Museo Bandini di Fiesole
Museo Bandini di Fiesole | |
Palazzo Museo Bandini | |
Categoria | Musei diocesani |
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Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Toscana |
Regione | Toscana |
Provincia | Firenze |
Comune | Fiesole |
Diocesi | Diocesi di Fiesole |
Indirizzo |
Via Duprè, 1 50014 Fiesole (FI) |
Telefono | +39 055 213689, +39 055 5961293 |
Fax | +39 055 59080 |
Posta elettronica |
uff.beniculturali@diocesifiesole.it infomusei@comune.fiesole.fi.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Diocesi di Fiesole, Capitolo della Cattedrale[1] |
Tipologia | arte sacra, arte |
Contenuti | ceramiche, dipinti, sculture |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, didattica, visite guidate |
Sistema museale di appartenenza | Musei di Fiesole |
Sede Museo | Palazzo Museo Bandini |
Datazione sede | 1911 - 1913 |
Data di fondazione | 1913 |
Il Museo Bandini di Fiesole (Firenze), collocato nel palazzo omonimo, venne aperta al pubblico nel 1913 per conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza della collezione del canonico Angelo Maria Bandini e il patrimonio storico-artistico, proveniente dalla Cattedrale di San Romolo e dal territorio diocesano.
Storia
Il Museo conserva ed espone al pubblico la raccolta di opere del canonico Angelo Maria Bandini (1726 - 1803), bibliotecario prima della Biblioteca Marucelliana e poi della Biblioteca Medicea Laurenziana di Firenze, ma che fu anche un appassionato collezionista di libri, un erudito autore di numerosi libri e membro di varie accademie. Dopo aver vissuto a Firenze, acquistò nel 1795 e restaurò, negli anni successivi, il l'Oratorio di Sant'Ansano e la villa adiacente sulla collina fiesolana, dove la sua collezione ebbe una prima sede espositiva e dove morì nel 1803, lasciando la sua preziosa raccolta al vescovo e al capitolo di Fiesole costituita anche con la volontà di documentare, in alcune linee fondamentali, la storia dell'arte fiorentina e toscana tra il Medioevo e Rinascimento.
Dopo la morte del Bandini, la collezione passò un periodo difficile, finchè, anche su sollecitazione degli enti preposti alla tutela, preoccupati per le condizioni in cui si trovavano le opere, fu deciso di riservare alla raccolta una nuova sede espositiva. Questo, denominato "Museo Bandini", fu inaugurato nel 1913 in un edificio progettato dall'architetto Giuseppe Castellucci nelle vicinanze del teatro romano.
Successivamente, il progetto espositivo, è stato più volte, aggiornato e, dopo lunghi lavori di restauro e risanamento degli ambienti, il Museo è stato arricchito anche di opere provenienti dal territorio della Diocesi.
Percorso espositivo e opere
L'itinerario museale si sviluppa in quattro sale espositive, lungo il quale sono presentate opere e suppellettile liturgica, databili dal XII al XX secolo.
Sala I
La sala presenta le opere d'arte di scuola toscana e fiorentina, databili dal XII alla prima metà del XIV secolo. Di notevole interesse:
- Gesù Cristo crocifisso; Negazione di san Pietro apostolo (1230 - 1240), tempera su tavola sagomata, attribuita al Maestro della Croce n. 434 della Galleria degli Uffizi: l'opera presenta Gesù Cristo crocifisso secondo l'iconografia del Christus triumphans, vittorioso sulla morte, mentre sulla tabella è dipinto il Pentimento di san Pietro apostolo al canto del gallo.[2]
- Gesù Cristo crocifisso tra la Madonna, san Giovanni evangelista e profeti; Maria Vergine tra due angeli (1250 - 1260), tempera su tavola sagomata, del Maestro di Gagliano.[3] Il dipinto presenta il Crocifisso secondo l'iconografia del Christus triumphans - gli occhi aperti e l'espressione impassibile che esprimono la forza della divinità che non soffre, ma trionfa sulla morte - ed una rappresentazione schematica delle figure, tipica dell'arte romanica, si stempera in una visione più realistica e umanizzata con una particolare scelta della tavolozza ed un accentuazione dell'espressività.
- Gesù Cristo crocifisso (1280 - 1290 ca.), tempera su tavola sagomata, di ambito fiorentino.
