi, abate e generale dell'Ordine.[1]
- Parato liturgico con fiori di cardo (seconda metà del XVI secolo) composto da 4 pezzi (pianeta, stola, manipolo ed busta), in velluto cesellato in seta operato a un corpo a una trama lanciata in oro, di manifattura fiorentina, proveniente dall'Abbazia.
- Stemma vallombrosano (XVII secolo), in legno di noce intagliato, dipinto e dorato, di bottega fiorentina, proveniente dalla Basilica della Trinità di Firenze.
- San Giovanni Gualberto (1705 - 1706), olio su tela, di Pier Dandini. Il dipinto fu acquistato dall'abate don Lotario Bucetti, e da questi donato nel 1799 all'Abbazia.
- Pianeta con fiori (primo quarto del XVIII secolo), in gros de Tours ricamato in seta e oro, di manifattura italiana, proveniente dall'Abbazia.
- Raccolta di scagliole (XVIII secolo), eseguite dall'abate Enrico Hugford, il quale portò quest'arte nel corso del Settecento ai massimi fasti a livello europeo, lasciando qui importanti testimonianze della sua attività artistica.
- Madonna (fine XVIII - inizio XIX secolo), in gesso colorato, seta, argento, filo metallico dorato, abbigliata con vesti ricamate con filo dorato e con una corona e un'aureola in metallo dorato, opera di una bottega napoletana. La piccola statua venne donata all'Abbazia come ex voto dalla nobildonna Maria Immacolata d'Avalos.
- Gesù Bambino benedicente (XIX secolo), in cera, abiti di seta e corona in argento, proveniente dall'Abbazia.
- Icona con Madonna con Gesù Bambino (1823), tavola e argento sbalzato e bulinato, parzialmente dorato, cristalli di rocca, turchesi e pietre semipreziose, di bottega russa, proveniente dall'Abbazia.
II - Sala del Tesoro
Nella sala sono esposti preziosi oggetti liturgici, tra i quali spiccano:
- Reliquiario a chiodo (1330 ca.), in oro, smalto e zaffiro, di anonimo orafo francese: questo oggetto contiene, secondo l'iscrizione, un frammento del chiodo della Croce di Gesù, donato da Luigi IX, re di Francia, all'abate Benigno, in cambio dell'invio della sacra reliquia di una Mano di san Giovanni Gualberto, tra il 1226 e il 1233.
- Reliquiario a braccio di san Giovanni Gualberto (1500), in argento cesellato e dorato, con smalti e pietre preziose; argento sbalzato e inciso, pietre preziose e semipreziose, smalto su rame, opera dell'orafo fiorentino Paolo di Giovanni Sogliani, commissionato dall'abate Biagio Milanesi.
- Brocca con lo stemma vallombrosano (fine XVI secolo), in maiolica, di bottega toscana, proveniente dall'Abbazia.
- Cartagloria (1665), in legno ebanizzato ed argento, di bottega toscana, proveniente dalla Basilica della Trinità di Firenze.
- Mantellina del reliquiario di san Giovanni Gualberto (inizio del XVIII secolo), in seta con ricami riportati in filo metallico dorato e sete policrome, fodera in raso di seta rosso, di manifattura italiana. Prima che il reliquiario fosse collocato nel Museo, la mantellina serviva per proteggere il prezioso oggetto.
- Ampolline (XVIII secolo), in vetro, filigrana d'argento, di bottega italiana, proveniente dall'Abbazia.
- Stauroteca (fine XVIII secolo), in argento sbalzato, di bottega toscana, proveniente dall'Abbazia.
- Calice (XIX secolo), in argento sbalzato e cesellato, di bottega toscana.
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