Museo del Duomo di Cagliari
Museo del Duomo di Cagliari | |
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Rogier van der Weyden (attr.), Trittico di Clemente VII (seconda metà del XV secolo), olio su tavola | |
Categoria | Musei del Duomo |
Stato | Italia |
Regione ecclesiastica | Regione ecclesiastica Sardegna |
Regione | Sardegna |
Provincia | Cagliari |
Comune | Cagliari |
Diocesi | Arcidiocesi di Cagliari |
Indirizzo | Via Fossario, 5 09124 Cagliari (CA) |
Telefono | +39 070 680244; +39 328 2687731 |
Posta elettronica | info@museoduomodicagliari.it museoduomodicagliari@tiscali.it |
Sito web | [1] |
Proprietà | Capitolo della Cattedrale |
Tipologia | arte sacra |
Contenuti | dipinti, lapidi, paramenti sacri, sculture, suppellettile liturgica |
Servizi | accoglienza al pubblico, biglietteria, bookshop, caffetteria, didattica, punto ristoro, sale per eventi e mostre temporanee, visite guidate |
Sede Museo | Palazzo del Fossario |
Datazione sede | XVI secolo |
Fondatori | mons. Giuseppe Mani |
Data di fondazione | 28 maggio 2004 |
Il Museo del Duomo di Cagliari ha sede nel Palazzo del Fossario (XVI secolo), attiguo alla Cattedrale di Santa Maria, ed è stato aperto al pubblico il 28 maggio 2004 per per volontà dell'arcivescovo Giuseppe Mani, con lo scopo di conservare, valorizzare e promuovere la conoscenza del patrimonio storico-artistico proveniente dal Duomo e da altri edifici di culto del territorio diocesano.
Storia
Nel XVI secolo vennero costruiti a sud della Cattedrale di Santa Maria i fabbricati del Seminario e del carcere ecclesiastico, trasformato poi in prigione pubblica nel 1563 dopo il trasferimento del Tribunale dell’Inquisizione a Sassari. Così il terreno attiguo al Duomo divenne la sede del Seminario Arcivescovile, fondato per volontà dell'arcivescovo Francesco Perez nel 1576.
Nel 1778 il Seminario venne trasferito in una nuova sede e l'edificio di via del Fossario ospitò opere caritatevoli sostenute dalla Chiesa diocesana.
Negli anni Trenta del secolo scorso, l'arcivescovo Ernesto Maria Piovella decise di riorganizzare i locali unificati dell'ex Seminario e delle carceri utilizzandoli per le attività parrocchiali della Cattedrale e successivamente negli anni Settanta l'edificio perse il suo ruolo ed alcuni locali ospitarono la radio diocesana, mentre altri divennero residenze private.
Nel 1998, in occasione del Giubileo del 2000, fu predisposto un progetto di recupero integrale dell'edificio destinato ad accogliere il Museo del Duomo.
Il 28 maggio 2004, per volontà dell'arcivescovo Giuseppe Mani (n. 1936), e grazie all'intervento dell'ingegnere Maria Lucia Baire, il Museo è stato aperto al pubblico.
Percorso espositivo ed opere
L'itinerario museale, che si sviluppa in cinque piani, accoglie gran parte del Tesoro della Cattedrale, costituito da opere e suppellettile liturgica, databili dal XII al XXI secolo.
Pittura e scultura
Il Museo conserva pregevoli dipinti e sculture, tra cui spiccano:
- Trittico di Clemente VII (seconda metà del XV secolo), olio su tavola, attribuito a Rogier van der Weyden, il quale, insieme ad altre opere, venne trafugato, durante il Sacco di Roma (1527). Il trittico fu consegnato dal lanzichenecco Juan Barsena, alla città di Cagliari, forse come ringraziamento per essere riuscito a sopravvivere durante un naufragio che lo fece approdare nel capoluogo sardo. La cittadinanza lo restituì al suo legittimo proprietario, a Clemente VII (1523-1534), e il papa, in segno di riconoscenza, lo affidò definitivamente alla custodia del capoluogo isolano con un Breve del 1531. In tale occasione il pontefice donò all'arcivescovo Girolamo di Villanova, non soltanto il dipinto, ma anche la Sacra Spina, reliquia anch'essa trafugata durante il Sacco di Roma, con l'obbligo di esporla ogni anno in Cattedrale in occasione della Solennità dell'Assunta. Il dipinto è costituito da tre scomparti raffiguranti:
- al centro, Madonna addolorata e Gesù Cristo coronato di spine;
- a sinistra, Madonna con Gesù Bambino e sant'Anna;
- a destra, Santa Margherita e il drago.
- Gruppo scultoreo di sette statue raffigurante Compianto sul Gesù Cristo morto (fine del XV secolo), in legno intagliato policromo, di ambito sardo-catalano: l'opera è composta da sette figure:
- Retablo dei Beneficiati (1527-1530), tempera e olio su tavola, di ambito sardo: l'opera articolata in due registri presenta:
- nel registro superiore, San Gabriele arcangelo annunciante; Gesù Cristo crocifisso; Madonna annunciata;
- nel registro inferiore, San Bartolomeo; Madonna con Gesù Bambino in trono e angeli; San Girolamo.
- Statua di san Cristoforo con Gesù Bambino (fine del XVI - inizio del XVII secolo), in legno intagliato e scolpito, proveniente dalla Chiesa di San Cesello a Cagliari.
- Gruppo scultoreo con Deposizione di Gesù Cristo dalla croce (seconda metà del XVII secolo), in legno intagliato policromo di bottega cagliaritana.
- Ciclo di cinque dipinti con Storie della vita di Maria Vergine (XVII secolo), olio su rame di ambito genovese, raffiguranti:
- Visitazione
- Adorazione dei pastori
- Adorazione dei Magi
- Madonna con Gesù Bambino e san Giovannino
- Assunzione di Maria Vergine
- Statua di sant'Efisio (fine del XVIII secolo), in legno intagliato policromo di Giuseppe Antonio Lonis.
Suppellettile liturgica e paramenti sacri
Nel Museo sono conservati preziosi oggetti liturgici e paramenti sacri. Di rilievo:
- Dalmatica e altre reliquie di vesti (XII secolo): secondo la tradizione, questi erano i paramenti sacri indossati dalla salma di sant'Agostino, che sarebbero stati trattenuti a Cagliari quando, nel 721, fu portata a Pavia da Liutprando (690 ca. – 744), re dei Longobardi.
- Croce processionale (fine del XV - inizio del XVI secolo), in argento fuso, sbalzato e traforato rifinito a cesello, di anonimo argentiere cagliaritano, proveniente dalla Cattedrale: l'opera viene trasportata tradizionalmente in processione per la solennità del Corpus Domini.
- Tre vasetti per Oli santi (1569), in argento sbalzato e cesellato, di Giovanni Mameli: gli oggetti liturgici documentano il mutare del gusto del gotico spagnolo al Rinascimento italiano, avvenuto nelle botteghe cagliaritane introno alla metà del XVI secolo.
- Pianeta (XVI secolo): la veste venne indossata al Concilio di Trento dall'arcivescovo Antonio Paragües Castillejo.
- Piatto con il "Trionfo di Anfitrite" (XVII secolo), in argento, di ambito sardo.
- Ostensorio (1818), in argento argento sbalzato, cesellato, eseguito dall'argentiere francese di Carlo Cahier, su disegno dell'architetto François-Joseph Bélanger: l'opera venne donata alla Cattedrale dal re Luigi XVIII di Francia.
Galleria fotografica
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Bibliografia | |
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