- Scomparto di polittico con San Giovanni evangelista (1335 - 1340), tempera su tavola, di Bernardo Daddi:[4] la dolce monumentalità della figura indica un momento di esecuzione sotto il forte influsso di Maso di Banco.
- Annunciazione (1340 - 1345), tempera su tavola, attribuita a Taddeo Gaddi, proveniente dall'altare maggiore della Compagnia di Santa Maria della Croce al Tempio:[5] l'opera è un esempio del goticismo addolcito che l'artista diffuse a Firenze con molto seguito anche nella seconda metà del Trecento.
- Ancona portatile a dittico con Madonna Gesù Bambino in trono, santa Caterina d'Alessandria, santa Margherita e angeli; Crocifissione di Gesù Cristo (1340 - 1350), tempera su tavola, di ambito senese:[6][7] il dipinto presenta un decorativismo lineare di stampo duccesco che si complica in elaborati virtuosismi che richiamano smalti e vetrate.
- Madonna del parto e donatore (1355 - 1360), tempera su tavola, di Nardo di Cione,[8] fratello di Andrea, conosciuto con il nome di Orcagna: dipinto di grande bellezza che racchiude in sé tre temi iconografici mariani: l'Incarnazione, la Regina Coeli e la Misericordia.
- Madonna Gesù Bambino e santi detta Madonna dell'umiltà (1380 - 1385), tempera su tavola, di Agnolo Gaddi.[9]
- Cuspide di polittico con Pentecoste (1390 - 1395), tempera su tavola, di Agnolo Gaddi,[10] figlio di Taddeo.
Sala II
Nella sala continua la collezione della pittura toscana e fiorentina dalla seconda metà del XIV all'inizio del XVI secolo. Di notevole interesse:
- Trittico con Incoronazione di Maria Vergine tra santi e angeli; Crocifissione; Annunciazione (1373), tempera su tavola, di Giovanni del Biondo, proveniente dalla Cattedrale.[11]
- Gesù Cristo crocifisso tra la Madonna, san Giovanni evangelista e san Francesco d'Assisi (1420 - 1425 ca.), tempera su tavola, di Pietro di Giovanni detto Lorenzo Monaco, proveniente dall'Oratorio di Sant'Ansano. Il dipinto, in origine, doveva probabilmente essere lo scomparto centrale di un trittico.[12]
- Due frammenti di dipinti con Gerarchie angeliche (1420 - 1425 ca.), tempera su tavola, di Bicci di Lorenzo.[13][14]
- Due scomparti di polittico con San Giovanni Battista e san Pietro apostolo; San Paolo e san Francesco d'Assisi (1420 - 1425 ca.), tempera su tavola, di Giovanni di Marco detto Giovanni dal Ponte.[15]
- Ecce Homo (1440 - 1450 ca.), tavola monocroma, di scuola di Roger van der Weyden.
- Predella con Gesù Cristo in pietà tra la Madonna e san Giovanni evangelista (1450 - 1455 ca.), tempera su tavola, di Domenico di Michelino.[16]
- Madonna in adorazione di Gesù Bambino con san Giacomo Maggiore, san Giovannino, angeli e Dio Padre (1470 - 1475 ca.), tempera su tavola, di Neri di Bicci.[17]
- Croce processionale dipinta con Gesù Cristo crocifisso, Dio Padre, Madonna, San Giovanni evangelista, Santa Maria Maddalena, San Benedetto da Norcia, Sant'Apollonia, San Francesco d'Assisi (1472 - 1475 ca.), tempera su tavola, di Neri di Bicci. [18]
- Madonna con Gesù Bambino tra san Francesco d'Assisi, san Sebastiano, san Lorenzo, san Bartolomeo, san Giuliano e santa Caterina d'Alessandria (1480), tempera su tavola, di Francesco Botticini.
- Madonna con Gesù Bambino e san Gabriele arcangelo (1475 - 1480), tempera su tavola, della bottega di Sandro Botticelli.[19]
- Quattro pannelli di cassone con Trionfi (1480 - 1485), tempera su tavola, di Jacopo del Sellaio, provenienti dall'Oratorio di S. Ansano; quattro dipinti di tema profano, fedeli trasposizioni in pittura dell'opera omonima di Francesco Petrarca (1304 - 1374), che raffigurano:
- Trionfo dell'Amore, è rappresentato in volo su un braciere posto su un carro trainato da cavalli, i cui finimenti sono ornati dallo stemma della famiglia Strozzi, committente dell´opera. Le figure sotto di esso, un vecchio, un guerriero ed una giovane, alludono al fatto che nessuno, a prescindere dall'età e dal ceto sociale, può sfuggire all'Amore. Seguono il carro i poeti che ne cantarono le gesta.[20]
- Trionfo del Tempo e della Fama, è raffigurato come un vecchio, con i consueti simboli di fugacità delle ali e della clessidra, curvo e in equilibrio su un orologio meccanico. Sotto due cani, uno bianco e uno nero, simboli del giorno e della notte, addentano l´asta dell´orologio cercando di spezzarla. Il carro è tirato da cervi, rapidi come il tempo che scorre. Il Trionfo della Fama è è rappresentato dagli uomini illustri ai lati del carro.[21]
- Trionfo dell'Eternità, il dipinto rappresenta con un'allegoria religiosa l'esaltazione della fede cristiana: su un carro trainato dal Tetramorfo (leone, aquila, angelo e toro), simboli degli Evangelisti, sono inginocchiate le personificazioni delle Virtù teologali (Fede, Speranza e Carità) mentre ai lati del carro sono le Virtù cardinali (Giustizia, Prudenza, Fortezza e Temperanza). In alto Gesù Cristo circondato da angeli lascia cadere una pioggia. Lucrezia e Penelope, famose per la loro virtù, legano Amore, spennandogli le ali.[22]
- Trionfo della Castità, è la donna in piedi sul piedistallo dorato. Ai suoi piedi trainato da due unicorni, è circondato da virtuose eroine: Virginia, Didone e Piccarda Donati. In testa al corteo la Castità porta un vessillo con al centro un ermellino: la leggenda vuole che l´animale muoia se la sua candida pelliccia si macchia.[23]
- San Girolamo, santa Maria Maddalena e san Giovanni Battista penitenti nel deserto (1485 - 1490 ca.), tempera su tavola, di Jacopo del Sellaio.[24]
- Pala d'altare con Incoronazione di Maria Vergine tra angeli e santi (1515 - 1520), tempera su tavola, attribuita a David Bigordi detto il Ghirlandaio o al cosiddetto Maestro dei Cassoni Campana, proveniente dalla Chiesa di Sant'Antonio di Vienne in Firenze.[25]
Sala III - Della Robbia
La sala presenta la raccolta di terrecotte robbiane di Angelo Maria Bandini ed alcune opere di scultura in marmo e stucco. Tra le opere più significative:
- Madonna in adorazione di Gesù Bambino fra due angeli entro una ghirlanda (1495 ca.), terracotta invetriata, di Andrea Della Robbia.
- Sant'Ansano entro una ghirlanda di mele cotogne, cedri, papaveri e fiori azzurri e bianchi (1500 ca.), terracotta invetriata, di Andrea Della Robbia.
- Gesù Cristo e san Giovanni Battista si incontrano nel deserto (1500 - 1510 ca.), terracotta invetriata, di Benedetto Buglioni: la lunetta narra un episodio molto diffuso nella produzione artistica di XV secolo, è assente nel Vangelo ed è tratto da una sacra rappresentazione del'epoca dal titolo San Giovanni nel deserto , scritta da Feo Belcari e Tommaso Benci.
- San Romolo e due suoi compagni martiri (1515 - 1520), terracotta invetriata, di Benedetto Buglioni.
- Visitazione (1517 ca.), terracotta invetriata, di Giovanni della Robbia.
- Adorazione dei pastori (1565 - 1570), stucco dipinto, attribuito al Giambologna.
Sala IV - Rinascimento
La sala presenta alcune opere del pieno Rinascimento fiorentino, tra le quali si notano:
- Madonna con Gesù Bambino fra san Girolamo e san Benedetto da Norcia detto Tondo Baduel (1490 - 1500), tempera su tavola, di Luca Signorelli, proveniente da Castel di Poggio vicino a Fiesole.
- Gesù Cristo redentore (1490 - 1500), terracotta dipinta, di un anonimo seguace di Benedetto da Maiano.
- Madonna con Gesù Bambino tra sant'Antonio abate e un santo Vescovo (1500 - 1510), tempera su tavola, della scuola di Fra' Bartolomeo Della Porta.
- Madonna con Gesù Bambino (1530 - 1540 ca.), olio su tavola, di un anonimo seguace di Perin Del Vaga.
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